Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: __lesbianquinn    19/10/2012    1 recensioni
Una storia originale tutta inventata da me, ispirata da telefilm che trattano la famiglia, che purtroppo non fanno più telefilm del genere. Spero che possa piacere.
Dal primo capitolo: E' da anni che tutto accade così, all'improvviso. La separazione dei miei genitori e il cambiamento improvviso di mia madre; il litigio dei miei fratelli e il loro continuo chiedermi favori senza mai fare qualcosa per me; la grave malattia del nonno; il brutto rapporto che ho con la maggior parte dei membri della mia famiglia. E' stato tutto improvviso.
Dal quinto capitolo: Per quanto in questi anni ci sia successa una cosa brutta dopo l'altra, riusciamo sempre a dare una parvenza di normalità. Dan e Gabriel sono essenziali per me e papà [...] -- Sospiro pesantemente e porto la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. «Cerchi l'ispirazione?» -- «Papà, lei mi ignora!» [...] «Vorrei poter fare lo stesso anche io», borbotta uno dei gemelli [...] «Chi ci vieta di farlo?» -- «Tu non potresti piacere mai ad un ragazzo, figuriamoci ad uno bello e popolare come lui»
Tutti i personaggi sono frutto della mia invenzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
S u d d e n l y - p a r t e 2
 
2
«Se Eveline crede che la vita sia troppo facile per me si sbaglia. Non sa quanto può essere difficile essere me. Devo svegliarmi presto la mattina per fare tutti i trattamenti adatti, la mia pelle ha bisogno di un ottima idratazione e poi devo essere sempre impeccabile a scuola, quindi devo scegliere i vestiti adatti, il trucco adeguato e la pettinatura giusta. Non è semplice essere sempre la più popolare, è un titolo da difendere con le unghie e con i denti, questa è una cosa che Eve non può capire». Sbuffo sonoramente, non la sopporto più. E' tutto oggi che non fa altro che parlare di questa storia con le sue amiche e non si è neanche resa conto che sto proprio dietro di lei. Sospirando accavallo le gambe e do un morso alla mia mela, distogliendo lo sguardo da Katy e dalle sue oche di compagnia. Sento dei passi, ma li ignoro e torno a leggere il mio libro, sfiorando le pagine bianche con i polpastrelli. I passi sono sempre più vicini e, infine, qualcuno si siede vicino a me. Aggrotto le sopracciglia, confusa, ma non alzo lo sguardo. Nessuno si è mai seduto vicino a me a pranzo, sono sempre stata da sola, quindi mi stupiva e non poco quella situazione. «E' maleducazione ignorare qualcuno», è una voce maschile, bassa e che non nasconde una punta di ironia. Alzo un sopracciglio e sposto di poco la testa, puntando i miei occhi verdi sulla figura che si trova al mio fianco. Per un momento ho sperato che si trattasse semplicemente di un brutto sogno, ma poi mi sono resa conto che è vero, che lui è qui vicino a me. Sospiro e poi sorrido ironica, guardandolo con aria di sfida. Sono indecisa se mandarlo a quel paese o se prenderlo a schiaffi. Alla fine opto per una terza scelta: ignorarlo. Scrollo le spalle e torno alla mia lettura, spostando di poco i capelli dall'altro lato per poter vedere meglio. Posso quasi sentire il respiro accellerato del ragazzo che inizia ad innervosirsi e un sorriso compiaciuto mi spunta sul volto. E' una sensazione nuova, questa: per una volta sono io ad ignorare chi mi ha sempre trattata male e chi ha sempre fatto finta che io non esistessi. Certo, sono confusa, non capisco perché si è avvicinato a me se mi ha sempre ritenuta una vera e propria perdente. Sento un sospiro e sono più che sicura che non è uscito dalla mia bocca, ma da quello dell'insopportabile ragazzo che ancora non si decide ad andarsene. La sua mano entra nella mia percezione visiva, sfiorando il mio libro con le dita. Alzo un sopracciglio e mi volto verso di lui, sempre più confusa. «I segreti di Nicholas Flamel l'immortale», la sua voce è bassa, quasi un sussurro, mentre legge il titolo del libro che ultimamente mi sta prendendo tanto. Sorride e non posso fare a meno di pensare che si sta preparando a lanciarmi qualche battuta delle sue. «Hai già raggiunto la casa di Ecate, a quanto pare. Beh, ti consiglio di continuare a leggere, perché qui si fa più interessante». Aggrotto le sopracciglia, Erik mi sta davvero parlando del libro? Deve essersi accorto della mia espressione, perché alza un sopracciglio e mi guarda divertito. «Che c'è? Guarda che so leggere», dice tranquillo, poi posa le mani sul tavolino e fa per alzarsi, ma sembra ripensarci perché si abbandona al suo posto e si avvicina di poco a me. «Lascia perdere quello che dice tua sorella, lo sai come è fatta», la sua frase è un sussurro talmente basso che mi chiedo se l'ha detto davvero o se l'ho immaginato io. Poi, come se nulla fosse, si alza e si allontana. Lo guardo per un istante, poi scuoto la testa e sospiro, dando un ultimo morso alla mia mela e tornando al mio libro, abbandonando i pensieri e la confusione recatami da quell'idiota di quarto.
 
