Capitolo
19
Il
miglior compleanno
della mia vita
(Trailer)
Odio tante cose
da quando ti conosco
e non ne conosco neanche il perché
ma lo intuisco
odio... il mio nome solo senza il tuo
ogni fottuto addio
io odio quando ti odi e mi allontani perché
hai delle isole negli occhi
e il dolore più profondo
riposa almeno un'ora solo se ti incontro.
La mattina
seguente mi svegliai, ma in realtà mi
sembrò lo stesso di sognare.
Lorenzo dormiva ancora e mi cingeva la vita con un braccio. Sorrisi e
gli
accarezzai i capelli arruffati dal troppo movimento.
Mi venne da sorridere, mentre mi alzavo coprendomi come meglio potevo.
Era successo. Io e Lorenzo avevamo fatto l'amore e niente avrebbe
potuto
rovinare quella giornata.
Entrai in bagno, chiudendomi la porta alle spalle. Mi guardai allo
specchio e
non mi riconobbi.
Ero raggiante. Avevo un sorriso che non accennava a scomparire neanche
se mi
sforzavo. Gli occhi mi brillavano e la pelle sembrava più
distesa.
Tutto questo lo dovevo a Lorenzo.
Sorrisi, cercando di sistemarmi i capelli, dopodiché mi
sciacquai il viso e
tornai in camera da letto.
Iniziai a raccogliere i miei vestiti, sparsi ovunque nella stanza, ma
una mano
calda mi circondò il polso facendomi piombare sul letto
-Dove credi di andare?- Mi chiese Lorenzo, stringendomi contro il suo
petto
nudo. Arrossii fino alle punte dei capelli. Quella notte mi aveva fatto
diventare una vera e propria manica. Non riuscivo a smettere di
ripensare a
quello che...era successo, e allo stesso tempo
non riuscivo a
smettere di desiderare che succedesse di nuovo. Quel ragazzo mi aveva
letteralmente rovinata
-A casa- Risposi sorridendo. Lorenzo mi baciò e io
ricambiai. Eccome se
ricambiai
-Come stai?- Mi chiese sciogliendo il bacio. Sorrisi e mi strinsi di
più contro
di lui
-Bene, anzi...- Gli lasciai un bacio a fior di labbra -Per la
verità non sono
mai stata meglio- Continuai.
Lorenzo mi sorrise, accarezzandomi una guancia
-La punizione è finita, giusto?- Mi chiese poi, guardandomi
negli occhi.
Annuii, guardandolo confusa -Perfetto, allora vestiti. Ti porto a fare
colazione-
Si alzò dal letto, lasciandomi un bacio sulla fronte, prima
di andare in bagno
a prepararsi.
Dieci minuti dopo era pronto, con un paio di jeans e una maglietta
nera, mi
aspettava seduto sul divano
-Io non posso andare in giro vestita così alle dieci e mezza
di mattina- Dissi
indicando l'abito che portavo la sera prima. Lorenzo trattenne a stento
una
risata, portandosi una mano sulla bocca
-Ma dai, amore. Non è poi così evidente-
Assottigliai gli occhi
-Non è evidente?- Mi guardò dalla testa ai piedi
per poi puntare nuovamente lo
sguardo su di me
-Un pochino sì, devo ammetterlo- Sbuffai, sedendomi accanto
a lui
-Se mi avessi informata prima di questa tua idea di farmi dormire
quì, avrei
portato un cambio- Lorenzo si alzò in piedi e si diresse
verso la sua stanza
senza dire nulla. Tornò qualche secondo più tardi
con una busta regalo in mano
-Tieni- Disse sedendosi di nuovo accanto a me. Aggrottai la fronte,
confusa
-Cos'è?- Lorenzo scoppiò a ridere, tornando poi a
guardarmi
-Il tuo regalo, piccolo genietto. Se non sbaglio non ti avevo ancora
dato il
mio-
Sorrisi maliziosa, chianandomi per baciarlo
-Oh, sì invece- Dissi, riferendomi a ciò che era
successo quella notte
-Sai, penso che la mia influenza ti faccia male. Stai diventando una
maniaca-
Scoppiai a ridere, colpendolo su una spalla, dopodiché
afferrai quella busta
dalle sue mani e l'aprii
-Ma è bellissimo- Dissi con gli occhi a cuoricino. Era un
vestito, molto più
semplice di quello che indossavo, ma decisamente più bello.
