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Autore: Michy90    30/04/2007    1 recensioni
Dopo 6 anni trascorsi a New York per proseguire i suoi studi di danza classica e moderna, Sylvia Allen, migliore amica di Bulma e Goku, torna alla Capsule Corp.dove viveva prima di partire. Ma molte cose sono cambiate...Sylvia si troverà allora immersa in un mondo a lei quasi del tutto sconsciuto, fatto di sfere di ki, super saiyan e amori pronti a sbocciare, tra passi di danza e battaglie.
PS:Ho ringiovanito un pò Bulma!^_^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4   ~Vita alla Capsule~

 

 

-Sylvia!! Scendi, o farai tardi!- gridò Bulma dalla cucina verso la scale che conducevano al piano di sopra.

Dalla seconda stanza a destra dopo l’imboccatura delle scale che conducevano ai piani bassi della casa, la -squillante- voce di Bulma arrivò attutita solo di poco alle orecchie della destinataria.

“Cavolo è tardissimo!!!” pensò Sylvia. Era tutta colpa di quel dannatissimo fuso orario: a New York in quel momento sarebbero state le quattro del mattino e lei sarebbe stata ancora calda calda nel suo lettone a due piazze, rannicchiata sotto le coperte.

Era lunedì alla Capsule Corporation, cinque giorni dopo il ritorno di Sylvia, e alle otto e trenta del mattino quasi tutti gli inquilini di casa Brief, compreso Vegeta, erano seduti a tavola per una sostanziosa colazione. Tutti tranne Sylvia, che in quel preciso istante stava cercando di infilarsi un paio di jeans in tutta fretta, senza rendersi conto di avere ancora addosso i pantaloni del suo morbido pigiama rosa.

Era tornata da tre giorni soltanto, ma già aveva un sacco di cose da fare: aveva effettuato un nullaosta per trasferirsi, da New York, all’università della Città dell’Ovest e quella mattina sarebbe dovuta andare a compilare tutte le carte per poter accedere ai corsi e sostenere così gli ultimi tre esami che le mancavano per laurearsi in giornalismo.

Naturalmente la danza era al primo posto, quindi sarebbe andata anche ad informarsi sulle audizioni che si sarebbero tenute nei teatri di tutta la città.

Solo che era in ritardo. Tremendo ritardo: erano già le otto e trenta e lei doveva essere all’università alle nove.

Indossò un paio di jeans e una maglia a maniche corte, prese la borsa e il giubbetto di pelle nera, scese di corsa le scale inforcando i suoi Ray-ban ed entrò in cucina in tempo per zittire Bulma che la stava chiamando di nuovo.

-Eccomi, non urlare!- la fermò, precipitandosi sul tavolo per afferrare l’ultima tazza di caffè ancora piena.

-Oh, la signorina si è degnata di scendere!- disse sarcastica Bulma, le mani sui fianchi. -Sbrigati!Lo sai che ore sono?-

-Lo so, lo so!- rispose Sylvia, già di nuovo abituata alle proverbiali ramanzine dell’amica.

-Buongiorno!- la salutò il piccolo Gohan, che in attesa del ritorno di Chichi (che aveva colto l’occasione,trovandosi in città da tre giorni, di fare un po’ di compere) stava placando, così come Vegeta, la sua insaziabile fame tipica dei Saiyan.

-Buongiorno, Gohan!- sorrise Sylvia accarezzandogli la testa. –Buongiorno a tutti-

-Ciao, Sylvia- risposero i signori Brief. -Dormito bene?- chiese mamma Brief.

-No, ancora non riesco ad abituarmi al fuso orario..- rispose Sylvia afferrando un biscotto dal vassoio e mettendolo in bocca, famelica.

-Sarà solo per poco tempo,vedrai!- la rassicurò la donna.

-Lo spero davvero- sorrise Sylvia afferrando un altro biscotto -Non posso svegliarmi stanca tutte le mattine!-

-Allora oggi vai all’università?- chiese papà Brief appoggiando il tovagliolo sulle labbra.

-Si, vado a vedere se per caso ci sono stati problemi con il trasferimento da New York e firmo un po’ di carte- rispose Sylvia bevendo in fretta il suo caffè.

