Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: mangakagirl    20/10/2012    8 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa è successo quella giornata a Tropical Land?
Cosa sarebbe successo se Shinichi non avesse seguito Vodka?
Come sarebbero andate le cose da quel momento in poi?
Dal capitolo 3:
-Scusami Ran! Va’ verso casa… ti raggiungo subito- le dico correndo nella direzione del tizio e alzando una mano in segno di saluto. Sento che posso risolvere un altro caso ma, non appena sto per entrare nel vicolo, una mano mi afferra saldamente il polso. Mi volto sorpreso e vedo Ran in lacrime che stringe di più la presa.
-Ran…?- domando sorpreso cercando di liberarmi ma lei scuote la testa col capo rivolto verso il basso.
-Non andare- dice piano facendomi sbarrare gli occhi -Non lasciarmi sola, Shinichi…- alza lo sguardo: è disperata -Ti prego non farlo… Ti supplico Shinichi, non andare!- singhiozza senza lasciarmi andare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.

Stiamo tornando a casa in pullman. Siamo seduti al fondo, proprio come quella volta che siamo tornati dal vedere quel film sdolcinato da fare venire il diabete*. Ran è assorta nei suoi pensieri, intenta a scrutare il cielo plumbeo e nuvoloso che sta cominciando a scaricare acqua su noi, poveri mortali.
Odio l’autunno.
Sembra assente: i suoi occhi, riflessi sul vetro che comincia a rigarsi di pioggia, sono vuoti, privi di emozioni.
-Hey- sussurro piano attirando la sua attenzione. Lei si volta verso di me mentre i suoi occhi riacquistano anima, ma lo fa troppo in fretta senza accorgersi che io, per sussurrarle, mi sono avvicinato al suo viso. I nostri nasi si sfiorano, le nostre labbra sono a meno di 2 centimetri tra loro. Sobbalziamo all’indietro nello stesso momento, Ran si rivolta verso il finestrino mentre entrambi diventiamo viola.
Il cuore mi batte forte: stavamo per baciarci…
Con la coda dell’occhio noto un ambiente familiare attorno.
-Cavolo!- impreco alzandomi come un fulmine -Dobbiamo scendere!- le ricordo afferrandole una mano. La tiro su di peso, corro verso un palo per sostenersi e pigio il tasto per prenotare la fermata ignorando il suo rossore sulle guance. L’autista, che stava già per saltarla, mi guarda male e frena di botto sollevando lamentele di quei quattro gatti che sono con noi sul mezzo.
Non appena mettiamo piede sul marciapiede il cielo si ritorce decisamente contro di noi e manda giù secchiate di acqua gelida e maleodorante di smog. Impreco sottovoce e mi calo il cappuccio in testa inutilmente: sono già zuppo. Ran mi imita, ma anche lei ha già la frangetta incollata alla fronte come me.
-Ti fidi di me?- le chiedo porgendole una mano. Mi guarda incerta ma annuisce senza esitare. Le sorrido e afferro la sua mano -Allora corri!- le dico mentre inizio a prendere velocità tra i passanti con l’ombrello, che mi guardano storto e confusi al mio passaggio. Ovviamente prendiamo, senza farlo apposta, tutte le pozzanghere che si sono formate sul marciapiede inzuppandoci le Converse di tela.
Ran sembra sorpresa, ma dopo qualche secondo scoppia a ridere e comincia a  correre anche lei accanto a me di sua volontà, senza sottrarsi alla mia presa.
Adoro la sua risata.

***

-Ahhh- si lagna Ran mentre riprendiamo fiato sotto il portico di casa sua, davanti alle scale, piegati in due con le mani sopra le ginocchia -Ho lasciato le chiavi dentro casa… Dobbiamo per forza passare in agenzia- aggiunge l’ultima parola sbuffando. Le sorrido sconsolato alzando le spalle e lei mi afferra una mano, totalmente bagnata, mentre comincia a salire gli scalini.
