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Autore: wehaveahulk    19/10/2012    1 recensioni
Era un dolce bambino dai biondi capelli lisci e dagli occhi azzurri. Crescendo, i suoi capelli divennero ricci e castani e il mare dei suoi occhi lasciò spazio ad un verde foresta quasi invidiabile.
"Non dissi nulla. Non disse nulla. I nostri sguardi parlavano da soli. Infondo, io e lui ci intendevamo con un solo sguardo, ricordate?"
a martina: una delle migliori amiche conosciuta grazie ad uno stupido gioco di ruolo sul web.
ad alessandro: uno dei coglioni più grandi che abbia mai incontrato e che ancora oggi chiamo 'migliore amico'.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Milano, Dicembre 2011.
 
Penso che ognuno di voi voglia finalmente sapere se e come ci incontrammo io ed Harry quel dannatissimo giorno.
Quindi, per togliervi ansia, partirò subito da quando Alessandro lasciò me e la mia amica Martina davanti al locale dove ci sarebbe stato il meet.
 
Martina ed io scendemmo dalla macchina, schioccai un bacio sulla guancia al mio fratellone e ci incamminammo verso l'ultimo posto dove avrei voluto essere quel giorno.
Martina continuava a parlare, ma non la stavo ad ascoltare. Il cuore mi batteva a mille, non sapevo cosa fare, come reagire.
Ecco, lo sapevo. Sarebbe stato meglio rimanere a casa.

Lo odiavo. Odiavo il fatto che mi avesse abbandonata, odiavo il fatto che non mi avesse più nemmeno fatto gli auguri di compleanno, o di natale, o che so io. O forse non volevo entrare per avere la conferma di tutti quei pensieri che da ormai tanto, troppo tempo mi assillavano. Avevo paura che una volta là dentro non mi avrebbe mai riconosciuta. Avevo paura di essere stata dimenticata.
 
«Sei sicura di volerci entrare, Elle?» mi chiese martina.

Stavo tremando, solo in quel momento me ne accorsi. Le gambe non riuscivano a reggere il peso del mio corpo, ero sbiancata tutta d'un colpo, i battiti si erano fatti così irregolari che temevo il mio cuore non avrebbe retto. Volevo svenire. Morire. Non avete la più pallida idea di come mi sia sentita il quel momento. Volevo urlare, mi veniva da vomitare, ridere, piangere... Dovevo rimanere a casa. Penserete 'tutto questo solo perchè doveva vedere il suo amico?'.
Ebbene sì. E' sciocco, lo so. Ma la paura dentro di me di poter essere dimenticata dall'unica persona che mi abbia mai davvero voluto bene era straziante. Ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
Così deglutii a fatica, feci un respiro profondo nella speranza che nausea e pallore svanissero e dissi: «Sicurissima». 
 
Entrammo. L'aria era terribilmente calda, all'interno dello stabile c'erano centinaia di ragazzine urlanti, ognuna delle quali era in una fila disordinata che procedeva ad una velocità impressionante per essere una signing. Ci mettemmo in fila. Nonostante la coda scorresse abbastanza in fretta, passarono almeno due ore prima di incontrare i ragazzi.
 
Ero in ansia. Martina mi prese la manica della felpa e mi sussurrò nell'orecchio 'riesco a vedere Liam!'.

Bene, l'incubo stava per cominciare.


Mi alzai in punta di piedi per vedere chi sarebbe stato il primo a cui avremmo chiesto autografo e foto e... Si, dai, lo sapete. La mia solita fortuna.
 
Arrivò il nostro turno.
'Ecco' pensai tra me e me. 'questa è la prova del nove. se non mi riconosce subito, io faccio finta di nulla. mi prendo l'autografo e scappo via'.

La ragazza che avevo davanti si spostò e mi ritrovai davanti un ragazzo seduto. Le luci erano abbastanza forti da far risplendere i suoi bellissimi occhi smeraldo. I ricci erano diventati una massa informe di capelli, il sorriso era rimasto lo stesso. C'era qualcosa di diverso, comunque in quel ragazzo, e non erano i capelli.
I suoi occhi. Ecco cos'era.
La luce. Quella luce che vidi nei suoi occhi fino all'ultimo nostro incontro si era misteriosamente spenta.
 
«Ciao bella. Come ti ch...».
 
Non so bene cosa successe in quel momento. Sta di fatto che non appena disse la parola 'come', alzò lo sguardo e rimanemmo lì a fissarci. Non c'era più nessuno intorno a noi. Solo io e lui.
Non dissi nulla. Non disse nulla. I nostri sguardi parlavano da soli.

Infondo, io e lui ci intendevamo con un solo sguardo, ricordate?

I miei occhi. Raccontano più di quanto  mio sguardo di disapprovazione sembrava dire 'mi sei mancato'. Il suo sguardo dispiaciuto sembrava dire 'anche tu'.
 
Rimanemmo lì fissi, finchè un uomo sulla trentina mi diede uno spintone per far scorrere avanti la fila.
 


angolo autrice: yaaaaaaaaaaaaayyyy. ok. tralasciando il fatto che questa bellissima(?) FF non se la caga di striscio nessuno *yeee*, finalmente ho messo il quatro capitolo. ya.
è un po' corto, perdonatemi. la scuola mi sta distruggendo, tantè che sono le 22.15 di sera e sto morendo di sonnnnnn.....zzzz......zzzzzzzzzz.......zzzzzz.......zzzzzzzzz...... se ci sono errori è per quello çç
boh, spero vi piaccia jdghkjdsfl se volete seguirmi su twitter sono arisover c:
ciaaaaaao belli.♥
 
-eleonoraaaa
  
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