Capitolo
4 ~Vita alla Capsule~
-Sylvia!! Scendi, o
farai tardi!- gridò Bulma dalla cucina verso la scale che conducevano al piano
di sopra.
Dalla seconda stanza a
destra dopo l’imboccatura delle scale che conducevano ai piani bassi della casa,
la -squillante- voce di Bulma arrivò attutita solo di poco alle orecchie della
destinataria.
“Cavolo è tardissimo!!!”
pensò Sylvia. Era tutta colpa di quel dannatissimo fuso orario: a New York in
quel momento sarebbero state le quattro del mattino e lei sarebbe stata ancora
calda calda nel suo lettone a due piazze, rannicchiata sotto le
coperte.
Era lunedì alla Capsule
Corporation, cinque giorni dopo il ritorno di Sylvia, e alle otto e trenta del
mattino quasi tutti gli inquilini di casa Brief, compreso Vegeta, erano seduti a
tavola per una sostanziosa colazione. Tutti tranne Sylvia, che in quel preciso
istante stava cercando di infilarsi un paio di jeans in tutta fretta, senza
rendersi conto di avere ancora addosso i pantaloni del suo morbido pigiama
rosa.
Era tornata da tre
giorni soltanto, ma già aveva un sacco di cose da fare: aveva effettuato un
nullaosta per trasferirsi, da New York, all’università della Città dell’Ovest e
quella mattina sarebbe dovuta andare a compilare tutte le carte per poter
accedere ai corsi e sostenere così gli ultimi tre esami che le mancavano per
laurearsi in giornalismo.
Naturalmente la danza
era al primo posto, quindi sarebbe andata anche ad informarsi sulle audizioni
che si sarebbero tenute nei teatri di tutta la città.
Solo che era in ritardo.
Tremendo ritardo: erano già le otto e trenta e lei doveva essere all’università
alle nove.
Indossò un paio di jeans
e una maglia a maniche corte, prese la borsa e il giubbetto di pelle nera, scese
di corsa le scale inforcando i suoi Ray-ban ed entrò in cucina in tempo per
zittire Bulma che la stava chiamando di nuovo.
-Eccomi, non urlare!- la
fermò, precipitandosi sul tavolo per afferrare l’ultima tazza di caffè ancora
piena.
-Oh, la signorina si è
degnata di scendere!- disse sarcastica Bulma, le mani sui fianchi. -Sbrigati!Lo
sai che ore sono?-
-Lo so, lo so!- rispose
Sylvia, già di nuovo abituata alle proverbiali ramanzine
dell’amica.
-Buongiorno!- la salutò
il piccolo Gohan, che in attesa del ritorno di Chichi (che aveva colto
l’occasione,trovandosi in città da tre giorni, di fare un po’ di compere) stava
placando, così come Vegeta, la sua insaziabile fame tipica dei
Saiyan.
-Buongiorno, Gohan!-
sorrise Sylvia accarezzandogli la testa. –Buongiorno a
tutti-
-Ciao, Sylvia- risposero
i signori Brief. -Dormito bene?- chiese mamma Brief.
-No, ancora non riesco
ad abituarmi al fuso orario..- rispose Sylvia afferrando un biscotto dal vassoio
e mettendolo in bocca, famelica.
-Sarà solo per poco
tempo,vedrai!- la rassicurò la donna.
-Lo spero davvero-
sorrise Sylvia afferrando un altro biscotto -Non posso svegliarmi stanca tutte
le mattine!-
-Allora oggi vai
all’università?- chiese papà Brief appoggiando il tovagliolo sulle
labbra.
-Si, vado a vedere se
per caso ci sono stati problemi con il trasferimento da New York e firmo un po’
di carte- rispose Sylvia bevendo in fretta il suo caffè.
-Tu frequenti
l’università?- le chiese Gohan curioso e affascinato insieme. Non conosceva
nessuno che frequentasse l’università, e stesse per laurearsi per giunta. Anche
a lui un giorno sarebbe tanto piaciuto andarci…”Posso chiedere a Sylvia com’è la
sua università!” pensò sagacemente il bambino. Voleva sapere tutto ma proprio tutto. In fondo, un
giorno ci sarebbe andato anche lui, no? Era un diritto!
