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Autore: SusanTheGentle    18/10/2012    7 recensioni
Un amore improvviso, due cuori che si incontrano ma che non riescono mai a toccarsi davvero come vorrebbero...almeno fino all'ultimo giorno. Nessuno sa. Forse nessuno saprà mai. Solo Narnia, unica testimone di quell'unico attimo di felicità.
Caspian e Susan sono i protagonisti di questa nuova versione de "Il Viaggio del Veliero". Avventura, amore e amicizia si fondono nel meraviglioso mondo di Narnia...con un finale a sorpresa.
"Se vogliamo conoscere la verità, dobbiamo seguire la rotta senza esitazione, o non sapremo mai cos'è successo ai sette Lord e dove sono finite le Sette Spade"
Il compito affidatogli questa volta era diverso da qualsiasi altra avventura intrapresa prima. C'era un oceano davanti a loro, vasto, inesplorato; c'erano terre sconosciute alla Fine del Mondo; una maledizione di cui nessuno sapeva niente. Non era facile ammetterlo, ma era probabile che nessuno di loro sarebbe mai tornato. Stava a lui riportarli indietro.
Caspian si voltò a guardare Susan, la quale gli rimandò uno sguardo dolce e fiero, e all'improvviso capì che qualsiasi cosa fosse accaduta, finché c'era lei al suo fianco, avrebbe sempre trovato la forza per andare avanti"

STORIA IN REVISIONE
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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3. È la fine?

 

Non importa quanto lontano
O dove sarai
Chiuderò i miei occhi
E tu sarai nei miei sogni
E sarai lì
Finché non ci rincontreremo…


