Libri > Il diario del vampiro
Segui la storia  |       
Autore: immy    17/10/2012    3 recensioni
La premessa per leggere questa storia è che vi dimentichiate tutto ciò che ha scritto la Smith sui protagonisti... sono tutti umani innanzitutto e siamo ai nostri tempi.
Giuseppe chiede ad Elena di sposarlo, Damon naturalmente ci mette lo zampino di mezzo e combina un disastro che finirà per deudere molto la sua "sorellina" Bonnie.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Image and video hosting by TinyPic












La cena












<< Non ti aspettavi una risposta così in fretta, vero? >> domandò la bionda notanto lo sguardo a metà fra il sollevato e il sorpreso che aveva Giuseppe.

<< No, è che... è tanto che aspettavo di sentire questa risposta. >> si giustificò lui, ancora un pò a disagio.

I due, senza dire una parola, continuarono a guardarsi per qualche minuto, finché il silenzio non venne spezzato da una domanda di Elena.

<< Potresti solo darmi un pò di tempo? >>

<< Oh, certo, certo... così mi conoscerai di più. >> disse Giuseppe, inizialmente un pò sorpreso dalla richiesta della ragazza.

<< Perché i tuoi figli mi possano conoscere di più. So bene quanto sono legati a te. E all'improvviso si troveranno una che entra nella loro vita... non deve essere facile. Voglio abbituarli alla mia presenza. >> lo corresse lei con un sorriso.

Una volta conquistati i ragagazzi, Elena avrebbe conquistato Giuseppe e quindi l'intera casa. E addio Magnolia Gilbert.

<< Giusto... >> convenne lui, contento che lei fosse veramente interessata a conoscere i suoi figli.

<< Per quanto riguarda mamma... non le dirò nulla per ora. >>

<< Fai quello che ti senti. >> rispose Giuseppe un pò contrario alla decisione della ragazza.

<< Aspetterò il momento giusto. >> disse lei sorridendogli, per tenerlo buono.

Sapeva che lui voleva fare tutto e subito, alla luce del sole, ma lei voleva ancora giocare un pò con i sentimenti di Magnolia.

Dopo quella discussione, i due si separarono e ognuno andò nella propria abitazione.


 


 

<< Buongiorno signora Magnolia... >> disse un'allegra Elena alla madre, mentre si metteva a sedere vicino a lei, che faceva colazione in giardino, con un giornale in mano.

<< Dov'eri? >>

<< Ero al cimitero, da papà... >> incominciò a dire Elena e poi notando che la madre tornava a leggere il giornale disinteressata, continuò.

<< E lì ho visto il signor Salvatore. >>

<< Gli hai parlato? >> le domandò la madre improvvisamente interessata.

<< Ovviamente! >>

<< Di cosa avete farlato? Parla! Come tutti i comuni mortali, senza quel ghigno. >> le disse Maggie, infastidita.

<< Come mai ti interessa così tanto? Hai paura che avessimo parlato di te? Ebbene sì, abbiamo parlato di lei signora. >> annunciò Elena guardando la madre, come a volerla sfidare.

<< Parla! >> esclamò quest'ultima.

Quella mattina non era in vena di parlare con la figlia.

<< Niente d'importante... insomma, una conversazione molto formale... >> rispose la bionda enigmatica.

<< Ascolatami bene. Se hai detto qualcos- >> cominciò a minacciare la signora Gilbert, ma venne interrotta dalla risata derisoria della figlia.

<< Non ho detto nulla... non ti preoccupare. Gli ho detto, però, quanto sei brava come cacciatrice, mamma. Quando ti metti qualcosa in testa, niente e nessuno ti può fermare. >>

<< Cafona. >> sibilò Maggie guardando la figlia l'altro verso il basso.

<< Gli ho detto di come e con quanto appetito continui a girare attorno alla tua preda, affilando gli artigli e aspettando solo il momento giusto per attaccare. >> continuò a parlare la bionda, dopo essersi avvicinata alla madre, con le stesse movenze che descriveva lei stessa, poco prima: un felino, pronto a balzare sulla sua preda.

<< Non mi sfidare Elena. Pagheresti a caro prezzo questa tua insolenza. >> le consigliò Maggie chiudendo il giornale di scatto e sbattendolo malamente sul tavolino che aveva di fronte.

<< Io non sono Meredith, Magnolia! E le tue minacce a vuoto non mi fanno paura! E non venderai. A nessun prezzo, come hai fatto con Meredith. >> rispose Elena fulminando la madre con lo sguardo.

<< Vorrei solo sapere che cosa vuoi da me! Sei come tuo padre! Brava solo a fare i conti con me e... >> disse Maggie scattando in piedi.

<< L'hai detto! Io sono figlia di John Gilbert e per colpa tua la nostra famiglia è diventata lo zimbello di tutti! Ti odio! >> le confessò Elena interrompendola mentre si alzava anche lei per fronteggiarla.

<< Questo non mi interessa. Quello che voglio è che tu ti tolga dai piedi! >> sibilò Maggie spiengendo Elena malamente sul divanetto per poi rientrare a passo di carica in casa.


 


 

A casa McCullough, Bonnie si era da poco cambiata, e seduta in salotto, aspettando il padre. Era da quando si era svegliata che lo cercava ed era preoccupata, non aveva un buon presentimento.

All'improvvio sentì il rumore di un'auto che entrava nel cortile, così si affacciò dal balcone del salotto, credendo che fosse Giuseppe, ma con suo grande disappunto, notò che era solo Damon, che rientrava in casa, con ancora i postumi della sborgna.

<< Ciao! >> urlò Matt saltandogli addosso.

<< Shh parla piano! >> lo rimbeccò Damon prendendolo al volo.

<< Sei tornato presto.. >>

<< Già... lo zio è a casa? >> si informò il moro usando il piccolo di casa come sacco di patate, trasportandolo per la scale, sulle spalle.

<< Non è a casa. >> rispose Matt ridacchiando. Gli piaceva essere sbalzato in quel modo.

<< Buongiorno piccola. >> salutò Damon quando entrò in salotto mettendo Matt finalmente sulla terra ferma.

<< Buongiorno. >> rispose Bonnie con l'allegria di una tartaruga. Era davvero in pena per il padre.

<< Che ha? >> domandò Damon a Matt con un sussurro.

In risposta il ragazzino fece un alzata di spalle.

<< Cos'ha il mio amore? È forse offesa perché non è andata al matrimonio? >> le domandò Damon buttandole la giacca del suo smoking in testa, per poi sedersi sul braccioo del divano, accanto alla rossa.

<< Oh si, perché quella era l'unica cosa che mi interessava. >> rispose Bonnie melodrammatica, mentre si liberava della giacca del fratello e la buttava malamente sul divano.

<< Ti ha visto mentre ballavi con le ragazze al matrimonio. >> s'inventò Matt tanto per rincarare la dose.

<< Matt, che dici? >> di Bonnie fulminandolo con lo sgurdado, sapeva cosa stava cercando di fare.

<< Come ha fatto a vedermi? >> domandò Damon stando al gioco del ragazzino.

<< Con lo yacht. Ha usato addirittura un binocolo per vedere meglio. >> rispose il ragazzino mimando un binocolo con le mani.

<< Tesoro... quindi sei stata al matrimonio, ma sullo yacht... >> disse Damon con un broncio ad un palmo dal naso della ragazza.

<< Lasciatemi in pace. >> disse Bonnie, spingendo Damon, che perse l'equlibro e cadde rovinosamente a terra scatenando le risate di Matt.

Bonnie li ignorò e andò a gurdadare dal balcone.