-Si- gli sorrise
calorosamente Sylvia. Quanto le piaceva quel bambino! Era così educato e dolce
che era impossibile non innamorarsi di lui. -Io vado, ciao a tutti, ci vediamo a
pranzo- disse.
-Speriamo in bene
allora, cara!In bocca al lupo anche per le audizioni!- cinguettò mamma Brief
portando la sua tazza di tè alle labbra.
-Crepi…Bulma, prendo la
capsula moto!- disse Sylvia rivolgendosi all’amica
-Va bene.. Chiamami
quando hai finito, così andiamo a farci un giro in centro!- le raccomandò
l’azzurra -Hanno aperto un negozio di abbigliamento che è una
favola!-
-Ok, a dopo- le rispose
Sylvia prendendo la capsula.
-Ciao!- la salutò
Bulma.
Gohan osservò Sylvia
aprire la capsula e salire sul veicolo, infilandosi il casco annesso. Gli era
venuta un’ idea…
*
*
In quello stesso
istante, su un pianeta lontanissimo, un giovane dai capelli neri stava
apprestando a rimettersi in viaggio verso casa: la Terra.
-Grazie mille a tutti
quanti!- salutò agitando una mano, rivolto alla folla radunata lì davanti a lui,
già con un piede nella piccola navicella circolare.
-Arrivederci, Goku!Torna
presto a trovarci!- disse uno di quelli salutandolo con una
mano.
-Grazie di tutto amici!
Arrivederci!- salutò lui prima di salire sulla navicella, che si chiuse e
azionò, alzandosi in volo e riducendo quei buffi abitanti a poco più che puntini
neri, mentre a mano a mano il pianeta Yardrat rimpiccioliva fino a che lui non
lo potè vedere che da lontano.
-Destinazione impostata:
Pianeta Terra- gracchiò il computer di bordo. –Tempo necessario all’atterraggio:
tre settimane-
Goku sorrise. Finalmente
sarebbe tornato a casa.
*
*
-Ehi,donna!-
Bulma, distesa
tranquillamente su una brandina a prendere il sole, con un top striminzito che
le lasciava scoperta la pancia e i pantaloncini a pinocchietto,aprì un occhio
quando sentì la voce del Saiyan, che si avvicinava a grandi
passi.
-Cosa vuoi, Vegeta?-
chiese la ragazza annoiata.
-Donna, sto parlando con
te!- ripetè il Saiyan, non avendo ottenuto il livello di attenzione che
desiderava.
-Cosa c’è?- Bulma si
mise a sedere, osservandolo di sotto in su –Spera per te che sia un buon motivo,
stavo riposando!-
-Mi serve quella-
rispose Vegeta indicando la navicella parcheggiata dietro di lui che dal loro
ritorno da Namecc era ancora sistemata in giardino.
-Perché ti serve,
scusa?- chiese Bulma puntigliosa –Cosa devi farci? Vuoi andartene? Sei molto
maleducato, sai?- lo rimproverò –Io ti offro la mia ospitalità, e tu la rifiuti
andandotene? Sei davvero un bel principe, complimenti!-
Vegeta si inalberò. Come
si permetteva quella lurida terrestre..!
-Punto primo, cosa devo
farci con la navicella sono affaracci miei, io non rispondo a nessuno delle mie
azioni, tantomeno devo cominciare adesso, per giunta con te; punto secondo, sono
libero di andarmene quando voglio da questo stupidissimo pianeta, e punto
terzo..- disse Vegeta avvicinandosi minaccioso, mentre Bulma non sembrava per
niente intimorita. –Non parlarmi mai più con quel tono,chiaro? Ricordati che
posso spazzare via questo inutile pianeta con un dito…mi sono
spiegato?-
-Ehi! Non ti permettere
di parlare così a una signora!- protestò Bulma piccata –E ti sento benissimo
senza che tu faccia lo sforzo di avvicinarti!-
Vegeta sbuffò
–Allora,questa navicella?- chiese impaziente, tenendo le braccia
incrociate.
