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Autore: DarkChan    21/10/2012    1 recensioni
Una ragazza triste e sconsolata.. e.. dei pupazzi!! è così che inizia la mia storia che ho voluto pubblicare..!
ho scritto questa storia agli inizi dell'età adolescenziale (10-11'anni per intenderci), volutamente, l'ho ritirarla fuori dal mio archivio e l'ho pubblicata..! vorrei sapere cosa ne pensate e (contando sempre che avevo 10-11 anni) come secondo voi è stata scritta!!
buona lettura a tutti!!
PS
tutti i riferimenti a parole giapponesi non posso "dire" che siano corretti siccome la mia traduzione era supportata da google traduttore..! X°D
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1-Inizio

La mattina seguente mi svegliai di soprassalto. Mi faceva male la testa… Mq mi preparai comunque in fretta e uscii. Faceva freddo, molto freddo, l’inverno non dà spazio al calore. Mentre mi incamminavo verso la scuola notai un negozio che fin ad allora non avevo mai visto. Di certo non mi potevo fermare a dare un’occhiatina, quindi continuai la mia strada ignorandolo.
Arrivata in classe delle voci che circolavano,mi incuriosirono:  mi avvicinai ad un gruppo di ragazze che stavano spettegolando. Ad una di loro avevo chiesto:-“Di cosa state parlando scusate se posso sapere?” E quella mi rispose:”Parliamo di una cosa interessantissima! Guarda abbiamo saputo da alcuni ragazzi che è stato aperto un nuovo negozio! Pare che vendano dei vestiti e altre cose molto carine!”” Ah ok, grazie mille.”Stavo per andarmene, ma la ragazza mi propose:”Senti… mi domandavo, siccome sei sempre sola, pensavamo, se ti andrebbe, magari di andare a vedere questo negozio!”Mi disse la ragazza sorridendomi. Ero incerta su cosa risponderle, una proposta così sui due piedi… non sono la tipa da andare continuamente in giro a fare shopping… “Bah… non saprei ma credo che non pos…” mi interruppe con una certa insolenza: “Allora è si??” “Ma veramente io…” “Ok!Appuntamento fissato per dopo la fine delle lezioni! Usciremo insieme e lo raggiungeremo a piedi, tanto se non ricordo male ci devi passare davanti per tornare a casa, no?” ” Uffa… e va bene, verrò con te…” “Grazie! Allora ti aspetto davanti al cancello della scuola alla fine delle lezioni!!” “… ok …” -Che insolente… prendere appuntamento così dal nulla… e io non volevo neanche…-pensavo mentre mi dirigevo in classe. Le ore passarono abbastanza velocemente. La novità del negozio di abiti mi attirava abbastanza, e mi ero sentita più integrata con la mia classe. Sentivo di avere un appuntamento, un impegno importante a cui non potevo mancare!
Uscita da scuola mi, diressi subito vicino al cancello. La mia compagna, che di nome faceva Isabel, mi raggiunse e insieme ci dirigemmo  verso quello strano negozio. Mentre ci incamminavamo parlavamo del più e del meno; mi parlava un po’ di lei e della sua famiglia, dei suoi sports preferiti, e mi raccontò come suo padre divenne uno sportivo. Io le raccontai dello sports che praticavo, il kung fu, e le dissi che fra poco sarei diventata cintura nera! All’inizio si meravigliò un po’, ma poi mi fece i complimenti.
Arrivate al negozio percepii una strana sensazione dentro di me, quasi come se quello fosse stato un grande passo nel mio destino, ma comunque non mi feci tanti problemi ad entrare. Dentro ci trovai molti abiti diversi: da una parte rosa-principessa, da un’altra trovavo vestiti rosso-dama e così via. Erano strani, di vestiti di questo genere non se ne vedevano più a quel tempo. Là dentro regnava una strana atmosfera: l’aria che si respirava sapeva di vecchio e anche il personale era particolare… Un commesso con fare gentile si avvicinò a me:”Dimmi ragazzina, cosa ti serve?” “beh… ecco…” non sapevo cosa dirgli, ma una sola parola mi rimbombava nella mente: Pupazzi… pupazzi… pupazzi… pupazzi… Sinceramente non sapevo perché quella parola mi era entrata nella testa. Anzi, pensandoci bene mi ossessionava fin da quando ero entrata nel negozio; forse perché l’aria racchiusa in quell’abitacolo mi sapeva un  po’ di bambola, chissà… forse un vecchio ricordo? No, non penso, visto che del mio passato non so nulla, o meglio non ho ricordi. Una volta la mia vecchia maestra mi disse:”I vecchi ricordi fanno parte della tua vita, se una persona non ricorda più nulla, non ricorda chi è, e non lo scoprirà fin quando la sua mente non sarà illuminata.” A dire la verità non avevo capito granché. L’unica cosa che avevo capito era che ero sfortunata più degli altri; ma d'altronde è normale, io sono sempre stata diversa.
