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Autore: Friedrike    20/10/2012    1 recensioni
Ludwig Beilschmidt e Feliciano Vargas in un contesto 'normale'.
Non sono più Nazioni, non hanno più il peso delle Guerre alle spalle, non le hanno combattute.
Sono due universitari poco più che ventenni, vivono a Berlino, il tedesco perché vi è nato, l'altro perché vi studia arte, essendo la Capitale Tedesca uno dei centri migliori al mondo per la cultura giovanile europea.
All'inizio non si parlano nemmeno, solo ogni tanto s'incontrano grazie all'associazione a cui entrambi prendono parte, l'AIESEC (realmente esistente), che comprende giovani iscritti alle università di tutto il mondo.
Col passare del tempo, tra loro nasce qualcosa ed oggi sono innamorati.
Ne hanno passate tante, entrambi, ed hanno capito che solo insieme stanno bene.
Ma non tutti accettano la loro unione..
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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-Gesù, amore, ma quanto cavolo hai bevuto?- mormora Felì con uno sbuffo, incrociando le braccia al petto.
E lo guarda un attimo.  Ma facciamo un passo indietro, per capire com'è che Ludwig si è quasi ridotto a ballare musiche da discoteca davanti estranei, lui così timido ed impacciato nei rapporti sociali.
 
E' sabato pomeriggio, Feliciano è passato da lui, come previsto, ed è salito al secondo piano dell'abitazione dell'amato.
Come al solito, alla soglia di casa, baci ed abbracci -come se non si vedessero da mesi! Eppure sono solo passati un paio di giorni.
Comunque, Lud ricambia tutto e lo fa entrare in casa, tenendolo per mano, dopo aver richiuso la porta alle loro spalle.
-Sai che giorno è oggi?- gli domanda cingendogli la vita con le braccia forti e muscolose.
L'italiano porta le sue intorno al suo collo, stringendolo in un abbraccio, mettendosi poi sulle punte per baciargli la punta del naso, facendolo così sorridere.
Scuote la testa, dopo aver alzato gli occhi verso destra per pensarci. 
L'altro sorride: -E' il ventisette.-
-Eh? Ma come?! Credevo fosse il venticinque oggi! Me ne sono dimenticato.. mi dispiace tanto..- mugugna abbassando lo sguardo.
L'amato glielo fa alzare ed appoggia le labbra alle sue, lasciandovi un piccolo bacio. -Non importa- gli dice e gli ripete, più dolcemente.
Non è loro abitudine farsi dei regali per il loro anniversario -mesiversario, più che altro; semplicemente stanno insieme tutto il giorno e festeggiano a loro modo. Qualcosa di semplice, dopotutto il loro amore non è nulla di complicato. Più o meno.
-Usciamo?-
Felì gli rivolge uno sguardo critico. -Dove hai intenzione di andare vestito così?- alza le sopracciglia perplesso.
-...Gott- alza gli occhi al cielo e si lascia trascinare per il braccio dall'altro in camera da letto, davanti l'armadio.
L'amato lo fa rimanere in boxer e si adopera per vestirlo al meglio.
Gli fa indossare una camicia bianca con scollo a V bianca, una camicia a jeans (abbottonata) chiara, e dei jeans scuri, con scarpe e pantaloni beige.
Evitiamo di dire com'era combinato prima che si cambiasse, perché proprio i tedeschi di moda non capiscono nulla! Solo look pratici, senza fronzoli e senza tacchi. 
-Sai che non siamo in Italia, sì?-
In tutta risposta, Feliciano gli esce la lingua, poi lo trascina via, giusto il tempo che il biondo prenda portafogli, chiavi e telefonino.
Le cose vanno un pochino meglio, sul piano economico.
Ludwig non ha più necessità di fare quel lavoro al locale per gay -per sollievo italiano- così non ci sono state più discussioni tra loro.
E forse, ha trovato un altro lavoro, da un meccanico, ma non sa ancora se lo prenderanno. Comunque, continua a cercare qualcosa che gli faccia guadagnare di più rispetto l'impiego di adesso.
Si ritrovano al centro di Berlino, camminano vicino, ogni tanto si danno un bacio, spesso si sorridono.
Comprano qualcosa da mangiare, Felì divora subito la sua parte, Lud mangia lentamente, perciò ci mette decisamente di più.
Si siedono ad un parco ed osservano i bambini giocare fantasticando ognuno per conto proprio su un loro ipotetico figlio, ma nessuno ne fa parola, sanno che non potranno averne e ripensandoci entrambi si fanno un po' tristi: loro amano i bambini. 
Ma a differenza dell'immaginario comune e sciocco, diciamo pure bigotto, loro non hanno alcuna malizia o morbosità per essi. Semplicemente, vorrebbero un figlio, una bambina magari, andrebbe bene sia con gli occhi belli  azzurri del tedesco, che con quelli dolci da cerbiatto dell'italiano. Darebbero ad un figlio tutto quello di cui ha bisogno, amore, affetto, una bella casa, dei giochi, un'istruzione, una vita serena.  E non gli farebbero mancare niente, davvero. Ma questo, è solo condizionale.
Il moro si ritrova a sorridere guardando due fratellini che giocano insieme, forse gli ricorda un po' il suo, di fratello, Romano. Gli manca, davvero tanto, così come Gilbert manca a Ludwig, che guarda con la coda dell'occhio l'amato e si alza. -Torniamo a casa- dice, con un piccolo accenno di sorriso.
E mano nella mano fanno per tornare a casa.
Cioè.. loro vorrebbero tornare a casa. Ma s'imbattono in un paio d'amici dell'AIESEC, l'inglese e la francese.
Lei, Hélèn, saluta subito l'italiano con la mano. -Salut! Alors, tu ne dit pas bonjour à Ludwig et Feliciano, Arthur?- lo ammonisce, portando le mani sui fianchi e scoccandogli un'occhiata. Poi bacia la guancia di Felì che già ridacchia e dice: -Non importa, Hél! Che ci fate da queste parti?-
Arthur sbuffa, le braccia incrociate al petto, li guarda con aria di sufficienza e sta per rispondere sgarbatamente, quando la ragazza interrompe le sue parole sul nascere. -Facevamo un giro!- fa l'occhiolino, sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. -Andiamo a bere qualcosa, venite con noi?-
Chissà perché i due, che sembrano odiarsi, sono finiti insieme.
Comunque non importa al tedesco e l'italiano avrà modo di pensarci dopo. Quest'ultimo prega il primo di accettare, e lui si lascia convincere troppo facilmente -che può farci? Lo ama troppo.
E così si ritrovano in un pub, a bere.  Tanto.
Ora, c'è da dire, che inglese e tedesco, si ubriacano poche volte all'anno ma quando lo fanno.. sono davvero, ehm, buffi? Strani? Divertenti? Tutte queste cose insieme, forse.
Comunque: i due sobri trascinano via i rispettivi partner e li riportano a casa, ma usciti dal posto, continuano a bere per un po', almeno i due fidanzati ufficiali -degli altri non si è ancora capito se stiano insieme o no. 
 
