Sigh...un solo commento
nell'ultimo capitolo..non capisco se è perchè la
storia non piace o per il fatto che era incentrato su Naruto,
però mi piaceva parecchio come l'avevo concluso XD
Beh in ogni caso ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia^^
Disclaimer: NARUTO e i suoi personaggi sono
proprietà del maestro Masashi Kishimoto
Quando si perdona…
Quando Sakura rientrò in quella stanza, lontana da occhi
indiscreti, dove erano stati chiusi per precauzione i due fratelli
uchiha, non si aspettò certo di ritrovare la stessa tensione
che aveva avvertito quando ne era uscita solo poche ore prima.
Sasuke era rivolto verso il muro, mentre Itachi guardava verso la
finestra, senza poter vedere nulla.
“Sasuke-kun? Devo misurati la febbre e la
pressione“ chiese con gentilezza appoggiando il misura
pressione sul tavolino e porgendo il termometro al ragazzo. Sasuke
afferrò bruscamente il termometro e nel contempo, senza dire
nessuna parole porse il braccio alla ragazza.
Sakura cercò di concentrarsi sul suo lavoro senza farsi
distrarre da quell’atmosfera pesante che nonostante tutto non
le riusciva di scacciare. Quando ebbe finito si volse verso Sasuke con
un sorriso “Va tutto bene Sasuke-kun. Sembri essere in
perfetta forma adesso “
“Lo sapevo anche da me…non c’era bisogno
che me lo dicessi tu” rispose brusco lui alzandosi dal letto
e dirigendosi verso la porta che però si apri pochi istanti
prima che la sua mano raggiungesse la maniglia.
“Sasuke!” Naruto fu evidentemente sorpreso di
vederlo alzato e in forma. Era stato chiuso nell‘ufficio
dell’Hogake fino al mattino presto quel giorno e ancora non
aveva avuto notizia che l’amico si fosse svegliato.
“Che ci fai tu qui?” chiese l’Uchiha
guardingo. Naruto ricambiò lo sguardo e entrò
nella stanza facendo indietreggiare Sasuke fino a portarlo nuovamente a
sedersi sul letto. “Sarà meglio che tu non ti
muova da qui” disse poi tenendo ferme le mani sulle sue
spalle.
“Mi prometti che non farai pazzie per i prossimi 5
minuti?” chiese con tono giocoso ma mantenendo uno sguardo
serio che fece assottigliare i grandi occhi neri dell’altro.
“Se ti dicessi di no?” domandò di
rimando cercando di intuire il perché di quella richiesta.
“…probabilmente ti dovrei legare”
rispose Naruto dopo qualche istante, stringendo una volta ancora le
mani sulle spalle di Sasuke.
Calò il silenzio nella stanza fino a che Itachi non prese la
parola cominciando a temere cosa ci fosse dietro a quella richiesta che
Naruto aveva fatto al fratello.
“Naruto-kun, si può sapere
cos…” il ragazzo si bloccò di colpo
però nel momento stesso in cui la sua voce si sovrappose ad
una nuova che Itachi riconobbe al volo.
“Non abbiamo intenzione di rimanere qui fuori in
eterno!” Koharu entrò con cipiglio seguita a ruota
da Homura.
I due gelarono sul posto nel momento stesso in cui varcarono la soglia.
Itachi era effettivamente di fronte a loro. Bendato e seduto in un
letto di ospedale, ma vivo senza alcun dubbio.
“Uchiha…”
“Itachi…”
Il tono con cui i consiglieri pronunciarono il suo nome
bastò e avanzò ad Itachi per essere certo di aver
riconosciuto quelle voci. E se quella sua certezza non fosse stata
abbastanza, subito ebbe la riprova nel sentire l’odio con cui
suo fratello urlò quel “ Voi!” che
risuonò nella stanza. Liberandosi dalla presa di Naruto il
ragazzo attivò lo sharingan e si scagliò come un
fulmine verso l’uomo e la donna appena entrati.
A poco valsero le grida di Sakura e Naruto non fu abbastanza veloce per
fermare l’attacco di Sasuke. L’Uchiha
scagliò il pugno con tutta la forza che aveva in corpo e
questo si abbatté sullo stomaco del suo bersaglio senza
remore. Sasuke non usò però nè il
chidori nè nessuna tecnica a base di chakra, il suo fu solo
un semplice e fortissimo pugno. E il ragazzo, con il senno di poi, fu
felice di non aver utilizzato altre tecniche più
distruttive, poiché quel pugno non trovò nessuno
dei due consiglieri, ma al contrario fu preso in pieno da Itachi che,
veloce come sempre, si era materializzato davanti al fratello facendo
da scudo a coloro che avrebbe dovuto anch’egli odiare.
Sasuke rimase di sasso. Il fratello si piegò sulle ginocchia
e i suoi colpi di tosse furono come cannonate alle orecchie del minore
dei due. Qualche macchia di sangue sporcò il pavimento prima
che Itachi potesse alzare di nuovo la testa rivolgendosi al fratellino.
“Smettila Sasuke!”
“Nii-san...perché?”