-Che fai?- le chiedo interrogativo lasciandomi trascinare.
-Non crederai davvero che dopo una giornata del genere, dove hai offerto tutto tu, ti lascerò tornare a casa da solo, sotto la pioggia, a mangiare cibi precotti!?- domanda sdegnata fulminandomi mentre tento di liberarmi dalla sua ferrea presa.
-Ma… Che vuol dire?! Che hai contro i cibi precotti?! E ti ricordo che a casa  ci devo tornare… tanto sono già bagnato…!-
-No no no- Ran mi trascina davanti alla porta dell’agenzia -Ho deciso io, caso chiuso Detective-
Sbuffo sonoramente. Mi tratta come un bambino! Però le sono grato in fondo…
Entrando in agenzia veniamo accolti dal fragoroso russare dello zietto che, ubriaco perso, dorme tra le lattine di birra vuote sparse sulla scrivania.
-Che vergogna!- esclama schifata Ran rovesciando tutte le lattine per terra per cercare le chiavi con una manata -Ma come si fa a ridursi in questo modo?! SVEGLIA PAPà!-
Lo zietto apre gli occhi farfugliando irritato qualcosa mentre lei sbuffa sonoramente.
-Rannn- strascica le parole -Hic! Dove diiiiiiiiiiavolo eri? Hic!-
-AL LUNAPARK PAPà! LO SAI DA UNA SETTIMANA!- gli risponde irritata mentre batte un pugno sulla scrivania. Kogoro sta per urlarle contro qualcosa, ma poi mi nota per la prima volta e con scatto felino si alza dalla sedia, barcollando qualche secondo dopo.
-Mossssssccioso detective! Maniaco! Cosa hai fatto ammmmmiiiia figlia, eh?! Io ti picchio, sai?!- urla facendosi avanti agitando per aria un pugno mentre io indietreggio.
-Zietto ma che dici?!- domando impanicato mentre lui mi afferra la gola con la mano destra -Raan- dico cominciando a preoccuparmi mentre l’aria comincia a scarseggiare e un gocciolone mi scende sulla testa -Se non l’avessi notato tuo padre sta per uccidermi, ripeto: uccidermi…!- sbraito ironico mentre lei incrocia le braccia al petto annoiata.
-3…- pronuncia tranquilla.
Io la guardo interrrogativo.
-2…1…0-
Kogoro cade all’indietro sul divano e comincia a russare rumorosamente come se niente fosse mai accaduto, lasciando anche la mia gola fortunatamente. Mi passo una mano attorno al collo e la guardo sorpreso e irritato allo stesso tempo. Lei alza le spalle e mi afferra un braccio.
-Andiamo a casa- dice come se niente fosse mentre sbatte con odio la porta dell’agenzia. Saliamo al piano di sopra per arrivare all’appartamento dei Mouri, che conosco a memoria dopo 17 anni. Sulla soglia della porta ci togliamo le Converse azzurre e rosse fradice e, solo in questo momento, mi accorgo di essere bagnato fino al midollo. Ran si leva il giubotto azzurro e lo posa gocciolante sull’appendiabiti, poi mi indica di imitarla mentre lei si avvia in soggiorno lasciando impronte di acqua sul palquet chiaro.
-Se non ci facciamo una doccia ci prendiamo una polmonite con questo tempo- osserva mentre entra in camera sua lasciando bagnato ovunque mentre anche i suoi capelli gocciolano sulla maglia dolcevita nera -Ti prendo i tuoi abiti-
-Sì grazie- rispondo sapendo che uscirà dalla sua stanza con i vestiti di riserva che tengo qui da sempre e che sostituisco frequentemente man mano che cresco. Esce infatti, qualche secondo dopo, con i miei jeans azzurri e scoloriti e la mia maglia a dolcevita bianca.
