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Autore: mila96    18/10/2012    2 recensioni
Si, lo so. Una delle regole universali di questa terra è che la ragazza deve sempre essere più piccola del ragazzo. E se per una volta la situazione fosse invertita? Se fosse lui quello più piccolo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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-          Dai Em, ti prego esci con me – Harry mi rivolge un sorriso sfolgorante e sbatte le folte ciglia.
236 annoto mentalmente, numero di volte che Harry mi ha chiesto di uscire da quando siamo diventanti compagni di banco nel corso di letteratura delle origini.
Rido e scuoto la testa.
-          Oh Harry, mi dispiace ma…
Il sorriso del ragazzo non si scalfisce nemmeno un po’.
-          Dimmi la verità, hai il ragazzo, laggiù in America.
Faccio per ribattere, ma la risposta mi muore in gola quando scopro che non lo so. Non sento Jack da quando sono partita per Parigi, quattro mesi fa.
-          Sarà per la prossima volta Harry – gli prometto sperando che lasci perdere.
Lui scoppia a ridere e balza in piedi.
-          Ci conto eh? – e mi scocca un bacio sulla guancia prima che riesca a replicare, poi scompare oltre le porte automatiche della mensa.
Mi alzo anche io e mi dirigo a passi lenti verso casa. Parigi mi è entrata nel cuore, così come il mio piccolo appartamento e la mia scapestrata coinquilina Amanda, che ha un’insolita passione per le cose nere e spettrali.
Salgo i trecentoventiquattro scalini a due a due pregustandomi le fusa del mio nuovo gatto, Fitz, che Amanda ha portato a casa due settimane fa, affamato e spelacchiato.
Ho già le chiavi in mano quando mi accorgo che c’è qualcuno ad aspettarmi seduto sull’ultimo gradino. Ed è l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere: Louis, il migliore amico di Jack.
-          Louis! – esclamo sorpresa.
-          Ciao Em – le sue labbra si stiracchiano in un sorriso sghembo mentre si alza.
-          Cosa è successo? Ti manda Jack? – chiedo preoccupata?
Louis mi prende le mani tra le sue e ad un tratto sembro io a essere più piccola rispetto a lui.
-          È complicato – dice – se mi fai entrare ti spiegherò tutto.
 
Quindici minuti più tardi abbiamo entrambi una tazza fumante in mano, mentre Fitz festeggia rumorosamente il nostro ospite.
-          Emma. Non so come dirtelo, non sono bravo con le parole – inizia titubante.
-          Tranquillo, non c’è problema, ti ascolto – lo esorto. Sento il cuore battermi forte nel petto.
-          Ecco, vedi, Jack era malato da tempo e …. – si ferma, mi guarda.
-          Non capisco – ammetto. La verità è che non voglio capire.
-          Jack aveva la leucemia, è morto tre settimane fa – mi dice tutto d’un fiato.
Per poco la tazza non mi cade dalle mani.
-          Non è possibile – dico più a me stessa che a lui.
-          Lo sapevano tutti Emma, ha cercato di nasconderlo perché sapeva che se l’avessi saputo non saresti partita – ribatte secco lui.
Mi stringo la testa tra le mani. Poi, un’idea mi trapassa il cervello come un lampo.
-          Mia madre lo sapeva – non è una domanda. È la preside, è ovvio che sappia certe cose. Ha cercato di dirmi di lasciar perdere solo per non farmi soffrire più del necessario.
-          Quando le analisi hanno confermato che a Jack restava poco tempo ha cercato di allontanarsi il più possibile da te. Poi, quando ha scoperto che saresti partita prima del previsto, ha passato un ultimo giorno con te e ti ha lasciata libera.
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi. Devo andarmene da lì. Mi alzo e Louis fa lo stesso. Mi mette una mano sulla spalla e me la stringe. Mi porge una lettera.
-          Per te – dice.
Scappo. Corro a perdifiato giù per le scale e quasi mi scontro con il portinaio. Il mio luogo mi aspetta, le scalinate di Montmartre sono lì, solide e sicure.
Mi siedo e con mani tremanti apro la lettera.
Cara Emma,
sono contento che Louis sia riuscito a darti questa lettera. Queste, come tu ormai avrai capito, sono le mie ultime parole per te.
Mi rimangono pochi giorni di vita e me ne sto qui chiuso in camera mia a pensare al nostro ultimo giorno. È stato il più bello della mia vita, credimi. Posso dire che è così perché ho la certezza che non ne vivrò altri. Ma questo non deve valere per te! Devi vivere, devi vivere per me. Perciò non provarci neanche a chiuderti a riccio e a piangere, non lo sopporterei. Esci, conquista il mondo e sorridi, che è la cosa che sai fare meglio.
Ti amo. E so che anche tu mi ami, per questo voglio esprimere un ultimo desiderio, mi è concesso a questo punto no?? Se un ragazzo ti chiede di uscire, accetta, potrebbe essere quello giusto. Anche se ti sembra sciocco e insensato, fallo.
Vivi la tua vita Em, e dimenticati di me. Spero che quel ragazzo di ami come avrei fatto io, che ti stia accanto nei momenti difficili, che ti salvi quando io non potrò farlo.
Lasciami andare Emma. Sii libera.
Ti amo, Jack.
Sento la disperazione crescere in me e cerco di essere forte, perché è l’ultima promessa che ho fatto a Jack.
-          Ehi, tutto a posto? – una voce mi fa sussultare – Emma?
Harry compare davanti a me e mi guarda preoccupato.
-          Cosa succede? – si siede vicino a me e mi mette un braccio attorno alla spalle.
-          Niente Harry, è una lunga storia – rispondo.
-          Se tu uscissi con me avresti il tempo di spiegarmela – sorride sbarazzino.
Stringo la lettera di Jack prima di rispondere.
-          Dove andiamo? – mi alzo e lo guardo.
-          Seriamente? – salta in piedi e mi prende per mano.
-          Si, seriamente.
-          Fantastico! – mi trascina giù per le scalinate e io ho solo qualche istante per leggere il finale della lettera.
P.S. conoscendoti, probabilmente quella persona l’hai già trovata.

Salve!
chiedo umilmente perdono per averci messo così tanto ad aggiornare
ma  avevo perso l'ispirazione.
Ammetto che avevo progettato un altro finale, 
ma questo mi è sembrato più adatto.
Vorrei una caterba di commenti, ma mi accontenterò di 
qualche recensione.
Con amore, C

  
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