-Tu frequenti l’università?- le chiese Gohan curioso e affascinato insieme. Non conosceva nessuno che frequentasse l’università, e stesse per laurearsi per giunta. Anche a lui un giorno sarebbe tanto piaciuto andarci…”Posso chiedere a Sylvia com’è la sua università!” pensò sagacemente il bambino. Voleva sapere tutto ma proprio tutto. In fondo, un giorno ci sarebbe andato anche lui, no? Era un diritto!

-Si- gli sorrise calorosamente Sylvia. Quanto le piaceva quel bambino! Era così educato e dolce che era impossibile non innamorarsi di lui. -Io vado, ciao a tutti, ci vediamo a pranzo- disse.

-Speriamo in bene allora, cara!In bocca al lupo anche per le audizioni!- cinguettò mamma Brief portando la sua tazza di tè alle labbra.

-Crepi…Bulma, prendo la capsula moto!- disse Sylvia rivolgendosi all’amica

-Va bene.. Chiamami quando hai finito, così andiamo a farci un giro in centro!- le raccomandò l’azzurra -Hanno aperto un negozio di abbigliamento che è una favola!-

-Ok, a dopo- le rispose Sylvia prendendo la capsula.

-Ciao!- la salutò Bulma.

Gohan osservò Sylvia aprire la capsula e salire sul veicolo, infilandosi il casco annesso. Gli era venuta un’ idea…

 

                                       *                                                              *

 

In quello stesso istante, su un pianeta lontanissimo, un giovane dai capelli neri stava apprestando a rimettersi in viaggio verso casa: la Terra.

-Grazie mille a tutti quanti!- salutò agitando una mano, rivolto alla folla radunata lì davanti a lui, già con un piede nella piccola navicella circolare.

-Arrivederci, Goku!Torna presto a trovarci!- disse uno di quelli salutandolo con una mano.

-Grazie di tutto amici! Arrivederci!- salutò lui prima di salire sulla navicella, che si chiuse e azionò, alzandosi in volo e riducendo quei buffi abitanti a poco più che puntini neri, mentre a mano a mano il pianeta Yardrat rimpiccioliva fino a che lui non lo potè vedere che da lontano.

-Destinazione impostata: Pianeta Terra- gracchiò il computer di bordo. –Tempo necessario all’atterraggio: tre settimane-

Goku sorrise. Finalmente sarebbe tornato a casa.

 

 

                                           *                                                              *

 

-Ehi,donna!-

Bulma, distesa tranquillamente su una brandina a prendere il sole, con un top striminzito che le lasciava scoperta la pancia e i pantaloncini a pinocchietto,aprì un occhio quando sentì la voce del Saiyan, che si avvicinava a grandi passi.

-Cosa vuoi, Vegeta?- chiese la ragazza annoiata.

-Donna, sto parlando con te!- ripetè il Saiyan, non avendo ottenuto il livello di attenzione che desiderava.

-Cosa c’è?- Bulma si mise a sedere, osservandolo di sotto in su –Spera per te che sia un buon motivo, stavo riposando!-

-Mi serve quella- rispose Vegeta indicando la navicella parcheggiata dietro di lui che dal loro ritorno da Namecc era ancora sistemata in giardino.

-Perché ti serve, scusa?- chiese Bulma puntigliosa –Cosa devi farci? Vuoi andartene? Sei molto maleducato, sai?- lo rimproverò –Io ti offro la mia ospitalità, e tu la rifiuti andandotene? Sei davvero un bel principe, complimenti!-

Vegeta si inalberò. Come si permetteva quella lurida terrestre..!

-Punto primo, cosa devo farci con la navicella sono affaracci miei, io non rispondo a nessuno delle mie azioni, tantomeno devo cominciare adesso, per giunta con te; punto secondo, sono libero di andarmene quando voglio da questo stupidissimo pianeta, e punto terzo..- disse Vegeta avvicinandosi minaccioso, mentre Bulma non sembrava per niente intimorita. –Non parlarmi mai più con quel tono,chiaro? Ricordati che posso spazzare via questo inutile pianeta con un dito…mi sono spiegato?-

-Ehi! Non ti permettere di parlare così a una signora!- protestò Bulma piccata –E ti sento benissimo senza che tu faccia lo sforzo di avvicinarti!-

Vegeta sbuffò –Allora,questa navicella?- chiese impaziente, tenendo le braccia incrociate.