«Mia signora? Regina Susan, dove siete?»
Era la voce di Briscola.
Susan si alzò e si fece vedere. «Sono qui!»
«Ah, eccovi! Vi ho cercata dappertutto. Dovete venire»
«È successo qualcosa?» chiese subito lei.
«Vi desidera il Grande Aslan»
Infine, era arrivato il momento.
Susan si sentì in un certo qual modo rassegnata, ma non poté impedire ai suoi occhi di inumidirsi di nuovo.
Non fare la sciocca,si disse. Lo sapevi. Non puoi stupirti e non puoi sperare in niente di diverso. È ora.
Salutò gli amici animali e si fece condurre da Briscola attraverso il palazzo, fino al cortile ovest. Era un luogo in ombra, dove il sole batteva solo nel pomeriggio. La ragazza individuò con facilità il Leone.
«Grazie C.P.A, puoi lasciarmi qui» disse al Nano.
Quando Briscola si fu allontanato, Susan raggiunse Aslan.
«Ben alzata, mia cara»
«Grazie, Aslan»
«Dove ti eri nascosta? È stato assai difficile trovarti, per il povero Caro Piccolo Amico»
«Non mi ero nascosta, caro Aslan, Volevo solo rimanere un po’ da sola» rispose lei, allungando una mano e passando le dita tra la morbida criniera dorata. «Volevi vedermi?»
«Sì, ma dobbiamo aspettare che arrivi Peter per cominciare il nostro discorso. Ho qualcosa di molto importante da dirvi»
Susan si ritrasse e annuì una volta.
«C’è qualcosa che ti fa soffrire» affermò Aslan. «Parlami, cara, non aver timore»
Susan sentiva lo sguardo del Leone su di lei. Non aveva fatto una domanda: Aslan sapeva.
«Oh Aslan! Caro, carissimo Aslan!» esclamò la ragazza, gettandosi in ginocchio e abbracciandolo.
Il Leone la circondò con una delle sue possenti zampe.
«Io lo amo! Lo amo! Non voglio andar via!»
Susan pianse finalmente tutte le sue lacrime, quelle che aveva cercato così a lungo di trattenere. Ma davanti ad Aslan le lasciò libere di scorrere. Bagnarono la folta e bella criniera, bagnarono il muso del felino ma lui non si mosse, continuò a tenere la sua zampa sulla schiena di Susan, rassicurante e calda come i raggi del sole.
«Ora calmati e raccontami tutto, figlia mia»
Lei si separò dall’abbraccio e si asciugò il viso. «Amo Caspian. L’ho sempre amato credo, fin dal primo istante. Ieri sera gliel’ho confessato e anche lui ha detto che mi ama. Anzi, ha dichiarato il suo amore per primo, chiedendomi di rimanere. Aslan, cosa devo fare?»
«Tu conosci già la risposta, altrimenti non l’avresti chiesto»
Susan esitò, poi disse: «Sì…devo tornare a casa comunque»
«È così»
«Non è giusto…Oh, perdonami! Lo so che sono un’egoista!»
La ragazza ebbe timore di guardare nei grandi occhi del Leone, pensando di trovarvi rimprovero. Invece erano buoni e dolci e Aslan sorrideva.
«Dimmi, Susan La Dolce, Regina di Narnia: lasceresti mai i tuoi fratelli e la tua casa per rimanere qui?»
«Io…No, certo, ma…anche Narnia è la nostra casa. E sono sicura che anche Ed, Lucy e Peter sarebbero felici di rimanere qui»
Aslan aspettò.
«Potremo sempre tornare, non è vero?” chiese subito dopo, speranzosa. Un sorriso si aprì sul suo volto.
Forse era quella la risposta. Forse, anche se avessero lasciato Narnia, lei e gli altri vi avrebbero fatto ritorno e allora lei e Caspian… Sì, doveva essere così! Dovevano separarsi e sarebbe stato doloroso, ma si sarebbero rincontrati.
Ma Aslan, come se le avesse letto nel pensiero, assunse un’aria grave e il sorriso di Susan vacillò.
«Ancora un momento e ti spiegherò tutto» disse lui. «Ecco che Peter sta arrivando»
Susan si affrettò ad asciugarsi meglio il volto. Non voleva che Peter sapesse. Non ancora, per lo meno.
«Siamo solo noi?» chiese il Re Supremo quando fu vicino a loro.
«Sì, ragazzi» rispose Aslan. «Vi ho chiamati qui per poter parlare in tranquillità. Devo dirvi qualcosa di spiacevole»
«Torniamo a casa, vero?» chiese Peter, anche lui molto triste.
Il Leone annuì gravemente. «Sì, e stavolta per sempre»
Qualcosa nel petto si Susan si lacerò in mille pezzi. Il cuore - ammesso che avesse ancora un cuore e che non fosse quello ad essere andato in frantumi - cominciò a battere fortissimo, facendole quasi male.
«Che cosa vuoi dire?» chiese Peter accigliandosi.
«Venite, camminiamo un po’ » li invitò Aslan.
Passeggiarono in silenzio per alcuni minuti. I fratelli attendevano che il dialogo riprendesse.