<< Damon, dai cambiati e andiamo al mare. >> propose Matt porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.

<< Voglio dormire... >> si lamentò Damon, come se fosse un bambino.

<< Dormirai sullo yacht, dai andiamo. >> disse il ragazzino tirandolo per il braccio.

<< Non vado senza Bonnie. Impossibile! >> s'impuntò Damon, volendo stuzzicare la rossa, che lo guardò male.

<< Sorellina... >> la pregò Matt facendole gli occhi dolci.

<< “ Sorellina” - disse Bonnie facendogli il verso - te lo ricordi ora che sono tua sorella? >> domandò retoricamente.

<< Dai Damon... >> tornò a pregarlo Matt.

Sapeva che con la sorella non avrebbe cavato un ragno dal buco. L'aveva preso troopo i giro quella mattina.

<< D'accordo. Mi cambio e torno, magari avrai cambiato idea. >> disse il moro rivolto alla sorella.

E dopo averla spettinata tutta, uscì ridacchindo con Matt.

Poco dopo arrivò Giuseppe, che la tranquillizzò dicendole che era stato al cimitero, come tutti i giorni, a loro poi, si unì Matt che invitò il padre ad accompagnarli alla loro gita sullo yacht.

<< Magari andiamo anche dalla zia, visto che saremmo di strada... >> disse Bonnnie cercando di convincerlo.

<< Un'altra volta. Andate voi. >> gli suggerì Giuseppe facendo una carezza a Bonnie, che gli era seduta accanto, sul divano del salotto.

<< Sì la prossima volta. Andate tu e Damon, io neanche ci andavo prima. >> si intestardì anche la rossa. Voleva stare vicino a Giuseppe.

<< Uffa... >> sbuffò Matt uscendo dalla stanza scocciato.

Appena usctito Matt il telefono di Giuseppe squillò.

<< Pronto? >> rispose lui.

<< Buongiorno, Giuseppe, sono Maggie. >>

<< Maggie? Buongiorno, come stai? >> domandò il signor Salvatore, alzandosi e andando in balcone, per avere più privacy, ma ormai Bonnie aveva già sentito che si trattava di Maggie, quindi era irrimediabilmente interessata alla conversazione.

<< Sto bene grazie. Ti ho chiamato per ringraziarti. Non sai quanto la tua presenza al matrimonio mi abbia fatto felice. >>rispose Maggie civettuola.

<< Mi fa piacere... grazie Maggie. >> rispose Giuseppe andando verso il suo studio, per parlare con più calma.

<< Damon! >> lo chiamò Bonnie, dirigendosi, infuriata verso il piano superiore della casa.

<< Mi hai chiamato? >> domandò lui uscendo dal bagno, con solo un asciugamano legato in vita addosso, ancora tutto bagnato.

<< Ho cambiato idea vengo con voi. >> rispse Bonnie a testa bassa con le gote rosse, un pò a disagio, per come si presentava il ragazzo.

<< Tutto bene? >> le domandò lui vedendola oltre che imbarazzata anche turbata da qualcosa.

<< Ti devo parlare di una cosa... >> rispose lei enigmatica, mentre andava in camera sua a cambiarsi.

Nello studio di Giuseppe, continuava la conversazione tra Maggie e il signor McCullough.

<< Oggi hai visto Elena, vero? >> domandò Maggie, dopo le chiacchiere di rito.

<< Sì. Ci siamo incontrati. >> rispose Giuseppe sincero.

<< Sì, mi ha detto che le hai detto di salutarmi sei stato gentile... >> disse da brava gatta morta.

<< Ehmm, bene. >>

<< È da un pò che non stiamo un pò insieme Giuseppe. Dovremmo vederci più spesso. >> disse Maggie e in quel momento Elena rientrò dal giardino. Quella ragazza aveva un tempismo davvero pessimo, era sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. In ogni caso non aprì bocca, continuò ad ascoltare la conversazione molto interessata.

<< Certamente... >> rispose Giuseppe completamente d'accordo con lei. Le avrebbe tanto voluto parlare dei suoi piani di matrimonio.

<< Dopodomani Meredith, parte per la luna di miele quindi oggi avevamo deciso di fare una piccola cena a casa da noi, mi faresti molto felice se tu e i bambini veniste . >>

In quel momento Elena la guardò con sufficienza, mentre si metteva nuovamente comoda sul divano del salotto; non c'era che dire... Magnolia ci sapeva fare.

<< E se... la facessimo a casa da me? >> proprose Giuseppe.

<< Da voi? >>

<< Sì, sicuramente vi sarete molto stancati con i preparativi per il matrimonio di ieri e io vorrei farvi riposare un pò. Certo se anche Meredith e il marito accettano l'inivito. E non dimenticare Elena. Che ne dici? >> le disse contesemente Giuseppe.

<< Certo che accettiamo l'invito. >> rispose Maggie al settimo cielo.

<< Bene allora vi asepetto sta sera. >>

<< Bene io lo dico ai ragazzi e sta sera siamo da voi. >>

<< Arrivederci. >>

<< Ciao! >> salutò anche Maggie e poi riattacò.

<< Quindi? >> s'informò Elena interessata.

<< Giuseppe ci ha invitato a cena a casa sua stasera. >> rispose Maggie, sorridendo.

<< Vedo che non perdi tempo. >> disse Elena infastidita.

<< Se vuoi non ci andare. Principalmente lui ha invitato me e i novelli sposi, non ti ha nomiato se non per essere cortese. >> mentì Maggie, cercando il modo di allontanare la figlia. Non voleva che la sminuisse davanti alla famglia Salvatore.

<< Davvero? Ma non è maleducato se non accettiamo il suo invito? >> domandò Elena, prendendo in giro la madre. Lei sapeva come stavano veramente le cose e se quella cena era stata organizzata, avrebbero dovuto ringraziare solo lei.

<< Senti Elena, se lo fai solo per innervosirmi, fai prima a non venire. >> replicò velenosa, la madre.

<< Il signor Giuseppe è un brav'uomo. Non ti preoccupare non farò nulla che possa offenderlo. >> la tranquillizzò Elena sorridendo.

<< Quindi se vai a questa cena, non farai problemi? >> le chiese Maggie, interessata.

<< Per niente. >> rispose Elena con sguardo maligno.

<< Quindi se vai a questa cena, non darai problemi? >> le chiese Maggie, interessata.

<< Per niente. >> rispose Elena con sguardo maligno.

<< Bene allora... >>

<< Signora Gilbert, è arrivato l'avvocato. Lo faccio entrare nell'altro salotto? >> domandò Katherine entrano e interrompendo una chiacchierata forse già finita.

<< Sì... mi cambio e sono da lui. >> la informò Maggie, già per le scale, in direzione della sua stanza.

Elena, intanto decisa a sapere come andavano gli affari di famiglia, cominciò ad andare verso il salotto.

Era da tempo che la madre non la informava sui progressi delle loro azinde, sempre se ce ne erano stati. Dalla morte del padre lei aveva ereditato molte azioni, per cui poteva ritenersi socia, quasi al 50 % di Magnolia.

Una volta che la signora Gilbert si cambiò i vestiti non esitò a scendere in salotto e fu sorpresa di trovarci anche la figlia, che la guardava con la solita faccia da schiaffi.

<< Buongiorno. >> salutò educatamente l'avvocato dopo essersi alzato dalla sedia.

<< Salve. >> rispose Maggie altrettando cortese, stringendo la mano che le stava offrendo il signore.

<< Parleremo di lavoro, Elena. >> disse rivolta alla figlia invitandola, fra le righe, da lasciarli soli. Non voleva far sapere a nessuno, quanto erano andati a fondo.