Per tutto il tragitto, il biondo non ha fatto altro che ridere e sghignazzare ad alta voce, rumoroso, fastidioso, tanto che Felì, stanco, quasi non c'è la fa più.
Ignora la domanda fatta con voce decisamente troppo stupida, quando mette le mani nelle tasche dei suoi pantaloni sul pianerottolo di casa, non senza arrossire, prende le chiavi e lo trascina dentro, chiudendo poi la porta alle spalle.
Felì porta le braccia al petto, e borbotta: -Gesù, amore, ma quanto cavolo hai bevuto?- 
Passa una macchina con la musica a tutto volume, o forse non è una macchina, forse è il palazzo di fronte, non troppo lontano, dove c'è una festa.
Comunque, è musica da discoteca. Che Lud si mette a ballare. Gli si struscia addosso, dicendo cose davvero idiote-. Alza le mani, la birra ancora in mano, il compagno gliela toglie.
Così Felì si mette a ridere e porta una mano sulla fronte. Lo prende per mano e lo porta in camera. Nel tragitto, il biondo sbatte contro una mensola la fronte e l'altro deve trattenersi portando una mano sulle labbra per non scoppiare a ridere. Lo fa distendere sul suo bel letto fresco, dopo aver spostato le lenzuola. Gli sbottona la camicia, sbarrando gli occhi ai commenti poco casti dell'altro, che comunque ignora, rosso in viso. Quando tornerà in sé, anche Lud arrossirà molto, vedrete.
Gli sbottona i pantaloni, e lo fa rimanere con la maglietta a mezze maniche bianca, poi gli rimbocca le coperte. Sorride, vedendolo già addormentato. Gli bacia la fronte, spegne la luce. Gli lascia un bigliettino sul comodino e va via, tornando a casa anche lui.
 
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Note.
Salve! 
Devo dire che è stato molto divertente immaginare Luddi ballare queste cose, ho riso molto. 
Comunque, non c'è molto da spiegare: solo volevo farvi sorridere un po', dopo il capitolo drammatico dell'altro giorno! Spero che questo vi sia piaciuto! 
Piccolo appunto: ho scritto di Fem!France perché non voglio fare tutti i personaggi gay, insomma, è molto improbabile che lo siano proprio tutti, volevo poi cambiare un po' e.. scusatemi, ma non so ruolare bene francesi ed inglesi!
 
Grazie (:
  
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