Aslan fece un lungo sospirò misto a un brontolio. «Quando siete venuti a Narnia la prima volta, eravate dei ragazzini. Ora siete più vicini a essere giovani uomini e donne. Qui avete imparato molte cose che nel vostro mondo non avreste mai potuto apprendere. A Narnia avete conosciuto il valore e l’importanza del coraggio, dell’amicizia…e dell’amore».
Aslan si fermò, fissando gli occhi in quelli di Susan, la quale distolse lo sguardo, triste. Anche il Leone abbassò il suo, riprendendo a camminare.
«Avete regnato come buoni Sovrani su questa terra, e per questo vi sarò sempre grato. Ma c’è un tempo per ogni cosa: la vostra vita non è a Narnia»
«Ma Narnia è la nostra casa!» protestò educatamente Peter.
Ripeté le esatte parole della sorella e Susan lo guardò con affetto. Forse Peter avrebbe persuaso Aslan a farli restare.
«Sì, è stata la vostra casa, ragazzi, ma voi appartenente al vostro mondo. Io ho creato altri popoli oltre a questo, ed uno è quello da cui provenite. Voi che avete conosciuto la giusta terra di Narnia, dovrete portare la saggezza e la speranza nella vostra, poiché gli uomini hanno ormai scordato cosa significhino i buoni sentimenti. Voi siete le persone giuste. Non dimenticate mai cosa Narnia è stata per voi e insegnatelo un poco a chi vi ascolterà. Forse così il vostro mondo si salverà dalla corruzione in cui è caduto. Una singola nota può far nascere un’intera melodia»
«E Lucy e Edmund?» chiese ancora Peter.
«Potranno tornare ancora» spiegò Aslan, «ma verrà il giorno in cui anche loro dovranno lasciare Narnia per sempre. So che può sembrare terribile ma dovete cercare di capire»
«Io…io credo di capire, ora» mormorò Susan.
Peter e Aslan si voltarono a guardarla, mentre continuavano il loro giro. Si trovavano ora sotto un portico fresco. Erano quasi arrivati alla piazza dove presto ci sarebbe stato il discorso di Caspian.
«Siamo cresciuti qui prima che nel nostro mondo, Peter» continuò lei, vedendo lo sguardo un po’ perplesso del fratello maggiore. «Siamo diventati adulti, siamo diventati- come ha detto Aslan- dei buoni Sovrani. Dobbiamo tornare a casa pensando questo: crescere di nuovo in Inghilterra cercando di diventare persone migliori anche laggiù»
«Hai ragione, Sue, anch’io comincio a comprendere meglio» annuì il ragazzo. «Aslan, ti rivedremo un giorno?»
«Certo, figli miei, quando sarete pronti. Cercate di non dimenticare la mia voce e la sentirete anche nel vostro mondo. Io sono anche là, solo che mi conoscete con un altro nome e con un aspetto diverso»
«Anche questo credo di capirlo» disse il giovane. «La tua è una voce che si sente col cuore»
«Sì, Peter»
«Ti prometto che non scorderò mai né te né Narnia, né i nostri amici»
«Anch’io lo prometto» disse Susan. I due fratelli abbracciarono forte il Leone.
«La tristezza sarà immensa, figlioli» riprese quest’ultimo. «Cercate sostegno l’uno nell’altro e fatevi forza. Narnia sarà sempre dentro di voi»
Susan capì allora il significato della domanda che Aslan le aveva posto prima: lasceresti mai i tuoi fratelli per rimanere qui?
Il suo cuore era diviso in due, ma non poteva scegliere entrambe le parti. Quanto avrebbe sentito la mancanza della sua famiglia? No, non poteva lasciarli. Però non poteva lasciare nemmeno Caspian.
Ma devo farlo ,pensò.
*«Vostra Maestà?» udì poi Aslan dire.
Si era persa un momento nei suoi pensieri e ora, voltandosi, vide Caspian che veniva verso di loro attraverso il cortile.
I loro occhi si incontrarono.
Caspian capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava: Susan aveva sul volto un’espressione triste che cercava di nascondere, senza però riuscirci molto bene.
Si sentirono lontani, quando poche ore prima erano stati così vicini.
Il Re si rese conto di dover dire qualcosa. Distolse faticosamente lo sguardo da lei - più bela che mai quel giorno - per rivolgersi ad Aslan.
*«Siamo pronti. Sono tutti riuniti»
Il Leone annuì, poi guardò da Caspian a Susan.
Lei si voltò a sua volta verso il Felino con occhi imploranti. Aslan capì ciò che le iridi azzurre della Regina chiedevano, ma Susan lesse in quelle dorate del Leone che ciò che era deciso non poteva mutare.