-Prenditela pure-
rispose Bulma tornando a stendersi sotto il sole.
Vegeta si allontanò
sbuffando lanciando un’ultima occhiata a quella donna
petulante.
Non avrebbe potuto dire
subito di si? Avrebbero perso entrambi molto meno tempo..Bah!I terrestri! Alla
fine,comunque, aveva ottenuto quello che voleva, ed era quella la cosa
importante.
*
*
-Quel negozio era
davvero stupendo, hai fatto benissimo a portarmi lì, Bulmina! Questi jeans mi
piacciono tantissimo!- esclamò Sylvia entrando in casa carica di
buste.
-Te l’avevo detto che ti
sarebbe piaciuto! Per non parlare di quello di fronte! Aveva delle magliette
meravigliose…e anche il commesso era molto carino- aggiunse facendo un sorriso
furbetto.
-Peccato che non fosse
in vendita..- disse Sylvia fingendosi rammaricata, prima che entrambe
scoppiassero a ridere.
-Oh, a proposito!- disse
Bulma -Vieni un attimo con me, devo farti vedere una
cosa!-
-Cosa?Ehi, aspetta!-
chiese Sylvia mentre veniva trascinata da Bulma verso l’edificio adiacente alla
casa in cui si trovavano i laboratori e la palestra.
Bulma si fermò
all’inizio del corridoio fermandosi di botto di fronte a Sylvia –Questa l’ho
fatta per te. L’idea mi è venuta le sera in cui sei tornata, quando mi hai detto
che sei diventata prima ballerina, spero che ti farà piacere
averla…Vieni!-
La prese per il polso e
la condusse fino in fondo al corridoio dove, dopo la palestra, c’era un’altra
stanza, con la porta chiusa, che sembrava parecchio
grande.
-Mi spieghi per favore
che succede?- chiese Sylvia con un sopracciglio alzato.
Bulma non rispose ma
fece un gran sorriso e spalancò la porta della stanza davanti a loro e le fece
segno di entrare.
Sylvia appoggiò la mano
sullo stipite dell’ampia porta ed entrò nella sala.
-Oh, mio Dio…- sussurrò
stupita, con un sorriso radioso.
Davanti a lei c’era una
sala ampia, con le pareti coperte di specchi e delle sbarre in legno uguali in
tutto e per tutto a quelle che usava nella palestra a New York che percorrevano
tutto il perimetro della stanza. Nell’angolo in fondo a destra rispetto alla
porta c’era uno stereo nero, posato su una mensola e un portacd abbastanza
grande da poter contenere un centinaio di dischi.
-Ti piace?- chiese Bulma
guardandosi intorno soddisfatta –L’abbiamo progettata io e papà a tempo di
record, volevamo festeggiare per bene il tuo ritorno!-
-Non avresti potuto
farlo in modo migliore…Grazie mille, questo è il più bel regalo che potessi
farmi!- disse Sylvia entusiasta abbracciando l’amica.
-Sono contenta che ti
sai piaciuta..Abbiamo avuto poco tempo ma sembra che sai venuta bene, no? Puoi
cominciare ad usarla anche subito- constatò l’azzurra con un sorriso
fiero.
Sylvia la guardò
raggiante prima di dire:
-Bulmina, sai che sei
grande?-
*
*
-Allora,Sylvia- esordì mamma Brief
passandole una tazzina di caffè nero –Com’è andata oggi? Cosa ti hanno
detto?-
-All’università è andato
tutto bene, riprenderò i corsi lunedì- rispose la ragazza accettando la tazzina
–Le audizioni per il teatro cominceranno tra due settimane, all’inizio del mese
prossimo.. Mi hanno chiesto di tornare per allora-
Il pranzo era appena
terminato e gli inquilini di casa Brief erano usciti fuori in giardino a godersi
il caldo sole pomeridiano,.
Bulma, la signora Brief,
Sylvia e Chichi erano sedute ad un tavolino rotondo sotto un ombrellone ampio e
gustavano i loro caffè tra una parola e l’altra.
-Cosa studi, Sylvia?-
chiese Chichi sorseggiando il caffè.
