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Autore: angelad    18/10/2012    7 recensioni
Un brutale omicidio scuote il dodicesimo. Un gioco perverso al quale Kate è costretta a giocare...
Non tutto però è come sembra...
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Chiamami ancora amore

CHIAMAMI ANCORA AMORE

 

 

 

Si fermò davanti alla porta e si appoggiò allo stipite, guardando all’interno della stanza.

Steso nel suo letto, Castle dormiva il sonno dei giusti.

La giovane donna si perse ad ammirarlo di nascosto: i lineamenti del suo viso erano rilassati e a Kate non era mai parso così bello. Dormiva sereno come un bambino.

La donna non si mosse, non voleva svegliarlo, non voleva turbarlo.

Era ancora un po’ scossa per gli avvenimenti accaduti poco prima sulla terrazza, ma guardando il respiro regolare del suo uomo, la pace e la serenità scesero nel suo cuore una volta per sempre.

Ora che tutto era finalmente finito, era libera di poter essere la donna che aveva sempre voluto. Il suo orizzonte era libero dalle nuvole di tempesta.

Sarebbe rimasta ancora una donna piacevolmente imperfetta, e decisamente complicata, ma, per la prima volta, non sentiva il peso del mondo sulle sue spalle. Quell’enorme macigno si era dissolto, grazie soprattutto a quell’uomo che dormiva davanti a lei, ancora ignaro che la vita stava dando loro una vera possibilità. Ora possedevano una chiave per raggiungere un regno magico incentrato solo di su loro, lontano dalle difficoltà della vita, dove si sarebbero rifugiati ed avrebbero costruito insieme qualcosa d’importante. Qualcosa che a Kate era sempre mancato: una famiglia.

Quell’uomo con la sua allegria, la sua spensieratezza e un pizzico di pazzia, l’aveva aiutata a credere in se stessa e l’aveva sempre fatta sentire una creatura straordinaria anche quando lei, in realtà, si sentiva morta dentro.

Un uomo che non voleva perdere. L’uomo che amava con tutto il suo cuore, che meritava di ricevere un amore incommensurabile che lei era ormai disposta a donargli.

Aveva deciso: non sarebbe rientrata a casa quella notte, anche se a malapena si reggeva in piedi. La sua prima notte da donna “libera” voleva passarla con lui, poco importava se erano rinchiusi in quelle quattro mura che sapevano di disinfettante.

Non poteva perdere nemmeno un secondo, avevano già sprecato troppo tempo. Aveva bisogno della sua vicinanza.

“Hai intenzione di restare sulla soglia di questa stanza ancora per molto?”: Castle ancora con gli occhi chiusi, l’aveva risvegliata dal suo torpore.

Kate sorrise dolcemente. Amava così tanto il suono della sua voce.

“Come facevi a sapere che ero qui? Stavi dormendo..”.

 Quell’uomo riusciva sempre a sorprenderla.

 Entrò lentamente ed andò a sedersi sul letto accanto a lui.

L’uomo, aperti gli occhi e presa la mano della giovane donna tra le sue,  le sorrise a sua volta: “Ti svelo un segreto. Io so sempre quando sei accanto a me. Ti sento immediatamente, sei come una scarica elettrica che mi attraversa tutto l’anima. Chiamala come ti pare, sensazione paranormale, pazzia. Non mi importa. Tu ormai sei una parte di me e io mi sento decisamente meglio quando ci sei. Ho imparato a conoscerti e, nonostante qui siamo al sicuro, sento che c’è qualcosa che ti turba tesoro”.

Kate lo accarezzò dolcemente, scacciando via l’immagine del drago dagli occhi: “Non è niente: ormai è acqua passata. Sono qui con te e vorrei solo un tuo abbraccio. Ho bisogno di sentire il calore delle tue forti braccia irradiarsi per tutto il mio corpo”.

Castle la attirò a sé e sentì il corpo di Kate abbandonarsi contro le sue membra. Qualunque cosa la stesse tormentando fino a pochi secondi prima, si era dissolta, ne era sicuro.

“Va meglio tesoro? Se così non fosse, mi gioco la mia carta segreta per farti sorridere..”.

“E sarebbe?” lo punzecchiò Kate.

Castle prese i capelli che le coprivano l’orecchio e ne scostò una ciocca. Girò la testa per avvicinarsi a lei il più possibile e le sussurrò: “Ti amo da impazzire detective. Lo sai che mi stai rendendo l’uomo più felice del mondo lasciandoti stringere così?”.

Una piccola lacrima solcò la guancia della donna, ma a differenza delle tante versate in passato, quella piccola goccia era solo un riflesso dell’enorme felicità racchiusa nella sua anima.

