Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Remedios la Bella    20/10/2012    3 recensioni
Julie. Occhi curiosi e un morboso attaccamento per i casi di serial killer e omicidi.
Adam. Uomo della porta accanto, mite e bizzarro.
I due si conosceranno, in una tranquilla giornata estiva.
Ma dietro l'apparenza si può celare la più cruda delle verità. Una verità che solo il sangue può nascondere agli occhi degli altri.
Enjoy.
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un altro motel, un’altra giornata di fuga. I due fuggiaschi ritornarono, dopo nemmeno un’ora, alla situazione del giorno precedente: la ricerca di un posto dove stare per la notte e il trascorrere della giornata come se niente fosse successo.
Stavolta però non si fermarono al primo motel che trovarono, bensì a quello ai limiti del secondo paesino che attraversarono, un agglomerato di nemmeno cento case, il solito luogo dove tutti sanno vita morte e miracoli di tutti.
Il posto sembrava desolato, quei pochi abitanti lì in zona non avrebbero badato più di tanto all’arrivo di due turisti. Se poi la radio locale non avesse funzionato, avrebbero potuto starci per chissà quanto tempo.
“Per stanotte ci fermiamo qui … come ti sembra?” chiese Adam a Julie, andando a prenotare la stanza sotto i nomi di Nicolas e Katie McQuinn.
“ Non è male … un piccolo nido per due piccoli uccelli.” Rispose lei, sorridendo e guardando le bacheche dietro il banco delle prenotazioni.
Nessun manifesto, in fondo erano passati nemmeno due giorni, e nessun avviso particolare. Tirò un immaginario sospiro di sollievo.
I due entrarono nella loro stanza, che a detta di Julie era arredata meglio rispetto a quella dove avevano alloggiato il giorno prima.
Un mobilio decente e non consumato dai tarli offriva un’aria accogliente a una stanza rettangolare non troppo stretta, completa di due letti singoli separati, piano cucina, tv e zona da pranzo. Un bel posticino, fu quel che pensò la ragazza esplorando la casupola.
“ Sembra l’appartamento di una coppietta felice … ai primi della loro convivenza.” Osservò, ridendo di cuore a quella sua affermazione tanto sognante.
Adam non potè che confermare la sua osservazione, baciandola sulla tempia teneramente.
Esplorò anche lui la casa, più in cerca del telecomando, mentre Julie esaminava i residui alimentari dentro il frigo.
L’uomo accese la tv, e si diresse subito verso un canale di cronaca 24 su 24. Il cavo non riceveva molto bene, l’immagine era parecchio disturbata, ma l’audio era accettabile.
Julie osservò storta quel che Adam stava facendo:” Anche tu ti fai le paranoie?”
“ Beh, se è vero che ho fatto quelle cose a quella ragazza, nel peggiore dei casi se lo deve essere ricordato, sai com’è …”
A quell’osservazione Julie ebbe un tuffo al cuore: ci aveva pensato anche lei quella mattina, ma aveva cercato di cancellare quella preoccupazione, solo per qualche momento della giornata. Non voleva farsi mangiar viva dalla preoccupazione, aveva sedici, quasi diciassette anni. Con tutte quelle preoccupazioni, sarebbe morta di crepacuore nel giro di pochi giorni.
“ Cosa dice quindi?”
“ Per ora niente di particolare, la notizia della nostra fuga deve essere già passata, ma vedendo lo scarso numero di gente presente qui non penso che ci daranno importanza … la notizia della ragazza sembra non esserci …” tentò di alzare il volume, ma non sentì accenni a “aggressione” o “ragazza colpita alla testa” di nessun genere.
Quindi, preso dalla noia, iniziò a fare zapping, beccando un canale sportivo. Non si interessava più di tanto di sport, ma era meglio che annoiarsi per l’intero arco della mattinata.
Julie nel mentre aveva tirato fuori le uniche cibarie rimaste:  scatole di conserva dall’aspetto sospetto, due o tre foglie di lattuga, un cartone di latte evidentemente scaduto e dei ravanelli, cibo che lei non avrebbe ingerito nemmeno sotto tortura.
“ Credo che andrò a comperare qualcosina … tu rimani qui?” chiese al suo amico, che annuì impercettibilmente e distratto dalla partita di baseball che stava seguendo.
