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Autore: Novalis    19/10/2012    2 recensioni
Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda. Ma l'amore stesso è musica.(Puskin Aleksandr)
Questa frase, credo che rispecchi piuttosto bene ciò che è scritto nella mia storia.
Una band rock, un'amicizia che profuma d'amore, e che altro...divertimento e un pizzico di gelosia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Settimo capitolo

Quando la canzone finì, le numerose persone presenti nel pub applaudirono, e saltarono battendo le mani , gridando di voler un’altra canzone. A quel  punto, però, Axl disse che voleva fare un discorso di benvenuto e che quindi  potevamo riposarci cinque minuti e prepararci per l’altra canzone che sarebbe stata” November rain”. Io, non riuscii a fermare le lacrime, perciò corsi via in bagno.
Entrai e la prima cosa che vidi furono gli specchi che  mostrarono la mia immagine, ovvero l’immagine di una ragazza triste che  non riusciva ad accettare il fatto che il ragazzo che amava non sarebbe stato con lei, bensì con un’altra ragazza. Dopo essermi sciacquata il viso, e smesso di piangere uscii. Il mio sguardo, cadde su un ragazzo il cui volto era rivolto verso il basso, con le braccia conserte e con dei capelli neri che gli sfioravano la candida fronte.
Gli passai davanti, senza dirgli nulla, poiché non avevo alcuna voglia di parlargli. Ad un certo punto, però, il moro mi prese la mano, facendomi fermare. I nostri sguardi si incontrarono, e quei meravigliosi smeraldi che aveva per occhi, fecero tremare il mio cuore.
-Cosa vuoi?- dissi, con la voce che mi tremava.
-Daron, perché sei corsa via in quel modo? Ti ho vista piangere.
-Mi hai visto? Bè, fai finta di non averlo mai fatto.
-No, che non lo faccio. Cosa è successo? Noi non abbiamo  mai litigato. Non so, perché tu abbia iniziato a tenere questo comportamento con me, e perciò vorrei che mi spiegassi.
-Sei così duro di comprendonio? Io, pensavo che fossimo amici, invece tu ti sei allontanato da me e avvicinato ad un’altra ragazza di cui non mi avevi nemmeno detto l’esistenza.
-Capisco, questo è allora. La presenza di Audrey, ha creato confusione.
-Certo che lo ha fatto, allora ora mi dici perché non mi hai detto che Audrey e tu siete fidanzati?
-Fidanzati? Chi l’ho ha mai detto.
-Tu, di certo no, ma la prendevi per mano, perciò deduco che non sia solo una tua amica.
-Daron, hai frainteso completamente, lei è…
Paul, non riuscii a finire la frase poiché a interromperlo fu Axl, che ci chiese di continuare con il concerto. Paul, si avvicinò e mi disse che dopo il concerto avremmo dovuto parlare.
When I look into your eyes
I can see a love restrained
But darling when I hold you
Don't you know I feel the same, yeah

Queste erano le prime parole di November rain e dicevano:
Quando guardo nei tuoi occhi
Riesco a vedere un amore trattenuto
Ma cara quando ti stringo
Non lo sai che io provo la stessa cosa.

