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Autore: RedFoxx    21/10/2012    5 recensioni
Salve a tutti ☺️
Questa storia narra di regni in crisi e di due ragazzi che cercheranno di migliorare la situazione.
La coppia principale sarà SasuNaruSasu.
Dal testo:
«E così la famigerata Volpe Nera ha deciso di farsi vedere.» Sogghignò la guardia con la lancia. [..]
[...] lui è il principe Sasuke Uchiha, erede al trono ma penso che tu lo sapessi già. E tu sei?»
[...]«Forza compagno. Il viaggio e lungo e tu devi uccidere mio fratello.»
é la prima ff che scrivo, quindi siate clementi :')
Spero di avervi incuriosito e buona lettura:)
-2017= Sto revisionando tutti i capitoli, correggendo errori e cambiando qualche frase. Per ora sono stati modificati i primi quattro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti!
*si nasconde nell’angolino* Non uccidetemi vi prego D:
Sono terribilmente in ritardo e vi chiedo scusa! Ho avuto molti impegni ultimamente e
Il tempo per dedicarmi al capitolo era gran poco, ma non temete, ogni tanto mi veniva in mente qualche grande idea per il capitolo e me la scrivevo giù!
Ora, ciancio alle bande (lo so, è pessima xD ) in questo capitolo sarà rivelata la seconda parte del passato di Naruto! Buona lettura!
Baci


RedFoxx


Capitolo 8

Baci, feste e passato PARTE 2




Dal capitolo precedente...


Sospirò e gli occhi si velarono di tristezza e l’espressione divenne pensierosa.

«Tornammo alla Setta e mi tennero rinchiuso in una cella senza cibo ne acqua, in isolamento e perché la punizione mi rimanesse più impressa, mi fecero un taglio sulle guance al giorno. Al settimo giorno fui libero e stremato ci misi una settimana a riprendermi e lì fu la prima volta che mi ammalai. I sei tagli fecero infezione e così mi rimasero i segni. Ma poi una notte…»






«Ma una notte dopo che mi ripresi dalla malattia, ovvero 3 settimane dopo che rientrai dalla missione fallita, ricevetti una visita durante il mio turno di guardia nei corridoi. Vicino alla biblioteca poi, un’ombra mi fermò! Era uno dei 3 saggi, Jiraiya.»

Naruto si mise a sedere sul letto, aiutato da Sasuke che gli sistemò il cuscino dietro alla schiena per star più comodo. Immerse nuovamente la pezza nella bacinella d’acqua e gli tamponò la fronte, con gesti delicati.

«Disse che ciò che avevo fatto era giusto, e che lui era stufo di tutta quella morte. Disse che la Setta gli uccise la donna che amava, per ragioni che non mi disse e che non glielo avrebbe mai perdonato. Mi chiese se volevo andarmene e vedere come era avere una vita vera. Da quando ero tornato dalla missione, mi ero immaginato più volte come sarebbe stato essere un bambino normale: andare a scuola, avere degli amici, aiutare la mamma e giocare col papà. Un genitore che ti racconti le fiabe la sera e che ti da il bacio della buonanotte. Nessuno era mai stato affettuoso con me. Mai.»

Il ragazzo abbassò il viso e si guardò le mani, poste in grembo.

«Ero curioso. Gli dissi di si. Partimmo dopo due settimane di preparativi, e una notte, col favore del buio, scappammo per sempre da là. Dovevo viaggiare sempre e non sostare in un luogo troppo a lungo: chi lascia la Setta, non può restare in vita. Si conoscono troppi segreti, cose che farebbero impallidire chiunque. Cose oscure, eventi avvenute nella storia, taciute alla popolazione. Gli assassini della Setta sono legati con la storia politica del mondo.»

«Fatto stà che partimmo. Siamo andati nel deserto e poi nelle terre lontane oltre il deserto. In quei nuovi paesi passammo circa un anno e mezzo, due come già ti dissi e poi, pensando che le acque si fossero calmate, andammo a vivere sulle coste del Regno dell’Acqua. Rimanemmo lì per 2 anni e in quel lasso di tempo finì l’addestramento con Jiraiya. Era diventato com un padre, o almeno ciò che si avvicina di più ad una figura paterna. Purtroppo ci scovarono e gli assassini della Setta ci costrinsero a fuggire. Alla fine ci braccarono e riuscirono ad uccidere Jiraiya, ma io riuscì a scappare. È colpa mia se è morto: se io fossi riuscito ad uccidere nella mia prima missione, lui sarebbe ancora vivo! È colpa mia…solo mia…»

Strinse le coperte con le mani talmente forte che le nocche sbiancarono e dagli occhi, divenuti lucidi durante l’ultimo pezzo di racconto, cominciarono a sgorgare lacrime silenziose, che lasciarono scie umide sulle guance arrossate dalla febbre. Sasuke strinse la pezza, ancora appoggiata alla fronte dell’altro e uscirono gocce che si mischiarono alle lacrime.