-Prenditela pure- rispose Bulma tornando a stendersi sotto il sole.

Vegeta si allontanò sbuffando lanciando un’ultima occhiata a quella donna petulante.

Non avrebbe potuto dire subito di si? Avrebbero perso entrambi molto meno tempo..Bah!I terrestri! Alla fine,comunque, aveva ottenuto quello che voleva, ed era quella la cosa importante.

 

                                              *                                               *

 

-Quel negozio era davvero stupendo, hai fatto benissimo a portarmi lì, Bulmina! Questi jeans mi piacciono tantissimo!- esclamò Sylvia entrando in casa carica di buste.

-Te l’avevo detto che ti sarebbe piaciuto! Per non parlare di quello di fronte! Aveva delle magliette meravigliose…e anche il commesso era molto carino- aggiunse facendo un sorriso furbetto.

-Peccato che non fosse in vendita..- disse Sylvia fingendosi rammaricata, prima che entrambe scoppiassero a ridere.

-Oh, a proposito!- disse Bulma -Vieni un attimo con me, devo farti vedere una cosa!-

-Cosa?Ehi, aspetta!- chiese Sylvia mentre veniva trascinata da Bulma verso l’edificio adiacente alla casa in cui si trovavano i laboratori e la palestra.

Bulma si fermò all’inizio del corridoio fermandosi di botto di fronte a Sylvia –Questa l’ho fatta per te. L’idea mi è venuta le sera in cui sei tornata, quando mi hai detto che sei diventata prima ballerina, spero che ti farà piacere averla…Vieni!-

La prese per il polso e la condusse fino in fondo al corridoio dove, dopo la palestra, c’era un’altra stanza, con la porta chiusa, che sembrava parecchio grande.

-Mi spieghi per favore che succede?- chiese Sylvia con un sopracciglio alzato.

Bulma non rispose ma fece un gran sorriso e spalancò la porta della stanza davanti a loro e le fece segno di entrare.

Sylvia appoggiò la mano sullo stipite dell’ampia porta ed entrò nella sala.

-Oh, mio Dio…- sussurrò stupita, con un sorriso radioso.

Davanti a lei c’era una sala ampia, con le pareti coperte di specchi e delle sbarre in legno uguali in tutto e per tutto a quelle che usava nella palestra a New York che percorrevano tutto il perimetro della stanza. Nell’angolo in fondo a destra rispetto alla porta c’era uno stereo nero, posato su una mensola e un portacd abbastanza grande da poter contenere un centinaio di dischi.

-Ti piace?- chiese Bulma guardandosi intorno soddisfatta –L’abbiamo progettata io e papà a tempo di record, volevamo festeggiare per bene il tuo ritorno!-

-Non avresti potuto farlo in modo migliore…Grazie mille, questo è il più bel regalo che potessi farmi!- disse Sylvia entusiasta abbracciando l’amica.

-Sono contenta che ti sai piaciuta..Abbiamo avuto poco tempo ma sembra che sai venuta bene, no? Puoi cominciare ad usarla anche subito- constatò l’azzurra con un sorriso fiero.

Sylvia la guardò raggiante prima di dire:

-Bulmina, sai che sei grande?-

 

                                             *                                             *

 

 -Allora,Sylvia- esordì mamma Brief passandole una tazzina di caffè nero –Com’è andata oggi? Cosa ti hanno detto?-

-All’università è andato tutto bene, riprenderò i corsi lunedì- rispose la ragazza accettando la tazzina –Le audizioni per il teatro cominceranno tra due settimane, all’inizio del mese prossimo.. Mi hanno chiesto di tornare per allora-

Il pranzo era appena terminato e gli inquilini di casa Brief erano usciti fuori in giardino a godersi il caldo sole pomeridiano,.