Quell’uomo era unico: come riuscisse sempre a dire la parola giusta al momento giusto sarebbe rimasto un mistero, ma le piaceva da morire essere coccolata in quel modo da lui.

Kate si accoccolò ancor di più nell’incavo della spalla dell’uomo stringendosi forte al suo braccio e mormorò: “Non riuscirò mai a dimostrarti il mio amore con la stessa intensità con cui lo fai tu.. rendi tutto così magico”.

Rick continuò ad accarezzarle la schiena ed a giocare con i suoi lunghi capelli: “Non scherzare tesoro. Me lo hai dimostrato anche tu molte volte: lasciandoti andare con me, lasciando che ti aiutassi ad abbattere quel muro. E poi tu mi hai incantato subito, mentre io ho dovuto usare tutte le mie arti per farti capitolare..”.

“Sei uno sciocco se la pensi così. Lo ammetto: sei entrato nella mia vita come un tornado, e io non ero pronta. Sei riuscito a cambiarla e senza che me ne rendessi conto non potevo più fare a meno di te. Ma avevo paura, eri l’unico a farmi perdere il controllo delle mie emozioni e del mio precario equilibrio. Ora, però, mi rendo conto di essere stata fortunata e non puoi  nemmeno immaginare quanto io sia felice che tu lo abbia fatto. Ti amo da impazzire Rick. Non lasciarmi mai, promettilo”.

Castle le rispose dolcemente: “Lo giuro solennemente, parola di scout” e strizzò l’occhio.

Kate rise e ne fu felice. La strinse forte, ma non la sforzò a rialzarsi. In quel momento Kate aveva bisogno di quel contatto e lui si era ripromesso di divenire l’uomo dei suoi sogni, di assecondare ogni suo desiderio ed esigenza.

Sentì il corpo della sua donna divenire a poco a poco sempre più pesante. La giovane stava scivolando nel sonno e l’uomo se ne rese conto. Si avvicinò al suo orecchio e dolcemente la chiamò: “Kate, devi andare a casa. Va a riposare su un vero letto. Hai diritto ad un po’ di tranquillità dopo queste giornate infinite. Tornerai domani, io mica scappo”.

Kate riuscì a dire solo poche parole già impastate dal sonno: “Fammi restare qui ti prego, voglio dormire accanto a te stanotte. Se non ti dispiace..”.

“Io lo dicevo per te, credevo saresti stata più comoda. Non mi dispiace per niente averti qui. Anzi non chiedo di meglio. Oddio, fossimo in un grande hotel, in un letto di seta, con morbidi guanciali, forse sarebbe una nottata migliore” sdrammatizzò lo scrittore.

“Sicuramente se ci fossimo trovati in un luogo diverso, con uno stato di salute migliore, la conclusione di quella lunga giornata sarebbe stata decisamente migliore tesoro” fu, invece, il suo pensiero, ma la voce di Kate lo riportò presto alla realtà.

“Non abbatterti, sei un cuscino perfetto amore” mormorò sorridendo la giovane donna.

 Castle si irrigidì di colpo e Kate si preoccupò per un istante.

 Cosa poteva essere accaduto?

L’uomo si mosse di scatto e la costrinse a rialzarsi. Le mise le mani sul viso e le sussurrò: “Fallo di nuovo..”.

Lei non capì: “Cosa?”.

Rick la fissò serio negli occhi e, mentre con i pollici le donava leggere carezze sul viso, disse: “Chiamami ancora amore.. E’ stupendo sentir pronunciare quella parola dalla tua bellissima voce”.

Kate arrossì, quasi come se stesse prendendo fuoco. Non si sarebbe mai abituata. Rick sapeva essere di una dolcezza disarmante: si abbassò, lo accarezzò e, raggiunta la sua bocca, lo baciò teneramente: “Ti chiamerò per sempre amore. Da qui all’eternità.. Lo farò talmente tanto che un giorno ti stuferai di sentirlo”.

L’uomo scosse la testa: “Mai, non accadrà mai. Voglio che tu mi chiami così ogni giorno. Ogni volta che saremo soli. Ogni volta che ti abbraccerò, ti coccolerò, che ti renderò felice. Ma anche se ti farò arrabbiare, quando litigheremo e quando sarai triste. Perché, se tu lo farai, io saprò che il nostro “noi” esiste ancora. Ci saremo io e te, uniti nel profondo. Sempre.

Significherà che stiamo difendendo questo sentimento così profondo e magnetico.

Sì ora so cos’è l’Amore, e lo devo a te Kate Beckett. Non voglio perderti, quindi, ti prego, chiamami sempre amore..”.

