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Autore: Koa__    19/10/2012    3 recensioni
«Lui era mio fratello, il mio confidente, il mio migliore amico, il mio compagno, il mio capitano, il mio amante… era il mio T’hy’la, era la persona più importante della mia vita, era tutto il mio mondo!»
[Universo 2009]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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This never happened before
 

Una lenta scia di piccoli baci, risalì lungo il corpo magro del primo ufficiale Spock, il quale ‒ disteso sul letto di Kirk ‒ si lasciava andare come mai aveva fatto prima d’allora. 
Dopo quel primo bacio tutto era avvenuto rapidamente: aveva visto i propri abiti cadere a terra uno ad uno mentre lui stesso si premurava di spogliare il capitano; si erano poi distesi entrambi sul letto della piccola cabina, lasciandosi trasportare dalle emozioni.

«Jim» disse Spock in un soffio, mentre i baci del capitano non si fermavano e risalivano lungo il collo, soffermandosi sulle orecchie appuntite.
«Le tue orecchie sono eccitanti, Spock» mormorò Kirk, sorridendo, tra un bacio e l’altro mentre le sue mani gli accarezzavano il torace ed i loro inguini si sfioravano, provocando brividi in entrambi. Spock sollevò lo sguardo, sorpreso dalle parole del capitano: non capiva davvero cosa avessero di così speciale i suoi lobi.

Aveva già notato in precedenza che spesso gli umani citavano il fatto che le avessero appuntite, aveva anche pensato che ne fossero invidiosi, anche se era del tutto insensato.
«Gradirei sapere come mai le mie orecchie ti attirano tanto» sussurrò, cercando in tutti i modi di trattenersi dal gemere apertamente; ciò che Kirk gli stava facendo era indubbiamente la cosa più piacevole che avesse mai provato in tutta la sua vita.
«Mh, magari ne parliamo dopo» rispose Jim, tornando ad occuparsi del suo primo ufficiale con doverosa perizia.


Spock chiuse gli occhi abbandonandosi alle emozioni che Jim gli stava facendo provare: sentiva le sue mani ruvide accarezzargli il torace e l’addome, percepiva le sue labbra delicate sfiorargli il collo e i capezzoli, avvertiva distintamente le sue gambe forti strusciarsi contro le sue ed intrecciarsi le une con le altre.
«Perché abbiamo aspettato tanto?» si sentì domandare da Jim.

Strano, il suo tono pareva quasi disperato.

Afferrò la sua mano, intrecciando le sue dita con le proprie, mentre con l’altra mano gli accarezzava il viso. 
I suoi occhi erano meravigliosi, di un blu intenso e particolare, le guance erano arrossate, i capelli deliziosamente arruffati e le labbra gonfie.
«Jim» sussurrò prima di posare un bacio sulla sua bocca.
«Spock, tu lo vuoi fare davvero? In fondo sta succedendo tutto così in fretta che…»
«Sarebbe insensato fermarsi» rispose Spock.
«V-va bene» balbettò, «tu vuoi stare, voglio dire…»
 
Il vulcaniano sollevò un sopracciglio; non credeva che il capitano fosse tanto pudico o, quantomeno, non pensava che in certe situazioni fosse così ritroso. Da quel poco che sapeva, Jim aveva sempre avuto fama d’essere un gran amatore. Quel suo atteggiamento era strano.

«Jim, stiamo per avere un rapporto sessuale consenziente, non hai motivo d’essere nervoso. Se lo gradisci puoi stenderti e far svolgere a me il ruolo attivo; per quel che mi riguarda non ti fare scrupoli, la mia costituzione fisica è differente dalla tua. Proprio per questo la resistenza al dolore è senza dubbio maggiore rispetto a quella di un essere umano. Propongo quindi che, essendo questa la nostra prima esperienza, sia io a ricevere. Questo ovviamente, se va bene anche a te.»
«Ovviamente…» ripeté Jim, con tono sarcastico.
 
Il capitano scrollò la testa; Spock lo sorprendeva ogni volta. Così come le sue deduzioni logiche lo lasciavano senza parole, ora la sua freddezza nel trattare quegli argomenti era quasi fastidiosa.
 
Kirk lo spinse sul materasso, afferrando con forza i suoi polsi e bloccandoli contro il lenzuolo leggero. Si chinò poi sul suo volto verdastro, baciandolo avidamente. 
Con passione sempre più crescente, s’impossessò del suo corpo, lambendolo e divorandolo. Quando entrò dentro di lui, Kirk chiuse gli occhi, provando a resistere alla tentazione di farlo suo con forza. Ruggì quando sentì un leggero sospiro uscire dalle labbra sottili di Spock ed allora, invogliato dalla sua espressione serena, iniziò a spingere.

