CHIAMAMI ANCORA AMORE
Si fermò davanti alla porta e si
appoggiò allo stipite, guardando all’interno della stanza.
Steso nel suo letto, Castle
dormiva il sonno dei giusti.
La giovane donna si perse ad
ammirarlo di nascosto: i lineamenti del suo viso erano rilassati e a Kate non
era mai parso così bello. Dormiva sereno come un bambino.
La donna non si mosse, non voleva
svegliarlo, non voleva turbarlo.
Era ancora un po’ scossa per gli
avvenimenti accaduti poco prima sulla terrazza, ma guardando il respiro
regolare del suo uomo, la pace e la serenità scesero nel suo cuore una volta
per sempre.
Ora che tutto era finalmente
finito, era libera di poter essere la donna che aveva sempre voluto. Il suo
orizzonte era libero dalle nuvole di tempesta.
Sarebbe rimasta ancora una donna
piacevolmente imperfetta, e decisamente complicata, ma, per la prima volta, non
sentiva il peso del mondo sulle sue spalle. Quell’enorme macigno si era
dissolto, grazie soprattutto a quell’uomo che dormiva davanti a lei, ancora
ignaro che la vita stava dando loro una vera possibilità. Ora possedevano una
chiave per raggiungere un regno magico incentrato solo di su loro, lontano
dalle difficoltà della vita, dove si sarebbero rifugiati ed avrebbero costruito
insieme qualcosa d’importante. Qualcosa che a Kate era sempre mancato: una
famiglia.
Quell’uomo con la sua allegria,
la sua spensieratezza e un pizzico di pazzia, l’aveva aiutata a credere in se
stessa e l’aveva sempre fatta sentire una creatura straordinaria anche quando
lei, in realtà, si sentiva morta dentro.
Un uomo che non voleva perdere.
L’uomo che amava con tutto il suo cuore, che meritava di ricevere un amore
incommensurabile che lei era ormai disposta a donargli.
Aveva deciso: non sarebbe
rientrata a casa quella notte, anche se a malapena si reggeva in piedi. La sua
prima notte da donna “libera” voleva passarla con lui, poco importava se erano
rinchiusi in quelle quattro mura che sapevano di disinfettante.
Non poteva perdere nemmeno un
secondo, avevano già sprecato troppo tempo. Aveva bisogno della sua vicinanza.
“Hai intenzione di restare sulla
soglia di questa stanza ancora per molto?”: Castle ancora con gli occhi chiusi,
l’aveva risvegliata dal suo torpore.
Kate sorrise dolcemente. Amava
così tanto il suono della sua voce.
“Come facevi a sapere che ero qui?
Stavi dormendo..”.
Quell’uomo riusciva sempre a sorprenderla.
Entrò lentamente ed andò a sedersi sul letto
accanto a lui.
L’uomo, aperti gli occhi e presa
la mano della giovane donna tra le sue, le sorrise a sua volta: “Ti svelo un segreto.
Io so sempre quando sei accanto a me. Ti sento immediatamente, sei come una
scarica elettrica che mi attraversa tutto l’anima. Chiamala come ti pare,
sensazione paranormale, pazzia. Non mi importa. Tu ormai sei una parte di me e
io mi sento decisamente meglio quando ci sei. Ho imparato a conoscerti e,
nonostante qui siamo al sicuro, sento che c’è qualcosa che ti turba tesoro”.
Kate lo accarezzò dolcemente,
scacciando via l’immagine del drago dagli occhi: “Non è niente: ormai è acqua
passata. Sono qui con te e vorrei solo un tuo abbraccio. Ho bisogno di sentire
il calore delle tue forti braccia irradiarsi per tutto il mio corpo”.
Castle la attirò a sé e sentì il
corpo di Kate abbandonarsi contro le sue membra. Qualunque cosa la stesse
tormentando fino a pochi secondi prima, si era dissolta, ne era sicuro.
“Va meglio tesoro? Se così non
fosse, mi gioco la mia carta segreta per farti sorridere..”.
“E sarebbe?” lo punzecchiò Kate.
Castle prese i capelli che le
coprivano l’orecchio e ne scostò una ciocca. Girò la testa per avvicinarsi a
lei il più possibile e le sussurrò: “Ti amo da impazzire detective. Lo sai che
mi stai rendendo l’uomo più felice del mondo lasciandoti stringere così?”.
Una piccola lacrima solcò la
guancia della donna, ma a differenza delle tante versate in passato, quella
piccola goccia era solo un riflesso dell’enorme felicità racchiusa nella sua
anima.
Quell’uomo era unico: come
riuscisse sempre a dire la parola giusta al momento giusto sarebbe rimasto un
mistero, ma le piaceva da morire essere coccolata in quel modo da lui.