Kate si emozionò moltissimo. Nessun uomo le aveva mai fatto una richiesta così speciale. Lo abbracciò di slancio: “Certo, amore mio, sarà un vero piacere”. Si staccò per poco dal loro abbraccio e lo baciò teneramente, senza forza, ma nello stesso tempo passionale, senza interrompere la delicatezza del momento.

Si sentì orgogliosa di avere al suo fianco un uomo simile e, quando le loro bocche si staccarono, l’uomo la strinse di nuovo contro il suo petto e poi disse: “Ora però dormiamo tesoro.  Tu sarai sfinita e io incomincio a sentire un po’ troppi dolori. Nemmeno gli antidolorifici sono quelli di una volta. Domani protesterò ufficialmente”.

Kate rise di nuovo: “Ok vecchietto, dormiamo”.

Rick si scostò un poco e si girò su un fianco per permettere alla donna di sistemarsi meglio accanto a lui.

Scivolarono insieme lungo il letto finchè entrambi non posarono la testa sul cuscino. Castle si perse per qualche istante nel verde magnetico degli occhi di lei, poi, dopo averle donato l’ennesima carezza sul viso le sussurrò: “Dormi bene amore”.

Così, mentre Rick continuava ad accarezzarla ed a cullarla nelle sue braccia, Kate si incamminò pian piano nel mondo dei sogni.

Non poteva ancora saperlo, ma da quel momento, avrebbe avuto solo notti tranquille e serene, ben lontane da quelle costellate da incubi, rabbia e frustrazione degli anni passati.

Era stata ferita, la vita l’aveva pugnalata rendendola diversa dalla donna che avrebbe voluto diventare. Si era dannata l’anima alla ricerca di una risposta divenuta per molto tempo irraggiungibile.

Alla ricerca di una verità che, quando credeva di aver ottenuto,  si era sgretolata nelle sue mani, lasciandola solo con una manciata di cenere.

Era caduta, ma si era sempre rialzata.

E ora era arrivata alla fine di quel tunnel.

 Ora sapeva di aver vinto davvero, di aver sconfitto il drago. Non solo quello in carne ed ossa, ma soprattutto quello dentro se stessa, quello che si alimentava del suo odio e della sua rabbia, uccidendola giorno per giorno.

Un'unica certezza era radicata nel suo cuore: l’indomani, quando si sarebbe svegliata, avrebbe trovato ad attenderla una nuova vita e un nuovo futuro carico di speranza.

Il regalo più grande che Rick le aveva fatto innamorandosi di lei, era proprio la speranza.

La speranza di una vita migliore.

Quel calore che ora sentiva dentro non si sarebbe mai spento ed avrebbe alimentato la loro  felicità.

Aveva compreso che l’unica verità che doveva ricercare nella vita era molto più vicina di quanto potesse immaginare: era semplicemente nascosta nel suo cuore.

Il cuore ha sempre la risposta giusta se lo si sta ascoltare, è lui a guidarti verso la felicità.

E il suo cuore aveva sempre ripetuto per quattro lunghi anni un’unica parola, un unico battito.

Rick.

Il loro amore sarebbe durato per sempre.

Quella in fondo era l’unica verità a cui voleva credere.

L’unica verità che l’avrebbe resa veramente felice.

 

 

 

Angolo mio!

Ecco è finito! A mio modestissimo parere questa scena è molto tenerella! (almeno io ho cercato di renderla tale), quell’abbraccio vale molto di più di tantissimi gesti eclatanti che avrei potuto far loro fare.

Mentre stavo scrivendo questo capitolo alla radio è passata la canzone “Chiamami ancora amore” di Vecchioni e mia madre mi fa: “Questa canzone è bellissima, la adoro” e ho deciso di prenderne spunto, per farle una dedica implicita. È venuta bene?

Ora veniamo ai ringraziamenti. Per prima cosa vorrei ringraziare tutte voi che avete sempre letto, nonostante i miei innumerevoli ritardi! Mi sono fatta desiderare a volte! :P

Grazie per chi ha recensito, per chi ha solo letto e anche solo chi ha curiosato!

Grazie a Mari e a Marta (dalla quale mi aspetto una recensione delle sue, vero?) per aver avuto la voglia di leggere questa “pazzia” in anteprima e di avermi dato il loro giudizio!

E per ultima, ma non per importanza, il mio grazie enorme va a Rebecca. Lei ha letto in anteprima, mi ha dato il suo parere e, cosa di vitale importanza, mi ha corretto gli errori grammaticali che mi scappavano! (oltre ad avermi supportato, sia chiaro). Quindi thank you very much <3 <3 <3

Ora vi saluto, ho scritto un angolo enorme! Alla prossima ispirazione!

Bacione a tutti!!! 

  
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