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Autore: __lesbianquinn    20/10/2012    1 recensioni
Una storia originale tutta inventata da me, ispirata da telefilm che trattano la famiglia, che purtroppo non fanno più telefilm del genere. Spero che possa piacere.
Dal primo capitolo: E' da anni che tutto accade così, all'improvviso. La separazione dei miei genitori e il cambiamento improvviso di mia madre; il litigio dei miei fratelli e il loro continuo chiedermi favori senza mai fare qualcosa per me; la grave malattia del nonno; il brutto rapporto che ho con la maggior parte dei membri della mia famiglia. E' stato tutto improvviso.
Dal quinto capitolo: Per quanto in questi anni ci sia successa una cosa brutta dopo l'altra, riusciamo sempre a dare una parvenza di normalità. Dan e Gabriel sono essenziali per me e papà [...] -- Sospiro pesantemente e porto la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. «Cerchi l'ispirazione?» -- «Papà, lei mi ignora!» [...] «Vorrei poter fare lo stesso anche io», borbotta uno dei gemelli [...] «Chi ci vieta di farlo?» -- «Tu non potresti piacere mai ad un ragazzo, figuriamoci ad uno bello e popolare come lui»
Tutti i personaggi sono frutto della mia invenzione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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S h e ' s - n o t - a - p r i n c e s s
 
6
«Come ti è saltato in mente di fare una stupidagine simile?!», la voce di mio padre potrebbe essere paragonata ad un tuono. Lui è un uomo alto quasi due metri e dalla presenza ... ecco ... imponente, diciamo così. Sospiro pesantemente e mi lascio scivolare sulla sedia bianca, passandomi una mano tra i capelli. Non posso crederci che Katy sia stata così idiota da fare una cosa simile. Avevo accettato di coprirla e di dire a papà che era una semplice festa di compleanno di una sua amica e che c'erano anche i genitori, fino a qui tutto è andato liscio. Katy è andata alla festa, ma due ore dopo ci è arrivata una chiamata dalla centrale di polizia. «Ti rendi conto di cosa hai fatto? Disturbo alla quiete pubblica, atti vandalici e atti osceni in luogo pubblico», mio padre è su tutte le furie e non posso di certo biasimarlo. Mia sorella ha la testa bassa, il volto coperto dai capelli e le spalle si alzano e abbassano velocemente, segno che sta per piangere. Mi mordo il labbro inferiore, poi mi alzo con uno scatto e mi metto tra lei e papà, guardando quest'ultimo dritto negli occhi. «Papà, non punire Katy. Lei ... lei non voleva andarci a quella festa, sono stata io a convincerla», dico dopo aver preso un respiro profondo, cercando di non esitare molto. Mio padre sgrana gli occhi, guardando prima me, poi lei e infine di nuovo me. E' furioso ed io so che mi aspetta una grande punizione. Non posso crederci di averlo fatto. Mi sono messa nei guai per qualcosa che aveva combinato mia sorella.
 
7
Sono seduta sul letto della mia camera, una coperta avvolta attorno alle spalle e un libro sulle gambe, mentre leggo di quello che è successo dopo l'arrivo alla casa di Ecate. Devo ammettere, non con poco stupore, che Erik aveva ragione, questa è una scena molto interessante. Sento un lieve bussare alla porta. «Avanti», dico semplicemente, senza neanche alzare la testa. Sento un ticchettio e capisco subito chi è. Katy si siede ai piedi del mio letto e allora distolgo lo sguardo dal libro e lo punto su di lei. Si sta contorcendo le mani e mordicchiando l'interno delle labbra. «Volevo ... volevo ringraziarti», il suo è un sussurro, ma vale molto più di qualsiasi altra parola. Sorrido e mi avvicino a lei, mettendo da parte il libro. Le circondo le spalle con un braccio, posando la guancia sulla sua spalla, chiudendo gli occhi quando sento il suo braccio attorno al mio corpo che mi stringe a lei. «Che sarà mai una settimana senza uscire se non per andare a scuola? In fondo già lo faccio di mio», cerco di sdrammatizzare, ridacchiando. Sento un verso simile ad una risata uscire da lei, poi un sospiro. «Si, ma ... », inizia, poi prende un respiro profondo. Apro gli occhi e li punto su di lei, in silenzio. « ... mi dispiace», conclude in un sussurro, per poi sorridere e abbracciarmi meglio, più forte. Mi mordo il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacrime. Non ho mai avuto un bel rapporto con lei e vederla così grata e allo stesso tempo dispiaciuta per me è davvero una bella cosa. Mi stringo forte a lei, chiudendo nuovamente gli occhi e godendomi il momento.
 