Kate si accoccolò ancor di più
nell’incavo della spalla dell’uomo stringendosi forte al suo braccio e mormorò:
“Non riuscirò mai a dimostrarti il mio amore con la stessa intensità con cui lo
fai tu.. rendi tutto così magico”.
Rick continuò ad accarezzarle la
schiena ed a giocare con i suoi lunghi capelli: “Non scherzare tesoro. Me lo
hai dimostrato anche tu molte volte: lasciandoti andare con me, lasciando che
ti aiutassi ad abbattere quel muro. E poi tu mi hai incantato subito, mentre io
ho dovuto usare tutte le mie arti per farti capitolare..”.
“Sei uno sciocco se la pensi
così. Lo ammetto: sei entrato nella mia vita come un tornado, e io non ero
pronta. Sei riuscito a cambiarla e senza che me ne rendessi conto non potevo
più fare a meno di te. Ma avevo paura, eri l’unico a farmi perdere il controllo
delle mie emozioni e del mio precario equilibrio. Ora, però, mi rendo conto di
essere stata fortunata e non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice che tu
lo abbia fatto. Ti amo da impazzire Rick. Non lasciarmi mai, promettilo”.
Castle le rispose dolcemente: “Lo
giuro solennemente, parola di scout” e strizzò l’occhio.
Kate rise e ne fu felice. La
strinse forte, ma non la sforzò a rialzarsi. In quel momento Kate aveva bisogno
di quel contatto e lui si era ripromesso di divenire l’uomo dei suoi sogni, di
assecondare ogni suo desiderio ed esigenza.
Sentì il corpo della sua donna
divenire a poco a poco sempre più pesante. La giovane stava scivolando nel
sonno e l’uomo se ne rese conto. Si avvicinò al suo orecchio e dolcemente la
chiamò: “Kate, devi andare a casa. Va a riposare su un vero letto. Hai diritto
ad un po’ di tranquillità dopo queste giornate infinite. Tornerai domani, io
mica scappo”.
Kate riuscì a dire solo poche
parole già impastate dal sonno: “Fammi restare qui ti prego, voglio dormire
accanto a te stanotte. Se non ti dispiace..”.
“Io lo dicevo per te, credevo
saresti stata più comoda. Non mi dispiace per niente averti qui. Anzi non
chiedo di meglio. Oddio, fossimo in un grande hotel, in un letto di seta, con
morbidi guanciali, forse sarebbe una nottata migliore” sdrammatizzò lo
scrittore.
“Sicuramente se ci fossimo
trovati in un luogo diverso, con uno stato di salute migliore, la conclusione
di quella lunga giornata sarebbe stata decisamente migliore tesoro” fu, invece,
il suo pensiero, ma la voce di Kate lo riportò presto alla realtà.
“Non abbatterti, sei un cuscino
perfetto amore” mormorò sorridendo la giovane donna.
Castle si irrigidì di colpo e Kate si
preoccupò per un istante.
Cosa poteva essere accaduto?
L’uomo si mosse di scatto e la
costrinse a rialzarsi. Le mise le mani sul viso e le sussurrò: “Fallo di
nuovo..”.
Lei non capì: “Cosa?”.
Rick la fissò serio negli occhi
e, mentre con i pollici le donava leggere carezze sul viso, disse: “Chiamami
ancora amore.. E’ stupendo sentir pronunciare quella parola dalla tua
bellissima voce”.
Kate arrossì, quasi come se
stesse prendendo fuoco. Non si sarebbe mai abituata. Rick sapeva essere di una
dolcezza disarmante: si abbassò, lo accarezzò e, raggiunta la sua bocca, lo
baciò teneramente: “Ti chiamerò per sempre amore. Da qui all’eternità.. Lo farò
talmente tanto che un giorno ti stuferai di sentirlo”.
L’uomo scosse la testa: “Mai, non
accadrà mai. Voglio che tu mi chiami così ogni giorno. Ogni volta che saremo
soli. Ogni volta che ti abbraccerò, ti coccolerò, che ti renderò felice. Ma
anche se ti farò arrabbiare, quando litigheremo e quando sarai triste. Perché,
se tu lo farai, io saprò che il nostro “noi” esiste ancora. Ci saremo io e te,
uniti nel profondo. Sempre.
Significherà che stiamo
difendendo questo sentimento così profondo e magnetico.
Sì ora so cos’è l’Amore, e lo
devo a te Kate Beckett. Non voglio perderti, quindi, ti prego, chiamami sempre
amore..”.
Kate si emozionò moltissimo.
