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Autore: bethewildyouth    19/10/2012    1 recensioni
Vorrei sentirti parlare di noi, per ore ed ore.
Vorrei stare sul tuo divano, con una tua camicia larga indosso, del cibo cinese fra le mani e sentirti parlare.
Vederti gesticolare, arrossire e poi dirti che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. 
..quelle due parole, con te, non bastano.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brotherhood

La città un film straniero senza sottotitoli 
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi 
come stai quanto costa che ore sono 
che succede che si dice chi ci crede 
e allora ci si vede 
ci si sente soli dalla parte del bersaglio 
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio 
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te 
ma ti guardi intorno e invece non c'è niente 
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che 
hanno ancora il coraggio di innamorarsi.


Tom e Max sono amici da ancor prima che i miei ricordi abbiano luogo. A volte mi è capitato di pensare che fossero gemelli allontanati al momento della nascita ma il destino non sopportando la loro lontananza in un modo traverso li ha resi comunque compagni di vita.
Ogni macchina porta l'odore del suo conducente. Ogni macchina ha un suo profumo che lo caratteristica. La macchina di Max ha un odore che nessuna delle persone che ha avuto "l'onore" di entrarci potrà mai dimenticare. Non è del tutto sgradevole, è particolare. Se ci passi troppo tempo dentro una volta scesa inizi a barcollare e ad avere giramenti di testa. Un po' l'effetto che mio fratello fa alle persone. 
Il solo pensiero di dover condividere altri momenti con la mia “famiglia” mi distrugge psicologicamente. Non posso più sopportare l’indifferenza dei miei genitori, il finto buonismo di mio fratello e ancor meno la recita della famigliola felice contenta per il ritorno della figliola prodiga. 
Frizione, giro di chiave, movimento. Si parte verso l’incubo.
Il viaggio dura meno di quello che mi aspettavo. Ormai ho quasi rimosso questo tragitto che una volta era il percorso di sempre, di una vita intera.
Immobile. Non voglio scendere. Questa non è la realtà che voglio vivere. Questa vita non fa per me.
<<Oi, siamo arrivati. Vuoi una mano per entrare? Non riesci a camminare? Se non ci riesci ti posso portare in braccio>>
Max mi tempesta di domande.
<<No tranquillo, non ho due anni. Penso di potermela cavare.>>
Passi lenti. Lentissimi, quasi millimetrici. Un passo, un respiro profondo.  
La bambina che va a casa dell’orco cattivo.

Tom mi precede e apre la porta per me.
<<SOOOORPRESAAA!!!!>>
Una massa enorme di persone è tutta raggruppata nel salotto dei miei, reggendo  uno stupido cartello con su scritto “bentornata a casa” , urlando e sorridendo nella mia direzione.
La mia faccia apatica, spegne leggermente gli animi. Sento gli occhi di tutti addosso. Mi stanno fissando, aspettano che io dica qualcosa.
<<. Che cosa vi aspettavate? Sono mesi che non vi preoccupate di me, se fossi o meno viva, e ora tutti felici e contenti venite qui a fare la commedia, tutti quanti contenti di vedermi? Ipocriti. >>
<<Zoe! Cosa stai dicendo tesoro? Tutti i tuoi amici sono qui, per te. Probabilmente questo tuo comportamento è dovuto ancora alla botta. Scusatela, è ancora sotto shock.>>
Ovviamente la mia cara mammina è più preoccupata che nessuno dei suoi ospiti si offenda dalle mie accuse. Non mi chiede neanche come sto. Si gira subito verso quelle persone per difendere la sua buona reputazione. Questo mi porta il nervosismo alle stelle. Vorrei dar fuoco a questo edificio e vederlo scomparire dalla faccia della terra.
<<Nessuna di queste persone è mia amica. La mia unica amica non è qui. Non ho nulla da spartire con nessuno di voi. Potete anche tornare alle vostre case.>>
Mia madre inizia a sorridere nervosamente, a sfregarsi le mani e cerca delle giustificazioni plausibili alla mia presunta pazzia.
Ho la nausea. Tutta questa gente in un spazio così piccolo non permette un’adeguata circolazione di ossigeno.

Non mi curo più di nessuno, e trascino il mio corpo flaccido verso il giardino. Cielo tendente al grigio, nuvole grigie, i colori gialli che tendono all’arancio, il vento che soffia piano e fa cadere le foglie proprio davanti ai miei piedi, nell’aria quell’odore di bruciato quasi dolciastro. Ecco, questo è l’odore d'autunno tipico in questa casa.
Fuori non ci siamo più io, Max e Tom bambini a giocare a saltare sulle foglie. Niente più nascondino, niente più altalena, ormai quei momenti di gioia passata hanno assunto il grigiastro del cielo.
Se chiudo gli occhi, posso ancora sentire le nostre risate. L’odore del sudore sulla fronte,  l’odore della torta di mele che ci preparava mia nonna. Posso sentire i cardini arrugginiti della vecchia altalena, i tonfi delle nostre cadute sulla pila di foglie.  Posso sentire i rimproveri di mio nonno, che nonostante fossimo ancora alle elementari ci ammoniva continuamente dicendo “Studiate, sennò non sarete mai nessuno nella vita.”
Gli unici momenti di felicità passati in questa casa. La purezza di tre bambini. Bastava così poco per essere felici.

Sento dei passi alle mie spalle che mi riportano alla realtà. La scia di vento porta alle mie narici l’odore del profumo di Max. I miei occhi sono ancora chiusi. Non voglio affrontare nessuno.  Sento che si avvicina sempre più. Scocca un bacio sulla mia guancia. Nonostante tutto la perseveranza di mio fratello mi fa lusinga. Tra tutti sembra essere l’unico a tenerci veramente. L’unico che in questi mesi ha provato a contattarmi. L’unico.
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Guarda davanti a sé, ride e tira fuori le sue amate sigarette.
<<Perché sono qui?>>
Un tiro, due, tre.
<<Perché quando eravamo saltavamo ancora sulle foglie ti avevo promesso che mi sarei sempre preso cura di te.>>
Restiamo per un po’ in silenzio.
<<Spero che stasera inizi a piovere, così potremmo sentire l’odore di pioggia dalla tua stanza sorellina, come una volta.>>

Una musica che pompa sangue nelle vene 
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi 
smettere di lamentarsi 
che l'unico pericolo che senti veramente 
è quello di non riuscire più a sentire niente 
di non riuscire più a sentire niente 
il battito di un cuore dentro al petto 
la passione che fa crescere un progetto 
l'appetito la sete l'evoluzione in atto 
l'energia che si scatena in un contatto.

 



Spazio "autrice":
Sera gente :)
Inizio con il rigraziare tantissimo le persone che hanno messo tra i "preferiti" questa storia, grazie mille!!
Questo capitolo è un po' così, oggi mi sentivo molto nostalgica. Il prossimo è in work in progress, succederanno tanti tanti fatti a Zoe.
Se vi va recensite.
Stay tuned.
Sara :)

  
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