Non era da sera,
perciò potevo benissimo metterlo anche per una semplice
uscita con il mio
ragazzo
-Non avevo dubbi- Sorrise, accarezzandomi i capelli. Lo guardai,
immaginando
già come avrebbe continuato la frase. Sicuramente avrebbe
detto "E' tuo,
per questo è bellissimo". Sorrisi,
già pronta a sentire quelle parole
-L'ho scelto io, per forza è bellissimo-
Assottigliai gli occhi, rendendomi conto della persona che avevo
davanti. Anche
se io e Lorenzo stavamo insieme rimaneva comunque uno stronzo,
egocentrico e
idiota. Lo colpii su una spalla, lanciandogli in faccia la busta del
vestito
-Cretino- borbottai alzandomi in piedi, dirigendomi in bagno per
cambiarmi,
mentre lui se la rideva sdraiato sul divano.
Qualche minuto dopo venne a bussare alla porta del
bagno
-Cosa c'è?- Gli chiesi, mentre mi sistemavo i capelli
-Avevo dimenticato di darti queste- Mi voltai verso la porta, non
appena sentii
la voce di Lorenzo all'interno del bagno.
Se ne stava poggiato contro di essa e teneva in mano una scatola
-Ma sei matto?!- Poggiai la spazzola sul mobile -E se fossi stata
nuda?-
Lorenzo sorrise, ammiccandomi, prima di avvicinarsi e di cingermi la
vita con
un braccio
-Veramente ci speravo- Disse, prima di scoppiare a ridere -Ma pazienza,
vorrà
dire che avrò pazienza e...-
-Sei un cretino lo sai?- Gli chiesi interrompendolo. Lui sorrise, prima
di
baciarmi a fior di labbra
-Tieni- Disse porgendomi la scatola che aveva in mano. L'afferrai e
l'aprii.
Un paio di ballerine.
Sorrisi, puntando lo sguardo su di lui
-E' un modo carino per dirmi che non ti piace come mi vesto, quello di
rifarmi
il guardaroba?- Scherzai, poggiando la scatola a terra e allacciandogli
le
braccia dietro al collo
-Scherzi?- Mi rispose -Il tuo abbigliamento da maschiaccio mi
è sempre
piaciuto- Scoppiò a ridere, guadagnandosi una delle mie
peggiori occhiate
-Scemo-
-Grazie- Mi rispose, prima di eliminare la distanza tra le nostre
labbra.
Sorrisi, ricambiando il bacio. Possibile che nonostante fosse febbraio
sentissi
così caldo?
Di che mi stupivo? Quando avevo lui vicino era sempre così
-Ora che hai le scarpette e il vestito, mia cara Cenerella, muoviti che
ho
fame- Disse, banciandomi un'ultima volta a fior di labbra, prima di
uscire dal
bagno.
Sorrisi, afferrando le scarpe.
Potevo chiedere di meglio?
No, direi di no.
Io e Lorenzo avevamo fatto colazione e subito dopo avevamo deciso di
fare una
passeggiata in centro
-Ho fame- Se ne uscì ad un tratto, allacciandomi la vita con
un braccio
-Effettivamente anche io- Risposi, afferrando il cellulare per guardare
l'ora -E' l'una e mezza. Devo tornare a casa, ho promesso a mia madre
che ci sarei
stata per pranzo-
-Ok, oggi pomeriggio però ci vediamo?- Annuii, avvicinandomi
al suo viso per
baciarlo -E stasera dormi da me- Mi sussurrò sulle labbra
-Come faccio? Stasera non posso- Lorenzo mise sù un
adorabile broncio -Amore,
domani ho scuola e non posso dire che vado di nuovo da Marco-
-Uffa, va bene dai- Mi poggiò il braccio destro sulle spalle
-Andiamo che ti
riporto a casa dai topini, mia cara Cenerella-
Sorrisi, abbracciandolo e seguendolo verso la sua macchina.
Aprì lo sportello
per farmi salire, dopodiché salì anche lui e mise
in moto.
Arrivammo sotto casa mia circa un quarto d'ora dopo
-Bene Cenerella, spero che la carrozza sia stata di suo gradimento-
Scoppiai a
ridere, avvicinandomi al suo viso per baciarlo
-Un po' fatiscente, ma ci si può lavorare-
Ricambiò il bacio, stringendomi
contro di se.
