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Autore: Gelidha Oleron    20/10/2012    8 recensioni
Mi sedetti sul freddo bancone e accesi una sigaretta. L'ULTIMA SIGARETTA.
Inspirai a pieni polmoni il fumo e assaporai a fondo la nicotina.
"Che strano" pensai, rigirandomela tra le mani "E' soltanto un po' di carta mista a tabacco, eppur mi fotte..." feci un altro tiro profondo.
La prima volta che quel vecchiaccio di Zeff me ne fece provare una, avevo solo quindici anni. Tossii pesantemente, mentre il bastardo se la rideva "Certe cose non sono proprio fatte per i mocciosi". Quanti ricordi, in quell'ultima sigaretta...mi sembrò di risentirle sulle mie labbra tutte quante, una ad una...
Ma quella sera, avevo preso una decisione: l'avrei fatto per l'unica donna che abbia mai amato e, stando a quanto diceva lei, anche per la mia stessa pelle.
Gettai la cicca in un posacenere, schiacciandola ripetutamente e pensando che fosse il corpo di quello spadaccino merdoso.
Non c'erano parole per descrivere quello che aveva fatto...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro, Sanji/Nami
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Cinque anni erano passati. Venti stagioni si erano susseguite inesorabilmente, portando con vecchi ricordi e sospiri di un senso di colpa messo a tacere per troppo tempo. 

In quella fatidica mattina di maggio, mi stavo recando nel luogo che mi aveva reso traditore e pugnalatore.

Dopo vari tentativi da parte della navigatrice, infatti, era finalmente riuscita a stipulare un accordo con il cuoco: sarei potuto andarli a trovare periodicamente e, se proprio io e lui non ci fossimo rivolti la parola, almeno potevo starmene in compagnia della mia vecchia amica.

Erano stati anni duri, in cui il rancore non aveva smesso di trapanare i nostri cuori.

Ovviamente i nostri amici non ne sapevano niente, si meravigliavano soltanto della strana espressione che assumeva ognuno di noi quando gli veniva pronunciato il nome dell'altro. L'ennesima litigata, avevano pensato. Ma quando si accorsero che anche Nami era coinvolta, capirono che forse c'era sotto qualcosa di più grosso.

Nessuno di noi fu disposto a parlarne. E la cosa fu celata sotto strati di dimenticanza e ferite che si andavano rimarginando.

Ero riluttante all'idea di tornare nell'All Blue soltanto per rivedere la donna con cui avevo peccato e ricevere sguardi assassini da parte di suo marito, ma dopo tanta insistenza da parte di Nami e da parte dei nostri compagni (i quali, pur non sapendo nulla di preciso, stavano facendo di tutto per farci riappacificare), mi vidi costretto ad accettare l'invito.

L'atmosfera mi sembrò estremamente fredda e imbarazzante, ma anche forzatamente cordiale e amichevole.

Non appena arrivai, Sanji mi squadrò da capo a piedi con uno sguardo corrucciatissimo. Probabilmente, se non fosse stato per amor di sua moglie, non mi avrebbe mai accettato in quel posto.

Nami mi accolse con gli occhi lucidi "Ciao, Zoro...quanto tempo è passato..."

Avevamo rotto il ghiaccio parlando di ciò che avevo fatto negli ultimi anni, dei posti in cui ero stato e delle persone che avevo incontrato. Fortunatamente, qualche ora dopo arrivarono anche gli altri.

"Ciao, ragazzi!" ci salutò calorosamente Chopper, il quale era cresciuto a vista d'occhio dall'ultima volta che l'avevo visto.

"Buongiorno, piccola!" Nami accarezzò i capelli corvini alla bambina di Robin e Franky.

"Da quanto tempo non organizzavamo una rimpatriata così?" Franky si asciugò le lacrime.

"Mi scoppia il cuore! Anche se...beh, io il cuore non ce l'ho!"

Scossi la testa "Non sei cambiato per niente, Brook"

Che quell'incontro fosse stato fissato intenzionalmente nell'All Blue, era un presagio che non mi abbandonò per tutta la giornata. Ma la cosa che mi sconvolse più di tutte fu senza dubbio la prole nuova di zecca che si aggirava per il ristorante: Bellemere e Zeff, così avevano chiamato i loro due bambini.

"Su, Belle, vieni ad aiutarmi in cucina" le rivolse un gran sorriso suo padre.

"Arrivo, papà!"

La guardai sbalordito: incredibile quanto assomigliasse a Nami

Anche l'altro non era da meno: se non fosse stato per quelle orrende sopracciglia a ricciolo, si sarebbe detto che fosse la versione maschile della navigatrice.

Storsi il naso. Chissà, magari quel cuoco da strapazzo non se la sarebbe cavata tanto male come genitore...o almeno, fu questo il pensiero che mi sfiorò la mente mentre giocava con sua figlia e le diceva quali ingredienti doveva passargli.

Che la sua condotta da "bravo maritino" l'avesse reso realmente tale? Non m'interessava saperlo, in qualsiasi caso.

Nami invece era una giovane madre bella e vivace, le gravidanze non avevano lasciato alcun segno sul suo corpo perfetto. La osservai a lungo, mentre diceva ai bambini di stare attenti a giocare sulla spiaggia e rimproverava Rufy per aver "sfornato dei mostriciattoli che mangiavano e distruggevano qualunque cosa".

Non potei trattenere un lieve sorriso, che divenne anche il suo non appena mi vide uscire e avvicinarmi al mare.

Non avevamo più parlato di quella fatidica notte sul divanetto del ristorante, non ci eravamo detti quanto fossimo dispiaciuti, né avevamo provveduto a chiarire le cose.

Ma il suo sorriso furbo mi fece capire che, forse, non sarebbe stato affatto necessario. ©

 

 

 

 

Adoro la scrittura, perché con una sola parola permette di sconvolgere tutti i fatti: l’aggettivo “furbo” all’ultimo rigo può essere inteso in diversi modi: a voi la scelta. 

All’autrice piace pensare che dietro quel sorriso si nasconda qualcos’altro, una sorta di invito…ma, ovviamente, potete anche fare finta di non averlo letto e immaginare le cose diversamente.

Oppure chissà, magari sta semplicemente a significare che la navigatrice è pronta a dimenticare l’accaduto di cinque anni prima e tornare ad essere amica di Zoro.

 

Sanji comincia a cedere al perdono: accogliere Zoro nell’All Blue è già stato un passo verso la pace, non trovate? Insomma, le cose tra loro sono sul punto di risolversi.

 

Infine, per quanto riguarda i nomi dei figli di Nami e Sanji…beh, ve l’avevo detto che avevo delle idee piuttosto scontate a riguardo, no? Scontate ed irremovibili, direi xD

Nella prima stesura di questo capitolo, si scopriva che il primogenito di Nami era in realtà figlio dello spadaccino: mi sembrava troppo un’americanata di finale, quindi ho deciso di cambiarlo.

 

Quindi ecco qua: finale a libera interpretazione ed estremamente breve! Sperando che non vi abbia deluso troppo, vi saluto e vi ringrazio ;)

 

  
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