Se forse Caspian avesse avuto il coraggio di parlare, di agire, di chiedere in quell’istante ad Aslan di poter tenere Susan con sé, le cose sarebbero potute andare diversamente. Ma non lo fece. Il giovane Re non aggiunse altro, voltò le spalle e tornò sui suoi passi.
Susan lo guardò ancora, osservando il profilo sella sua schiena mentre si allontanava, finché non sparì dietro un angolo. Poi, la ragazza abbassò gli occhi a terra, continuando a camminare a fianco ad Aslan e Peter.
«Ora è meglio che andiate a raggiungere i vostri fratelli» disse il Leone.
Peter si mosse, notando però che la sorella non intendeva seguirlo. «Vieni?»
Vai avanti, io ti raggiungo»
Quando Peter si avviò, Susan si voltò verso Aslan. «Posso salutarlo?»
«Ma certo, cara»
Non aspettò un secondo di più. Mentre diceva «Grazie», già raccoglieva la lunga gonna azzurra e correva via, in cerca di Caspian.
Riattraversò il portico dove si erano incrociati poco prima, ma non c’era più. Doveva assolutamente raggiungerlo prima che lui arrivasse in prossimità della piazza, o non avrebbe più avuto un’altra occasione.
Sembrava che le gambe non rispondessero alle sue esigenze. Le pareva di non correre abbastanza velocemente, temendo di non fare in tempo.
Attraversò un porticato sopraelevato e quando guardò giù, lo vide pochi metri sotto di lei.
«Caspian!» gridò con quanto fiato aveva in corpo.
Il ragazzo alzò la testa e la vide. Tornò indietro di corsa per raggiungerla.
I due giovani si corsero incontro, gettandosi l’uno tra le braccia dell'altro.
«Promettimi che non mi dimenticherai!» lo pregò Susan.
«Cosa…?» balbettò lui, ma la fanciulla gli pose una mano sulle labbra.
«Promettimelo»
«Te lo prometto»
Lei sorrise. Ma c’era qualcosa di strano in quel sorriso. Malinconia, forse, o qualcos’altro che Caspian non riuscì a decifrare.
«Credevo che te ne fossi andata. Che fossi già partita. Ho avuto paura, Susan»
La ragazza si separò da lui. Non cercò un suo bacio o una sua carezza. Continuò invece a sorridergli sempre con quello strano sguardo.
«Che cosa c’è?» chiese il Re, preoccupato.
«Sappi che anch’io non ti dimenticherò mai, Caspian. Mai!»
«Perché mi dici queste cose? Sembra quasi che tu mi stia dicendo addio»
«Non mi aspettavo questo quando sono arrivata qui» si sforzò di continuare lei. «Ma credimi, è stato come vivere una favola, e tu sei stato il mio principe»
«Susan…»
Un corno risuonò in lontananza.
«È il tuo momento. Devi andare»
Lui non voleva lasciarla. «Vieni con me?»
Lei scosse la testa. «Sei tu il Re, adesso. Aspettano solo te»
No, pensò Caspian, non poteva essere un addio. Non ancora. Erano stati così felici solo poche ore prima…perché doveva andare in quel modo? Perché?
Si sentì come se un pugnale affilato gli lacerasse il petto, e la ferita non potesse essere guarita se non con la presenza di quella meravigliosa fanciulla.
Chiedeva solo un altro po’ di tempo. Solo un poco, per poterle dire ancora una volta ‘ti amo’.
«Perché non sei rimasta con me?»
Susan capì che si riferiva a quella mattina. «Era meglio così. Chissà cos’avrebbero pensato gli altri, trovandoci insieme»
«Avremmo detto loro la verità se fosse accaduto»
Susan non rispose.
Lui voleva stringerla ancora, ma non osò.
«Vorrei trascorrere con te tutta la mia vita» disse il giovane, guardandola intensamente.
«Lo vorrei anch’io»
Si alzò il vento, che scompigliò un poco i capelli di entrambi.
Ormai era chiaro a Caspian ciò che stava per accadere, ma una parte di lui continuava a rifiutarlo.
«Che fate ancora qui, voi due?» disse poi la voce di Edmund, il quale arrivò seguito da Lucy e Ripicì. «Sbrighiamoci, Aslan ci sta chiamando»
Il corno risuonò una seconda volta e non poté essere ignorato.
Quando Caspian giunse nella piazza insieme ai Pevensie, il popolo di Narnia li acclamò ancora una volta. I nobili di Telmar che erano rimasti al servizio di Miraz, invece, si mostrarono più scettici nell’accettare il nuovo Sovrano, molto più di quanto lo erano stati gli altri popolani.
Vicino a Caspian c’era Aslan. Erano presenti anche Cornelius, Tempestoso, Briscola, Ripicì, uno dei tre Orsi giganti e Tartufello. Come sfondo, oltre a un cielo limpidissimo contro il quale si disegnavano nitide le sagome delle Montagne Occidentali, vi era un alto albero dal tronco contorto.
In quello scenario, Re Caspian X cominciò il suo discorso.