Sciogliere il bacio fu la cosa più difficile del mondo, ma
d'altra parte erano
già le due meno venti ed ero in ritardissimo
-Amore, devo andare- Dissi.
Prima di scendere dalla macchina però, ebbi un colpo di
genio -Vieni anche tu-
-Cosa?- Mi guardò confuso -E dove?-
-A pranzo da me- Risposi come se fosse la cosa più ovvia del
mondo -Non è mica
la prima volta, ormai mamma ti considera come uno della famiglia-
Lorenzo ci pensò su un istante, dopodiché mi
sorrise e annuì
-Va bene, andiamo- Spense il motore e uscì dalla macchina,
seguito da me.
Mi allacciò un fianco, nonostante le mie proteste. In fin
dei conti eravamo
sotto casa mia. E se ci avesse visto qualcuno?
-Ma andiamo, è ora di pranzo e sai che tua madre ci tiene
alla puntualità- Mi
sorrise -Saranno già tutti a tavola a pa...-
-Ilaria? Lorenzo? Ma che fate?-
In quel preciso istante capii cosa significasse avere un infarto.
Mia madre ci guardò confusa e abbastanza perplessa. Aveva un
vassoio di carta
in mano, che evidentemente conteneva una torta
-Ehm...ecco...- Eravamo fritti. Non riuscivo neanche a parlare -Marco
mi ha...e
poi noi ci siamo...vedi è successo che...- Non trovavo una
spiegazione a quello
che aveva davanti agli occhi
-Signora, veramente sono passato quì perchè ieri
ho saltato la lezione di
chimica e volevo chiedere ad Alessandro gli appunti. Mentre stavo per
citofonare ho incontrato Ilaria che tornava da casa di Marco e
così ci siamo
salutati e...- Il mio ragazzo era un autentico genio
-Già...- Lo interruppi, fingendo di essere seccata con lui
-E non appena ho
riniziato a camminare lui ha iniziato ad infastidirmi come al solito.
Regolare
amministrazione, mamma- Dissi, lanciando a Lorenzo un'occhiatina
divertita
-Io penso proprio che sia il contrario. Lorenzo non è certo
tipo da infastidire
qualcuno, tu piuttosto, lo fai in continuazione- Come volevasi
dimostrare. Mia
madre dava ragione a Lorenzo, come sempre d'altra parte -Lascia un po'
in pace
questo povero ragazzo-
Mia madre ricominciò a camminare, aprendo il portone con le
chiavi
-Dìa pure a me- Lorenzo, con il suo solito modo da
leccapiedi, tolse di mano il
vassoio a mia madre, che lo guardò con i cuoricini agli occhi
-Sei proprio il ragazzo perfetto, caro mio. La tua ragazza è
proprio fortunata-
Sorrisi. Inconsapevolmente mia madre mi aveva dato della ragazza
fortunata.
Salimmo tutti e tre sull'ascensore e Lorenzo spinse il pulsante del
nostro
piano
-Il tuo caro ragazzo perfetto, cara mammina, si è
autoinvitato a pranzo- Dissi,
non appena l'ascensore si fermò al nostro piano. Lorenzo mi
lanciò
un'occhiataccia e io sorrisi. Così imparava a fare il
leccapiedi
-Non dire sciocchezze, Ilaria. Lorenzo è sempre il
benvenuto- Stavolta fu il
suo turno di sorridere.
Sbuffai, aspettando che mia madre aprisse la porta
-Vai pure Lore. Alessandro è in camera sua- Disse mia madre,
afferrando il
vassoio dalle mani di Lorenzo, prima di dirigersi in cucina.
Sospirai, iniziando a camminare verso la mia stanza con indifferenza
-Dove credi di andare?- Mi sussurrò in un orecchio Lorenzo,
bloccandomi per un
polso
-In camera mia, leccapiedi- Risposi,
sorridendo
-Io sarò anche un leccapiedi, ma tu sei la solita
rompiscatole. Hai persino
detto a tua madre che mi sono autoinvitato a pranzo- Scoppiai a ridere,
tirandolo dentro la mia stanza
-E qual'è la novità, scusa? Ti sei sempre
autoinvitato a pranzo- Non appena
terminai la frase, Lorenzo mi sollevò, gettandomi sul mio
letto. Scoppiai a
ridere, cercando di tenere bassa la voce
-Lore, smettila! Se ci sentono siamo...- Lorenzo mi zittì
baciandomi
-Vado da vostro fratello- Si alzò in piedi avvicinandosi
alla porta -Cenerella-
Concluse la frase ammiccandomi. Dopodiché uscì
dalla mia stanza.