<< Lo so, ma sono tua socia, e ho il diritto di presenziare. >> rispose la bionda, impassibile.

<< Prego. >> disse la signora, invitando l'avvocato a sedersi. Aveva deciso che avrebbe permesso alla figlia di assistere, almeno così avrebbe capito perché si era comportata in un certo modo con Alaric e anche con altri.

<< Ha qualche buona notizia? >> domandò retoricamente.

<< Putroppo... la banca ha rifiutato la domanda per il presttito che avevamo chiesto. >> rispose l'uomo, che non aveva altrettanta voglia di scherzare.

Era abbastanza giovane, sulla trentina, non troppo minuto, ma neanche troppo grosso. Aveva capelli corti con qualche filo d'argento.

<< Lo immaginavo. Anche perché non abbiamo più garanzie. >> rispose la donna, atona.

<< In ogni caso, non abbiamo più bisogno di chiedere dei prestititi. Tra qualche giorni incasserò dei soldi. >> continuò a parlare, sempre con un espressione imperturbabile.

<< Meglio così. >> rispose l'avvocato, contento.

<< Sì, adesso fammi vedere i debiti che abbiamo. >> replicò Maggie.

All'avvocato quindi non rimase che aprire la sua 24ore e mostrare i movimenti bancari e i debiti che aveva la famiglia Gilbert, dalla morte di John.


 


 

Intanto a casa McCullough Bonnie si era cambiata e stava giusto scendendo le scale, per uscire di casa, quando sentì il padre in cucina, che parlava con Jeb. Si avvicinò lentamente e cominciò ad ascoltare.

<< Lei, le sue figlie e Alaric, sono quattro, io e i ragazzi siamo in tre e con Damon e Denise siamo in cinque. >>

<< Quindi in tutto, una cena per nove persone. >> disse Jeb facendo i conti.

Bonnie decise così di entrare in cucina, per capire cosa stesse succedendo.

<< Ciao Bonnie! Sta sera abbiamo degli ospiti a cena, tesoro. >> la informò affettuosamente il padre.

<< Chi? >>

<< La famiglia Gilbert. >> rispose il padre, destabilizzandola un pò con quella notizia.

<< C'è qualcuno vegetariano tra loro? >> domandò Jeb, cercando di allentare un pò la tensione che aveva cominciato a farsi sentire nella stanza.

<< Non lo so, preparate qualche insatata per sicurezza. >> rispose Giuseppe.

<< Io, metto in ordine il giardino. >> si offrì Sue, anche lei, per deviare un pò l'attenzione.

<< Giusto, brava Sue. Stefan... pulisci la piscina e togli tutto quello che c'è intorno, voglio tutto pulito e in ordine per stasera. >>

<< Stefan, andrà al mare con noi, così non disturbiamo nessuno. Trovati qualcun'altro disposto a mettere a posto intorno alla piscina. >> replicò bruscamente Bonnie all'improvviso. Era talmente nervosa e arrabbiata che faticava a trattenere le lacrime che premevano per uscire.

<< Andiamo Stefan... >> disse poi lasciando la cucina.

<< Bonnie! Bonnie, aspetta. >> disse Giuseppe seguendola in cortile. La figlia non gli piaceva in quell'ultimo periodo, non sembrava più la stessa.

<< Sì, papà? >> rispose lei con voce roca a causa del groppo che le si era formato in gola.

<< Sei arrabbiata con me? >> le domandò innocentemente, davvero non aveva idea di cosa le prendesse.

<< No. >> rispose secca lei, che non vedeva l'ora di chiudere la conversazione. Rischiava di mettersi a piangere, e non voleva farlo davanti a lui.

<< D'accordo! >> rispose guardigno lui.

<< Perfetto, ciao! >> rispose per poi uscire di casa, con Stefan.


 


 

Erano in mare aperto da un pò di tempo, ma Bonnie ancora non aveva parlato a Damon, per cui la curiosità del raggazzo lo spinse ad andare dalla sorella.

<< Di cosa mi volevi parlare? >> le domandò prendendo posto accanto a lei.

<< Sta sera avremo ospiti importanti. >> sussurrò senza entusiasmo asciugandosi le lacrime.

<< Chi? >> domandò curioso, mentre giocava come un bambino con il binocolo che poco prima era sul tavolino.

<< Indovina... Crudelia e le sue figlie.. >> rispose sarcastica.

<< Oh... >> replicò il moro girandosi verso di lei sempre con il binocolo sugli occhi.

<< Non le voglio... >> confessò Bonnie di nuovo al limite, scoppiando a piangere.

<< Perché piangi ora? >> le domandò affettuoso mentre la abbracciava cercando di consolarla.

<< Quello che dicevano si è rivelato vero... Maggie ci ruberà papà da sotto il naso. >> rispose lei accoccolandosi, in cerca di conforto.

Damon non risose, si limitò solo a stringere l'abbraccio e a farle delle carezze, cercando di tranquillizzarla.

<< Che devo fare adesso? Come posso fare per allontanare questa donna da papà? >> domandò Bonnie, ancora con il capo appoggiato sul petto di Damon.

<< Adesso basta! Smettila di comportarti come una bambina. Hai ingigantito la questione solo per gelosia. >> rispose bruscamente Damon, stufo dei continui piagnistei della rossa.

<< Non sono gelosa! È solo che quella donna non mi piace per niente. >> replicò la rossa sulla difenisiva.

Come poteva quella donna entrare in casa loro e pensare di comportarsi come se fosse sempre stata sua e soprattutto come poteva pensare di prendere il posto di sua madre?

<< Smettila ti ripeto. Tuo padre è ancora giovane e ha tutto il diritto di rifarsi una vita. >>

<< No! >>

<< Tua madre è morta. Ma tuo padre è ancora in vita. Quello che stai facendo è ingiusto e lo sai. >> le disse Damon, chiudendo la conversazione e dando da pensare alla ragazza.

Damon era consapevole di essere stato brusco e forse cattivo con le parole, ma era l'unico modo per farle aprire gli occhi, e permettere al padre di andare avanti con la sua vita, quell'uomo era morto con la moglie.

Morto dentro e ora che pensava di potersi riprendere nessuno aveva il diritto di imperdiglielo, tantomeno la figlia gelosa.


 


 

<< Neanche i soldi che hai preso da Rick bastano per estinguere tutti i debiti? >> domandò Elena alla madre mentre giocherellava con alcune ciocche d'oro.

L'avvocato aveva lasciato la villa pochi minuti prima. In salotto erano rimaste solo la bionda e la madre che guardava i fogli con i debiti sul tavolo.

<< No, non bastano. Per questo l'invito di oggi è tanto importante per noi, Elena. Per questo ti dicevo di comportarti bene con Giuseppe. Io sto provando a rimettere tutto in piedi e a salvare le poche aziende che ci sono rimaste. Puoi dire tutto quello che voi su di me, ma io tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per vostro bene. Se andremo avanti così, mi toglierò la vita senza pensarci due volte. >> disse Maggie piagnucolando prima di sbattere le pratiche sul tavolo e lasciare il salotto dirigendosi in camera.

Elena invece, per nulla toccata dalle parole della madre, continuava a giocherellare con i suoi capelli nella speranza di vedere la madre morta, un giorno.


 


 

Intanto a casa McCullough, Giuseppe ra nel suo studio, a pensare ad Elena, come al solito. Era da tempo che non faceva che pesnsare a quell'angelo biondo.

Sul tavolo dove scolpiva c'era il ritratto di Bonnie, ancora non terminato. Giuseppe pensò di completarlo più avanti, così prese foto e lastra le caprì con un piccolo pezzo di velluto affinché la lastra non si rovinasse e prese una nuova lastra cominciando a scolpirla, prendendo spunto dalle immagini che aveva fisse in mente.