*«Narnia appartiene alle sue creature come appartiene all’uomo. È benvenuto chiunque di Telmar voglia restare e vivere in pace qui. Ma Aslan, farà tornare tutti quelli che lo desiderano nella terra dei nostri padri»
Dalla folla si levò un brusio.
*«Sono generazioni che abbiamo lasciato Telmar» disse un uomo.
*«Noi non ci riferiamo a Telmar» intervenne Aslan. «I vostri antenati erano briganti di mare, pirati, approdati su un’isola dove in una caverna trovarono un passaggio che li portò qui dal loro mondo. Lo stesso dei nostri Re e delle nostre Regine»
Tutto il popolo fu ancora più perplesso. Come un sol uomo, la folla si voltò a guardare i Pevensie, stupiti a loro volta da quella rivelazione, così come Caspian: gli abitanti di Telmar venivano dalla Terra?
*«È in quell’isola che io posso farvi tornare. È un bel posto per chiunque voglia ricominciare una vita» concluse il Leone.
Nessuno parlò, il mormorio continuò finché qualcuno non si fece avanti.
*«Accetto» disse il Generale Glozelle, lasciando tutti basiti. «Accetto la proposta».
Il Generale si volse in direzione di Caspian, piegando leggermente il capo in un mezzo inchino. Il neo Sovrano ricambiò il gesto. Tra i due era nata una sorta di stima reciproca dopo che Glozelle aveva visto il Principe risparmiare la vita di Miraz. In quanto a Caspian, quando Glozelle aveva esitato nel colpirlo durante la battaglia, si era dovuto ricredere sul suo conto del Generale. Forse, dopotutto, non era un uomo così malvagio.
Ma lo stupore del giovane Re fu nulla in confronto a quando anche sua zia accettò la proposta di Aslan. Prunaprismia venne scortata davanti al Leone da uno dei nobili di Telmar, che sarebbe partito con lei e il figlioletto.
Aslan li osservò attentamente e lesse nei loro cuori. *«Poiché avete parlato per primi, il vostro futuro in quel mondo sarà felice»
Dopo aver detto ciò, il Grande Leone si voltò verso l’albero e soffiò con il suo fiato caldo in quella direzione. L’albero cominciò a muoversi tra le esclamazioni generali, di paura e di meraviglia. Il tronco girò su se stesso finché non si divise in due, si aprì e formò un passaggio. Aslan aveva tracciato una porta nell’aria.
Glozelle, Prunaprismia, il bambino e il nobile, passarono attraverso il portale, scomparendo nel nulla.
Perfino gli abitanti di Narnia, che di magia sapevano molto, rimasero attoniti davanti a un prodigio simile.
*«Come possiamo essere sicuri che non ci sta conducendo verso la morte?» esclamò un telmarino, puntando un dito accusatore contro Aslan. Molti furono d’accordo con lui.
*«Sire»intervenne Ripicì, rivolgendosi al Leone. *«Se il mio esempio può essere di qualche aiuto, prenderò undici topi con me senza frapporre indugio»
Aslan però scosse il capo, guardando poi Peter e Susan.
I due fratelli si scambiarono a loro volta uno sguardo e Peter disse: *«Tocca a noi».
*«Tocca a noi?» chiese Edmund, con tono quasi incredulo.
A quelle parole, Caspian cercò lo sguardo di Susan ma lei teneva gli occhi bassi.
*«Venite. Il tempo è scaduto» disse ancora Peter. *«Dopotutto, noi non serviamo più qui»
Il Re Supremo si allontanò dai fratelli. Estrasse Rhindon, la sua fedele spada, avvicinandosi a Caspian, porgendogliela. Quest’ultimo l’afferrò, e per un attimo la tennero insieme in un momento solenne. Era come il passaggio da un’epoca passata a una che guardava al futuro.
*«La custodirò fino al tuo ritorno!» assicurò Caspian.
Sì, maledizione! Doveva convincersi di questo. Doveva continuare a ripeterselo ancora e ancora. Non poteva essere che...
*«Temo che questa sia la fine» disse d’un tratto Susan.
Caspian si voltò nuovamente verso la ragazza, guardandola con estrema tristezza. La stessa che traspariva dagli occhi della ragazza.
Sarebbe stato meno doloroso morire piuttosto che sentire quelle parole venire proprio da lei. E quando la voce incerta di Susan pronunciò parole definitive, Caspian si sentì davvero morire dentro.
*«Non torneremo più»
Lui la fissò senza capire.
Non torneremo. Lei non sarebbe tornata...mai più. Impossibile.
*«Ah no?» fece la vocina di Lucy. Ansiosa, rivose uno sguardo alla sorella maggiore.
Ma fu Peter a risponderle. *«Voi due sì» la rassicurò, girandosi anche verso Edmund. *«Almeno, credo che Aslan intenda voi due»