-Giornalismo- rispose
lei -Sono agli ultimi esami-
-Ah,davvero
interessante…Fra quanto tempo conti di laurearti?-
-Credo che il mese
prossimo potrò tranquillamente sostenere la tesi- rispose Sylvia –Non vedo
l’ora- dichiarò con un sorriso.
-Immagino…Dev’essere
molto pesante per te l’università..- disse Chichi lentamente lasciando Sylvia
leggermente perplessa -Voglio dire.. Con la danza e il resto non dev’essere
facile…-
Sylvia si chiese dove
accidenti volesse andare a parare la donna. Tutte quelle domande la lusingavano,
ma Chichi era quasi morbosa. Anche Bulma la guardava
incuriosita.
Sylvia fissò per un
attimo la mora, osservandola attentamente, ma prima che potesse dire qualcosa
Chichi prese la parola.
-Sai, è stato Gohan a
dirmi che tu frequenti l’università- disse guardando il figlio che, poco
lontano, era immerso nella lettura di un grosso libro, seduto a pancia in giù
sull’erba verde.
“E allora?”pensò
Sylvia -Ah...- sillabò
confusa.
-Ho intenzione di fargli
prendere ripetizioni. È voluto partire a forza per quel maledetto pianeta e ha
trascurato lo studio- Chichi scosse la testa sconsolata –E ora deve
assolutamente recuperare il tempo perduto-
Ammirevole
organizzazione, pensava Sylvia. Ma perché lo stesse dicendo a lei non le era
molto chiaro.
-Ma Gohan non vuole che
io chiami un maestro- continuò Chichi apparentemente ignara della confusione che
aveva scatenato nella sua interlocutrice. –Dice che non vuole uno sconosciuto
come insegnante -
Sylvia sbatté le
palpebre, lanciando un’occhiata di sottecchi a Bulma che rispose con
un’impercettibile alzata di spalle.
Chichi si voltò verso
Sylvia guardandola severamente –Gohan vuole che sia tu a dargli ripetizioni-
-Ah..- “Allora è per
questo!” pensò sollevata –Beh..- fece per rispondere.
-Io gli ho detto
naturalmente che tu sei impegnata con l’università e anche la danza ti porta via
molto tempo e non puoi certo rinunciare alle tue passioni per lui..- si affrettò
a dire Chichi –Perciò gli ho detto che avresti certamente
rifiutato-
-Ma no! Se Gohan vuole
che sia io a dargli lezioni, posso farlo, non devi preoccuparti Chichi!- la
rassicurò Sylvia.
-Sylvia, non devi
accettare per forza, tu hai i tuoi impegni..- cercò di dissuaderla la
mora.
-Chichi, davvero, posso
farlo! È tutta questione di organizzazione, non ho mai avuto problemi a
conciliare lo studio con la danza e il lavoro! A New York ho lavorato anche per
una testata giornalistica, oltre a studiare e insegnare danza! Mi farebbe un
sacco piacere istruire Gohan!-
-E come riuscirai a
conciliare i tuoi impegni?- chiese Chichi con un sopracciglio
alzato.
-Non è difficile,
tranquilla, ci sono sempre riuscita benissimo, per me non è un problema! Ma c’è
una piccola cosa che devo precisarti..-
-Cosa?- chiese Chichi
con una punta d’isteria nella voce. Evidentemente temeva che se ci fossero stati
dei problemi, il suo bambino non avrebbe potuto ricevere un ampio quadro di
conoscenze. Ciò si sarebbe ripercosso sul futuro di suo figlio che a causa di
incolmabili lacune, non sarebbe mai diventato un importante studioso. Meglio
sapere subito e chiarire i dubbi una volta per tutte.
-Sono un disastro in
matematica, chimica, fisica e materie scientifiche- affermò Sylvia con
leggerezza -Quindi posso aiutare Gohan solo per le materie letterarie…Ma ti
assicuro che in quelle sono ferratissima.. sono la mia
passione!-
-Credile Chichi-
intervenne Bulma –Quando andavamo al liceo prendeva sempre il massimo nelle
traduzioni di latino e greco e in letteratura…Ed era un fiasco in matematica!-
aggiunse.