“Perché non ne guadagneresti nulla…ne
ricaveresti solo altro dolore” rispose Itachi alzandosi
nuovamente in piedi portando la propria mano a pulirsi il sangue
rimasto vicino alle labbra.
“Non capisci Nii-san?…sono loro la causa di tutto
il mio, il nostro dolore. Non sarei soddisfatto neppure vendendoli
morti. Loro dalle loro poltrone hanno dato l’ok ad
un’esecuzione di massa basandosi su prove di cui non avevano
nemmeno la certezza. Tutto per cosa? Per questo schifo di villaggio che
si basa su una pace insulta nata dal nostro sangue. Non
poss…”
Lo schiaffo che all’improvviso interruppe il suo sfogo non fu
molto forte. Itachi per essere sinceri poggiò solamente la
mano sulla guancia del fratello. Ma il suono dello schiocco sulla pelle
sembrò rimbombare in quella piccola camera.
Sasuke si zittì di colpo, troppo scioccato per riuscire a
emettere una reazione verbale. Guardò a lungo quel fratello
che gli era davanti,un fratello impossibilitato a ricambiare uno
sguardo con occhi che non possedeva più.
L’impossibilità di poterne leggere le emozione
resero Sasuke ancora più irritato portandolo a scostare il
corpo di Itachi e a correre verso la porta. Uscì senza
sbatterla, senza preoccuparsi delle grida di richiamo di Sakura che gli
era prontamente andata dietro nel tentativo di fermarlo. Konoha ancora
non sapeva nulla del suo rientro…
“Sasuke-kun aspetta. Non è il caso che tu ti
faccia vedere al villaggio ancora…”
La voce di Sakura si perse nel corridoio mentre nella stanza Itachi,
Naruto e i due consiglieri erano rimasti immobili nelle loro posizioni.
Fu proprio Koharu a rompere il silenzio che si era creato.
“Perché?” domandò senza
aggiungere altro.
Itachi comprese ciò che la domanda sottintendesse e si
sedette sul letto cercando le parole migliori.
“…perché è colpa mia se mio
fratello non riesce ad esternare i suoi sentimenti in maniera
razionale. Sono stato io ad inculcargli l’odio verso il
responsabile di quella strage. Ma mio malgrado lui ha scoperto la
verità e tutto l’odio che doveva essere
indirizzato a me solo, Sasuke lo ha volto verso di voi. “
“Comprensibile d’altronde”
commentò Naruto con acidità.
“Naruto-kun non ti ci mettere anche tu. Anche se erano
d’accordo non sono stati loro a dare l’ordine
quella notte. È stato Danzo a convincermi…forse
dovrei dire minacciarmi, ma ormai che importanza ha? Ho fatto del male
alla persona che più volevo proteggere, ho distorto
l’animo di un ragazzino che non avrebbe fatto mai del male a
nessuno. Per questo vi prego, Koharu-sama, Homura-sama, perdonate mio
fratello. Io solo sono il responsabile del suo comportamento”
“Itachi, ma cosa…” Naruto
tentò di intromettersi ma alla sua voce si soprappose,
ancora una volta, proprio quella di Koharu
“Naruto – cominciò con tono aspro ma
deciso – ho deciso che accetterò
l’esilio, ma ad una condizione.”
Naruto rimase fermo in attesa che la donna finisse la frase.
“Capisco cosa vuoi dire Koharu – riprese la parola
Homura anticipando la donna – immagino che la condizione che
hai in mente riguardi i nostri sostituti, dico bene?”
“Precisamente. Accetteremo l’esilio se
sarà Itachi uchiha a prendere il nostro posto come tuo
consigliere”
Naruto ed Itachi rimasero senza parole e il silenzio
ripiombò nella stanza per qualche secondo.
“La nostra condizione non è
accettabile?” chiese quindi Homura stanco del silenzio
Itachi fece per ribattere ma Naruto si pose di fronte a lui coprendolo
alla vista dei due consiglieri.
“Non direi. La richiesta è accettata
all’unisono” rispose l’Hokage con
trasporto mentre dietro di lui le molle del letto cigolarono debolmente
segno che Itachi si era alzato. Il ragazzo pose una mano sulla spalla
di Naruto scostandolo lievemente dalla sua strada.
“Perché?” chiese formulando la stessa
domanda che prima gli era stata rivolta.
“Perché siamo noi che dobbiamo chiedere perdono a
te, non il contrario. Se il vostro clan avesse avuto più
persone con la tua maturità e il tuo buon senso forse
sarebbe stato tutto diverso.” Concluse la donna dirigendosi
verso la porta, seguita da Homura che prima di uscire si
voltò nuovamente verso l’interno della stanza
regalando le sue ultime parole.
“Tsunade forse aveva ragione…a noi, mancava la
forza di credere, ma ora vogliamo farlo su voi due… Itachi,
Naruto lasciamo Konoha nelle vostre mani. Siate migliori di quanto
siamo stati noi”
Itachi strinse i pugni abbassando il capo mentre Naruto
annuì con decisione guardando la porta che si chiudeva
pronta ad essere aperta ad una nuova generazione.