«Sai»

Naruto alzò il viso. Sasuke aveva tolto la pezza e la stava immergendo per l’ennesima volta nella bacinella. Guardava in basso, per non far vedere all’altro i terribili sentimenti, facilmente scorgibili dal suo sguardo.

«Non sei l’unico. Sono cresciuto, sentendomi dire continuamente da mio fratello che ero un assassino, che avevo ucciso mia madre, che non ho mai avuto modo di conoscere, ma solo vedere ritratti. Sono accusato della morte di una sconosciuta praticamente. Quindi, ecco… ti capisco, in qualche modo.»

Strinse la pezza nella bacinella, in modo che l’acqua superflua colasse e la passò sul viso di Naruto, cancellando le tracce delle lacrime. Sasuke si sedette sul bordo del letto, per stargli più vicino e continuò a passargli la pezza con gesti delicati e un sorriso affettuoso gli comparve in viso.

«Non fartene una colpa. Era adulto e sapeva a cosa andava incontro. Tu eri solo un bambino. Eri innocente, sotto un certo punto di vista.»

Nuove lacrime scesero e Naruto di slancio, abbracciò Sasuke. Il principe sgranò gli occhi e rimase interdetto, ma poi ricambiò l’abbraccio e lasciò che l’ammalato, sfogasse tutto il suo dolore represso sotto forma di lacrime. Era da tanto che non si sfogava così con qualcuno, anche perché non ne aveva mai avuta la possibilità. Pianse e pianse, finchè non scesero più lacrime e allora si scostò dall’abbraccio e si guardarono negli occhi. Gli occhi arrossati mettevano ancora più in risalto l’azzurro delle iridi e Sasuke si perse in quel contrasto di colori. Senza rendersene conto si avvicinò sempre di più all’altro, e si fermò quando arrivò ad un soffio dalle labbra dell’assassino. Entrambi avevano chiuso gli occhi istintivamente e i respiri si mescolarono. L’istinto vinse sulla ragione e Sasuke eliminò le distanze, facendo combaciare le loro bocche. Si staccarono quasi subito, da quel bacio casto, puro.

Naruto lo guardò e nei suoi occhi vi lesse sorpresa, ma poi i sensi gli vennero a mancare e svenne tra le braccia dell’altro. Sasuke allarmato, lo stese e gli rimboccò le coperte ( che tenero *w* nda) e continuò a rinfrescarlo con la pezza finchè non tornò Sakura.

«Sasuke! Sono tornata! Come sta il tuo amico?»

Sakura fece capolino sulla porta: vestita pesantemente, avevo in braccio il tascapane e le gote arrossate dall’aria pungente dell’esterno.

«È appena svenuto! Penso che la febbre si sia alzata ancora!»

«Questa non ci voleva! Preparo la pomata e torno subito!»

Fedele alla parola data, 5 minuti dopo era già in camera, che spalmava il medicinale sulla ferita aperta di Naruto, poi gli somministrò un sciroppo per la febbre e lo vegliò per tutto il resto del giorno e della notte con Sasuke. A turno uno dormiva, mentre l’altro rinfrescava il ragazzo.

Il giorno dopo per fortuna la febbre cominciò ad abbassarsi e Naruto tornò ad avere un colorito più sano. Dopo due giorni la temperatura corporea tornò normale e il terzo si svegliò. Sasuke intanto guariva velocemente e andò con la ragazza a recuperare le cose abbandonate da lui e Naruto quando scapparono dagli assassini. Fecero scorte anche per le Grandi Nevi che si stavano avvicinando. Aiutò la ragazza come poteva per preparare la casa al terribile evento atmosferico che si avvicinava. Ad una settimana che erano lì, le nuvole cominciarono ad oscurarsi in cielo.

Se ne accorse mentre erano nel bosco a raccogliere più legna possibile e bacche, noci e altri frutti secchi.

«Temo che quest’anno arriveranno prima del previsto.»

