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Autore: Alias    04/05/2007    2 recensioni
Mi chiamo Martina e ho appena compiuto 16 anni... ho scritto questa fanfic tempo fa, quando in Italia era appena cominciata la seconda stagione di Veronica Mars. L'idea iniziale era di farla di un unico capitolo molto lungo, ossia il primo che posterò qui, ma poi mi sono fatta prendere la mano e ho continuato scrivendo altri capitoli. E' la prima Fanfic che scrivo, non sono molto brava, insomma, non credo che sia proprio un capolavoro, anzi! Mi è stato difficile trovare una collocazione temporale alla mia ff... Dovrebbe trovarsi circa in mezzo alle due stagioni, o meglio, anche in mezzo alla seconda stagione, ma con qualche modifica, e la situazione più o meno è questa: Logan e Veronica si sono lasciati, e tra loro è finita. Ogni volta che si vedono, ancora prima di salutarsi sfoggiano il loro corredo di battutine acide all’altro. Entrambi stanno cercando di andare avanti, e di non voltarsi più verso il passato. Tra Duncan e Veronica non è mai ricominciata, e, per quanto possa sembrare strano agli occhi di tutti, i due sono diventati ‘amici’. Duncan ha capito che l’amore per Veronica era solo un ricordo, e che il suo futuro sarebbe stato uno solo: Meg. Il Bus Crash non è mai avvenuto. Le frasi contenuta tra trattini (Esempio: - Sono Veronica- ) rappresentano i suoi voiceover, come quelli del telefilm.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aaron Echolls, Altro Personaggio, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Veronica: Papà

Veronica: Papà! Sono a casa!

Keith: Ciao tesoro, come è andata oggi?

Veronica: Il solito. Tutto tremendamente noioso.

Fa una pausa. Con suo padre ha sempre parlato di qualsiasi cosa…

Veronica: Sai, papà, ho conosciuto una ragazza stamattina.

Keith guarda preoccupato la figlia.

Keith: Una ragazza? Preferivo Logan Echolls…

Veronica scoppia a ridere. Non aveva minimamente pensato che la sua frase potesse essere storpiata in quel modo.

Veronica: Papà! Non hai capito! E’ molto simpatica, di buona compagnia. E’ una matricola.

Keith, ora con tono più scherzoso: Già, e tu sei maggiorenne…

Veronica: E smettila!

Keith: Ok, ok.

Continuano a ridere ancora un po’, poi Veronica si ritira davanti al suo portatile.

 

Henry Toleman. Dopo un po’ di ricerche Veronica lo scova. Non era stato nemmeno così difficile in verità. Faceva parte di una troupe televisiva, lavorava come cameraman. Veronica scorre i titoli dei film per i quali ha lavorato. Ne riconosce alcuni. Tutti quelli che vedono la stessa persona nei panni di protagonista: Aaron Echolls.

Che c’entra quest’uomo con Aaron? La volevano morta? Lynn era ancora viva? Se si, cosa sapeva?

E Logan? Che cose ci faceva con la pistola? E poi, perché era tornato alla suite quella sera? E in tempo record poi. Domande, domande. Forse, non aveva ancora dato a questo caso la sua giusta importanza. Soprattutto perché non poteva essere un episodio casuale di coincidenze. In ogni caso, lei era Veronica Mars, e questo caso cominciava a incuriosirla. Anche perché la interessava da vicino. E quando Veronica Mars si incuriosisce, niente può fermarla. Era ora di dare delle risposte a quelle domande.

 

Toc-Toc.

Logan apre la porta della suite. Le sembrava ogni volta più bello, e quando lo vedeva sentiva sempre una strana sensazione...

Veronica: Ciao…

Logan: Ciao bellissima…

Veronica: Ti disturbo? Hai fatto in tempo a nascondere l’amante nell’armadio?

Logan: No, l’ho ficcata sotto il letto.

Si sorridono. Poi lui la bacia inaspettatamente.

Logan: Entra pure.

Veronica entra e Logan chiude la porta alle sue spalle. La suite è vuota.

Veronica: E Duncan?

Logan: E’ da qualche parte a Neptune con Meg, naturalmente.

Veronica: Poverino… Sei qui tutto solo?

Logan alza le spalle guardando in alto.

Logan: Lo sai che da quando Dick ha conosciuto Mac non viene nemmeno più a sfidarmi?

Veronica: Ah, l’amour.

Logan: E sai anche che quando parli francese diventi tremendamente sexy?

Veronica: Oui, certes, mon cher.

Non conosceva bene il francese, ma l’aveva pronunciato accentuando molto la cadenza. La risposta di lui è un altro bacio.

Entrambi si siedono sul divano, Logan chiede a Veronica se vuole qualcosa, lei risponde di no.