-Già, in quella il genio
eri tu!- sorrise Sylvia . –Ehi! Mi è venuta un’idea! Perché tu, Bulma, non aiuti
Gohan con le materie scientifiche? Così potremo dividerci le ore _senza
stressare troppo Gohan, naturalmente_ e tutti e tre avremo un po’ di tempo
libero! Cosa ne dite?-
-Per me va bene- disse
subito Bulma annuendo –Mi sembra una buona idea, e non ho nulla di particolare
in programma prossimamente-
-E tu Chichi? Cosa ne
dici? Va bene per te?- chiese Sylvia rivolgendosi
all’altra.
-Perfetto- disse la
donna, inflessibile –Ma mi raccomando…Voglio che il mio bambino sia il più
preparato della classe quando ricomincerà l’anno
scolastico!-
-Allora va bene!-
esclamò Sylvia entusiasta –E stà tranquilla, con noi non avrà problemi!- Sorrise
a Chichi -Bene! Ora dobbiamo solo dirlo a Gohan!-
* *
-Dì un po’, vuoi
suicidarti per caso? No, perché nell’ eventualità, poteri suggerirti metodi più
rapidi e indolori di questo!- dichiarò Bulma mentre rientrava in casa con Sylvia
portando in cucina le tazzine di caffè vuote.
-Di che cosa stai
parlando?- chiese Sylvia voltandosi a guardarla sorridendo tranquilla mentre
posava il vassoio sul tavolo.
-Lo sai benissimo!-
disse Bulma mettendosi le mani sui fianchi. –Dare lezioni a Gohan!Ma dico, ti è
andato di volta il cervello per caso?-
-Io non vedo il
problema, Bulma- dichiarò Sylvia mentre metteva le tazzine nella lavapiatti
senza guardarla.
-Ah,no? Allora te lo
faccio vedere IO il problema- rispose l’azzurra fronteggiando l’amica -Il mese
prossimo devi laurearti, tra due settimane hai un’audizione, devi finire di
scrivere la tesi, prepararti per gli ultimi tre esami e allenarti a
ballare...Già per fare tutto questo, non basterebbero ventiquattro ore al
giorno! E ora hai deciso anche di dare lezioni a Gohan! Ma dico, sei
impazzita?-
-Ma perché?! Ce la
faccio!- insistette Sylvia.
-Ah,certo!- esclamò
Bulma –Tu non conosci Chichi, Sylvia! Farà sgobbare da morire sia te che quel
ragazzino, giorno e notte! Non avrai più tempo per fare altro, lo capisci?
Quella donna è fissata, vuole il meglio per suo figlio!-
-E al momento questo
meglio siamo noi, Bulma- disse Sylvia
ponendo particolare enfasi sul “noi” e guardando intensamente l’amica. –E poi
avremo del tempo libero, no? Gohan è un guerriero, vorrà anche
allenarsi!-
-Ed è qui che arriviamo
al punto- disse Bulma pedante –Chichi non vuole che Gohan si alleni e perciò lo
mette sotto torchio con lo studio! Non vuole che diventi un guerriero come suo
padre, capisci? Non gli lascerà un attimo di tregua! Solo facendo in questo modo
dimostrerà al figlio che non può allenarsi e studiare contemporaneamente e che
prima o poi dovrà scegliere!-
-E allora sai cosa
faremo? Dimostreremo a madre e figlio che si può studiare e allenarsi nello
stesso tempo!- propose Sylvia con gli occhi luminosi, come sempre quando le
veniva un’idea.
-E come, sentiamo?-
chiese Bulma in tono di sfida.
-Faremo in modo che
Gohan, ma soprattutto Chichi, vedano che noi viviamo la nostra vita come tutti,
che abbiamo dei doveri, certo, ma non rinunciamo alle nostre passioni!- Spiegò
la ragazza euforica -Ci stai?- chiese con un sorriso a trentadue
denti.
-Se ti dicessi no
sarebbe lo stesso- sospirò Bulma sconsolata.
-Bene allora!- sorrise
Sylvia determinata –Che ne dici di cominciare?-