“Vuoi per caso un pupazzo?” Quella frase mi sconvolse… come poteva sapere che nella mia testa gironzolava quella parola? Era forse magico? Forse era quel posto ad essere magico…?
“Si!” risposi d’istinto, e lui subito mi disse:”Per la tua anima va bene questo…” E mi propose un pupazzo molto carino; era un lupetto con una faccia molto simpatica! Lo presi e ringraziai, ma non avevo soldi:”Mi dispiace, ma non lo posso comprare, non ho soldi” “Non ti preoccupare, mi porterai i soldi la prossima volta che mi verrai a trovare.”
Ero uscita dal negozio con la mia amica che continuava a farmi i complimenti:”Wow, hai fatto colpo! Non pensavo che ti bastasse solo un’occhiata per ricevere quello che pensi!” “Eh? Cosa? Pensi che abbia fatto una magia? No, non faccio magie!”Risposi sorridendole “Mmm… davvero?  Uffa, e io che pensavo di aver incontrato una persona particolare…” “Ah! Ah!” Dopotutto quella ragazza non sembrava cattiva, e neanche perfida come gli altri. Forse mi potevo fidare? Stava nascendo una vera amicizia, o era una trappola solo per prendermi in giro come sempre…?
Arrivata a casa mi sedetti sul mio letto e ripensai a ciò che era successo.
“Oggi mi sono divertita, ma è anche stata una giornata particolare, molto particolare: ho fatto amicizia con un’altra ragazza, e ho comprato un pupazzo. Anzi, me l’hanno praticamente offerto, regalato… molto strano… anche quel negozio… mi ha fatto sentire strane sensazioni… forse anche Isabel le ha sentite… domani glielo dovrò chiedere.”
Guardai il mio pupazzo nuovo, e delle inaspettate lacrime mi scesero dagli occhi. Piansi forse perché avevo trovato delle nuove persone di cui mi potessi fidare…?  Nessuno prima mi si era avvicinato tanto… per via del mio abbigliamento (vestivo  Dark), o magari per il mio comportamento distaccato, forse.
Pensavo a ciò che era successo nella giornata:
-“Scusa, di cosa state parlando?” “parliamo di una cosa interessantissima! Abbiamo saputo da alcuni ragazzi che è stato aperto un nuovo negozio! Pare che vendano dei vestiti e altre cose molto carine!”” Ah ok, grazie.”Stavo per girare i tacchi e andarmene, ma lei richiamò la mia attenzione:”Senti parchè non vieni con me a visitare questo negozio?” Mi disse la ragazza sorridendomi. Ero incerta su cosa rispondere, una proposta così sui due piedi… non sono la tipa da andare continuamente in giro a fare shopping… “Bah… non saprei ma credo che non pos…” mi interruppe con una certa insolenza: “Allora è si??” “Ma veramente io…” “Ok!Appuntamento fissato per dopo la fine delle lezioni! Usciremo insieme e lo raggiungeremo a piedi, tanto se non ricordo male ci devi passare davanti, no?” ” Uffa… e va bene, verrò con te…” “Grazie! Allora ti aspetto davanti al cancello della scuola dopo la fine delle lezioni!!” “… ok …” -Che insolente… prendere appuntamento così dal nulla… e io che non volevo neanche…-
Che scema che ero stata… pensare male di lei senza nemmeno conoscerla.
Abbracciai il pupazzo e piansi. Piansi per la mia stupidità… Volevo bene a quel pupazzo perché era l’unico con cui potessi sfogarmi in quel momento.
Poi mi alzai e mi avvicinai alla scrivania dove avevo posato il mio nuovo pupazzo. Ero stanca, e per di più erano le sette di sera. Non avevo fatto ancora i compiti, così mi avvicinai alla cartella per prendere i libri. Ad un certo punto udii un rumore provenire dalla scrivania. Avevo alzato la testa per vedere cosa aveva potuto provocare quel rumore, ma non notai nulla di particolare… anzi no! il pupazzo non c’era più! Mi alzai e lo cercai dietro alla scrivania, l’unico posto dove poteva essere caduto… “Uffa… sono la solita sbadata… ho lasciato cadere il mio nuovo peluche”.  Ma il peluche non era affatto caduto… e subito sentì sbattere la porta. Allora mi avvicinai ad essa e cercai di aprirla: non funzionò. Allora mi girai di scatto e trovai il mio pupazzo sul letto. Come poteva mai essere finito lì? E chi aveva chiuso la porta?? Forse mia mamma da fuori? No, non avevo sentito passi… Ma allora, che fosse stato quel pupazzo??
Mi avvicinai al letto. Ad ogni passo mi saliva l’ansia… non era possibile, un pupazzo non si può muovere. E se anche così fosse… chi era quel pupazzo, o meglio, chi era il commesso del negozio...? Come mai dentro al negozio c’era quello strano odore… e come mai mi era entrata quella parola nella testa!

                                    
  
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