Erano belle parole, e a chiunque sarebbe piaciuto sentirle. Anche in questo brano, Salvador cantò meravigliosamente e vidi sotto il palco delle ragazzine che lo guardavano con degli occhi a forma di cuore, applaudendo e scattandogli foto con il cellulare. Paul, anch’egli nel mirino delle ragazze,  guardava, invece con volto serio il pubblico, volgendo, ogni tanto, qualche sorriso alle sue nuove fan e puntando lo sguardo sul suo basso, finché improvvisamente, si voltò verso di me  con uno sguardo triste e spento.
Al termine delle numerose canzoni tratte dai migliori album dei Guns’n roses  e dei Queen, il concerto finì  con “Paradise city” dei Guns . Molte ragazze accerchiarono Salvador che ,sembrava una star di Hollywood, mentre Paul ed io ci avvicinammo al gestore del pub.
-Ragazzi, siete stati a dir poco G-R-A-N-D-I-O-S-I!
-La ringrazio, è stato un piacere rendere questa serata piacevole.
-grazie a voi, piuttosto ragazzi, io vorrei chiedervi un favore. Posso?
-Ci dica!- risposi.
-Bè, vorrei  che voi suonaste nel mio locale, tutte le sere. So che siete minorenni, però fino ad un determinato orario, per voi andrebbe bene?
Paul mi guardò, come se cercasse una risposta, ed io annui semplicemente.
-Certo per noi sarebbe una grande cosa!
-Perfetto, allora è tutto deciso! Ci vediamo domani sera alla stessa ora! Siete dei miti!
Dopo che ci pagò, Paul mi chiese di uscire fuori.
-Ora, non posso, devo parlare con Salvador!- dissi.
-Con Salvador? Prima mi chiedi delle risposte, e poi non mi permetti di dartele, perché devi parlare con quel tizio?
Per fortuna, Salvador, non sentì nulla. Infatti, lo vidi intento nel farsi foto con delle ragazze e per nulla attento a me e a Paul.
 -Si, mio caro Paul, non sei al centro del mio mondo. Le risposte che cerco, possono aspettare ancora un po’. Ora ho di meglio da fare.
A quel punto, il suo sguardo cambiò e se ne andò via correndo. Non l' avevo mai visto così, , non l’ avevo mai visto correre via . Forse, ero stata troppo dura con lui, ma mi era venuto spontaneo comportarmi in quel modo!
-Daron, cos’è successo?-disse lo spagnolo, allontanandosi dalle fan.
-Nulla, Salvador, piuttosto volevo ringraziarti per essere venuto e per essere stato così bravo.
-Siete tu e Paul ad essere bravi. E’ stato davvero un piacere far parte almeno per un po’ della vostra band.
-E’ stato nostro il piacere, comunque che ne dici di far parte della nostra band, per sempre? Certo, ne devo parlare con gli altri, ma non dovrebbero esserci problemi.
-Dici davvero? Allora, parlane con il resto della band e fammi sapere. E Paul?
-Paul… non c’è!
-Come non c’è, è successo qualcosa tra voi due a causa mia?
-No, certo che no, tranquillo.        
-D’accordo. Ma, scusa Daron, sbaglio o prima sei corsa via in lacrime?
-No, mi bruciavano gli occhi e, per questo motivo, gli occhi hanno incominciato a lacrimare.
-Mi voglio fidare, comunque, posso farti una domanda?
-Certo!
-Che ne dici se la risposta me la dai domani, al parco vicino alla stazione?
Cos’era questa domanda? Un appuntamento? Non me lo aspettavo proprio, ma  l’idea non mi dispiaceva, e avevo voglia di distrarmi un po’, così accettai.
-Davvero?
-Certo, accetto volentieri.
A quel punto Salvador, se ne andò e mi saluto sorridendomi. Ero davvero felice di aver ricevuto un invito da un ragazzo così bello e bravo, ma nonostante questo non ero completamente contenta, perché non riuscivo a non pensare alla scena in cui Paul se ne era andato via correndo. Uscii dal locale, e vidi che fuori non c’era nessuno e mi chiesi dove Paul potesse essere. Il primo luogo a cui pensai fu il parco, vicino alla stazione.
FLASHBACK
La prima volta che incontrai Paul, lo vidi seduto su una panchina  intento nella scrittura di una lettera. Incuriosita e attratta, mi sedetti sulla panchina accanto e mettendo il libro, che fingevo  di leggere, davanti al mio volto, lo guardai. Sembrava che non se ne accorgesse, ma invece improvvisamente mi guardò e mi sorrise. Portava gli occhiali  in quel periodo, ma era ugualmente bello.
-Ciao!-disse continuando  a sorridermi.
-C-ciao!
-Sei nuova di qui?
-No! Tu?
-Si, mi sono appena  trasferito!
FINE FLASHBACK
Il parco, per fortuna, distava solo dieci minuti dal pub, così mi incamminai.
