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Autore: EsseEffe    20/10/2012    1 recensioni
La storia complicata, ma nel contempo struggente, di due ragazzi adolescenti, Greta e Alessandro, impiantata su una semplice, ma essenziale, data: il 6 novembre.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 6 novembre
PROLOGO
 

ti è mai successo di voler tornare
a tutto quello che credevi fosse da fuggire
e non sapere proprio come fare
ci fosse almeno un modo uno per ricominciare

                                                    
«Francesco, madonna mia ma la smetti di assillarmi? Un attimo e te la preparo sta caspita di merenda. Quanta fretta!» si sgolava Greta rivolta al fratello più capriccioso del solito.                                                                                                             
«Muoviti, ti prego! Voglio la merenda! Muoviti, ti prego! Voglio la merenda!» continuava ad urlare il bambino. Francesco era sempre stato un bambino particolare: carinissimo sì, con due occhioni marroni che ti facevano venir voglia di tuffarcisi dentro o di mangiarli pensando fossero il contenuto di una bel barattolo di nutella; un sorriso di quelli estremamente furbetti e un nasino a patatina. Aveva soli 7 anni ma ne dimostrava molti di più: adorava stare con i grandi e sentirsi grande e quando c’erano nei dintorni amici e amiche di Greta non si perdeva una parola di quello che dicevano. Attivissimo, forse fin troppo, sempre a gironzolare per casa con una palla tra i piedi oppure ad assillare il resto della famiglia con le sue continue richieste. In quel momento però la richiesta era più che legittima ma Greta non si decideva a schiodarsi da quel maledetto computer e allora Francesco, fin troppo stufo di aspettare, continuava imperterrito ad urlare: «Merenda, merenda, merenda, merenda, merenda, merenda, merenda e merenda!»
Greta però era ancora intenta nella lettura dei gossip del piccolo paese in provincia di Milano nel quale abitavano. Che poi piccolo paese è un vero e proprio eufemismo. La definizione buco sarebbe più appropriata. Ma nonostante ciò le piaceva venire a conoscenza dei fatti privati di quelle poche persone che conosceva e che c’erano lì. Questo non vuol dire che fosse stata un’impicciona ficcanaso, anzi! Era una ragazza molto tranquilla e sulle sue, una tipa semplice, insomma. Di quelle poco truccate, jeans, felpa e scarpette. Ma bella, bella, bella. Di quelle che non passano inosservate nonostante la semplicità. Tuttavia, la sua grande passione era la moda: adorava trucchi, tacchi alti, borse, gioielli, vestiti e tutto ciò che avesse a che fare con l’aspetto esteriore! Ma con la scuola, i compiti, lo studio non aveva tempo di acconciarsi come voleva e quindi ci si dedicava principalmente d’estate o comunque quando aveva tempo. Le piaceva studiare: pensava che fosse il miglior modo per costruirsi un futuro, e non aveva tutti i torti d’altronde. Non le importava di voti, giudizi. Niente di tutto ciò. Quello che le importava davvero era imparare ed apprendere. Estremamente matura e responsabile era pronta a qualsiasi cosa nonostante avesse ancora 17 anni e dovesse affrontare il quarto anno al liceo classico.
Ma dove eravamo rimasti? Oh sì, beh, Francesco continuava a strillare e allora stanco di non essere ascoltato e di essere ignorato si ammutolì e sulla sua faccina comparve uno di quei sorrisi malefici, che prospettavano tutto. Greta però non accortasi di nulla, continuava tranquillamente a girare su Facebook.
«FRANCEEEEEEEEEEEEEESCOOOOOO!» Ecco cosa intendevo quando ho scritto di quei sorrisi malefici che prospettavano tutto. Francesco, infatti, aveva cominciato a premere tasti alla rinfusa sul computer di Greta e, in quel caos immenso, aveva aggiunto un ragazzo che compariva tra le “persone che potresti conoscere”. Greta odiava aggiungere persone che conosceva, figuriamoci persone che non aveva mai visto in vita sua! Quindi immediatamente annullò la richiesta, sperando non fosse una presa in giro. In un battito di ciglia però, casa Ricci divenne una via di Milano all’ora di punta. Greta rincorreva il fratellino dappertutto, in ogni angolo della casa. Quando finalmente riuscì ad acchiapparlo per un braccio, gli disse semplicemente: «Niente merenda!». La fragorosa risata di Greta e lo stridulo pianto di Francesco riempirono la casa.
  
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