Essere in lui, stare dentro il suo corpo caldo, gli pareva la cosa più naturale che avesse mai fatto. Come poteva essere quella la loro prima volta? Com’era possibile che non avesse mai baciato prima quella pelle chiara? Che non avesse sfiorato prima i muscoli forti del suo torace, e che non avesse mai affondato le mani tra i suoi capelli morbidi?

Una miriade di pensieri si affollarono nella mente di Kirk, svanendo poi come neve al sole, quando percepì l’orgasmo farsi sempre più vicino. 
E quando i loro piaceri si fusero in uno solo, Jim s’abbandonò, venendo con un grido potente che riecheggiò nella piccola cabina.
 
 
Steso sul morbido materasso del letto di Jim, Spock si lasciò andare ad un sospiro. Percepiva il peso del proprio compagno che, sdraiato sopra di lui, non accennava a volersi spostare.
«Ora mi sposto» mormorò Kirk, parlando contro la pelle verdastra della sua spalla.
«Mh» rispose Spock sovrappensiero. La mano che accarezzava la schiena muscolosa del compagno si muoveva con fare ipnotico, mentre lo sguardo era perso nel vuoto.
«Tutto bene?» chiese Jim, sollevandosi su un gomito.
Il capitano osservò l’espressione stranita del vulcaniano e sistemandosi meglio al suo fianco, cercò d’attirare la sua attenzione.
«Sicuro di star bene, Spock?» domandò nuovamente, passandogli una mano davanti al viso.
«Jim, non mi era mai successa una cosa del genere prima d’ora. Il nostro legame ora è ben saldo, è cresciuto e lo farà ancora, se prima il pensiero d’allontanarmi da te era fastidioso, ora è lancinante.»
«Perché te ne preoccupi? Non ne hai motivo, non ho alcuna intenzione di separarmi da te.»


Il capitano si avvicinò poi a Spock cingendolo tra le braccia mentre l’altro faceva altrettanto. Poggiò la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi e beandosi del suo odore. Era bellissimo stare così con lui, dolcemente abbracciati l’uno accanto all’altro, dopo aver finito di fare l’amore per la prima volta.
 
E sì, Spock aveva ragione, il loro legame ora era più forte. Lui stesso riusciva a percepirlo e quel vuoto che aveva sentito distintamente, quella sensazione di malessere che percepiva quando vedeva Spock insieme ad Uhura, ora era svanito. Jim non voleva credere che quella fosse solo mera gelosia, non voleva svilire a quel modo il sentimento che li univa. Se ci pensava ora, si rendeva conto che  inconsapevolmente ne aveva provata, ma non voleva sminuire a quel modo il loro legame. No, non era stata solo gelosia, era ben altro, era quella sensazione di vuoto, quel terribile presentimento che gli mancasse una parte di sé stesso. Era il legame. Jim non seppe se era per quegli strani pensieri, ma una domanda gli tornò alla mente. Un dubbio che gli ronzava in testa da mesi, qualcosa che non aveva mai osato domandare al suo primo ufficiale.
«Posso farti una domanda?» domandò sollevando lo sguardo sul vulcaniano.
«Sì» annuì Spock.
«Quando eravamo nell’astronave dell’ambasciatore mi hai detto: “Dì a Uhura che…” cosa volevi dire, che l’amavi?»
«No» negò Spock con il capo, «non ho mai sentito per lei alcun sentimento d’amore ed ora che sono con te è ben chiaro nella mia mente. Ho provato interesse per lei ed affetto, ma se si parla di unione e di legame, beh, tra di noi non c’era nulla di tutto questo.»
«Quindi quella volta volevi dirle che…»
«Che la ritenevo libera di cercarsi un altro compagno.»
 
Jim sorrise sollevato, per un istante aveva creduto chissà cosa e, anche se sapeva che il suo compagno non l’avrebbe potuto capire, si ritrovò a pensare che, forse, Spock avrebbe dovuto far l’abitudine a tutte quelle umane emozioni.
 

Continua…



Il Titolo di questo capitolo è in inglese. La traduzione sarebbe “non mi è mai accaduto prima” lo trovavo azzeccato per la situazione. Come avrete notato è l’unico (e sarà l’unico) in questa lingua! Il motivo è semplice: è stato rubato ad una canzone: “This never happened before” di Paul McCartney. La canzone l’ho sentita per la prima volta nel film: “La casa sul lago del tempo” con Sandra Bullock e Keanu Reeves. Ecco il link al video, vi consiglio d’ascoltarla: http://www.youtube.com/watch?v=0VmUqGIBk6c

Lo so, non sono un gran che a scrivere lemon, non volevo che fosse eccessivamente dettagliata, volevo mantere il tutto sul soft e cercare di dare spazio, anche in scene come questa, ai sentimenti dei due personaggi. Il dialogo finale era uno sfizio che volevo levarmi, perché “quella frase” detta da Spock a Jim, proprio mi era rimasta sullo stomaco!
   
 
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