Logan: Chi era la ragazza che si è seduta con te oggi?

Veronica: Oh, lei. E’ una ragazza fantastica, sai. E’ una matricola.

E continuano così per un po’, a parlare del più e del meno.

 

Veronica: Hai saputo che hanno identificato l’uomo a cui hai sparato?

Logan: No, non lo sapevo.

Veronica: Henry Toleman. Era il suo nome.

Logan: Toleman… Toleman… Mi è familiare, ma niente di più.

Veronica: Lavorava come cameraman. Ho una lista con alcuni film in cui ha lavorato.

Dicendolo tira fuori dalla tasca un piccolo biglietto leggermente stropicciato, lo apre, e lo fa vedere al ragazzo.

Logan: Caspita!

Veronica: La maggior parte sono film in cui recitava tuo padre. Ma questi?

Gli indica i titoli contrassegnati a matita da un punto di domanda.

Logan: Questi sono quelli in cui ha recitato Trina.

Logan: Questi titoli non sono tutti, vero?

Veronica scuote il capo. Erano solo alcuni.

Logan: Vieni.

La porta dall'altra parte della stanza. Logan apre un piccolo cassetto, e ne tira fuori vari volantini di film. Tornano sul divano. E Gli danno un’occhiata insieme.

Logan: Vedi, lui ha lavorato in tutti i film di Trina, ma solo in pochi di mio padre.

Veronica: E questo che significa?

Logan: Non ne ho idea, la detective sei tu.

Veronica abbassa lo sguardo un istante, poi il ragazzo continua.

Logan: Per me è semplicissimo! Trina ha fatto conoscere a mio padre questo tizio, che da subito è stato molto servizievole nei suoi confronti. Di certo non gli ha fatto piacere venire sbattuto in prigione da te, per questo ti voleva morta. Così ha pagato il triplo il suo caro amico cameraman, in cambio di un favore. Potrebbero trarne un film, "Ripresa con delitto", che ne pensi?

Veronica alza le spalle e annuisce, come a dire che potrebbe andare. Ma gli occhi la tradiscono. Infatti non ne è molto convinta.

Che cosa ne penso? Non so perché, Logan, ma credo che non sia tutto così semplice. La tua spiegazione fila perfettamente. Ma non mi convince. Troppo facile. Troppo.

Veronica: Beh, potrebbe essere.

Logan: Ma non ti convince.

No, infatti. Qual è la regola numero uno del nostro rapporto? Ah, si. La sincerità.

Veronica: Logan, perché quella sera sei tornato alla suite?

Logan: Il tuo tono ha un che di interrogatorio. Per quanto mi disgusti ammetterlo, per un attimo mi hai ricordato lo sceriffo.

Veronica: Oddio, Logan! Per favore! Dopo questa tua rivelazione avrò gli incubi per settimane!

Gli tira un piccolo pugno, poi un altro. Lui si para come può.

Logan: Ok, ok…

Veronica: A parte gli scherzi, davvero, perché sei tornato da me?

Logan: Certo che sei ti credi sempre al centro dell’attenzione, Veronica Mars! Cosa ti fa credere che fossi tornato per te?

Veronica: Forse il fatto che mi ami alla… Follia?

L’aveva detto con tono leggermente sarcastico, e alla parola ‘follia’ aveva aperto le mani davanti al suo viso, disegnando un cerchio.

Logan: Già, forse.

Lo dice con un sorrisetto, ma senza ironia. Poi la bacia.

Logan: A parte gli scherzi… E’ strano.

Strano che?

Logan: Avevo promesso a Dick una bottiglia di ottimo vino per quella festa. In altri casi non sarei andato via da una festa per poi tornarci solo per una bottiglia, ma quella sera… Non so. E’ come se qualcosa dentro di me mi dicesse che dovevo tornare a casa.

Già, è strano Logan. Ti credo? Si. Primo, perché mi fido. Secondo: altrimenti potevi inventarti una scusa migliore.

Logan: E poi la festa manco mi piaceva, vuoi mettere la noiosità della serata con il farsi assalire dalla tagliente acidità di V. Mars? Non regge il confronto.

E poi io sarei l’egocentrica? Eh, si, avevo ragione. Alla fine puoi tentare di nasconderlo, ma sei tornato per me…

Veronica: Insomma, non potevi fare a meno di me.

Logan sorride, prima di baciarla ancora una volta. Eh, si, non può proprio fare a meno di lei.

 

Veronica è nell’ascensore. Sta scendendo. Aveva parlato ancora un po’ con Logan, poi si erano salutati. Quando arriva in strada, dall’altra parte nota una piacevole sorpresa.

Veronica: Asha!!!

