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Autore: IwannabedrunkwhenIwakeup    18/10/2012    1 recensioni
Jasmine è una normale ragazza, va a scuola, ha delle amiche, le piace un ragazzo. Finchè ad una festa bacia il ragazzo della sua migliore amica..
(Dal prologo)
Poi ci baciavamo. Le sue labbra erano sulle mie. Le mie labbra erano sulle sue. Sapeva di fragola e cioccolato. Avevo paura di fare qualcosa di sbagliato. Non avevo mai baciato un ragazzo prima.
Ma era come se noi due ci appartenessimo da una vita. Eravamo le parti di qualcosa separato dalla nascita, che finalmente tornava a ricongiungersi.
Eravamo NOI. Noi.
Le sue mani vagavano tra i miei capelli, mi piaceva il suo tocco. Pensare che ho sempre odiato chi mi toccava i capelli. Lui era l'eccezione. Quella che conferma la regola, si.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ero felice, di una felicità pura.
 


Io e Francesca rimanemmo a lungo a parlare della situazione e sul da farsi, mentre eravamo chiuse in camera.
Ad un certo punto arrivò mia madre e iniziò ad urlare che dovevo aprire la porta. Le aprii ed entrò con aria furente.
"Jasmine, ti ricordo che tu sei in punizione, non puoi tenere la porta chiusa a chiave, e non saresti nemmeno dovuta uscire prima. " poi si rivolse a Francesca " e tu, tua madre ha chiamato, ti vuole a casa subito, dice che sei in ritardo per cena "
La prima a rispondere fu Francesca, che le disse mi avrebbe salutato e sarebbe andata subito via.
Io invece mi limitai a dirle che ne avremmo parlato dopo.
Dopo le nostre risposte uscì dalla camera e ritornò in cucina a preparare il pasto.
Rimaste sole, io e Francesca ricapitolammo brevemente tutto.
"Allora, si, quello a quelle due, è ottimo, la devono pagare, e Marco non ha finito di raccontare. Ciao, Jei. Ci vediamo domani a scuola!"
"Si, perfetto! Allora a domani, Effe amore mio!!" Le risposi.
"Oh, si, mogliettina mia!!!" e con questo corse via verso casa.
 
Subito dopo mi precipitai in cucina, perchè era pronta la cena, e soprattutto per parlare della mia punizione. Mi parve subito che l'atmosfera di comprensione del giorno prima fosse sparita magicamente. I miei genitori mi guardavano ferocemente. Sul tavolo vi era solo dell'insalata. Brutto segno. Si, ero proprio nei casini.
"Jasmine Marie Rossi Jones, la tua punizione. Sei scappata da scuola, hai picchiato un tuo coetaneo. Non credere di passarla liscia!" iniziò mio padre. Aveva detto il mio nome completo, compreso il cognome di mia madre, che aveva origini inglesi; non capitava molto spesso, ma era una cosa che odiavo.
"Ma.." provai a cercare di persuaderli, ma venni prontamente interrotta da mio padre.
"Niente ma. Per il prossimo mese non potrai più uscire di casa la sera, e il pomeriggio solo una volta a settimana, per andare da una tua compagna di classe a studiare. Se poi scopriamo che sei andata in giro reputati morta. E qui a casa puoi invitare chi vuoi, ma sappi che dovrai tenere sempre la porta aperta." prese fiato "e, con chi vuoi, intendo NIENTE ragazzi, intesi?"
Annuii sommessamente.
Poi riprese "E, dovrai sistemare camera tua e farla risultare splendente. Se poi alla fine del mese è un macello, la tua punizione verrà prolungata. Queste sono le condizioni. Fine."
"Ok, va bene. Ma.... cosa devo mangiare io?"
"Quello che c'è in tavola !" rispose mia madre con un sorriso di scherno.
Io l'insalata non era mai riuscita a mangiarla, e mai la mangierò. O almeno se è nei panini si che la mangio.
Mi ricordo che quando andavo al nido, ero molto piccola, avevamo un piatto pieno di insalata. E io cosa feci? La versai tutta nel piatto del vicino, che poi iniziò a piangere e a chiamare le maestre urlando.
Poi, non avevo neanche fame, in quel momento. Presi un pezzo di pane e andai in camera.
 
La sveglia suonò alle sei, mi vestii, mi truccai, mi misi le lenti, feci colazione e corsi a prendere l'autobus, cose che facevo abitualmente la mattina. La cosa strana è che di solito mia madre era sempre sveglia, invece quel giorno dormiva ancora.
Aspettai l'autobus per dieci minuti, ma vidi che non arrivava. Decisi di andare a chiedere nel bar di fronte, vi entrai e chiesi al barista.
"Sono le 6 ora, il tuo autobus passa tra 50 minuti!"
"Cosa? Nono sono le 7, ne sono sicura!" replicai.
Poi guardai bene l'orologio, aveva ragione. Iniziai a ridere a crepapelle, il signore mi prese sicuramente per pazza, quindi uscii di fretta per ritornare a casa.
Mia madre era infuriata, pensava fossi scappata.
La tranquillizzai e le spiegai tutto, ma non la prese sul ridere come me, era serissima.
 
Alle 7.30 ero davanti a scuola aspettando Francesca, la mia salvezza.
A quell'ora c'era poca gente, sarebbero arrivati tutti 15 minuti dopo.
Ad un tratto sentii qualcuno che mi chiamava.
Pensai che fosse Francesca. Ma lei non aveva una voce da maschio ! Non feci in tempo di finire il ragionamento, che me lo ritrovai davanti. Luke. Il mio cuore fece dieci, cento, mille balzi. Come era bello!
"Ciao!" lo salutai il più allegramente possibile, mentre la mia testa esprimeva migliaia di ragionamenti contorti sul perchè mi stava parlando.
"Come mai qui a quest'ora?" mi chiese.
"Uhm, dovrei chiedere la stessa cosa a te! Comunque aspetto Francesca, ma penso tu non sappia chi sia."
"Si, Francesca, la mora con i capelli a caschetto?"
"Si, lei! "
"Ah, io sono qui perchè un povero deficiente ha preso il mio libro di filosofia, e me lo deve riportare.."
"Interessante!"
"Ah, comunque, sei stata una grande, l'altro ieri!"
"Ehm?" non capivo, ero confusa.
"A dare lo schiaffo a Marco, quello li era proprio fuori di testa. Cioè, sarà successo quel che è successo, ma alla festa tu eri ubriaca, e si vedeva. E non è giusto approfittarsi di una ragazza quando non è in se..!"
Gli sorrisi, dio, quanto mi piaceva.
"Grazie!"
Non sapevo più cosa dire. Senza poi dovermi rimangiare tutto per aver detto una sciocchezza. Per fortuna in quel momento, sentii arrivare Francesca.
"Be, allora io vado, ci si sente, Ciao !!" lo salutai.
"Ciao, ci si vede in giro!" e se ne andò.
Iniziai ad invedere Effe della mia felicità, perchè ero felice. Di una felicità pura.





Spazio autore.
Lo ammetto, ho ripubblicato lo stesso capitolo D:
Si lo so, sono cattiva, tanto. Mi ero messa a scrivere l'altra storia, poi sono entrata in crisi e non ho scritto più niente.
Sto cercando di scrivere il nuovo capitole, e ammetto che questo è molto corto.
Spero in una recensione.
Vabbè, ora faccio finta di seguire la lezione.
Ciao, grazie in anticipo.
Kei.
  
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