8
Sono passati tre giorni da quel piccolo inconveniente alla centrale, dove mi ero presa la colpa di Katy, e con mia sorella le cose vanno alla grande. Non siamo mai state così unite. Stiamo tutto il giorno a parlare, a scuola addirittura non mi ignora più, cerca di farmi entrare nel suo gruppo, anche se non è quello che voglio. Scendiamo le scale insieme, ridendo per via di una cosa che mi ha appena raccontato su una sua amica, poi ci sediamo al tavolo in cucina. Dan e Gabriel ci guardano quasi sconvolti, poi sospirando ci passano la colazione. Lei si versa un po' di succo d'arancia e prende un cornetto, mentre io ho il mio caffè e due fette biscottate con la marmellata. Alzo un sopracciglio, rendendomi conto che la mia colazione era già pronta al mio posto. Guardo i gemelli, i quali hanno due reazioni differenti: Dan, sono sicura che sia lui, mi sorride dolcemente e mi fa l'occhiolino; Gabriel, invece, si gira dall'altra parte, alzando le spalle, fingendosi indifferente. Rido appena e inizio a fare colazione, tranquilla come mai sono stata in tutta la mia vita. Sembra che, finalmente, tutto stia andando meglio e la ruota della fortuna stia iniziando a girare per davvero, passando anche dalla mia parte. Dopo aver finito mi alzo, porto il piatto e la tazzina nel lavandino, le lavo e poi salgo in camera mia, seguita subito da Katy. Non appena si chiude la porta alle spalle la mia espressione cambia immediatamente. Sospiro e mi mordo il labbro inferiore, andando a sedermi sul letto. Ieri, mentre parlavamo in camera sua, mi ha fatto una domanda inaspettata. "Eve, ti piace qualcuno?", questo mi aveva chiesto. Io avevo sgranato gli occhi, poi ero arrossita leggermente, cosa che faccio ogni volta che si tocca un argomento di quel tipo. Avevo scosso la testa con forza, ma lei aveva frainteso il mio atteggiamento, così mi aveva convinta a prometterle che il giorno dopo, ovvero oggi, avrei risposto alla sua domanda. «Allora?», la sua voce mi riporta alla realtà. La guardo e noto il suo sorriso leggermente malizioso. Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, spettinandoli. «No, Katy, non mi piace nessuno», rispondo tranquillamente. Lei sbuffa e si siede - forse sarebbe meglio dire che si butta - sul mio letto. «Dai Eve, è impossibile che non ti piaccia nessuno!», esclama con la sua solita voce acuta che mi da ai nervi. Almeno questo non è cambiato ... e non cambierà mai. «Ma è così, Katy, mettiti l'anima in pace», rispondo sorridendo ironica. Automaticamente la mia mente vaga, cercando qualcosa che mi faccia essere sicura di quello che ho detto. «Anche se ... », sussurro quasi senza rendermene conto. Immediatamente mia sorella si illumina e le sue mani si stringono al mio braccio. Sospiro. «Ti prego di non ingigantire la situazione e, soprattutto, di non dirlo a nessuno», inizio, terribilmente seria, guardandola negli occhi. Lei annuisce, poi sorride ampiamente, facendomi capire in modo silenzioso che devo continuare. Sospiro ancora, cercando le parole adatte da usare. «Non mi piace assolutamente, ma, tre giorni fa, Erik ha fatto una cosa ... beh ecco, che mi ha confusa un po' ... », ammetto, arrossendo leggermente non appena mi rendo conto che ho davvero confessato una cosa tanto privata a mia sorella. Senza neanche rendermene conto mi ritrovo a raccontarle tutto, filo per segno, e lei, stranamente, si rivela comprensiva e per niente ironica.
 