 


 

<< Come mai? Perché ha invitato anche noi dai McCullough? >> domandò bruscamente un sospettoso Alaric alla moglie, mentre facevano colazione.

<< Si vede che c'è qualcosa di importanete che ci deve dire... >> rispose semplicemente Meredith, continuando a mangiare con calma, anche se non le era per niente piaciuto il tono usato da Alaric.

<< Bene! Ora dobbiamo anche cominciare a muoverci secondo gli ordini della signora Magnolia. >> borbottò malignamente, buttando con un tonfo, la forchetta sul piatto.

<< Io ho seguito gli ordini dei tuoi genitori senza aprire bocca. Si sono intromessi nel matrimonio, mettendo le condizioni che più gli andavano a genio e oltretutto se ne sono andati nel bel mezzo del ricevimento! >> sibilò Meredith, stufa delle continue lamentele del marito, mentre si alzava ì, scocciata e cominciava a fare avanti e indietro per la suite.

Non poteva parlare così di sua madre perché innanzitutto lei non aveva mai parlato male dei suoi genitori, nonostante avessero fatto ciò che volevano nella loro relazione, ma gli doveva pur rinfacciare qualcosa, dal momento che lui stava facendo i conti sui comportamenti di sua madre. Maggie, almeno non aveva lasciato il ricevimeno del matrimonio della figlia, senza neanche salutare. Alaric, pensava che lei non se ne fosse accorta, ma non era vero, l'aveva notato. Eccome, se lo aveva notato!

<< Ci risiamo. >> sussurò, scocciato Alaric. Meredith finiva sempre per parlare dei suoi genitori che erano contrari al matrimonio, ogni volta che litigavano e la cosa comicnicava seriamente ad infastidirlo.

<< Dal momento che continui a parlare in questo modo sì! >> rispose secca, continuando a fare avanti e indietro per al stanza d'albergo cercando di calmarsi e facendo tra l'altro sbuffare Alaric che non ne poteva più; stava seriamente pensando di dirle come stavano veramente le cose. Che i suoi geinitori sì avevano posto delle condizioni, ma che la sua amata madre si era rivelata proprio per come la immaginavano. Vendendo addirittura sua figlia.

<< Sei nel torto, ma continui ad impuntarti, volendo avere ragione per forza! I tuoi genitori hanno lasciato il matrimonio del loro unico figlio, senza pansarci su due volte. Li hanno visti tutti! Ci hanno fatto passare per gli idioti di turno! >> affermò profondamente arrabbiata e delusa per il comportamente dei due.

<< Se proprio ti interessa tanto di quello che la gente pensa, averesti almeno potuto aspettare due mesi dalla morte di tuo padre, per il matrimonio! >> sibilò Alaric, anche lui alzandosi di scatto dalla sedia.

Le parole del marito fecero crollare il mondo addosso a meredith.

<< Esci. Da qui. >> disse Meredith, sillabando lentamente ogni parola, mentre guardava Alaric con rancore.

<< Tesoro, non intendevo... non volevo dire... Mi dispiace. >>

<< Fuori! >> urlò la mora indicando la porta.

Non avrebbe mai pensato che Alaric le potesse rinfacciare qualcosa del genere, proprio lui, che l'aveva sostenuta e che le era stato tanto vicino alla morte di John e proprio lui che aveva insistito per sposarsi tanto presto.

Il ragazzo non poté fare a meno di fare come lei chiedeva, nella speranza che sbollisse un pò.

<< Questi fiori, sono per la signorina Meredith. >> gli disse un corriere che aveva incontrato sulla porta: stava giusto per bussare.

<< Glieli do io, grazie. >> rispose Alaric, ritirando le rose, uguali a quelle che le avevano mandato il giorno prima dall'ufficio e poi gliele portò.

<< Meredith... >> cominciò a dire, ma venne interrotto dalla stessa, che prese il mazzo di rose malamente e lo sbatté sul letto, rovinando i fiori e facendo volare i petali, per tutta la stanza.

<< Fuori- da- qui. Non le voglio queste rose, non le voglio! Vattene ho detto. Vattene! >> strillò istericamente, con le lacrime agli occhi mentre continuava a sbattere il mazzo di rose sul letto.

<< Meredith, calmati ti prego. >> cercò di calmarla il marito, profondamente dispiaciuto e consapevole che la moglie stava così solo per colpa di ciò che le aveva detto.

<< Fuori! >>

E così fu.

Alaric, lasciò la stanza e finalmente Meredith, buttò il mazzo di rose a terra, si prese la testa fra le mani e scoppiò a piangere.

Come aveva potuto dirle quelle cose? Erano veramente arrivati a tal punto? Si domandò la ragazza continuando a piangere, poi i suoi occhi caddero nuovamente sulle rose, ormai distrutte, per terra.


 


 

Intanto sullo yacht Stefan era intento a spiegare la loro posizione su una carta a Matt, curioso come sempre, mentre Damon prendeva il sole accanto ad un'imbronciata Bonnie.

<< Papà non ti aveva detto che Maggie sarebbe venuta sta sera? >> domandò Bonnie, incuriosita.

<< No... >> rispose Damon, negando anche con il capo, per poi scoppiare a ridere deridendo la sorella.

<< Che hai da ridere? >> domandò la Rossa irritata dal comportamento del moro.

<< Ti stai facendo delle pare, per nulla, stai esagerando, mi meraviglio di te... >> disse continuando a ridere. Proprio in quel momento cominciò a squillare il suo telefono, che era di fianco alla rossa.

<< Tieni. >> disse porgendogli il telefonino, o meglio, sbattendoglielo letteralmente sul petto. Era stufa delle sue continue prese in giro, la trattava come se fosse una bambina e questo non lo sopportava proprio, non da lui.

<< Pronto? >> rispose il ragazzo dopo aver visto chi lo chiamava.

<< Il gioco è bello quando dura poco! Damon, la stai tirando troppo per le lunghe. >> sentì urlare Meredith, dall'altra parte del capo.

<< Che hai, come mai così nervosa? >> le domandò lui, ridacchiando mentre si metteva più comodo, a prendere il sole.

<< Lasciami stare hai capito? Perché vuoi creare problemi? Lasciami in pace, se no te la faccio pagare! >> disse Meredith continuando a strillare.

<< Possibile che uno si arrabbaia così tanto solo per un pò di rose? Vergognati... >> le disse continuando a ridacchiare spensierato.

<< Damon, che vuoi da me? Lasciami in pace, stammi alla larga! Ti detesto, non ti posso più sopportare! >>

<< Uuuhh, non dicevi così pochi mesi fa, anzi.... >> rispose allegramente il ragazzo, con voce maliziosa, lasciando la frase in sospeso, alludendo ai loro momenti... intimi.

<< Lasciami in pace! >> ripetè la ragazza gridando, per poi sbattergli il telefono in faccia.

<< Che hai fatto a quella povera ragazza, per farla urlare tanto? >> domandò Bonnie, che aveva sentito solo delle urla.

<< Giuro che non le ho fatto nulla, le ho solo mandato delle rose. > rispose lui ridendo divertito mentre si sfilava la maglietta, pronto per tuffarsi.

Bonnie lo guardò con sufficienza; non credeva ad una sola parola di ciò che le aveva detto il ragazzo.

<< Non ci credi? Tieni... >> le disse buttandole la maglia in testa.

Dopodiché si tuffò mentre Bonnie, sbuffando, si toglieva la maglietta indistettida per poi lanciarla lontano da lei.

