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Autore: Alias    30/04/2007    1 recensioni
Mi chiamo Martina e ho appena compiuto 16 anni... ho scritto questa fanfic tempo fa, quando in Italia era appena cominciata la seconda stagione di Veronica Mars. L'idea iniziale era di farla di un unico capitolo molto lungo, ossia il primo che posterò qui, ma poi mi sono fatta prendere la mano e ho continuato scrivendo altri capitoli. E' la prima Fanfic che scrivo, non sono molto brava, insomma, non credo che sia proprio un capolavoro, anzi! Mi è stato difficile trovare una collocazione temporale alla mia ff... Dovrebbe trovarsi circa in mezzo alle due stagioni, o meglio, anche in mezzo alla seconda stagione, ma con qualche modifica, e la situazione più o meno è questa: Logan e Veronica si sono lasciati, e tra loro è finita. Ogni volta che si vedono, ancora prima di salutarsi sfoggiano il loro corredo di battutine acide all’altro. Entrambi stanno cercando di andare avanti, e di non voltarsi più verso il passato. Tra Duncan e Veronica non è mai ricominciata, e, per quanto possa sembrare strano agli occhi di tutti, i due sono diventati ‘amici’. Duncan ha capito che l’amore per Veronica era solo un ricordo, e che il suo futuro sarebbe stato uno solo: Meg. Il Bus Crash non è mai avvenuto. Le frasi contenuta tra trattini (Esempio: - Sono Veronica- ) rappresentano i suoi voiceover, come quelli del telefilm.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Echolls, Altro Personaggio, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Veronica: Cooosa

Veronica: Cooosa??? Mi stai prendendo in giro forse?

Logan prima abbassa, poi scuote il capo.

Veronica: Ma… ma… forse era qualcuno che voleva farti uno scherzo…

Logan: Veronica, quella voce… Era lei, ne sono certo.

Veronica: Io capisco il tuo desiderio che lei sia ancora fra noi, ma… Bisogna considerare ogni possibilità.

Logan: Ma è quello che sto facendo.

Veronica abbassa lo sguardo. Si ricorda dell’ultima volta che Logan credeva che sua madre fosse viva, all’hotel. La sua faccia quando la vide. La sua faccia quando scoprì che era Trina. E poi, le taglienti parole della sorella, che lo avevano reso vulnerabile più che mai. E ricorda anche come lui fosse scoppiato a piangere fra le sue braccia. Chissà, forse era proprio da quel momento che era partito tutto. Le scappa un sorriso al ricordo della festa anni 80, quando lui si era presentato in mutande e occhiali da sole…

Logan: E poi il corpo non è mai stato ritrovato. Avevo ragione. E’ scappata.

Veronica: E come la mettiamo col video? Quello dove si vedeva una sagoma cadere dal ponte?

Logan: Mia madre è moglie di un uomo famoso. Famoso per tutti i suoi film. Conosceva alcuni suoi colleghi, anche stunt-man. Quanto le sarebbe voluto per inscenare un suicidio perfetto?

Veronica sospira, alzando le spalle. Dopotutto, l’ha appena detto lei stessa, bisogna considerare tutte le possibilità.

Logan: E poi, quello che mi ha detto, le sue parole. “ Logan, stai attento, loro volevano Veronica, ma con quello che hai fatto ormai ci sei dentro anche tu. Lei sa.

Veronica: Credi che c’entri con quell’uomo?

Logan: Sai, è da un po’ di tempo che niente mi stupisce più.

Veronica: Ha detto altro?

Logan: Si, ha accennato a qualcosa prima che cadesse la linea, ma non ho ben capito. Qualcosa tipo che io e te siamo stati immersi nelle bugie, e che è stato tutto fatto apposta. Apposta per farci credere di avere trovato la verità, anche se in realtà abbiamo scovato solo l’ennesima bugia.

Fa una pausa. Veronica lo ascolta pensierosa. Poi aggiunge.

Logan: Parlava di me e di te. Ma soprattutto di te. Mi pare abbia detto… che ti è stata messa davanti una bugia, tu hai scavato e hai trovato quella che pensavi essere la verità, ma che era solo un’altra bugia.

 

Veronica: Allora, si può tentare di riflettere su ciò che abbiamo.

Logan: Niente.

Veronica: Come sei pessimista… Partiamo dalla telefonata…

Logan: Il numero era coperto. ID privato, la solita cosa che scrivono per coprire il numero. Non ci è d’aiuto.

Veronica abbassa la testa, pur continuando a fissare Logan. Alza le sopracciglia e inclina la testa in un espressione che nessuno saprebbe fare meglio. Logan la imita. No. Cera qualcuno che sapeva farla meglio. Lui.

Logan: Ma io ho di fronte la migliore investigatrice della California!