Sorrisi come una scema, accarezzandomi le labbra.
Quello era stato senza dubbio il miglior compleanno della mia vita.
Il pranzo procedeva abbastanza tranquillo.
Alessandro era stato molto sorpreso nel vedere Lore, ma fortunatamente
il mio
ragazzo sapeva come gestire la situazione, quindi non si
insospettì.
Mia madre non faceva che parlare delle sue amiche sceme da
più di due ore,
mentre mio padre si limitava ad annuire
-Ilaria, tesoro, dove l'hai preso quel vestito?- Mi chiese mia madre,
rischiando di farmi soffocare con un sorso d'acqua -Non te l'ho mai
visto
indossare-
Il mio sguardo saettò su Lorenzo, che mi guardava
altrettanto serio
-Ehm...veramente me l'ha...me l'ha regalato una mia compagna di scuola,
ieri,
alla festa- Riuscii a dire, abbassando poi lo sguardo sul piatto che
avevo
davanti
-Chi?- Continuò mia madre
-Non...non la conosci- Mio fratello si schiarì la voce
-Che strano- Disse, versandosi un bicchiere d'acqua. Alzai lo sguardo
su di
lui, incitandolo a continuare -Anche io ero alla festa, ieri, ma non ho
notato
questo regalo-
-Ho dimenticato di fartelo vedere, tutto quì- Possibile che
Alessandro fosse
sempre così impiccione
-Ok, ok non c'è bisogno di scaldarsi tanto- Mi rispose lui,
alzandosi da tavola
-Lore?-
Il mio ragazzo alzò lo sguardo su di lui -Partitina alla
Play?- Lorenzo sorrise
annuendo, dopodiché si alzò da tavola anche lui
ed entrambi si chiusero nella
stanza di Alessandro
-Amore, mi aiuti a sparecchiare la tavola?- Mi chiese mia madre.
Annuii,
leggermente infastidita.
Capivo che Alessandro fosse il migliore amico di Lorenzo, ma lui non
aveva
esitato un secondo a chiudersi in camera per giocare con lui. In fin
dei conti
era venuto a pranzo a casa nostra per stare con me, non per giocare con
mio
fratello.
Capivo benissimo che era impossibile stare insieme con mia madre, mio
padre e
Alessandro in giro per casa, ma potevamo benissimo sederci tutti
insieme e
guardare un film magari
-Tesoro?- La voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
La guardai confusa
e spaesata -Tutto ok?- Continuò lei, infilando i piatti
sporchi nel lavello
-Sì...sì, tutto ok. Mamma ti dispiace se vado in
camera mia? Dovrei finire dei
compiti per domani- Le chiesi, poggiando i bicchieri che avevo in mano
sul
tavolo
-No, vai- Annuii, voltandomi per uscire dalla cucina -Ilaria?- Mi
richiamò lei
-Dimmi-
-Sei sicura che va tutto bene?- Mi costrinsi a sorridere.
Dopodiché annuii,
incamminandomi verso la mia stanza.
Mi ero chiusa in camera mia, con l'I-pod nelle orecchie e il capitolo
della
vita di Dante Alighieri aperto davanti agli occhi.
Erano almeno venti minuti che sottolineavo ogni parola presente in quel
maledettissimo capitolo.
Mi infastidiva a morte l'idea di Lore e Alessandro chiusi in camera a
fare
chissà cosa.
Li avevo spiati per anni, chiusi in quella maledettissima stanza, che
chattavano con ragazze aspiranti modelle, leggevano riviste non
propriamente
consigliabili e si facevano confidenze sull'amichetta di
turno.
La cosa che mi infastidiva più di tutto però, era
il fatto che Lorenzo non si
era minimamente fatto scrupoli a chiudersi in camera con Alessandro,
mollandomi
da sola come una povera scema.
Iniziai a frugare nervosamente nel mio astuccio, alla disperata ricerca
del mio
adorabile evidenziatore verde.