Bulma, la signora Brief, Sylvia e Chichi erano sedute ad un tavolino rotondo sotto un ombrellone ampio e gustavano i loro caffè tra una parola e l’altra.

-Cosa studi, Sylvia?- chiese Chichi sorseggiando il caffè.

-Giornalismo- rispose lei -Sono agli ultimi esami-

-Ah,davvero interessante…Fra quanto tempo conti di laurearti?-

-Credo che il mese prossimo potrò tranquillamente sostenere la tesi- rispose Sylvia –Non vedo l’ora- dichiarò con un sorriso.

-Immagino…Dev’essere molto pesante per te l’università..- disse Chichi lentamente lasciando Sylvia leggermente perplessa -Voglio dire.. Con la danza e il resto non dev’essere facile…-

Sylvia si chiese dove accidenti volesse andare a parare la donna. Tutte quelle domande la lusingavano, ma Chichi era quasi morbosa. Anche Bulma la guardava incuriosita.

Sylvia fissò per un attimo la mora, osservandola attentamente, ma prima che potesse dire qualcosa Chichi prese la parola.

-Sai, è stato Gohan a dirmi che tu frequenti l’università- disse guardando il figlio che, poco lontano, era immerso nella lettura di un grosso libro, seduto a pancia in giù sull’erba verde.

“E allora?”pensò Sylvia  -Ah...- sillabò confusa.

-Ho intenzione di fargli prendere ripetizioni. È voluto partire a forza per quel maledetto pianeta e ha trascurato lo studio- Chichi scosse la testa sconsolata –E ora deve assolutamente recuperare il tempo perduto-

Ammirevole organizzazione, pensava Sylvia. Ma perché lo stesse dicendo a lei non le era molto chiaro.

-Ma Gohan non vuole che io chiami un maestro- continuò Chichi apparentemente ignara della confusione che aveva scatenato nella sua interlocutrice. –Dice che non vuole uno sconosciuto come insegnante -

Sylvia sbatté le palpebre, lanciando un’occhiata di sottecchi a Bulma che rispose con un’impercettibile alzata di spalle.

Chichi si voltò verso Sylvia guardandola severamente –Gohan vuole che sia tu a dargli ripetizioni-

-Ah..- “Allora è per questo!” pensò sollevata –Beh..- fece per rispondere.

-Io gli ho detto naturalmente che tu sei impegnata con l’università e anche la danza ti porta via molto tempo e non puoi certo rinunciare alle tue passioni per lui..- si affrettò a dire Chichi –Perciò gli ho detto che avresti certamente rifiutato-

-Ma no! Se Gohan vuole che sia io a dargli lezioni, posso farlo, non devi preoccuparti Chichi!- la rassicurò Sylvia.

-Sylvia, non devi accettare per forza, tu hai i tuoi impegni..- cercò di dissuaderla la mora.

-Chichi, davvero, posso farlo! È tutta questione di organizzazione, non ho mai avuto problemi a conciliare lo studio con la danza e il lavoro! A New York ho lavorato anche per una testata giornalistica, oltre a studiare e insegnare danza! Mi farebbe un sacco piacere istruire Gohan!-

-E come riuscirai a conciliare i tuoi impegni?- chiese Chichi con un sopracciglio alzato.

-Non è difficile, tranquilla, ci sono sempre riuscita benissimo, per me non è un problema! Ma c’è una piccola cosa che devo precisarti..-

-Cosa?- chiese Chichi con una punta d’isteria nella voce. Evidentemente temeva che se ci fossero stati dei problemi, il suo bambino non avrebbe potuto ricevere un ampio quadro di conoscenze. Ciò si sarebbe ripercosso sul futuro di suo figlio che a causa di incolmabili lacune, non sarebbe mai diventato un importante studioso. Meglio sapere subito e chiarire i dubbi una volta per tutte.

-Sono un disastro in matematica, chimica, fisica e materie scientifiche- affermò Sylvia con leggerezza -Quindi posso aiutare Gohan solo per le materie letterarie…Ma ti assicuro che in quelle sono ferratissima.. sono la mia passione!-

-Credile Chichi- intervenne Bulma –Quando andavamo al liceo prendeva sempre il massimo nelle traduzioni di latino e greco e in letteratura…Ed era un fiasco in matematica!- aggiunse.