-Ecco- sorride porgendomeli mentre li tiene con la punta delle dita per non inzupparli -Va pure tu nel bagno grande, io mi aggiusto nell’altro-
-No- rispondo io deciso -La ragazza sei tu qui, quella che si deve asciugare i capelli e il resto… quindi lo userai tu il bagno grande-
-No- ribatte Ran accigliandosi -Tu andrai nel bagno grande. Fine della storia Detective- scandisce bene fulminandomi mentre torna in camera sua a prendere degli abiti asciutti per lei. Ovviamente sorrido e scuoto la testa mentre è girata e vado nel bagno piccolo chiudendomici dentro.
È un buco, quello che usa lo zietto: 2 metri per 2 metri, ci sono doccia e wc praticamente e 15cm di distanza tra loro e lavandino e bidet di fronde, sempre appiccicati tra loro. Mi sfilo gli abiti zuppi provando subito una sensazione di piacere al contatto con l’aria scaldata dal termosifone nell’angolo e mi sento rigenerato non appena infilo la testa sotto il getto bollente della doccia.
Non impiego più di 10 minuti, poi esco e mi vesto, strofinando un’asciugamano sui capelli bagnati. Una volta fuori dal bagno sento il getto dell’acqua riempire la vasca dove Ran si sta lavando e sorrido: chissà che faccia avrà fatto quando ha trovato il bagno grande vuoto!
Mi infilo le ciabatte che mi ha comunque lasciato davanti alla porta e noto le pozze d’acqua sul pavimento che abbiamo lasciato entrando.
Decido di asciugarle per evitare di farlo fare a lei, così raggiungo lo sgabuzzino nel soggiorno, prendo il mocio e comincio a pulire per terra, raggiungendo anche la sua camera. La osservo con la luce soffusa della lampada che ha lasciato accesa sulla scrivania e noto una cornice vuota.
Chissà quale foto vi metterà dentro…
Sempre osservando la scrivania mi viene in mente la nostra conversazione di qualche giorno fa, quando le ho promesso che l’avrei portata a Tropical Land…

Inizio Flashback
-Basta!- esclamo sfinito buttando la penna sul quaderno e abbandonandomi contro lo schienale della sedia dopo una sfilza di disequazioni. Ran, sul suo letto, chiude il tomo di matematica che ha davanti e sospira gettandosi all’indietro sul cuscino.
-Da quando l’Avvoltoio di matematica si è separata dal marito è diventata peggio di prima: una Vipera! Ci riempe di disequazioni dal mattino alla sera!- esclama passandosi le mani sugli occhi arrossati dallo sforzo.
-Ora capisco perché il marito l’ha mollata- dico io sfinito, e dopo qualche secondo Ran scoppia a ridere.
-Hai ragione! Ahahah!- esclama tenendosi la pancia dalle risate che contagiano anche me. Qualche minuto dopo, nel silenzio generale che si è riformato, Ran si volta su un fianco e mi guarda.
È meraviglioso osservare i suoi occhi azzurro-lilla, anche se solo illuminati dalla lampada.
-Ho paura- dice seria lasciandomi qualche secondo confuso.
Ma di che parla?!
-Paura?- le chiedo interrogativo al massimo. Lei annuisce e chiude gli occhi.
-Il torneo nazionale di sabato…-
Mi si accende una lampadina finalmente e subito sento crescere dentro una sensazione strana… tenerezza?
-Hey- le sussurro piano attirando la sua attenzione -Sei la ragazza più forte che conosca… Quando mi picchi mi salvo per un pelo!- sdrammatizzo con l’intento di farla ridere, ma lei mette su il broncio arrossendo.
-I-Io non ti picchio!- balbetta arrabbiata distogliendo lo sguardo dal mio -Tu te le cerchi però…-
-Ok ok- rido io - Comunque sono certo che vincerai, fai karate dalla prima media!-
-Sono solo 6 anni in fondo…- nota sconsolata mettendomi in difficoltà. Il silenzio si apre tra noi, poi mi viene un’idea.