Non c'era.
Eppure io non lo toglievo mai da...
"-Ehi sfigata, mi presti l'evidenziatore? Sto studiando per un esame e
il
mio deve essere finito- Sbuffai, lanciando letteralmente
l'evidenziatore in
faccia a mio fratello, che dopo aver mormorato un adorabile "stupida"
rivolto alla sottoscritta, si dileguò per tornare nella
topaia che aveva come
stanza."
Avevo del tutto dimenticato quell'episodio, successo circa un paio di
giorni
prima.
Sbuffai, poggiando -lanciando più che altro- l'astuccio
sulla scrivania,
dopodiché mi alzai e mi diressi nella stanza di quel
decerebrato.
Notai che la porta era accostata, così, cercando di non fare
rumore, cercai di
sentire cosa stavano dicendo i due cretini
-Guarda che pure l'Angelucci te la darebbe- Sgranai gli occhi
incredula. Mio
fratello era davvero un porco
-Lo so benissimo, infatti me l'ha già data- Questa volta
però, rischiai quasi
di morire. Sentivo che il respiro mi mancava, e qualcosa nella parte
sinistra
del mio petto si disintegrò
-Che stronzo! E non mi hai detto niente?- Strinsi con forza il bordo
del
vestito che indossavo, desiderando intensamente di toglierlo, farlo a
pezzi e
bruciarlo
-Mi sono dimenticato. Con la festa di tua sorella e
l'università ho
completamente dimenticato di parlartene- Volevo adarmene. In camera mia
o da
qualsiasi altra parte, ma non riuscivo a muovermi
-Ecco perchè sei sparito ultimamente. Quando è
successo?- Gli chiese mio
fratello. Trattenni il respiro, chiudendo gli occhi
-Lunedì scorso- Rispose Lorenzo, soddisfatto di quella
risposta -Nei bagni del
Qube- Aggiunse, sorridendo
-Ilaria, ma che fai?- Sgranai gli occhi, voltandomi lentamente alle mie
spalle.
Possibile che mia madre arrivasse sempre nei momenti meno opportuni
-Io...dovevo...- In quel preciso istante la porta che avevo davanti si
spalancò, rivelando gli sguardi incredibilmente sorpresi dei
due idioti.
Puntai il mio sguardo estremamente risentito in quello di Lorenzo, che
a sua
volta mi guardava incredibilmente dispiaciuto
-Hai ancora il mio evidenziatore- Dissi rivolgendomi a mio fratello.
Lui sbuffò,
voltandosi verso la scrivania
-Devo cercarlo- Rispose facendomi segno di entrare. Mia madre ci
sorrise,
tornando poi in soggiorno.
Presi un bel respiro, stringendo i pugni, prima di entrare in quel
tugurio.
Lorenzo, seduto sul letto di mio fratello, mi fissava intensamente, ma
io
cercavo in tutti i modi di evitare il suo sguardo.
Quando Alessandro si voltò, ancora in cerca del mio
evidenziatore, Lore mi
afferrò un polso cercando di avvicinarmi a lui, ma io mi
scrollai di dosso le
sue mani
-Ale, l'hai trovato?- Gli chiesi impaziente di andarmene di
lì
-Un secondo. Devo averlo lasciato dentro qualche libro- Annuii,
cercando di
tenermi a debita distanza da quello che avevo smesso di considerare il
mio
ragazzo.
Lorenzo sbuffò, scompigliandosi i capelli -Vado un secondo
in bagno- Disse poi,
uscendo in fretta dalla stanza di mio fratello.
Mi concessi un silenzioso sospiro di sollievo, prendendo a tamburellare
con il
piede sul pavimento
-Eccolo, trovato- Mio fratello mi sventolò davanti alla
faccia l'evidenziatore,
che io non persi tempo ad afferrare, voltandomi per uscire di
lì
-Grazie- Dissi uscendo e richiudendomi la porta alle spalle.
Sospirai, stringendo con forza l'evidenziatore, dopodiché mi
diressi verso la
mia stanza.
Quando passai davanti al bagno, che sfortunatamente si trovava proprio
accanto
alla mia stanza, due mani mi circondarono con forza il polso e mi
tirarono
all'interno
-Lasciami immediatamente- Dissi a bassa voce, ma estremamente tagliente.