Nessun uomo le aveva mai fatto una richiesta così speciale. Lo abbracciò di
slancio: “Certo, amore mio, sarà un vero piacere”. Si staccò per poco dal loro
abbraccio e lo baciò teneramente, senza forza, ma nello stesso tempo
passionale, senza interrompere la delicatezza del momento.
Si sentì orgogliosa di avere al
suo fianco un uomo simile e, quando le loro bocche si staccarono, l’uomo la
strinse di nuovo contro il suo petto e poi disse: “Ora però dormiamo tesoro. Tu sarai sfinita e io incomincio a sentire un
po’ troppi dolori. Nemmeno gli antidolorifici sono quelli di una volta. Domani
protesterò ufficialmente”.
Kate rise di nuovo: “Ok
vecchietto, dormiamo”.
Rick si scostò un poco e si girò
su un fianco per permettere alla donna di sistemarsi meglio accanto a lui.
Scivolarono insieme lungo il
letto finchè entrambi non posarono la testa sul cuscino. Castle si perse per
qualche istante nel verde magnetico degli occhi di lei, poi, dopo averle donato
l’ennesima carezza sul viso le sussurrò: “Dormi bene amore”.
Così, mentre Rick continuava ad
accarezzarla ed a cullarla nelle sue braccia, Kate si incamminò pian piano nel
mondo dei sogni.
Non poteva ancora saperlo, ma da
quel momento, avrebbe avuto solo notti tranquille e serene, ben lontane da
quelle costellate da incubi, rabbia e frustrazione degli anni passati.
Era stata ferita, la vita l’aveva
pugnalata rendendola diversa dalla donna che avrebbe voluto diventare. Si era
dannata l’anima alla ricerca di una risposta divenuta per molto tempo
irraggiungibile.
Alla ricerca di una verità che,
quando credeva di aver ottenuto, si era
sgretolata nelle sue mani, lasciandola solo con una manciata di cenere.
Era caduta, ma si era sempre
rialzata.
E ora era arrivata alla fine di
quel tunnel.
Ora sapeva di aver vinto davvero, di aver
sconfitto il drago. Non solo quello in carne ed ossa, ma soprattutto quello
dentro se stessa, quello che si alimentava del suo odio e della sua rabbia,
uccidendola giorno per giorno.
Un'unica certezza era radicata
nel suo cuore: l’indomani, quando si sarebbe svegliata, avrebbe trovato ad
attenderla una nuova vita e un nuovo futuro carico di speranza.
Il regalo più grande che Rick le
aveva fatto innamorandosi di lei, era proprio la speranza.
La speranza di una vita migliore.
Quel calore che ora sentiva dentro
non si sarebbe mai spento ed avrebbe alimentato la loro felicità.
Aveva compreso che l’unica verità
che doveva ricercare nella vita era molto più vicina di quanto potesse
immaginare: era semplicemente nascosta nel suo cuore.
Il cuore ha sempre la risposta
giusta se lo si sta ascoltare, è lui a guidarti verso la felicità.
E il suo cuore aveva sempre
ripetuto per quattro lunghi anni un’unica parola, un unico battito.
Rick.
Il loro amore sarebbe durato per
sempre.
Quella in fondo era l’unica
verità a cui voleva credere.
L’unica verità che l’avrebbe resa
veramente felice.
Angolo mio!
Ecco è finito! A mio modestissimo
parere questa scena è molto tenerella! (almeno io ho cercato di renderla tale),
quell’abbraccio vale molto di più di tantissimi gesti eclatanti che avrei
potuto far loro fare.
Mentre stavo scrivendo questo
capitolo alla radio è passata la canzone “Chiamami ancora amore” di Vecchioni e
mia madre mi fa: “Questa canzone è bellissima, la adoro” e ho deciso di
prenderne spunto, per farle una dedica implicita. È venuta bene?
Ora veniamo ai ringraziamenti.
Per prima cosa vorrei ringraziare tutte voi che avete sempre letto, nonostante
i miei innumerevoli ritardi! Mi sono fatta desiderare a volte! :P
Grazie per chi ha recensito, per
chi ha solo letto e anche solo chi ha curiosato!
Grazie a Mari e a Marta (dalla
quale mi aspetto una recensione delle sue, vero?) per aver avuto la voglia di
leggere questa “pazzia” in anteprima e di avermi dato il loro giudizio!
E per ultima, ma non per
importanza, il mio grazie enorme va a Rebecca. Lei ha letto in anteprima, mi ha
dato il suo parere e, cosa di vitale importanza, mi ha corretto gli errori
grammaticali che mi scappavano! (oltre ad avermi supportato, sia chiaro). Quindi
thank you very much <3 <3 <3
Ora vi saluto, ho scritto un
angolo enorme! Alla prossima ispirazione!
Bacione a tutti!!!