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Autore: LadyMaria    18/10/2012    3 recensioni
Mary è stata nuovamente accolta, finalmente in maniera definitiva, alla corte del padre.
Seppur nella sua attuale "felicità" non può certo fare a meno di esser riconoscente a quell'uomo che le è rimasto accanto per tutti quegli anni di sofferenza: l'ambasciatore Eustace Chapuys.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La vita a corte procedeva tra feste e sfarzi, non vi era ormai una serata in cui il Re non facesse organizzare un ballo o una grande cena per tutti i nobili che lo circondavano e che, secondo lui, lo veneravano.
Ed ecco che Mary si ritrovava di nuovo a vagare attorno al grande salone centrale ricambiando gli inchini di chi le sorrideva e la omaggiava come la propria posizione all’interno della corte li obbligava a fare. Quando le sembrò che nessuno la stesse fissando sospirò profondamente e socchiuse appena gli occhi.
Tra quei tanti volti non ce n’era nessuno che le facesse piacere rivedere. Per la maggior parte conosceva quelle persone solo superficialmente e non avrebbe potuto intrattenere con loro una lunga conversazione.
Quando, finalmente, eccolo. L’unico volta che desiderava rivedere le si stava avvicinando proprio in quel momento.
Sul volto della ragazza comparve un larghissimo sorriso, il quale aumentava mano a mano che l’uomo accorciava la distanza che li separava.
-Excellency…- esclamò la giovane mentre l’ambasciatore si inchinava, con non poca fatica. Subito allarmata domandò –State bene?-
-Lady Mary….- Eustace chinò rispettosamente il capo e tornò a fissarla mentre la schiena veniva colpita da qualche fitta di dolore.
-Oh! Sì, qualche disturbo, niente di cui preoccuparsi- mentì spudoratamente, ma lo fece in una maniera decisamente magistrale che bastò a convincere la poveretta.
Fu allora che gli dedicò il più bello e dolce dei propri sorrisi e di fronte a quel visetto delicato l’ambasciatore cercò di non arrossire troppo proprio sotto lo sguardo della ragazza.
-Volete sedervi e farmi compagnia?- chiese sollevando la mano sinistra indicando due poltroncine disposte vicino alla parete.
Eustace annuì: -Con molto piacere-
e con altrettanta fatica tentò di camminare senza farle notare che, forse, non era così in salute come voleva apparire.
 Era da qualche giorno che soffriva di dolori alla schiena e alle gambe, ma non aveva ancora visto un dottore a causa dei propri impegni.
Ovviamente a Mary non sfuggì la smorfia creatasi sul volto dell’uomo, ragion per cui quando entrambi si ritrovarono seduti scrutò con attenzione gli occhi azzurri di lui notando qualche venatura grigiastra attorno all’iride. Che strano, non vi aveva mai fatto caso prima di allora! Come era particolare il colore di quegli occhi e come era piacevole soffermarsi ad ammirarli!
Prontamente voltò lo sguardo altrove per celare anch’ella un lieve rossore sulle proprie guance.
-Non danzate, mia signora?- chiese l’ambasciatore dopo qualche minuto di gelido silenzio.
Mary, a quel punto, fu costretta a voltarsi nuovamente verso di lui.
-Oh, no… non ancora…- in realtà ancora nessuno l’aveva invitata! Eustace, il quale ormai la conosceva abbastanza bene da poter decifrare da un semplice sguardo quel che le passava per la mente, intuì all’istante il problema.
-Come mai siete mancato da corte per tutti questi giorni?- domandò in maniera apparentemente disinteressata .
Per un attimo Eustace aveva creduto, s’era illuso, che lei avesse notato la propria assenza e, chissà, che probabilmente ne avesse anche sofferto, ma… no, Lady Mary domandava per pura cortesia e nient’altro. Perché era dolce nell’animo e non avrebbe mai potuto esser maleducata con nessuno, figurarsi con lui!
-Perché a breve dovrò far rientro nella mia patria, vi rimarrò per qualche settimana,- esattamente non sapeva nemmeno lui per quanto
-e dovevo organizzare i dettagli del viaggio.- spiegò brevemente ed eloquentemente.
Mary si irrigidì appena. Partiva? E sarebbe rimasto lontano da Londra per tutto quel tempo? Deglutì faticosamente e si sforzò di sorridere, ma non le riusciva molto bene e per questo si rabbuiò leggermente.
Lei tornò cupa, assente e  silenziosa e lui non riusciva, chissà poi perché, più a staccarle gli occhi di dosso. Si prese un lungo momento di riflessione. Poteva osare di proporle un ballo? Il Re come avrebbe reagito? Quando incrociò nuovamente gli occhi docili e rassegnati di lei non si fece altre inutili domande.
Stava già per aprir bocca quando un giovane dalla folta chioma castana e dagli occhi seducentemente verdi si avvicinò alla ragazza e le chiese affabilmente:
-Mi concedete l’onore di questo ballo?-
Gli occhi di Mary, per un attimo, tremarono a causa dello stupore e, quasi senza accorgersene, si voltò verso Eustace e gli sorrise. Lui, scioccamente, chinò rispettosamente la testa e la fissò finché entrambi i giovani non si disposero in fila in mezzo alla folla dei ballerini.
Nonostante vi fossero molte coppie Eustace non li perse di vista nemmeno per un momento. Lui la stringeva troppo e lei sorrideva assai graziosamente.
Non lo poteva sopportare, non poteva più guardare.
Che cosa si era messo in testa? Era ovvio che una compagnia giovanile era più adatta a lei! Come avrebbe mai potuto preferire di  ballare con lui?Un vecchio e perfino pieno di dolori!
Si alzò lentamente appoggiando una mano sulla propria coscia per cercare di “farsi forza”. Un’ultima occhiata in direzione di Lady Mary per poi sparire e far ritorno nel proprio alloggio.
Mary si ritrovò a danzare insieme allo sconosciuto e sebbene al principio non le fosse affatto dispiaciuto, non poteva fare a meno di pensare che aveva lasciato l’ambasciatore da solo. Si era voltata diverse volte a fissarlo e gli aveva anche sorriso nella speranza che lui la potesse aver vista.
Quando si voltò per l’ennesima volta e non lo vide più ebbe un tuffo al cuore. Sbatté leggermente le palpebre per qualche secondo e, mentre la mano destra era appoggiata sulla spalla del proprio cavaliere, lo sguardo vagava da un angolo all’altra della sala.
Chapuys non c’era, da nessuna parte. Era sparito? Se n’era sicuramente andato! E sarebbe partito presto e lei….
La danza si concluse e Mary si inchinò rispettosamente di fronte al proprio ballerino.
Quando tornò a camminare attorno agli angoli della sala, con la testa abbassata per celare lo sguardo malinconico e quasi spento, non poté fare a meno di pensare che:
-Non l’ho nemmeno salutato….- altro lieve sospiro che segue mentre gli occhi si rivolgono a fissare le mattonelle del pavimento riccamente decorato da una fantasia di rombi scuri
-I'll miss him so much.....-
  
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