*«Ma perché?» esclamò Lucy rivolta al Leone. *«Loro hanno fatto qualcosa di male?»
*«Al contrario mia cara, ma ogni cosa ha il suo tempo» sorrise Egli. *«Tuo fratello e tua sorella hanno imparato tutto quello che potevano da questo mondo. Ora, è il momento che comincino a vivere nel loro»
*«Stai tranquilla, Lucy» disse ancora Peter, prendendola per mano. *«Non pensavo sarebbe andata in questo modo, ma va bene così. Un giorno lo capirai anche tu. Vieni».
Il Re Supremo la condusse a salutare tutti gli amici schierati lì. Edmund li seguì silenzioso.
Lucy abbracciò forte Briscola, il suo Caro Piccolo Amico, che stentò a trattenere le lacrime. Peter strinsero rispettivamente la mano a Tempestoso e al dottor Cornelius.
Infine, imponendosi di continuare a sorridere, Susan avvicinò a Caspian.
*«Tornare è stato bello» mormorò.
Sembrava un’altra. Così fredda e distaccata che persino lei stentava a riconoscersi.
Caspian la guardò e cercò di comunicarle in un’unica frase, forse troppo semplice, tutte le parole che non era riuscito a dirle e che non le avrebbe più detto.
*«Avrei voluto trascorrere più tempo con te»
Lui non seppe come trovò il coraggio di non prenderla di nuovo tra le braccia, anche davanti a tutti, non gli importava.
Nessuno sapeva di loro, nessuno era stato testimone del loro amore, e forse era meglio che restasse un segreto.
*«Non avrebbe mai funzionato, comunque» aggiunse Susan.
Ecco di nuovo quel sorriso forzato.
*«Perché no?»
Che cosa stava dicendo? Quelle parole non potevano venire davvero dal cuore della sua amata. Stava tentando di nuovo di mascherare la sofferenza. Perché, Susan?
Le dolci labbra di lei si distesero in un sorriso un pò più ampio. *«Ho milletrecento anni più di te» scherzò appena.
Fu allora che anche Caspian si lasciò andare a un breve riso, il quale scomparve quasi subito dal suo volto per ridare posto alla tristezza.
Susan era distrutta ma non poteva permettersi di mostrarlo, doveva essere forte per entrambi. Doveva continuare a sorridergli. Trasmettere a Caspian la forza necessaria per sopportare.
Il Re la guardò mentre si voltava. La vide fermarsi per un attimo, voltarsi, tornare indietro.
Susan tornò da lui e lo baciò per l’ultima volta.
Lui l’abbracciò con tutto il suo amore.
In quel momento, in quell’abbraccio pieno di tristezza e dolcezza, chiusero gli occhi rivivendo in un secondo tutti i bei momenti passati insieme, anche se brevi.
«Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista» le sussurrò Caspian, così piano che solo lei potesse sentire. «Mi innamorerò di te tutte le volte che ti rivedrò». 
«Oh, Caspian, anch’io!»
«Un giorno tornerai»
Incredibile come lui sperasse anche adesso. Ingenuo e dolce Caspian. A lui non importava se lei lo lasciava, perché avrebbe continuato ad avere la convinzione che prima o poi sarebbe tornata. Una convinzione che influenzò per un secondo anche lei, ma che subito svanì.
Non sarebbe tornata. Mai più.
*«Capirò quando sarò più grande, ne sono sicura» mormorò Lucy a Ed e Peter, osservando la sorella e il Re abbracciarsi.
*«Io sono già grande, ma non so se voglio capire» commentò Edmund con un mezzo sorriso non troppo convinto.
Loro non potevano sapere cosa avevano significato per Susan e Caspian quei giorni a Narnia. Lo avrebbero compreso in futuro. Per adesso, quel sentimento appariva ai loro occhi come un amore semplice e un po’ triste, quando in realtà era un amore vero e profondo, strappato via prepotentemente dal cuore dei due giovani innamorati.
Caspian e Susan non avrebbero mai voluto lasciarsi ma, infine dovettero cedere, perché il tempo era inclemente. Si separarono dolcemente, guardandosi negli occhi un ultimo istante.
La ragazza non riusciva quasi a muoversi. Si impose di distogliere lo sguardo da Caspian, di allontanarsi da lui, per tornare con passo lento verso i fratelli. Era quello il suo posto.
Caspian osservò uno per uno i volti dei suoi amici:
Lucy... piccola, tenera, e valorosa Lu.
Poi Edmund, Ed, che era subito divenuto come un fratello per lui.
Peter, che in fondo stimava e ammirava.
E Susan. La sua Susan. La regina del suo cuore.
Non smise mai di guardarla finché non sparì alla sua vista attraverso il portale nell’albero magico. Finché non se ne andò per sempre dalla sua vita.