<< Vengo anch'io. >> sentì urlare poi a Matt che aveva visto il fratello buttarsi in acqua e lo seguiva.

Una volta che si buttò anche il piccolo di casa, Damon, fece due bracciate a delfino per raggiungerlo poi lo prese sulle spalle e lo rilanciò in acqua, mentre entrambi ridevano.


 


 

Poche ore dopo nell'hotel Meredith si era cambiata mettendosi un vestitino, largo, verde chiaro e delle decolté gialle, come la borsetta. Si stava lentamente pettinando i capelli con sguardo rapito, ripensando a ciò che era successo poco prima sia con Damon che con il marito. Si interruppe per pochi secondi quando Alaric fece il suo ingresso nella suite, ma poi riprese ignorandolo: era ancora arrabbiata per ciò che le aveva detto.

<< Ho sbagliato, mi dispiace. Ero arrabbiato. >> mormorò il ragazzo sinceramente dispiaciuto.

<< Sei tu che hai insistito perché ci sposassimo il più presto possibile... >> replicò la ragazza con lo sguardo ancora rapito continuando a pettinarsi distrattamente i capelli.

<< ...E poi mi vieni a dire che ci siamo sposati a neanche un mese dalla morte di papà? >> continuò, a dire, questa volta più presente mentre metteva giù bruscamente il pettine sulla toeletta e andava a sedersi sul letto, lontana dal marito.

<< Lo so. Ti prego perdonami, non era mi intenzione. Per la rabbia ho detto cose che non pensavo. >> disse Alaric seguendola per prenderla per mano, teneramente.

<< Non l'hai detto perché eri arrabbiato. L'hai detto solo per farmi stare male... >> rispose Meredith, con sguardo basso.

<< Ero arrabbiato. >> rispose lui con calma accarezzandole il viso e costringedndola delicatamente a guardarlo in faccia. Magari guardandolo negli occhi avrebbe capito che era sinceramente dispiaciuto e che diceva davvero la verità.

<< Lo sai quanto io volessi bene a papà. Di quanto mi manchi, ti avevo detto che questo era un argomento praticamente tabù, un campo minato... >> disse la ragazza contestandolo insicura. Ormai lo aveva perdonato, ma questo non voleva dire che non era stata profondamente fetita da ciò che le aveva detto.

<< Lo so. Te lo giuro... possibile che la mattinata del matrimonio, sia così? >> borbottò lui mentre le si sedeva accanto e cominciava ad accarezzarle la schiena.

<< Mi dispiace davvero. Non ti arrabbiare, perdonami ti prego. Lo sai quanto ti amo, non vorrei mai che soffrissi per colpa mia. Non ricapiterà più. >> le disse nuovamente Alaric abbracciandola per poi riempirla letteralemente di baci.


 


 

Intanto sullo yacht Damon era sulla prua che si godeva la vista quando ad un tratto sentì le mani di Matt prendere le sue per poi aprirgli le braccia, come Di Caprio nella scena di "Titanic".

<< Ti fidi di me? >> gli domandò il bambino simulando una voce profonda che faceva fatica a nascondere però il suo divertimento.

<< No! >> rispose Damon secco mentre anche lui tratteneva le risate.

<< Jack... sto volando Jack... >> disse poi Damon facendo una voce che voleva essere femminile; gli era riuscita, solo che l'effetto finale era quello di una donna che fingeva l'orgasmo, con tanto di urletto finale.

<< Rose? Perché sei così alta, Rose? >> domandò ancora Matt, questa volta scoppiando a ridere.

Dopodiché diedero inizio agli Mtv music awards:

<< We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on >>

Cantavano, mettendoci molto impegno e soprattutto interpretazione facendo scuotere la testa alla povera Bonnie che li guardava da lontano, disperata. Non sapeva dire quale dei due fosse il più piccolo, forse Damon?

<< Ora capisco perché è affondato il Titanic. >> repliò divertita, riferendosi alla loro voce, poi si diresse verso la poppa, tornando a pensare a ciò che la aspettava quella stessa sera.

Ad un tratto, sentendosi osservata, si girò, ritrovandosi davanti stefan che le porgeva un bicchiere.

<< Che cos'è? >> domandò la Rossa ingenuamente.

<< Latte e cacao. >> le rispose con un sorriso.

<< Grazie.. >> rispose lei, prendedo il bicchiere.

<< E' la bevanda di tua madre – le disse sorridendole, affettuoso, per poi continuare – ogni volta che piangevamo, eravamo tristi o che litigavamo, tua madre veniva sempre con in mano un bicchiere di latte e cacao. >>

<< Mi manca. >> disse tristemente Bonnie mentre mescolava distrattamente il latte con la cannuccia.

<< Anche a me manca tanto. >> rispose Stefan, nostalgico.

Abbie era stata l'unica ad averlo trattato come un figlio, un amico, che faceva parte della famiglia anziché come un servo.

<< Avrei voluto che fossimo rimasti piccoli, avrei voluto che non crescessimo mai. >> confessò Bonnie prendendogli la mano. Avrebbe veramente voluto non crescere. Non avrebbe dovuto affrontare molte cose come la morte di sua madre, la strana fissa di suo padre per Maggie e anche Damon, a volte.

Damon, nelfrattempo era andato a sedersi sul divanetto che c'era a poppa lontano dai due ragazzi, però, con Matt, che teneva sulle spalle dei grappoli d'uva mentre Damon ne staccava uno alla volta, mangiandoli.

Mentre mangiava, guardandosi attorno non gli sfuggirono Bonnie e Stefan, che chiacchieravano tenendosi per mano.

Non sapeva perché ma quella vista lo infastidiva.

Così decise di intervenire.

Prese così il binocolo e cominciò ad avvicinarsi come un fotografo di paesaggi che vedeva degli uccelli rari.

<< uuh... >> commentò continuando ad avvicinarsi, spiandoli con il binocolo.

Il suo commento svegliò entrambi, che vedendolo staccarono le mani come scottati guardando da un'altra parte in imbarazzo.

<< Sai che io e Stefan abbiamo fatto le elementari nella stessa scuola? >> disse Bonnie a Damon che era ormai accanto alla Rossa cercando di deviare la sua attenzione su altro.

<< Ma davvero? >> domandò sarcasticamente.

<< Solo un anno, però. Mamma voleva assolutamente che io andassi nella stessa scuola che frequentava Stefan per non lasciarmi andare da sola, non conoscendo nessuno... È stato un bel anno, però. Io e Stefan eravamo compagni di banco. >> disse la Rossa con nostalgia,ma quello che per Bonnie era un tenero ricordo, per Stefan era un terreno minato, almeno davanti a Damon. Sapeva che il ragazzo avrebbe trovato il modo per prenderlo in giro facendogli pesare le sue umili origni, in un modo o nell'altro.

Così pensò di darsela a gambe, magari andando a fare compagnia a Matt.

<< Dove scappi? Vieni qui, che parliamo. >> disse la Rossa divertita dall'imbarazzo dell'amico.

Lui tornò con l'entusiamo di una lumaca.

<< Continua, continua. >> disse Damon, sarcasticamente interessato all'argnomento.

Quello era materiale scottante, ora avrebbe potuto prenderlo in giro, anche per altre cose.

<< E quando Stefan è diventato velocemente più altro. La maestra l'ha spostato di tre banchi dietro di me. Quel giorno, ricordo, che non aveva fatto altro che piangere chiedendo di non allontanarlo da me. >> finì dicendo Bonnie con un sorriso affettuoso.

Non appena la Rossa finì di parlare, Stefan, cominciò ad andare via, ma si fermò sentendo ciò che Damon disse, naturalmente, apposta per farlo sentire a lui.