-Già, in quella il genio eri tu!- sorrise Sylvia . –Ehi! Mi è venuta un’idea! Perché tu, Bulma, non aiuti Gohan con le materie scientifiche? Così potremo dividerci le ore _senza stressare troppo Gohan, naturalmente_ e tutti e tre avremo un po’ di tempo libero! Cosa ne dite?-

-Per me va bene- disse subito Bulma annuendo –Mi sembra una buona idea, e non ho nulla di particolare in programma prossimamente-

-E tu Chichi? Cosa ne dici? Va bene per te?- chiese Sylvia rivolgendosi all’altra.

-Perfetto- disse la donna, inflessibile –Ma mi raccomando…Voglio che il mio bambino sia il più preparato della classe quando ricomincerà l’anno scolastico!-

-Allora va bene!- esclamò Sylvia entusiasta –E stà tranquilla, con noi non avrà problemi!- Sorrise a Chichi -Bene! Ora dobbiamo solo dirlo a Gohan!-

 

                                                              *                                          *

 

-Dì un po’, vuoi suicidarti per caso? No, perché nell’ eventualità, poteri suggerirti metodi più rapidi e indolori di questo!- dichiarò Bulma mentre rientrava in casa con Sylvia portando in cucina le tazzine di caffè vuote.

-Di che cosa stai parlando?- chiese Sylvia voltandosi a guardarla sorridendo tranquilla mentre posava il vassoio sul tavolo.

-Lo sai benissimo!- disse Bulma mettendosi le mani sui fianchi. –Dare lezioni a Gohan!Ma dico, ti è andato di volta il cervello per caso?-

-Io non vedo il problema, Bulma- dichiarò Sylvia mentre metteva le tazzine nella lavapiatti senza guardarla.

-Ah,no? Allora te lo faccio vedere IO il problema- rispose l’azzurra fronteggiando l’amica -Il mese prossimo devi laurearti, tra due settimane hai un’audizione, devi finire di scrivere la tesi, prepararti per gli ultimi tre esami e allenarti a ballare...Già per fare tutto questo, non basterebbero ventiquattro ore al giorno! E ora hai deciso anche di dare lezioni a Gohan! Ma dico, sei impazzita?-

-Ma perché?! Ce la faccio!- insistette Sylvia.

-Ah,certo!- esclamò Bulma –Tu non conosci Chichi, Sylvia! Farà sgobbare da morire sia te che quel ragazzino, giorno e notte! Non avrai più tempo per fare altro, lo capisci? Quella donna è fissata, vuole il meglio per suo figlio!-

-E al momento questo meglio siamo noi, Bulma- disse Sylvia ponendo particolare enfasi sul “noi” e guardando intensamente l’amica. –E poi avremo del tempo libero, no? Gohan è un guerriero, vorrà anche allenarsi!-

-Ed è qui che arriviamo al punto- disse Bulma pedante –Chichi non vuole che Gohan si alleni e perciò lo mette sotto torchio con lo studio! Non vuole che diventi un guerriero come suo padre, capisci? Non gli lascerà un attimo di tregua! Solo facendo in questo modo dimostrerà al figlio che non può allenarsi e studiare contemporaneamente e che prima o poi dovrà scegliere!-

-E allora sai cosa faremo? Dimostreremo a madre e figlio che si può studiare e allenarsi nello stesso tempo!- propose Sylvia con gli occhi luminosi, come sempre quando le veniva un’idea.

-E come, sentiamo?- chiese Bulma in tono di sfida.

-Faremo in modo che Gohan, ma soprattutto Chichi, vedano che noi viviamo la nostra vita come tutti, che abbiamo dei doveri, certo, ma non rinunciamo alle nostre passioni!- Spiegò la ragazza euforica -Ci stai?- chiese con un sorriso a trentadue denti.

-Se ti dicessi no sarebbe lo stesso- sospirò Bulma sconsolata.

-Bene allora!- sorrise Sylvia determinata –Che ne dici di cominciare?-

 

                                                        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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