Sulla buffa espressione di Veronica si dipinge un bellissimo sorriso.

Veronica: Precisamente. Fuori il telefono, uomo.

Logan, tirando fuori il cellulare dalla tasca: Dì la verità, miss Mars, aspirante miss Echolls, è tutta una mossa di copertura per vedere se ho prove di adulterio nel mio telefono.

Veronica: Oh, no! Mi hai beccata!

Logan: Non sono così inesperto, sai. Tutte le mie amanti mi chiamano a numeri diversi e…

Veronica: Tutte le tue amanti?

Logan: Ne ho parecchie, cosa credi.

Lo dice con un tono di altezzosità teatrale e mimando i gesti di chissà cosa in modo così esilarante da far sembrare quella frase, anche se un po’ stupida, la più bella battuta del secolo. Scoppiano a ridere. Veronica lo guarda. Non capita molto spesso. Anzi, non capita quasi mai. Sia chiaro, non si riferisce al fatto che lei lo guarda. Ma al fatto che lui rida. Ora non lo sta solamente guardando, lo sta proprio fissando. Tutto lo sgomento e il pallore di prima sono spariti. Lei non lo sa, ma è grazie a lei. Solo la sua compagnia lo rende così. E ride ancora, e lei lo studia. Il sorriso sul suo volto gli fa alzare le guance verso gli occhi, rendendole irresistibilmente morbide. Gli occhi gli luccicano e la fronte è leggermente corrugata. Non è affatto bello. No. È bellissimo.

 

Passano un po’ di tempo fra una ricerca e l’altra, chiacchierano un po’, una risata e un bacio ogni tanto. Ma non scoprono molto. Il cellulare dal quale la presunta voce di Lynn Echolls aveva chiamato Logan era uno di quelli prepagati usa e getta. Praticamente impossibile da rintracciare.

In effetti non avevano molto su cui agire, per ora il loro lavoro era finito e Logan doveva tornare a casa. Si salutano con un leggero ma profondissimo bacio, Veronica lo accompagna alla porta.

Logan: Sai, Veronica, quando sono arrivato speravo di trovare solo te a casa. Però la dea bendata non si è mai ricordata di me e forse mai si ricorderà, così ho trovato solo tuo padre. Mentre tentavo di trovare una scusa, tuo padre mi ha preceduto dicendomi di entrare e che saresti tornata a momenti. Non era mai stato così gentile nei miei confronti… che è successo?

Veronica: I miei influssi persuasivi hanno effetto anche su di lui.

Logan: Oh. Dovrei dedurre che…

Veronica: Sarai sempre il benvenuto, almeno fino al prossimo disastro.

Si sorridono, e poi Logan scompare nel suo hummer giallo.

 

Keith: Allora, che ci faceva qui il tuo principe azzurro?

Niente papà, era solo venuto a informarmi che la sua madre suicida lo chiamato per metterlo in guardia da non si sa chi e informarlo che qualcuno mente. Tutto normale, no?

Veronica: Oh, niente, era solo venuto a vedere come stavo dopo quello che è successo, e abbiamo chiacchierato un po’.

Keith: Oh.

Veronica: Papà, non è che per caso riusciamo in qualche modo a scoprire chi era l’uomo…

Keith: Beh, puoi sempre chiedere allo sceriffo.

Veronica: Farà in tempo a ghiacciare l’inferno prima che Lamb

Keith: Lamb ha già identificato quell’uomo.

Veronica: Lo sceriffo comincia a stupirmi.

Keith: Naturalmente non è grazie a lui, lui si prende solo il merito.

Veronica: E pensi che vorrà riferire?

Keith: Mi ha chiamato apposta. Voleva te, ma ho gli ho detto di richiamare.

Veronica: Eh, no. Ora mi fa addirittura paura.

 

Driiiin Driiiin Driiiin……

Veronica: Pronto?

Lamb: Salve Veronica…

Veronica: E’ ancora per il ballo?

Lamb continua, ignorando la frase della ragazza: Ho identificato l’uomo che voleva farti fuori

Si, come se fosse merito tuo…

Lamb: Si chiamava… Henry Toleman.

Henry Toleman ?

Lamb: Ti dice niente?

No, affatto.

Lamb: Veronica, ma ci sei?

Veronica: Oh, si, scusa, è che ero così onorata di ricevere una tua telefonata…

Lamb: Allora???

Veronica: No, non mi dice niente. Mai sentito.

 

Biiip. Biiiiip. Biiiiiiiiiiip. Dio quanto odiava quel suono. Dopotutto, chi non odia il penetrante trillo della sveglia?

Quel poco che restava della serata precedente era trascorso tranquillamente.

Come tutte le mattine, fa colazione, si prepara, ed esce.