-Senti- dico con un tono dolce che stupisce anche me stesso -Se vincerai ti prometto che ti porterò in quel lunapark che nomini tanto e offrirò tutto io-
-Tropical Land?!- esclama scattando a sedere emozionata con gli occhi che brillano.
-Sì- rispondo soddisfatto e felice di vederla così -Allora ci stai?-
-Offri tutto tu?- mi chiede sorridendo furbetta prima di accettare. Sospiro e rispondo rassegnato:
-Se se…-
-Grazie Shinichi!- quasi urla scoppiando a ridere.
Non mi secca affatto offrire tutto, anzi, per Ran è il minimo… perché la conosco da sempre! Mica per altro, insomma…
La mia coscienza mi fa visita, come accade spesso ultimamente:
-Ne sei sicuro?- chiede furbetta mentre io arrossisco.
-Taci!- le intimo rendendomi conto che probabilmente sto impazzendo.
Fine Flashback

-Hey- la voce di Ran mi riporta alla realtà.
Accende la luce accecandomi visto che ero nella penombra, così mi volto col cuore che batte forte dallo spavento.
-Scema- sbraito con gli occhi a trattini mentre lei mi scruta appoggiata allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto, una salopette a gonna rossa e una maglia a manica lunga di cotone, bianca con sottili righe orizzontali rosse e lo scollo a barca.
-Sbaglio o ti avevo detto di andare nell’altro bagno?!- mi chiede minacciosa mentre io ridacchio.
-Sì, e allora?- domando come se nulla fosse.
Mi si avvicina lasciando cadere le braccia lungo il corpo, con la sua solita espressione da arrabbiata, e sbuffa.
-E allora c’è che tu sei l’ospite e quindi devi usufruire dei servizi migliori! Inoltre non è necessario che asciughi tu il pavimento, ci penso io…- dice tentando di prendermi di mano il mocio, che io allontano abilmente.
-Ma quale ospite?!- dico un po’ sdegnato -Vengo in questa casa da 17 anni, faccio parte della famiglia, non mi si può nemmeno più considerare un ospite!-
-Ma…- cerca di ribattere Ran, ma io la interrompo.
-E comunque avevo piacere di asciugare io per terra, visto che è bagnato anche a causa mia, per cui non ti devi preoccupare, chiaro?-
Mi guarda un po’ rassegnata, poi sospira e si volta verso la cucina alzando le mani in segno di resa.
-Ok ok Detective, tanto tutto quello che dici tu…-
-…è sempre la verità?- finisco per lei ridacchiando mentre la seguo in cucina. Si volta e mi guarda con un’espressione rassegnata che dice  “È  un caso perso”.
-Non te la tirare troppo Detective, che qui non sei Dio in persona…- mi dice perfida ridacchiando qualche secondo dopo mentre io la guardo di nuovo sdegnato.
Lo fa apposta per farmi innervosire! -.-
Ma lascio perdere posando il mocio nello sgabuzzino mentre lei si avvicina al frigorifero e lo apre pensierosa.
-Ummm- commenta accigliandosi un po’ -Non c’è praticamente niente di pronto o da fare veloce…- scruta l’ora sull’orologio che porto al polso afferrandomelo, poi torna a guardare il frigo -Possiamo fare dei soba caldi con quello che c’è…-
Ci guardiamo qualche secondo interrogativi, poi io annuisco alzando le spalle.
-Per me non fa differenza- la rassicuro, lei annuisce e prende le verdure da tagliare. Ci disponiamo davanti al bancone della cucina, una di fianco all’altro, e cominciamo a tagliare ognuno sul proprio tagliere le proprie verdure.
Nella mente ho un motivetto che non riesco a togliermi dalla testa da tre giorni:
una canzone che dice “Boku ga iruuu…” *
Continuo a canticchiarlo sottovoce, tagliando a ritmo; così facendo però, non mi accorgo subito di una cosa molto importante: Ran piange.