<< E infatti nessuno è riuscito ad allontanarlo da te. >> replicò acidamente il Moro, sempre con il ghigno stampato in viso.

<< Anche se è lontano anni luce, da te... >> continuò a dire alludendo dalla famiglia povera dalla quale proveniva.

<< Non mi vergogno delle mie origini. Nè dal posto dove abitavo. >> rispose Stefan, educatamente, per poi allontanarsi dai due.

<< Damon, sei veramente pessimo. >> lo riprese Bonnie, vergognandosi lei stessa, per ciò che aveva detto il fratello.

<< Che c'è? Che ho detto? >> domandò lui vedendola andare dietro al ragazzo per scusarsi a nome suo.

Pochi minuti dopo erano già sulla strada di casa.

Dovevano prepararsi per gli ospiti che avevano a cena.


 


 

Durante la cena c'era una strana tensione nell'aria.

Bonnie, non faceva che gurardare male Maggie. Giuseppe era preoccupato, per i figli. Denise fissava Elena, perché la trovava stranamente inquetante. Elena intanto guardava i due figli di Giuseppe studiandoli e Merdith ed Alaric, erano turbati dalla presenza di Damon.

La cena trascorse in quel modo: tutti si guardavano tra loro, con sospetto. Gli unici che erano allegri e non facevano altro che ridere erano Damon, l'anima della festa e Maggie, la gatta morta di turno.

Beh, l'unico che non si era accorto di nulla era naturalmente Matt che non faceva altro che guardare Elena, mezzo imbambolato e letteralmente a bocca aperta.

Era ufficiale: aveva avuto la sua prima cotta.


 


 

Intanto in cucina Camille e Sue erano appena rientrate dal giardino dove avevano da poco servito il primo.

<< Come va là fuori? >> gli domandò Jeb, riferendosi a come trovassero il cibo.

<< Il piatto di Maggie è esattamente come glielo abbiamo servito ancora non si è messa nulla in bocca a forza di ridere. "Ohoh oddio Damon...". >> riferì Sue, finendo con un'imitazione di Magnolia degna dell'Oscar.

<< Le sue figlie, però, sono molto educate, non hanno aperto bocca. >> li informò Camille dopo che ebbero finito di ridere dell'imitazione di Sue.

<< E il signor Guiuseppe? >> domandò la signora Flowers curiosa.

<< Neanche lui ha detto niente. >> rispose la figlia anche lei confusa, sul perché non avesse parlato neanche un pò.

<< Perché lo sa che cosa vuole da lui, ecco perché. >> rispose acida la madre.

<< Mettetele qualcosa nel piatto. >> azzardò Stefan, divertito.

Facendoli scoppiare a ridere.

<< E come sono queste ragazze? >> domandò ancora la signora flowers, curiosa.

<< Sono entrambe stupende, davvero molto carine. >> disse Sue, sgranocchiando una carota.

<< La più piccola però è più bella, davvero bellissima. >> riferì Camille.


 


 

<< Davvero buono questo piatto. È la prima volta che lo mangio. >> disse Maggie dopo aver assaggiato il cibo.

<< È una ricetta della signora Flowers. Dice che è una ricetta napoletana che si tramandano in famiglia. >> disse Giuseppe, contento che la cena piacesse.

<< Era il piatto preferito di mia madre. Lo chiedeva sem- >> cominiò a dire Bonnie, freddamente, ma venne interrotta dalla stessa Magnolia.

<< Davvero buono. >> disse elegantemente.

<< Signorina Denise. Ancora non abbiamo sentito la tua voce, questa sera. >> disse Elena, per stemprare la tensione che si era creata tra le due.

<< Denise... è il tuo vero nome? >> le domandò incuriosita Elena. Era strano che un'americana si chiamasse "Denise".

<< Sì certo, ho origini americane, ma sono nata e cresciuta in Francia. >> la informò una sorridente e sempre educatissima Denise.

<< Parigina. >> specificò Damon fissando Meredith.

<< La signorina Denise è molto affettuosa. >> la informò Matt tanto per inserirsi nella conversaizione.

<< Da quanto tempo sei in America? >> domandò la bionda sorridendo al piccolo di casa.

<< Quando ero piccola sono venuta con mia madre. >> rispose l'istituttrice un pò sospettosa per le tante domande di Elena.

<< Va bene. >> rispose Elena chiudendo la conversazione con un sorriso.

<< Denise è stata veramente un regalo per noi. >> intervenne Giuseppe prendendole la mano.

<< Giusto, giusto. >> disse Maggie che in quel momento avrebbe voluto staccarle la mano a morsi.

<< La mamma le ha chiesto di prendersi cura di noi, prima di morire. >> disse bruscamente Bonnie, interrompendola. Era stanca di sentirla sghignazzare e civettare con il padre o con chiunque altro, non poteva più sentire la sua voce.

La risposta brusca di Bonnie non passò certamente inosservata agli occhi di Elena o a quelli dello stesso Giuseppe, che per cambiare argomento, domandò ai novelli sposi dove avrebbero trascorto la luna di miele.

<< Domani partiremo per la Sardegna, abbiamo preso lì una casa al mare stupenda. >> gli disse Meredith, entusiasta per l'imminente partenza.

<< Buon viaggio allora e ancora felicitazioni. >> si complimentò gentilmente Giuseppe.

<< Non sappiamo quanto staranno via, dipende da quanto gli operai ci metteranno a finire di costruire ed arredare la loro casa. Non torneranno finché non sarà pronta. >> intervenne imprvovvisamente Maggie.

<< Signor McCullough, abbiamo sentito che ha lasciato il lavoro vendendo le sue aziende ad un compratore straniero. >> domandò Alaric, curioso. Ultimamente giravano molte voci sulla possibile fine delle aziende della famiglia McCullough.

<< Assolutamente no. Solo che ultimamente, avevo trascorso davvero troppo tempo al lavoro. >> rispose Giuseppe, iniziando l'argomento.

<< Da quando è morta mamma. >> finì per lui Bonnie, fissando intensamnente Maggie.

<< Ho lasciato il lavoro al vice presidente e ogni tanto vado a controllare come procede il lavoro. >> continuò Giuseppe non prestando attenzione o meglio, facendo finta di non prestare attenzione a ciò che aveva detto la figlia.

<< Papà non vuole farci mancare nulla. >> disse Bonnie continuando a guardare la signora Gilbert.

<< Dovreste lascirare vostro padre riposare un pò e non dargli troppe noie. >> le rispose Maggie, con una voce fintamente affettuosa.

<< Che ne dici Giuseppe? Io penso che ogni tanto uno si debba prendere una pausa e curarsi un pò di se stesso, perché se spende tutte le sue enrgie tra il lavoro e i figli alla fine è esausto. >> continuò a dire questa volta rivolta al capo tavola: Giuseppe.

<< Ma noi siamo contenti così. >> la interruppe bruscametnte Bonnie, alzanodo la voce di qualche ottava.

<< Vero papà? >> domandò ancora la Rossa sta volta con più calma rivolgendosi al padre.

Bonnie, venne poi interrotta da Denise, che le prese la mano facendole intendere che doveva smetterla di comportarsi in quel modo.

<< Certamente tesoro. Non voglio farvi mancare nulla. >> rispose il diretto interessato.

<< Ah, sì. E cosa pensi che succederà a tuo padre quando ti sposerai? Non si sentirà solo per la tua assenza? >> domandò Maggie, diretta a Bonnie, cercando in un modo o nell'altro di far tacere quella piccola impertinente.