Arrivata al parcheggio della scuola fa bene attenzione a dove posteggia la sua macchina, l’ultima volta il posto disabili le era costato caro. Scende. Lì, in mezzo al parcheggio, ad aspettarla, c’era il suo magnifico ragazzo. Le sorride, lei si avvicina e lui l’accoglie dolcemente con un bacio. Insieme si dirigono all’entrata. Non si tengono per mano. Non stanno nemmeno troppo appiccicati. Perché quello che li lega è più forte e invisibile di qualsiasi altra cosa.

 

Quello che si presenta agli occhi di Veronica è uno spettacolo tanto disgustoso quanto surreale.

Mac e Dick stanno chiacchierando. Ma non è un chiacchierare qualsiasi. Insomma, Veronica era un’investigatrice, aveva occhio per queste cose. Ma in ogni caso se ne sarebbe accorto chiunque. Tra i due c’era del tenero.

Aspetta che si dividano, saluta Logan, e si dirige verso l’amica.

Veronica: Mac!

Mac, con un sorriso mai visto: Ciao Veronica!

Veronica: Mac, si può sapere che diavolo…

Mac: Oh. Parli di Dick. Ci siamo parlati quasi per caso, l’altro giorno. E l’ho conosciuto. Veronica, so che cosa dice la fama che lo precede, ma con me è… diverso. E’ come se fosse più…

Veronica: Non starai mica per dire “più intelligente”, vero?

Mac: Amica, con me sarà anche diverso. Ma resta sempre Dick Casablancas.

Veronica non riesce a trattenere un sorriso, che si trasforma poi in una mini risata quando vede che l’amica l’appoggia.

Mac: La sua stupidità è così tremendamente irresistibile… Comunque non sto scherzando. E’ dolce. E non è come vuol far vedere. So che non mi crederai, ma…

No, Mac. Ti credo. Ti credo perché è tremendamente uguale alla descrizione di un suo amico. Un amico col quale adora farsi battere alla play. Un amico che odiavo. Un amico del quale accidentalmente però, mi sono innamorata.

Driiiin. Suona la campanella.

 

Tutto il resto della mattina va avanti senza sorprese. Nel corso di una pausa ha avuto tempo per parlare ancora un po’ con Mac di Dick, ma niente di più.

Alla pausa pranzo Veronica si siede come sempre con Wallace, Logan invece resta al tavolo degli 09. Non le dà fastidio, anzi. Il giorno prima avevano parlato anche di questo. Non voleva che ci fossero segreti. La regola numero uno del loro rapporto, per quanto difficile potesse essere, era la trasparenza e la sincerità. Erano innamorati, si, ma non necessariamente dovevano stare sempre incollati……

 

Wallace si è già buttato sul suo pranzo, Veronica invece si guarda attorno. Sposta la testa leggermente a destra e vede un ragazza in piedi, appoggiata al muro, con lo sguardo fisso nel vuoto. E’ abbastanza magra, guarda leggermente verso il basso, i capelli scalati e drittissimi d’un bel castano chiaro le coprono in parte il viso. Non abbastanza da nascondere che è giovane. Una matricola. Primo anno probabilmente. Ha in mano il suo vassoio, ma non si siede. Veronica nota che più in là ci sarebbe un posto con dei ragazzi più giovani, strano che non si sia seduta con loro…

Veronica: Ehi!

Non un fiato dall’altra parte.

Veronica, più forte, : Ehi!!!

La ragazza gira lentamente il capo verso Veronica. Ha due occhi grandissimi color nocciola, immensamente profondi.

Ragazza: Dici a me?

Veronica annuisce velocemente con un sorriso.

Veronica: Puoi sederti se vuoi.

Lo dice indicando il posto vicino a lei.

Ragazza: Oh, credevo si potesse solo su prenotazione. Grazie.

Dicendolo si siede. Se Veronica si fosse guardata in giro anche gli altri giorni, l’avrebbe notata sicuramente. Quella matricola sedeva sempre da sola, oppure mangiava in piedi. Come Veronica L’anno prima.

Veronica non riesce a non guardarla. E’ molto particolare. Non vedeva molto spesso le matricole, anzi, non le notava proprio. Ma quella ragazza le trasmetteva qualcosa che non riesce a spiegarsi…

Ragazza: Comunque, io sono Ashley. Ashley Thorne. Per gli amici Asha.

Fa una piccola pausa, poi riprende

Ashley: Nessuno mi chiama mai Asha, però.

E’ tremendamente seria. Non ha accennato a un sorriso da quando la guarda. Ma i suoi occhi sono spaventosamente espressivi.

Veronica la guarda, leggermente perplessa. Non ha ben capito.