Ashley sta camminando sul marciapiede. E’ accompagnata da un piccolo cane, molto carino, al guinzaglio. Lo sguardo nel vuoto come sempre, persa nei suoi pensieri.

Veronica attraversa velocemente e le va in contro.

Veronica: Ehi, matricoletta! Sempre sulle nuvole, eh?

Ashley: Veronica! Ciao!

Veronica: Come stai?

Ashley: Tutto ok… Penso che anche tu stia bene, visto che sei appena andata a trovare Logan…

Veronica: Ehi, sai proprio tutto; sei peggio di me!

Si sorridono.

Veronica: Posso accompagnarti?

Ashley: E me lo chiedi pure? Certo che si!

Veronica: Grazie… puoi aspettare… solo un secondo?

Ashley annuisce e Veronica comincia a frugare disperatamente nella borsa. Alla ricerca di qualcosa. Qualcosa che non riesce a trovare.

Veronica: Le chiavi. Ho dimenticato le chiavi nella suite… Mi accompagni?

Ashley: Ma io…

Veronica: Oh, andiamo!

Attraversano la strada e tornano nell’hotel. Veronica aveva posteggiato nel parcheggio vicino, ma se non voleva una bella multa (o magari una piacevole rimozione) doveva spostare il disco orario. Bussa alla suite, presenta Ashley a Logan, e mentre i due fanno conoscenza si mette alla ricerca delle chiavi della sua macchina. Dopo un quarto d’ora torna dagli altri due ragazzi trionfante con l’oggetto delle ricerche in mano. Saluta Logan con un bacio, lui si lamenta di un saluto così scarso, e lei ribatte che erano in presenza di minori.

 

Di nuovo in strada.

Veronica: Allora, che ci facevi qua?

Ashley: Io? Oh, per il momento io abito qui.

Lo dice indicando una casa poco distante.

Ashley: E poi, porto Ciak a fare una passeggiata.

Aggiunge indicando il piccolo cane che era rimasto in braccio suo per tutto il tempo.

Veronica, ripensando alle parole della ragazza: “Per il momento”?

Ashley: Oh… si… Beh, io…

Fa una piccola pausa. Cerca le parole, per tentare di non essere troppo sfacciata.

Ashley: Io sono in affidamento.

Veronica si morde le labbra. Non sa se quell’argomento brucia alla ragazza, forse era meglio…

Ashley: No. Non mi dà fastidio parlarne, se è questo che ti chiedi…

Ashley: La mia famiglia è morta in un incidente più di un anno e mezzo fa. L’unico che si è salvato è lui.

Lo dice indicando il cane, per il quale sembra nutrire un certo affetto.

Veronica: Oh.

Ashley: Da quel momento vivo sempre in affidamento. Cambio parenti molto spesso, sono passata in varie famiglie. Ormai ho capito che per non soffrire, non mi devo affezionare troppo a nessuno. Così, se niente mi colpisce e tutto mi prende solo di striscio, poi non ci sto troppo male.

Veronica continua ad ascoltarla interessata.

Ashley: Si, lo so. E’ un po’… robotico.

 

Per un po’ poi si ritrovano ad alternare argomenti seri a cose insensate.

Ad un certo punto Asha si ferma a fissare Veronica.

Asha: Ehi, qualcosa non va? Sembri… Preoccupata…

Veronica alza leggermente le spalle: Non è niente…

Asha: E’ per l’episodio dell’altra sera?

Già, e per tutto quello che ci va dietro. Vorrei poterti spiegare, ma naturalmente non posso.

Veronica: Si, più o meno…

Asha: Vedrai che passerà. E poi tu sei V. Mars, vai incontro ai problemi e affronti tutto a testa alta!

Una piccola pausa.

Asha: No, suonava male, eh? Sembrava più la descrizione di un cavaliere medievale…

Si sorridono.

Camminano ancora per un po’, poi si salutano.

 

Veronica sta camminando verso la sua macchina. Squilla il cellulare, e, anche se solo per un momento e senza motivo poi, a Veronica vengono i brividi. Che scompaiono subito: Era suo padre.

Veronica: Pronto, ciao papà!

Keith: Ciao Veronica…

La sua voce era seria, lievissimamente cupa.

Keith: Devo informarti di una cosa importante…

Veronica attende in silenzio.

Keith: Ero all’ufficio dello sceriffo per una sciocchezza, delle scartoffie, quando siamo stati avvisati che…

Veronica spalanca gli occhi, e la sua bocca si apre impercettibilmente. Un brivido le corre giù per la schiena. E, ora, ha un motivo.

Non crede a quelle parole, e apprende a stento la notizia.

Aaron Echolls era morto.

 

 

  
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