I quattro fratelli Pevensie si ritrovarono nella metropolitana affollata dove il treno li attendeva. I loro begli abiti narniani erano ridiventati le anonime divise scolastiche.
Lucy si voltò indietro.
Niente. Tutto svanito. Non c’era più il castello di Caspian. Non c’era più Aslan. Solo un muro di mattoni.
Si sentirono smarriti, come se non appartenessero a quel mondo anche se era il loro... o forse no. Non più ormai.
Poi, la loro metropolitana si fermò e vi corsero a bordo. A stento ricordarono che avevano lasciato Finchely mentre attendevano il treno che li avrebbe portati a scuola.
*«Dite che non c'è modo di tornare indietro?» chiese Edmund, frugando nella sua borsa. *«Ho lasciato la mia torcia a Narnia!»
Non poterono non lasciarsi andare tutti quanti a un sorriso vero e sincero. Poi, il treno partì e li riportò verso la realtà.
Presero posto sui sedili, stretti l’uno accanto all’altro, lontani con il pensiero che era ancora rivolto a Narnia e ai suoi verdi prati.
Susan fissò il suo riflesso nel finestrino scuro.
“Perdonami Caspian” pensò, appoggiando la fronte contro la superficie fredda. “Perdonami Aslan. Perdonatemi tutti”
Nel suo cuore non c’erano le stesse speranze che animavano quello del suo Principe. Aveva mentito quando aveva promesso di non dimenticare, perché in realtà voleva dimenticare quello che avrebbe potuto essere e che non sarebbe mai stato.
Era troppo doloroso, sapeva di non essere forte come i suoi fratelli.
Un’ultima lacrima rigò il suo viso. Chiuse gli occhi. Il volto di Caspian, il suo sorriso, erano ancora lì, impressi nella sua mente. Ma quel bellissimo sogno era scomparso e le sembrava già così lontano.
Ora doveva accettare la realtà e ritornare alla vita di sempre.
Non era giusto.
Strinse le mani sulla borsa della scuola per trovare la forza di cacciare indietro le lacrime, avvertendo qualcosa di duro al tatto. Non erano i libri. Perplessa, aprì la borsa e vi infilò la mano.
Lo riconobbe senza vederlo, perché conosceva a memoria ogni suo singolo intaglio. Piano, con dita tremanti, lo afferrò più saldamente.
«Peter! Edmund!» esclamò Lucy, che aveva osservato i movimenti della sorella maggiore.
I ragazzi si voltarono nel momento in cui dalla borsa di Susan emergeva il corno d’avorio.
La ragazza si volse rapida verso i fratelli. Aprì e chiuse la bocca più volte senza riuscire a emettere nessun suono.
«Probabilmente…» balbettò Lucy. «Probabilmente alla fine Caspian te l’ha ridato senza che te accorgessi»
Sì, vero, pensò Susan. Ma quando era successo? Forse…
Forse la notte scorsa.
Rimasero lì, immobili. Nessuno si curava di loro. Nessuno notò quattro ragazzi che guardavano allibiti un piccolo oggetto all’apparenza insignificante.
Fu Edmund a rompere il silenzio. «Ritorniamo a casa?»
Non c’era bisogno che gli altri dicessero nulla. Tutti sapevano a quale casa si riferiva.
 