3
«Cosa?! No, te lo puoi scordare!», la mia voce non è mai stata così acuta, ne sono consapevole. Cammino a passo svelto, raggiungendo in fretta il cancello della scuola e superandolo, aumentando la mia andatura, come se volessi seminarla ... peccato che è mia sorella e viviamo insieme. «E dai Eve, quanto ti costa? Insomma, devi solo coprirmi con papà, non devi fare nulla se non ... », la sua voce, invece, non è mai stata tanto irritante ed è molto difficile che lo sia più delle volte precedenti, visto che Katy ha vinto il primo posto per la persona più irritante dell'intero Pianeta. L'arrivo di tre ragazzi mi fa ricredere. Sbuffo pesantemente e alzo gli occhi al cielo. Katy ha vinto solo il secondo premio, il primo è andato di diritto a quell'insopportabile scimmione del quarto. «Io vado», dico in modo frettoloso a mia sorella, la quale si limita a guardarmi cercando di intenerirmi e farmi cedere. Scuoto energicamente la testa, facendole capire che è inutile insistere. Lei sbuffa. «Ne riparliamo a casa», è la sua voce quella che mi segue mentre mi allontano lentamente. Sospiro e mi volto appena. «Tanto la mia risposta è sempre no», le rispondo ad alta voce. Per pensare a lei mi scontro contro qualcuno, facendo cadere così i miei libri. Mi chino e li raccolgo in modo frenetico, borbottando un paio di scuse. «Va tutto bene?», sento una voce maschile, deve essere del tipo con il quale mi sono scontrata. Annuisco distrattamente, poi mi alzo e, senza guardarlo, me ne vado.
 