Ashley: Ehi, era solo un modo carino e implicito per dire che non ho amici.

Veronica si distoglie definitivamente dai suoi pensieri.

Veronica: Io sono Veronica, per gli amici…

Gira lo sguardo su Wallace. Lui, che fino a quel momento aveva assistito silenziosamente alla scena, a quel punto interviene.

Wallace, con un tono di sottomissione servile: Per gli amici “eccomi, miss Mars, sono al suo servizio”.

Forse per il tono, forse per la stupidità della battuta, fatto sta che sul volto di Ashley si dipinge un bellissimo sorriso. Tutta la sua espressione sembra cambiare, la serietà del momento prima sparisce, lasciando spazio a una allegra bellezza. Era davvero carina quando rideva, peccato che non lo faceva spesso. Il suo sorriso era bello anche perché coinvolgeva anche gli occhi, così espressivi…

Veronica la guarda un ultimo istante. Quel sorriso le ricorda qualcuno. Non ci assomiglia per niente, ma a lei sembra identico. Quella ragazza aveva il sorriso di Logan.

La conversazione aveva preso una piega leggermente più ironica.

Wallace: Devi scusarla, fa spesso così. Terra chiama Mars!

Era talmente immersa nei suoi pensieri, che non si era nemmeno resa conto che anche lei stava ridendo.

Veronica: Piaceeere.

Ashley: No, piacere mio! Sembra che abbiamo qualcosa in comune…

Wallace: Si, un amico fighissimo.

L’aveva detto indicandosi.

Veronica: Fennel, per favore! Non ti sei manco presentato e già ci provi? Con una piccola matricola poi…

Poi, spostando lo sguardo su Ashley e imitando il tono dell’amico un secondo prima: Devi scusarlo, fa spesso così!

Ashley: Oh, beh, “Fennel”, se ci provi con me… Condoglianze!

Wallace: E comunque mi chiamo Wallace.

Ashley: Wallace? Beh, in questo caso ci sono dei ragazzi che ti stanno chiamando laggiù.

Wallace si gira. I suoi compagni di basket lo stavano davvero chiamando.

Wallace: Beh, allora tolgo il disturbo.

Saluta le ragazze, lasciandole sole.

Veronica: Prima hai detto che abbiamo già una cosa in comune… sarebbe?

Ashley: Beh, si, io mi perdo spesso nei miei pensieri… Sono una grande sognatrice ad occhi aperti.

Veronica: Oh, l’avevo notato prima.

Le piace parlare con quella ragazza. Scopre che è del primo anno. E’ giovane, ma sembra lo stesso molto matura. Contemporaneamente però, l’ingenuo sguardo la rende terribilmente dolce.

Scopre anche che è molto timida, e che non le piace esserlo. E che l’autostima non ce l’ha sotto i piedi, ce l’ha proprio sotto terra.

Ashley: Quanto mi piacerebbe avere il tuo acido sarcasmo, Veronica.

Veronica a quel punto la fissa. Come faceva a conoscere così bene il suo carattere?

Ashley afferra al volo i pensieri della ragazza, e aggiunge: Sai, a scuola se non hai amici hai molto tempo libero, soprattutto alle pause. So che non è corretto, ma io lo passo a guardare e ascoltare le persone, soprattutto quelle più grandi. Anche se sono una matricola, so abbastanza cosa su di te.

Veronica: Tipo?

Ashley: Beh, quelle che sanno tutti, ma non le matricole. Il tuo ex Duncan, la tua storia con Logan (devo ammettere che ascoltare i vostri discorsi di tempo fa mi faceva sbellicare dalle risate, senza offesa) l’omicidio di Lilly…

Veronica: Aspetta. Cosa sai del suo omicidio?

Ashley: Beh, che ti è stata messa davanti una bugia, tu hai scavato e hai trovato la verità.

Veronica non può non riflettere su quelle parole. Dove le aveva già sentite…

Ashley: Si, lo so, sono una ficcanaso.

Veronica: Oh, chi non lo è a Neptune?

Una pausa.

Veronica: Quindi non serve che ti presenti lo stupido psicotico della Neptune Hight?

Ashley: Sai, suppongo che se lui in quarta è stato soprannominato così, fra tre anni sarò l’ufficiale “pazza depressa della Neptune Hight”.

Le due ragazze si sorridono. La pausa è finita. Ashley si alza.

Ashley: Devo andare.

Veronica: Ok, alla prossima…

Si ferma un secondo, anche se sa già cosa vuole dirle.

Veronica: … Ciao Asha.

Il cuore della giovane matricola si riempie di gioia. E’ strano come un semplice diminutivo conti così tanto. Si gira e le sorride ancora una volta.

Ashley: Eccomi, miss Mars, sono al suo servizio.

 

  
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