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Autore: LostinStereo3    19/10/2012    3 recensioni
Non sapevo da quanto tempo camminavo, non mi importava, il tempo era solo un numero, uno scorrere di numeri in successione che si accavallavano, uno dietro l’altro, in una continua gara verso un misterioso traguardo. Che senso aveva questo? Perché il mondo era così crudele? Se era vero che Dio esisteva, perché aveva permesso tutto ciò?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’indomani svegliarsi fu veramente un trauma. La sveglia cantò puntuale e repentinamente la spensi, combattuta tra la scelta di andare a scuola o restare a dormire.
Alla fine la mia parte razionale optò per la seconda e quindi svogliatamente uscii da sotto le coperte.

Scivolai piano in camera di mia madre, ma mi sorpresi di trovarla già vuota e sistemata. In realtà non ci diedi peso più di tanto.
Andai dritta al tuo armadio e lo aprii. Subito il tuo profumo mi invase e ne fui felice, era proprio quello che cercavo.
Presi uno dei tuoi maglioni che tanto amavo e tornai in camera mia per finire di vestirmi.
Jeans a caso, come al solito, ma il tuo maglione mi dava una sicurezza in più.
Mi ricordava quando ero bambina e avevo freddo, allora tu mi prendevi in braccio e mi facevi entrare insieme a te nel maglione e insieme ci scaldavamo, poi a poco a poco io mi addormentavo e tu mi portavi a letto.
Istintivamente sorrisi ripensando a te e a quei momenti. L’unica cosa di cui ero sicura, era che mi mancavi ogni giorno sempre di più.

Arrivai a scuola in ritardo, praticamente stavo per saltare quasi tutta la prima ora. Mi affrettai per entrare, ma poi ci ripensai e andai al solito posto dietro la palestra e mi accesi una sigaretta.
Per una volta che saltavo un’ora non sarebbe successo niente.

Fumavo tranquilla quando sentii arrivarmi alle spalle qualcuno, così mi girai di scatto.

“Ah, sei tu” esclamai.

“Cosa? Sei delusa? Ti aspettavi il principe azzurro?” il solito Billie Joe.

“Soltanto sorpresa, tutto qua.”

Si sedette accanto a me sugli scaloni e si accese a sua volta una sigaretta. Nessuno dei due parlava, e il silenzio si stava facendo parecchio pesante, perché entrambi volevamo dirci così tante cose che alla fine stavamo zitti.

“Siete stati davvero bravi ieri sera” esordii.

“Grazie” rispose secco lui.

Alzai gli occhi al cielo, stava ergendo un muro e non mi stava bene.

“La gente vi ama proprio, e tutti e tre insieme siete energia pura.”

Sorrise involontariamente, ma tornò serio immediatamente dopo.

“Siamo amici da sempre” mi rispose molto semplicemente.

Presi un bel respiro.

“Senti ce la fai a parlarmi? Perché così fa schifo. Se non vuoi stare con me che sei venuto a fare? Stavo benissimo qui da sola. Stai qui, parlami cazzo.”

Mi puntò il suo sguardo addosso.

“Sono incazzato okay? Ieri sera te ne sei andata così e sembrava che non ci saresti mai voluta venire lì. Che dovrei fare? Sono fatto così, cambio umore spesso. E se non va bene allora non lo so, torniamo estranei.”

Ecco lo sapevo, adesso era lui l’incazzato.

“Ma che cazzo dici? Cristo sei l’unica persona che mi ha capito e mi capisce, che mi è stata vicino, come potrei tornare indietro così su due piedi? Io lo so come sei fatto, ma tu anche sai come sono fatta io. Lasciamoci alle spalle ieri, forse è meglio. La prossima volta che suonate vengo.”
Era seriamente vero tutto quello che avevo detto, lo sentivo e glielo dissi, così che anche lui potesse saperlo.

“Non mi va di entrare, saltiamo scuola oggi. Vieni con me, ti voglio far vedere un posto.”

Saltò in piedi afferrando la sua roba e passandosi una mano nei capelli celesti stinti, improvvisamente molto allegro.

“Sei proprio lunatico” lo presi in giro io, alzandomi a mia volta. Di sicuro non avevo problemi a saltare scuola. Non me ne fregava proprio niente.

“Stai un po’ zitta e seguimi.”

“Ma dove andiamo?”
“Alex ti ho detto di stare zitta e seguirmi, e stai attenta che se ci beccano finiamo in punizione e non mi va proprio di passare altro tempo qui dentro.”

“Billie, e finiscila di lamentarti e sta un po’ zitto tu.”

Eravamo finalmente fuori da scuola.

“Avrei proprio voglia di una birra.”

“Alex, sono le 10 di mattina, neanche io bevo così presto.”

“Io ho voglia di una birra, non mi frega di che ero sono Billie.”

Alzò gli occhi al cielo ridendo “vada per la birra allora.”










Quant'era che non scrivevo? Veramente tanto. Non so, sto parecchio incasinata.
Tengo particolarmente a questo capitolo per vari motivi, quindi, boh, trattatemelo bene :3
Ma avete sentito UNO? A me piace tanto.
Alla fine spero sempre di aggiornare il più presto possibile, ma come ben sapete le mie speranze sono vane.
Love you all.
  
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