La conversazione tra le due cominciava nuovamente a viaggiare su binari pericolanti, facendo innervosire oltre alle dirette interessate anche tutti i presenti a tavola, tutti tranne ovviamente Matt , che continuava a guardare Elena, rapito, con un gomito appoggiato sul tavolo e con la mano si appoggiava con il capo.

<< Chi ti dice che io mi sposerò? Non ci sto neanche pensano all'argomento. >> scandì la Rossa con spavalderia.

<< Oh, io sì che vorrei sposarmi. >> intervenne Matt, alleggerendo a sua insapta la tensione creatasi durante la conversazione tra la sorella e Maggie.

Finita la cena, si erano tutti sparpagliati per il giardino a gruppetti, chiacchierando tra loro.

<< Stavi davvero bene con il vestito. >> disse Bonnie a Meredith, guardando le foto del matrimonio.

<< Grazie tesoro. >> rispose Meredith contenta mentre Alaric le posava un tenero bacio sul capo.

Damon fissava la scena da lontano.

<< Eri davvero bellissima. >> intervenne lui avvicinandosi al gruppo, facendo così irritare i novelli sposi.

<< Bonnie guarda, c'è un'altra foto con tuo padre. >> disse Meredith porgendo la foto alla ragazza mentre tentava di ignorare il suo ex.

<< Ci sono altre foto, con lui? >> domandò Bonnie, curiosa, mentre guardava la foto con il padre seduto a tavola, che si guardava intorno.

<< Ci sono solo foto con Damon, non c'era ragaza alla festa con cui non avesse ballato. >> intervenne Alaric, lanciando a Damon la frecciatina, mentre lo guardava male.

<< Ho pensato che magari una di loro sarebbe stata la mia "lei". >> rispose il ragazzo ghignando.

<< Povera, la ragazza che ti vorrà sposare. Mi duolerà il cuore per lei. >> gli disse Bonnie acidamente, facendo scoppiare a ridere Meredith.

Giuseppe, Maggie ed Elena intanto stavano facendo un giro per l'enorme giardino della villa.

<< E i terreni dietro alla villa sono tutti tuoi? >> domandò curiosamente Maggie che già stava facendo i suoi piani su come sarebbero andate le cose una volta che lei i Giuseppe si sarebbero sposati.

<< Praticamente tutti, sì. >> ripose cortesemente il signor McCullough.

<< Ciò significa che la villa ha una superficie molto grande... >> continuà a dire Maggie ancora più interessata all'argomento.

<< Giusto. >>

<< Io sono stata alla casa che avete sull'isola, ma non ricordo di essere mai venuta qui. >> intervenne Elena cercando di face ammenda ai suoi ricordi.

<< Esatto. All'epoca avevi da poco finito di studiare in Italia e stavi tornando. >> rispose Giuseppe sicuro di sè.

Elena gli sorrise, lusingata che lui fosse interessato a lei da tanto tempo. Si ricordava addirittura quello!

<< Ehmm, se non sbaglio. >> si corresse Giuseppe, goffamente, cercando di non sembrare uno stalker.

<< Non sbagli. >> rispose una sorridente Elena.

<< É stata veramente una bella serata. >> disse Maggie, interrmpendo lo scambio di sguardi fra i due.

<< Splendida. >> disse anche Elena, continuando a guardarlo sorridere.

Dopodiché continuarono il giro, con Maggie, a braccetto con Giuseppee ed Elena dietro di loro che guardava la madre pregustado la sua reazione nello scoprire che Giuseppe aveva propostro a lei di sposarlo.

Intanto Denise aveva portato Matt, a letto.

Era tardi per lui.

<< Com'è bella quella ragazza. >> disse Matt con sguardo trasognante mentre si metteva a letto.

<< Quale ragazza.? >>

<< Elena! Sarebbe bello se si sposasse con Damon. >> propose lui, guardando rapito il soffitto.

<< Davvero... perché Damon non pensa a lei come ragazza? >> domandò ancora il piccolo, come se le relazioni di Damon le decidesse Denise.

<< Beh, magari c'è un'altra ragazza nella sua vita. >> gli disse Denise, rimboccandogli le coperte.

<< Chi Damon? La frase giusta sarebbe "ci sono altre migliaia di ragazze nella sua vita". >> le disse Matt divertito, facendola sorridere.

<< D'accordo. E chi ti dice che non ci sia un ragazzo nella vita di Elena? >>

<< Giusto. Una così bella ragazza è impossibile che non abbia un ragazzo. Ah... se fossi stato un pò più grande. >> disse Matt con rammarico estorcendo un'altro sorriso a Denise.

<< Buona notte, Matt. >> disse Denise baciandogli la fronte, per poi uscire spegnendo la luce.

<< Buona notte. >> ripose il ragazzino, mettendosi a dormire.

Dopo aver dato la buonanotte a Matt, Denise, andò nella stanza del pianoforte e si affacciò sul balcone.

Da lì aveva sott'occhio tutto il giardino: poteva vedere Alaric e Damon, parlottare fra loro. Meredith, seduta su una sedia con una mano appocciata sul grembo e l'altra sotto il mento, pensierosa. Maggie chiacchierare con Giuseppe a volte allungando le mani, ma fortunatamente Bonnie si sedette esattamente in mezzo a loro, facenodo irritare la signora Gilbert ed in fine poteva vedere Elena, che per i fatti suoi faceva avanti e indietro per il giardino scambiando sguadi ambigui con Giuseppe.

Poco dopo rientrò in casa. Non era il caso di tornare in giadino.

<< Scusate... dovrei andare alla toilette. >> disse Maggie, sistemando la cravatta a Giuseppe. Nonstante Bonnie fosse in mezzo a loro e facesse di tutto per tenere l'arpia lontana dal padre, Maggie aveva trovato lo stesso il modo di stabilire un contato fisico con il signor McCullough.

<< Ti ci accompagno io. >> si offrì la Rossa, prima che lo facesse il padre.

<< Grazie. >> rispose la donna poco entusiasta dell'accompagnatrice.

Appena le due si furono allontanate, Elena cominciò ad avvicinarsi a Giuseppe lentamente, fino a raggiungere il divanetto e sedersi accanto a lui.

<< Che ne pensi se apriamo l'argomento adesso? >> domandò Giuseppe.

Non gli piaceva tramare in segreto. Faceva sembrare il tutto una cosa sbagliata, ma non lo era. Loro erano innamorati ed era giusto che si frequentassero e si sposassero alla luce del sole.

<< Non ancora. È troppo presto. >> gli disse Elena allarmata.

Aveva paura che spifferasse tutto, mandando all'aria il suo piano. Lei voleva ancora illudere la madre per qualche tempo.

<< Vorrei parlarne. Dirlo a tutti e finirla in fretta. >> replicò stancamente lui.

<< Anch'io, credimi. >> disse Elena accarezzandogli la guancia, con fare affettuoso.

Il gesto non sfuggì agli occhi vigili di Meredith, che poco lontano da loro, guardava la scena esterrefatta.

<< Però dobbiamo ancora aspettare un pò e farlo al momento giusto. I ragazzi non sono ancora pronti. >> s'inventò Elena continuando a sorridergli.

<< Come preferisci. >> rispose lui, contento per l'improvviso avvicinamento da parte della ragazza.

Nel frattempo Bonnie e Maggie erano da poco arrivate di fronte alla porta del bagno.

Mentre salivano, la signora non faceva altro che guardarsi introno, inventandosi un prezzo per ogni cosa su cui posava gli occhi. E dire che tutto quello sarebbe presto diventato suo.

<< Grazie tesoro. >> disse affettuosamente alla ragazza, mentre apriva la porta.