Era tutto buio, ad illuminare le giostre e le panchine c’era solo la luna e qualche lampione . Mi avvicinai alle panchine, ma non vidi nessuno. Il mio cuore mi segnalava come un navigatore satellitare che Paul era lì, infatti, sembrava dicesse:- Vai dritto e poi la tua destinazione sarà raggiunta.
Davanti a me c’era solo  la casetta di legno, da cui ogni domenica mattina i bambini scendevano scivolando dallo scivolo, e decisi di salirci.
Seduto e illuminato dalla luna, c’era lui.
-C-Ciao!
-Daron?... Come facevi a sapere che ero qui?
-Me lo ha detto il mio cuore.- dissi senza riuscire a credere a cosa avessi detto.
-Il tuo cuore?
-Lascia stare, piuttosto credo che dovremmo parlare.
-E’ quello che volevo fare, ma c’è prima Salvador.
-Non fare la vittima, ora, piuttosto spara e dimmi chi è esattamente Audrey per te?
- Audrey è… mia sorella!
-Tua cosa? Tua sorella? Ma tu non hai sorelle.
- Invece si! E’ la figlia di mio padre, e sono molto affezionato a lei, non la vedevo da sei anni!
-Ma, perché non me ne hai mai parlato?
-Daron, ci sono delle cose che si preferisce tenere per sé!
-Non è una valida risposta! Io sono la tua migliore amica!
-Hai ragione, scusami, ma faceva parte di un passato che volevo dimenticare, ma poi è tornata e tante cose nella mia vita hanno preso il loro giusto posto.
In quel momento, mi accorsi che di Paul, sapevo davvero poco, e questo mi rattristiva molto.
-Dovevi dirmelo! Comunque, scusami anche tu, non volevo risponderti in quel modo prima.
-Non hai nulla di cui scusarti, sono io che dovrei continuare a farlo. D’altronde, non posso essere il centro della tua vita!
A quelle parole il mio cuore iniziò a battere forte, e una lacrima cadde dal mio occhio!
-Perché stai piangendo ora?
-Non lo so!
-Daron, perdonami, e chiedi a Rose se può fare  lo stesso quando la vedi. So, di avervi creato confusione, ma è stato tutto così improvviso anche per me, ho deciso di farla diventare nostra manager, perché ama la musica e per tenerla legata a me, sempre!
-Capisco, ecco perché la prendevi per mano, per non perderla più!
-Esattamente, non la vedevo da troppo tempo, per motivi che un giorno ti racconterò!
-Capisco, ora però stai tranquillo e stalle vicino.
A quel punto, mi asciugò le lacrime che involontariamente mi erano scese e prese la mia mano nella sua.
- Ora però, basta con le lacrime, che ne dici di andare a casa, piccola rocchettara?
-Hai ragione, allora chiamo mio padre e gli dico di venirmi a prendere.
- Non c’è ne bisogno, se vuoi ti accompagno io con la mia bicicletta!
-D’accordo, aspetta solo un attimo, così avviso i miei.
-Ok!
Chiamai i miei genitori, e avvisai loro che sarei tornata con Paul. Infine, mi avvicinai alla bicicletta.
-Allora, Pronta?
-Sempre!-risposi
Mi sedetti dietro di lui, e mi strinsi forte alla sua schiena. A quel punto, però, Il vento incominciò ad alzarsi , e i suoi capelli color corvino si mossero, facendo arrivare il suo dolce profumo dritto a me. Dopo venti minuti arrivammo dinanzi a casa mia.
-Arrivati!
-Grazie, Paul!
-Grazie a te Daron!- disse sfoderando lo stesso sorriso della prima volta che lo vidi.
A quel punto, mi avvicinai all’ingresso della mia casa, ma la voce di Paul mi fermò:
-Daron?
-Si?
-Domani, ti andrebbe di uscire con me?
Oh no, era il primo invito che Paul aveva fatto solo a me e non anche a Rose, ma avevo già promesso a Salvador che sarei andata con lui. Cosa potevo fare?
-Paul…ecco, io non posso!
-Come non puoi? Sei già impegnata?
-Si, devo uscire con Salvador!
-Con…Salvador? D’accordo, divertiti allora!- dissi con un sorriso , che andava in contrasto con gli occhi verdi e tristi.
-Paul?
-Si?
-E se ci sentissimo di mattina, davanti alla solita fumetteria?
-Va bene, ci sto, a che ora?
-Alle 10.30.
-D’accordo!
-Allora a domani!
-A domani!
Aspettai dinanzi alla porta, finché non vidi la sua sagoma mimetizzarsi con la notte.
 
 Anche questo capitolo è volto al termine, spero vi piaccia!
P.S.: Se vi va,  mi piacerebbe che voi esprimeste una vostra opinione con una recensione, in modo che io possa migliorarmi sempre di più grazie ai vostri consigli! :D
ALL’OTTAVO CAPITOLO!:)
   
 
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