La ragazza prese per un sì quell’azione, gli si avvicinò e gli piantò un bacio sulla guancia in fretta, arrossendo leggermente:” vuoi qualcosa in particolare?”
“ Mi va bene di tutto, grazie.” Stavolta lui si girò, acchiappandole il mento tra due dita e lasciandole un bacio a stampo sulle labbra. Le sorrise e lei ricambiò, rossa in volto.
“ Come vuoi, caro.” Fece lei. Prese i soldi per il necessario e uscì, risalutando sulla soglia. Osservò in zona e per sua fortuna il supermercato più vicino era a nemmeno 500 metri da lì.
Fece uno scatto e giunse sul posto in un batter d’occhio.
 
Il contenuto delle buste della spesa deformava notevolmente la plastica che le componeva. Julie era stata fortunata a trovare prodotti commestibili e utili a prezzi accessibili. Aveva fatto scorta anche per il viaggio, e aveva acquistato alimenti che avrebbe mangiato con Adam quello stesso giorno.
Guardò soddisfatta le buste dondolarle sui fianchi come altalene, e si diresse piano verso la sua stanza, osservando che nessuno la stesse pedinando o guardando male, tranquillizzandosi quando osservò di essere stata ignorata.
Bussò alla porta dell’appartamento, e Adam le aprì immediatamente. Sul voltò del trentenne, però, non aleggiava un’aria felice.
Julie se ne accorse dallo sguardo in cagnesco che l’uomo rivolse all’esterno appena aprì alla sua compagna.
Posò la roba sul tavolo da cucina senza tirarla fuori dalle buste, dirigendosi poi verso di lui:” Cosa è successo?”
“ Un tipo … secondo me ci stava osservando poco fa.”
“ Chi? Io non ho visto nessuno …” l’ansia della ragazza era tornata più vivida che mai.
“ Non sei stata abbastanza attenta allora … guarda bene …” la tirò per un braccio, mettendola davanti alla finestra e scostando poco poco la tenda, in modo da farsi notare il meno possibile. Lei aguzzò la vista, ma quello che vide fu soltanto un tratto di strada senza edifici davanti, un cane che marcava il territorio su un palo della luce e un pagliericcio rotolare per la strada. Niente di niente.
“ Io non vedo nessuno …”
“ Io ti dico che c’è …” il volto di Adam era leggermente imperlato di sudore freddo. La ragazza lo osservò a lungo, e notando gli occhi lucidi di Adam, gli mise una mano sulla fronte. Non scottava, stranamente.
“Stai bene amore?” gli chiese, fissandolo negli occhi. Aveva il respiro accelerato, i battiti del cuore si potevano sentire anche solo premendo le mani lungo il corpo. Non stava bene, era come sotto una crisi.
“Oddio …” la ragazza diede una fugace occhiata alla sveglia sopra il comodino del suo letto. Le 12:20. L’ora della pastiglia non era quella, eppure Adam non era particolarmente in sé. Eppure, se fosse stato davvero l’inizio della psicosi, avrebbe potuto aggredirla da un momento all’altro.
Ma niente sembrava darle modo di capire come lui avrebbe agito di lì a poco.
“ Coricati.” Gli disse, spingendolo verso il letto e aiutandolo a distendersi.
“ Non sono stanco …”
“ Si che lo sei. Preparo il pranzo, tu riposati un po’.” Fece per dargli un bacio sulla fronte, ma lui spostò il viso in modo da toccarla con le labbra poco sopra il mento, per poi intercettarle le labbra. Lei, colta di sorpresa, prese il gesto come una dimostrazione d’affetto e ricambiò. Lui, con tutta tranquillità, approfondì il bacio, lasciandola per cinque minuti buoni incollata alle sue labbra.
Fu lei a staccarsi, quasi senza fiato:” Preparo da mangiare.” Fece, con nonchalance ma sentendo le gambe cedere.
Andò al banco cucina e tirò fuori gli ingredienti necessari per fare da mangiare. Non sapeva cucinare particolarmente, ma non ci voleva una laurea specialistica per preparare dei panini imbottiti.