9
Cammino lentamente per i corridoi della scuola, stringendo il mio libro al petto, mentre parlo con una simpatica ragazza del mio stesso corso di scrittura creativa. Si chiama Marie, è bassina e molto magra; i suoi capelli sono lunghi fino alle spalle, molto mossi e sul rossiccio; ha gli occhi di un castano luminoso, con delle pagliuzze gialle. Ci siamo ritrovate per caso a parlare durante la lezione, scambiandoci informazioni utili per finire il compito che ci era stato assegnato, e poi, non si sa come, ci siamo ritrovate a parlare di altro, dei nostri interessi e via dicendo. Vedo mia sorella seduta al solito tavolo con le sue così dette amiche, mentre ride in modo acuto e, per me, fastidioso. Sospiro e mi siedo al tavolo dietro di loro, come al solito, ma questa volta non sono sola, infatti Marie si siede al mio fianco, sorridendo e tornando a parlare del libro che sto leggendo. All'improvviso sento qualcosa contro la mia spalla e mi volto di scatto, giusto in tempo per vedere Erik superarmi ridendo. «Ed ecco il capo scimmione che fa la sua entrata in scena», dico acida, senza neanche preoccuparmi del tono di voce e del fatto che, probabilmente, mi ha sentita anche lui. La mia amica - oddio, mi fa strano dirlo - ride e inizia a mangiare le sue verdure. Sorrido appena, poi mangio anche io ... o meglio, ci provo. «Ehi, sorellina di Katy, hai qualcosa da dire?», la voce tremendamente fastidiosa del pallone gonfiato mi distrae. Faccio per rispondergli, ma poi mi ricordo quanto fastidio gli aveva dato giorni prima quando lo avevo ignorato, così mi limito a sorridere falsamente e tornare a mangiare. «Non capisco perché faccia così», sento chiaramente la voce di mia sorella, così alzo lo sguardo e lo punto su di lei. Katy muove lentamente la forchetta, poi porta l'insalata alle labbra e mastica piano, per poi ingoiare. «In fondo tu le piaci», dice come se fosse la cosa più normale del mondo. Torno a mangiare, ignorando i loro discorsi. «Cosa hai detto?», chiedono le sue schiavette quasi in coro. Questo dovrebbe allarmarmi, ma, stranamente, neanche ci faccio caso. «Che a Eveline piace Erik», risponde con la sua voce acuta, sorridendo tranquillamente. Sospiro e scuoto la testa, è sempre la solita K ... un attimo, che ha fatto? All'improvviso tutti si voltano verso di me e le reazioni sono diverse: le amiche di mia sorella bisbigliano tra di loro, guardandomi; i ragazzi ridono e fanno battute poco carine, mentre quel tonto di Erik piega di poco le labbra in un sorriso divertito; Katy mi sorride, ma è strano il modo in cui lo fa, è quasi come se mi volesse fare capire che non è stato un incidente. Stringo i denti, per poi mordermi con forza il labbro inferiore, scuotendo appena la testa, in un movimento quasi impercettibile. Lei, come se nulla fosse, torna a parlare con i suoi amici, scherzando e, probabilmente, ridendo di me.
 
 
Spiegazioni:
 
Prima di tutto vorrei dire che il titolo di questo capitolo, ovvero S h e ' s - n o t - a - p r i n c e s s, si riferisce a Katy e al fatto che non è una brava ragazza, per niente, e che combina tanti, forse troppi, casini.

Ciao a tutti. In questo capitolo spero di aver fatto capire meglio il personaggio(meschino, aggiungo io) di Katy e quello(di buon cuore) di Eveline. Ho aggiunto la prima amica di quest'ultima e anche lei avrà una bella parte. 

Mano a mano tutti i componenti della famiglia saranno sempre più presenti, a partire dai gemelli e dall'aggiunta Fannie.

Spero vi possa piacere.

 
Distinti saluti.
LesbianQuinn.
   
 
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