Dopo qualche secondo noto con la coda dell’occhio che ha smesso di tagliare le sue verdure, così mi volto verso di lei pronto a lanciarle una battutina del tipo: “Già stanca?!”, ma mi blocco di colpo.
Ran stringe forte gli occhi mentre le lacrime scorrono a fiumi sulle sue guance, si volta verso di me e mi si getta tra le braccia affondando il viso nel mio petto. Rimango immobile e sorpreso qualche secondo, battendo gli occhi più e più volte, poi la guardo lentamente e le cingo la schiena con le braccia.
-Hey- sussurro piano sempre sorpreso -Ran- la chiamo mentre lei singhiozza contro il mio petto e stringe la mia maglia tra i pugni.
-È stato orribile- articola tra i singhiozzzi senza staccarsi da me, e io capisco.
È sconvolta da quello che è successo sull’ottovolante.
Non posso non biasimarla, non succede tutti i giorni di assistere ad un orrrore del genere.
Sospiro rendendomi conto che è anche colpa mia: sono io che ero con lei e che dovevo consolarla quando cercava sostegno impaurita durante il caso.
-Va tutto bene adesso- le sussurro piano camminando verso il divano e trascinandomela dietro; mi siedo e lei mi rimane appoggiata addosso continuando a singhiozzare, mentre io piano le accarezzo la testa.
-Ci sono io, è tutto apposto ora…- le sussurro abbracciandola forte.
-Ho a-avuto p-paura quando stavi p-per andar-te-ne…- continua a singhiozzare sorprendendomi non poco per quello che dice -…Ho c-come avuto la sensa-sensazione che non t-ti avrei mai più rivis-to…-
-Shhhh- sussurro stringendola di più -Non ci pensare più… Non sono andato, sono qui… Va tutto bene Ran…-
Perché mi dice questo?
Che vuol dire “Ho avuto la sensazione che non ti avrei mai più rivisto?”
Non ha senso… Avrei semplicemente seguito quel tipo losco e svelato il suo mistero, per poi consegnarlo alla polizia…
Non mi sarebbe sicuramente successo nulla.
Dopo quasi 10 minuti, la mia piccola si calma e torniamo a cucinare. Continuo a lanciarle occhiate in tralice, ma sembrerebbe quasi che non le sia accaduto nulla.
So bene che non è così.

*Episodio “I dubbi di Ran” quello dove Shin parlava delle targhe… Nel manga ho scoperto non esserci quella parte… T.T
*Chi si ricorda di questa canzoncina?! xD
http://www.youtube.com/watch?v=jmyjItF-bLE


Mangakagirl's Corner:
Minna konnichiwaaaaaaa!
Ok ragazze e ragazzi, eccomi tornata alla carica ^^
Ke ne pensate di questo primo chappy frutto della mia testolina????
TRPP OOC?! .-.
me preoccupata! T.T
dunque... ho pensato a qll ke faceva Ran tornando a casa da Tropical Land 
e l'ho adattato al suo ritorno con Shin...
Ovvero Kogoro ubriaco, la pioggia...
poi, ve lo ricordate l'episodio "I dubb di Ran" ke dico?
ummm... poi poi...
Ah sì! :D ke ne pensate di qll ke dice Ran piangendo?
e Shinichi che pensa: Nn sarebbe successo nulla...
-.-
Seeeeeee come no! fatti un giro nella storia vera Shin, e dicci ke ne pensi!
Piaciuto il Flash back? 
E fu così che Shin chiese a Ran di and al parco!! ^^
Forse è Troppo sdolcinato Shin a volte...?
nn so... fatemi sapere ^^
Grz a coloro che hanno recensito lo scorso chappy: arigatò v.v
mi fate sempre un sacco di complimenti, ve ne sono grata ^^
e grz a chi ha aggiunto la storia tra le seguite o preferite :)
Minna Arigatò v.v
al prossimo chappy!
Mangakagirl!


  
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