 


Guarderò sempre indietro, quando me ne andrò
Questi ricordi rimarranno per l’eternità
 E tutte le nostre lacrime saranno perse nella pioggia
Quando troverò il modo di ritornare ancora tra le tue braccia
Ma fino a quel giorno, tu lo sai
Che sei la regina del mio cuore.






 

Potete vedere il video di Queen Of My Heart (fatto da me) a questo link.

E' il primo che ho fatto su Narnia, siate buoni, non è proprio perfetto, ma ci terrei che lo guardaste perchè questa canzone è quella che ha ispirato tutta la storia...e che la sta ancora ispirando.
 

Come avevo già detto nel primo capitolo, questa doveva essere una one-shot, di conseguenza questo dovrebbe essere il finale, ma..............in realtà non pensavo di farlo così,  anche se mi piaceva l’idea di mantenerlo in sospeso. Però, come spesso mi accade, i personaggi  agiscono e parlano da soli (sì, lo so che è la mia testa che pensa, è complicato da spiegare, comunque è vero). Mi sono detta: "potrei anche continuarla questa storia..."
Le idee non mi mancano. Potrei addirittura riscrivere un poco ‘Il Viaggio del Veliero’, chissà…o magari qualcos’altro. Su Narnia ho milioni di idee, quindi aspettatevi presto un nuovo aggiornamento!
 
L’ultimo pezzo, come avrete notato, è del tutto identico al film. Volutamente identico. Ho messo le stesse frasi e ho descritto le scene aggiungendoci ovviamente qualcosa di mio.
Spero non ci siano problemi di copyright.
Per capirci, le battute vere sono quelle con davanti l’asterisco.
 
Per quanto riguarda la scena finale, invece- quella in cui Susan tiene in mano il suo corno- mi sono ispirata al video di “This is home”, dei Switchfoot, che fa parte della colonna sonora del secondo film di Narnia. Nella scena finale del video si vede una ragazza a bordo di un treno con in mano il corno di Susan, come se fosse proprio lei. Così ho avuto l’idea di inserire la scena anche nella fic.
 
Ringraziamenti a chi ha recensito lo scorso capitolo:
IwillN3v3rbEam3moRy, Serena VdW e tinny

E a chi ha messo la storia nelle seguite:  CaspiansLover , FrancyNike93 , IwillN3v3rbEam3moRy , Serena VdW e SweetSmile
(vi metto in ordine alfabetico, così non faccio torti a nessuno XD)

E come sempre…Per Narnia! E per Aslan!

 
Susan ^^

 
   
 
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