<< Devi sapere che noi siamo molto contenti della nostra vita. Proprio così com'è. E non ci fa affatto piacere che quacuno entri all'improvviso in casa nostra scombussolando tutto. >> le disse la Rossa freddamente.

<< Una ragazza intelligente e carina come te, sicuramente non desidera per il padre una vita piena di solitudine. >> le ricordò Maggie, accarezzandole il mento.

Detto ciò entrò in bagno chiudendo la porta in faccia ad un'irritatissima Bonnie, che pochi secondi dopo si allontanò.


 


 

La mattina del giorno dopo trovò Giuseppe che continuava a fare avanti e indietro per il suo studio. Indeciso che andare a parlare con Denise o meno per riferirle delle imminenti nozze.

Dopo pochi minuti in cui valutava i vari pro e contro prese il coraggio a due mani e si diresse verso la stanza del pianoforte, dove la tata era impegnata a supervisionare un'esercitazione di Bonnie, che suonava sì bene,ma non ci metteva la testa. Anche lei distratta, pensava alle parole che le aveva detto Maggie la sera prima.

Giuseppe aprì di poco la porta e chiamò anzi, sussurrò a Denise di uscire dalla stanza perché le doveva parlare. La donna intimò a Bonnie di continuare l'esercizio e seguì il signor Giuseppe in giardino, curiosa di sapere di cosa volesse parlarle.

<< Sono tantissimi anni che viviamo sotto lo stesso tetto e penso che non ci sia bisogno che io ti dica che ormai fai parte della famiglia. Per questo volevo che tu fossi la prima a sapere ciò che ho deciso. >> disse Giuseppe, intavolando l'argnomento, mentre passeggiavano per il giadino.

Dopo averle indicato di sedersi su una panchina continuò il discorso, anche lui, sedendosi accanto a lei.

<< Il tempo è l'unica cosa che può guarire le ferite. - le disse alludendo alla morte della moglie. - e anche se non le guarisce, sicuramente aiuta ad attenuarne il dolore. Con il tempo uno ritorna a pensare a se stesso. E scopre di essere vivo. Credo tu abbia capito cosa intendo, dopo questa lunga premessa. >> le disse sorridendo, un pò in imbarazzo.

Denise, continuava a guardarlo, inespressiva fuori, quanto agitata dentro.

Aveva paura di sapere già di cosa si trattasse.

<< Denise, ho deciso di risposarmi. >> le disse direttamente, dopo pochi minuti.


 


 


 


 


 


 


 

Angolino dell'autrice:


 

Ciao a tutti :)

prima di tutto voglio ringraziare gli angeli che mi hanno recensito il precedente capitolo e volevo scusarmi per la lunghezza di quest'ultimo.... solo dopo averlo pubblicato mi sono accorta che era un pò esagerato XD

Comunque proprio per questo il capitolo di oggi è stato molto più corto come avrete sicuramente notato... se lo avessi scritto lungo almeno quanto l'altro non credo me lo avreste letto, neanche se vi avessi pagato ;)

Questo capitolo è stato un pò di passaggio... qui conosciamo meglio i protagonisti e quello che succede anche nella cucina che avrà anche i suoi piccoli ruoli in questa storia... vorrei precisare che nulla di quello che ho scritto è buttato lì per caso, ma se leggerete i capitoli con attenzione noterete nei prossimi capitoli che quello che sembrava una cavolata serve a qualcos'altro...

Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato e soprattutto non abbia scocciato quelli che lo avevano letto prima che eliminassi la storia... anche qui ho cambiato i cognomi e modificato qualcosina di veramente piccolo nel capitolo... prometto che gli altri saranno meno noiaosi :)

Ora per quelli che magari si sono persi qualcosa o non hanno capito chi sono i personaggi faccio un piccolo "riassunto" presentano i personaggi... spero possa servire, man mano che andremo avanti con la storia aggiornerò e cambierò età fatti personali dei personaggi a seconda di come si evolve la storia, per lasciarvelo come punto di riferimento... naturalmente se non capite qualcosa potete chiedere direttamente a me:


 

Famiglia McCullough

Giuseppe McCullough (capo famiglia. Ha lavorato molto per costruire l'impero di cui gode. È un uomo molto onesto e diretto, di conseguenza odia i sotterfugi, i segreti...) 56 anni

Bonnie McCullough (figlia di Giuseppe non che sorella maggiore di Matt. Legattima al padre dopo la morte di sua madre. Adora Damon, ma non glielo direbbe mai in faccia. A volte si comporta in modo infantile, rischiando di sembrare viziata. Altre volte invece è brusca nei suoi modi di fare da rasentare la maleducazione, ma lo fa per proteggere le persone a lei care)17 anni

Matt McCullough (figlio di Giuseppe e Fratellino di Bonnie. Un bimbo molto biricchino. Vede in Damon il suo punto di riferimento, nonché fratello maggiore) 7 anni

Abbie McCullough (madre biologica di Bonnie e Matt deceduta dieci anni prima) 40 anni

Damon Salvatore (figlio adottivo di Giuseppe. Ha perso i genitori, amici di Giusppe in un incidente stradale e on avendo nessuno che si potesse prendere cura di lui è stato preso da Giuseppe) 25 anni


 

Famiglia Gilbert

John Gilbert (padre di Elena e Meredith morto di infarto meno di un mese prima del matrimonio di Meredith ) 57 anni

Magnolia Gilbert, detta Maggie (madre di Elena e Meredith, tradiva continuamente il marito quando era in vita) 54 anni

Elena Gilbert (figlia di Maggie, ha studiato in Italia e sposato Giuseppe per fare un dispetto alla madre in quanto le da la colpa per la mmorte del padre) 25 anni

Meredith Gilbert (sorella maggiore di Elena nonché ex ragazza di Damon e moglie di Alaric dal quale aspetta un figlio) 28 anni


 

Banda dei domestici...

Famiglia Stryder

Jebediah Stryder, detto "Jeb"(lui fa un pò di tutto lavora da quando era giovane nella villa dei McCullough, lui e Giuseppe sono molto aici, anche se c'è sempre il rispetto dipendente-datore si lavoro) 60 anni

Theophilia Stryder (moglie di Jeb, un brava donna anche se un pò pettegola a volte. Odia Maggie e anche lei lavora a villa McCullough da quando era giovane) 57 anni

Camille Stryder (figlia dei coniugi Stryder. È nata e cresciuta con i McCullough è andata a scuola fino ai 16 anni e poi l'ha lasciata per mttersi a lavorare definitivamente a casa McCullough. In precedenza lo faceva, ma part time, a causa della scuola. Era lei a volerlo) 20 anni

Gli altri

Katherine Pierce (domestica dpersonale di Maggie ed Elena. Una donna velenosa e subdola, lo vedremo più avanti [non è uguale ad Elena descritta dal libro e dalla mia storia, ma è più come quella del telefilm, per intenderci] ) 35 anni

Stefan [ancora non ho trovato un cognome e non credo mi servirà] (figlio di immigrati italiani molto poveri, lui lavora dai McCullough per arrotondare, ma alla morte dei suoi genitori si è trasferito definitivamente nella villa facendo un pò di tutto anche lui ed è oggetto delle continue prese in giro da parte di Damon sulle sue umili origini. Era in classe con Bonnie perché era entrato dopo, prima di andare a lavorare dai McCullough con sua madre, non era mai andto a scuola e una volta che Bonnie entrò alle elementari Abbie constrinse anche lui ad andre a scuola.) 25 anni


 


 

Ps.

Se mi sono dimenticata qualcuno ditemelo e se me ne accorgo da sola, lo aggiungerò :)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il diario del vampiro / Vai alla pagina dell'autore: immy