4
Chiusa nella mia camera riesco a trovare una pace e una tranquillità che in tutta la giornata non riesco ad avere. A scuola è anche inutile provarci, riesco a trovarlo solo quando suono o mi ritrovo a cantare con il coro della scuola, per il resto nulla. Certo, devo dire che oggi la giornata è stata molto meglio delle precedenti. In classe i miei compagni mi rivolgevano la parola e alla lezione di storia, per la prima volta, qualcuno si è seduto al mio fianco di sua spontanea volontà. Sposto i vestiti che avevo posato sulla sedia il giorno prima, poi mi siedo e prendo i libri, iniziando a studiare, ringraziando il Cielo per il fatto che casa è completamente libera, se non conto Dennis, il quale è venuto per stare con noi un paio di giorni. Mentre sto sottolineando le cose più importanti del capitolo di storia, all'improvviso sento il campanello. Non mi preoccupo; gioco distrattamente con una ciocca di capelli, attorcigliandola al dito, senza distogliere l'attenzione dai miei compiti. Quando però sento la voce di mio fratello non riesco a continuare. «Se cerchi Katy mi dispiace avvertirti che non c'è», ecco quello che dice. Sento tutto il disgusto che usa con quelle parole e mi viene da ridere, anche lui, come me, detesta il fatto che le persone vengano solo ed esclusivamente per parlare con mia sorella. Scuoto la testa e torno a leggere. «Veramente cercavo Eveline», una voce maschile che mi sembra di aver già sentito mi distrae nuovamente dallo studio. Mi alzo di scatto, facendo rumore con la sedia; sgrano gli occhi e socchiudo le labbra, cercando di capire come mai qualcuno è venuto a casa solo per cercare me, io non conosco nessuno che non siano i miei insegnanti dei corsi avanzati o di musica. «Ah ... », dal suo tono di voce riesco a capire che anche Dennis è stupito. «Beh ... è in camera sua, la prima a destra salendo le scale», dice infine e questo mi fa sgranare maggiormente gli occhi. E' davvero mio fratello quello che ha appena invitato un ragazzo a salire in camera mia? Lui è la fotocopia di mio padre ed è sempre stato molto protettivo con me, deve essere il fatto che è stato preso alla sprovvista, se no non lo avrebbe mai mandato da me. «No, non vorrei disturbarla, so che non ama le sorprese e sicuramente starà studiando», la voce del ragazzo non è ironica o sprezzante, sembra quasi dolce, amichevole. Senza quasi rendermene conto esco dalla camera e mi sporgo per le scale. Da qui non posso vedere nulla, ma sento meglio. Un verso molto simile ad un sorriso mi raggiunge, ma non so se venga da mio fratello o dall'altro ragazzo. «Può solo darle questo libro, per favore? Le è caduto mentre usciva da scuola», continua quella voce che aveva un qualcosa di familiare. Alzo un sopracciglio e mi mordo il labbro inferiore. Deve essere quel ragazzo con il quale mi sono scontrata mentre tornavo a casa. «Certo», dice semplicemente Dennis, parlando lentamente. Non sento più nulla, solo un saluto cortese e una porta che si chiude. Non appena sento l'ultimo rumore scendo di corsa le scale, guardando mio fratello(lui è un ragazzo molto alto; i capelli sul castano scuro quasi nero, come i miei, e gli occhi verdi molto chiari, solo un po' più scuri dei miei) con gli occhi spalancati, senza neanche provare a mascherare lo stupore.
 
5
«Ti prego!», esclama mia sorella, seguendomi in camera. Sbuffo sonoramente e mi siedo sul letto, incrociando le gambe e portando le braccia attorno alle ginocchia. Alzo lo sguardo e lo punto su di lei, che è rimasta in piedi vicino alla soglia della porta, con una mano sul fianco e l'altra che si muoveva freneticamente vicino al suo viso. «Eve, ho bisogno del tuo aiuto, lo sai che se papà lo viene a scoprire mi ammazza!», continua con la sua voce lamentosa e troppo acuta per i miei gusti. «Mi dici perché ti dovrei coprire mentre vai ad una festa dove ci saranno persone più grandi di te di anni?», chiedo in modo ironico, alzando un sopracciglio e sorridendo in modo altrettanto ironico. Un sospiro esce dalle sue labbra, poi si siede d'avanti a me, guardandomi negli occhi. «Perché papà non mi darà mai il suo permesso. Ti prego Eve, devi soltanto reggermi il gioco. Lo sai che papà chiederà a te per essere sicuro che la mia versione sia vera. Chissà perché di te si fida», dice a bassa voce, per poi borbottare le ultime parole. Il mio sorriso ironico si allarga. «Forse perché io non ho mai saltato la scuola, non sono mai tornata a casa dopo il coprifuoco e non ho mai incendiato un parco?», domandai sarcastica, facendola sbuffare. «Ti prego, Eve!», esclama per l'ennesima volta, quasi mi fa pena. Sospiro e mi sposto sul letto, portando una gamba dietro il mio corpo e l'altra a penzoloni sul letto. «E va bene», cedo, sospirando per l'ennesima volta. Faccio solo in tempo a vedere il sorriso radioso di mia sorella, poi vengo assalita da lei stessa in uno strano abbraccio e in una valanga di "grazie" acuti al mio orecchio.

Spiegazioni:

Sono subito qui, devo dire che non ci ho messo molto ad aggiornare, forse perché, per adesso, ho molta ispirazione. Spero di continuare ad averla. In questo capitolo spunta l'unico fratello che ancora non avevo fatto arrivare, ovvero Dennis, il maggiore. E, oltre a lui, c'è anche un nuovo personaggio che sarà molto importante nella storia. Spero di essere stata chiara e chiedo scusa per eventuali errori.

Distinti Saluti:
 
LesbianQuinn
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: __lesbianquinn