Lorenzo sbuffò, facendomi aderire al muro dietro di me
-Ascoltami- Scossi la testa, cercando inutilmente di liberarmi dalla
sua
stretta
-Non voglio ascoltare niente- Dissi abbassando lo sguardo -Ho
già sentito tutto
quello che dovevo sentire. Ora lasciami e torna a divertirti nei bagni
del
Qube-
Invece di lasciarmi però, Lorenzo mi strinse più
forte
-Era una cazzata, ok?- Disse cercando di mantenere bassa la voce -Io
non ho
fatto proprio niente nei bagni del Qube-
Sorrisi sarcastica
-Perfetto, allora torna in qualsiasi bagno sia di tuo gradimento, ma
esci
immediatamente da quello di casa mia- Lorenzo sbuffò di nuovo
-Ila, io non ho fatto niente con nessuna ragazza in nessun
bagno del mondo-
Allentò la presa dai miei polsi -Ho inventato tutto per
togliere ogni dubbio a
tuo fratello. In camera sua aveva inziato a fare degli strani discorsi.
Mi ha
detto che era da tanto che non mi facevo vedere e mi ha chiesto in modo
estremamente sospettoso se c'entrava una ragazza. Cosa potevo fare? Non
immaginavo di certo che la mia ragazza stesse spiando dietro la porta-
Quell'ultima frase la disse estremamente divertito. Sorrisi leggermente
anche
io, riacquistando immediatamente un'autentica espressione seria
-Resta comunque il fatto che sei uno stronzo- Dissi, poggiandogli le
mani sul
petto. Lui gonfiò le guance, fintamente offeso
-No, non è vero- Si avvicinò alle mie labbra,
sfiorandole, ma prima che potesse
approfondire il bacio lo allontanai
-Me lo giuri che era tutta una bugia?- Lui sorrise, prima di eliminare
definitivamente la distanza tra le nostre labbra. Ricambiai il bacio,
avvinghiandomi
letteralmente a lui.
Lorenzo mi
circondò la vita con un
braccio, mentre con l'altro prese ad accarezzarmi la schiena. Sorrisi
sulle sue
labbra, prima di sciogliere il bacio
-Devo andare- Sussurrai sulle sue labbra -Dante mi aspetta- Lorenzo
sorrise,
stringendomi di più contro di lui
-Devo essere geloso? Non è che devo farmi crescere il naso
come lui?- Scoppiai
a ridere, baciandolo a fior di labbra
-Prima che vai via vieni a salutarmi?- Gli chiesi, guardandolo negli
occhi
-No- Mi rispose lui, scuotendo la testa -Tu vieni con me. Dì
che devi uscire e
mi aspetti giù- Sorrisi, annuendo
-Tra quanto?-
-Verso le cinque va bene?- Annuii di nuovo, baciandolo nuovamente
-A dopo- Dissi, prima di uscire dal bagno.
Mi sedetti nuovamente alla mia scrivania, scuotendo la testa. Ero
proprio diventata
la classica ragazza gelosa e paranoica.
Verso le cinque meno dieci iniziai a sistemarmi.
Misi un po' di lucidalabbra e un po' di ombretto, presi la borsa e
infilai il
cellulare al suo interno, dopodiché sistemai i libri in
cartella e mi diressi
in soggiorno
-Mamma, io esco. Ci vediamo stasera- Dissi infilandomi il cappotto
-Dove vai, tesoro?- Mi chiese lei, abbassando il volume della tv.
Sbuffai,
chiudendo la lampo
-A casa di Arianna e poi forse mi vedo per mangiare qualcosa con Marco-
Risposi, aprendo la porta di casa -Allora vado eh-
-Va bene, ma non fare tanto tardi- Annuii, uscendo finalmente dalla
casa degli
interrogatori.
Scesi in fretta le scale e andai a sedermi su una panchina difronte al
mio
palazzo.
Lorenzo però non si fece vedere fino a un'ora dopo, quando
lo vidi uscire dal
portone insieme ad Alessandro. Mi alzai in piedi e mi nascosi dietro
una
macchina.
Li vidi sorridere, prima di salutarsi con un paio di pacche sulle
spalle.
Dopodiché Alessandro si diresse verso la sua macchina,
mentre Lorenzo, fingendo
di cercare le chiavi della sua nella tasca dei jeans, si guardava
attorno.