Si mise a farli, osservando di tanto in tanto Adam mentre riposava. Il suo petto si muoveva lentamente su e giù, ma la cosa strana era che il respiro non sembrava tanto placato come, bensì più sotto l’influenza di un moto di agitazione. In più l’uomo si muoveva frequentemente sul letto, borbottando qualcosa di tanto in tanto.
“Che stia avendo gli incubi?” si chiese Julie, affettando il pomodoro a fette. Tutt’a un tratto il coltello gli scivolò quasi di mano, dopo che un bussare frenetico alla porta la colse di sorpresa.
Un grandioso tuffo al cuore la bloccò sul posto: chi poteva essere? L’unico pensiero che le veniva in mente era la polizia. Sì, era tanto pessimista da pensare al peggio.
Guardò Adam steso ancora, stavolta immobile diretto verso la porta. Si disse mentalmente di non andare ad aprire, di ignorare l’invito a farsi scoprire. Sfortunatamente, qualcuno non la pensava come lei. Il bussare si fece più rumoroso, e venne accompagnato dal vocione di qualcuno:” Aprite!” dal tono sembrava un uomo piuttosto autorevole.
La cosa diede parecchio fastidio ad Adam. Julie lo vide alzarsi e voltarsi verso di lei, intimandole con la sola forza dello sguardo di nascondersi dietro la parete. Lei reagì obbedendogli ciecamente e mettendosi nell’angolo di parete che divideva la zona letto da quella cucina. Lo spiò da lì dietro, vedendolo aprire la porta e salutare chi aveva davanti. Era un uomo in divisa, come temeva lei: il distintivo appuntato sulla camicia fresca di biancheria luccicava nella luce del primo pomeriggio, l’uomo sbarbato teneva il cappello calcato su un paio di occhi luccicanti e verdi incastrati su un viso abbronzato e privo di rughe. Quell’uomo poteva avere sì e no la stessa età di Adam.
“ Buongiorno agente.” Fece Adam, con un tono di voce che non tradiva affatto il suo senso di inquietudine.
L’uomo rispose al suo buongiorno, masticando dubbioso il chewing gum e osservandolo dall’alto in basso:” Buondì. Non ho potuto fare a meno di notare che siete arrivato oggi in città. Sono venuto per una visitina, spero di non averla disturbata buon uomo.”
“ Per niente, stavo solo concedendomi un riposino. Cosa la porta qui di preciso?”
“ C’è gente pericolosa in giro, a quanto si sa. Un buon agente deve sempre assicurarsi che tutti siano al sicuro no?” rispose quello, entrando a passo di cowboy dentro. Si guardò attorno, sorpassando Adam. Julie si nascose bene dietro, dando un’ occhiata spaventata al tavolo ancora pieno di roba da mangiare.
Il poliziotto notò il tavolo:” Vi stavate preparando da mangiare a quanto pa …” Non concluse quello che stava per dire. Julie udì un rantolo e poi un suono sordo di caduta.
Si affacciò piano e vide quello che temeva. L’uomo giaceva steso per terra, forse privo di sensi. Adam stava sopra di lui, teneva le mani strette tra di loro, modellate in un pugno. Era anche più sudato di pochi istanti fa.
“Ci risiamo.” Pensò lei, disperatamente. Guardò verso la sveglia del comodino, e notò che ancora non era arrivata l’ora della pastiglia. Poi però guardò un altro tipo di orologio. Mise gli occhi sul display sotto la tv,e notò l’orario lampeggiante. Le 13 e 25.
Era impossibile che fosse passata un’ora, e l’unica spiegazione era che la sveglia avesse l’orario sbagliato.
Adam era già in fase di crisi, e il gesto che aveva compiuto avrebbe avuto risvolti soltanto catastrofici.

Angolo di Remedios:
Hurray! Finalmente sono riuscita ad aggiornare la storia, per la gioia dei miei lettori! *canto di grilli* *tossicchia*
Comunque. Spero vi sia piaciuto, sono soddisfatta del fatto che sia uscito più lungo rispetto ad altri capitoli che ho pubblicato. Ovviamente il successivo sarà ancora più lungo. Spero.
Bando alle ciance! Recensite e ditemi come vi sembra!
Con affetto, Remedios
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Remedios la Bella