Aspettai di vedere Alessandro partire con la sua macchina, prima di
uscire
fuori dal mio nascondiglio.
Gli occhi di Lorenzo si posarono su di me, prima di sorridermi e di
venirmi
incontro
-Prima che ti arrabbi, ho provato ad andare via alle cinque, come ti
avevo
detto, ma tua madre mi ha praticamente costretto ad assaggiare la torta
al
limone che tua nonna ti aveva mandato per compleanno- Mi
guardò mortificato
-Amore, mi dispiace veramente di averti lasciata quà da sola
per un'ora-
Sostenni per qualche secondo il suo sguardo, prima di abbassarlo sulle
mie
scarpe, annuendo
-Ok, ora però andiamo. Ho paura che qualcuno ci veda- Senza
aspettare una sua
risposta mi avvicinai alla sua macchina e salii a bordo, seguita subito
dopo da
lui.
Mise in moto, dirigendosi chissà dove.
In realtà
sapevo che non era colpa sua,
ma di mia madre estremamente rompiscatole, però mi dava
fastidio il fatto che
non avesse trovato neanche due secondi per mandarmi un messaggio
-Amore, mi dispiace. Parlami per favore- Puntai lo sguardo su di lui
-Potevi avvertirmi- Dissi, mordendomi le labbra
-Sì, volevo avvertirti, ma tuo fratello mi ha sequestrato il
cellulare per
giocarci- Mi rispose, parcheggiando davanti a un parco completamente
deserto
-Sei arrabbiata?- Mi chiese.
Lo guardai, sorridendo
-No- Mi chinai a baciarlo -Ma perchè siamo quì?
Non
vorrai mica uccidermi e poi seppellire il mio corpo in questo parco
deserto- Lui scoppiò a
ridere, inziando a frugare nelle sue tasche in cerca di qualcosa
-Veramente siamo quì perchè...- si
zittì un istante, estraendo qualcosa dal suo
cappotto -Per darti questo- Mi porse una scatolina azzurra, quadrata
-Ma cos'è?- Gli chiesi sorpresa, afferrandola lentamente
-Il tuo regalo- Sorrise -Credevi veramente che avrei mandato la mia
Cenerella
al ballo, senza il pezzo forte?- Sorrisi, gettandomi letteralmente
contro di
lui per baciarlo.
Lui ricambiò, accarezzandomi la guancia
-Ehi, non ringraziarmi prima di averlo aperto. Può anche
essere che non ti
piaccia- Sorrisi, scuotendo la testa
-Se me lo regali tu, deve piacermi per forza- Risposi, puntando lo
sguardo sul
regalo.
Lo scartai con le mani che tremavano.
Una collana.
E non una qualsiasi.
Una collana a forma di chiave con incisa la parola "Love".
La strinsi tra le dita, chianandomi a baciarlo di nuovo
-Tu sei pazzo- Sussurrai sulle sue labbra
-Sì, di te- Catturò nuovamente le mie labbra,
stringendomi contro di lui
-Me la metti?- Gli chiesi, porgendogli la collana. Lui
annuì, facendomi
voltare, prima di allacciarmi quella bellissima collana al collo
-Ti amo. Ti amo nonostante i bagni del Qube, nonostante la tua
stronzaggine, ti
amo nonostante sei il migliore amico di mio fratello e il leccapiedi di
mia
madre. Ti amo perchè sei tu. E non ti cambierei neanche per
Jhonny Depp-
Sorrise, stringendomi contro il suo petto
-La collana ha avuto i suoi frutti- Sussurrò tra i miei
capelli.
Sorrisi, prima di eliminare la distanza tra le nostre labbra.
Non c'erano dubbi.
Il miglior compleanno della mia vita.
Ho postato dopo almeno un secolo, ma ultimamente sono occupatissima.
Finalmente però, sono riuscita a postare :D
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Quì sotto ho inserito il link dei regali che Lorenzo ha
fatto ad Ilaria :D
Purtroppo non so quando posterò il prossimo capitolo, ma
cercherò di farlo il prima possibile :D
Anche perchè non ne mancano ancora tantissimi per giungere
alla fine :D
Grazie mille a tutte quante e ancora vi chiedo scusa per il ritardo
imperdonabile.
(Regali)