Purtroppo i sospetti si dimostrarono reali e infatti dopo mezza settimana, cominciarono le bufere. Sakura era stata preventiva ed aveva raccolto abbondanti porzioni di erbe medicinali.
Naruto intanto migliorava a vista d’occhio e già poteva girare per casa con l’aiuto di una stampella. Il fianco, perennemente fasciata, stava guarendo: una volta eliminato completamente il veleno, l’infezione ci mise poco a guarire e ora le parti lese, si stavano rigenerando.

Sasuke e Naruto si comportarono come se quel bacio non fosse mai accaduto, ma si scoprirono a sbirciarsi a vicenda.

Nel giro di tre settimane le Grandi nevi finirono e tutti si riversarono fuori dalle case per comprare cibi freschi e poter finalmente tornare alla routine quotidiana a cui erano abituati. In quel lasso di tempo, i tre si conobbero meglio e si comportavano come una famiglia. Ognuno aveva qualcosa da fare in casa, perfino Naruto faceva ciò che gli era possibile e durante i pasti ridevano e scherzavano e la sera stavano davanti al fuoco a raccontarsi.

Quella era la tanto agognata normalità da Naruto e se la stava decisamente godendo. Si comportava come un ragazzo normale.

Passò un mese da quando arrivarono la prima volta e le loro ferite erano diventati semplici segni rossi sulla pelle. Lui e Sasuke andavano a fare le commissioni nel paese vicino e cominciarono a socializzare con i giovani del luogo, già amici di Sakura. Passò un altro mese ed entrambi dei ragazzi si erano rimessi completamente e contribuivano molto volentieri in casa.

Entrambi però, sapevano che non potevano star lì in eterno, anzi, avevano una missione importante da portare a termine e dovevano ripartire. Ma nessuno ne fece più parola, perché ad entrambi andava bene quel nuovo stile di vita così semplice.

Oltre a tutto ciò, cominciarono a vedersi con occhi diversi e Sasuke notò come la spontaneità di Naruto si emersa: ora sorride spesso e ridere anche, cosa che per la durata del viaggio, non l’aveva mai fatto.
In quei due mesi erano diventati praticamente inseparabili, anche se inconsciamente. Se uno andava in una stanza, ci andava anche l’altro, senza farlo apposta. E a loro andava bene così.

«Stasera c’è una festa in paese! Vi va di venire?»

Era la festa della fine delle Grandi nevi e tutti in paese attendevano con impazienza questo momento. Naruto diede subito la sua approvazione!

«Per me va benissimo! Tu Sas’ke che dici?»

«Certo, non vedo l’ora.»

«Magnifico! Si festeggerà nella taverna. Preferita mangiare qua o mangiamo là con tutti gli altri?»

I due si guardarono e risposero all’unisono.

«Con gli altri!»

«Con gli altri!»

Sakura scoppiò a ridere e tornò in camera sua per prepararsi. Uscirono poco prima del tramonto e nel giro di 15 minuti, erano in paese. Trovarono gli altri che li aspettavano fuori dalla taverna: c’erano le amiche di Sakura, cioè Ino, Hinata e TenTen e i ragazzi, ovvero Shikamaru, Choji, Kiba, Shino e Neji. Erano tutti nati lì per cui si conoscevano tutti da sempre ed avevano accettato di buon grado la nuova presenza dell’assassino e del principe.
Entrarono e si misero a sedere tutti in un tavolo e pur di starci, si strinsero tanto che erano tutti gomito-gomito. Ma andava bene così, e mangiarono allegramente tra una chiacchiera e una risata. Finita la cena, il gestore venne aiutato a spostare i tavoli e comicnairono le musiche, i balli e a scorrere fiumi di birra.

«Forza, bevi!»

Kiba gli sventola un boccale di birra davanti alla faccia: Naruto non aveva mai bevuto la birra e quella era la prima volta.

«Forza fifone! Non puoi dire che non ti piace se non l’hai mai bevuta!»

Naruto prese il boccale e lo portò titubante alle labbra e ne bevve un sorso piccolissimo!

Kiba e gli altri si misero a ridere.

«Ma dai! Così bevono le signorine, senza offesa ragazze. Avanti, un bel sorso!»

Pressato da tutti quegli incitamenti, ne prese un sorso e cominciò a tossire quando il liquido frizzante gli scese in gola. Il sapore non era niente male. Cominciò a pensare che gli piacesse quella cosa chiamata birra.

Purtroppo non lo reggeva l’alcool e dopo qualche boccale era già ubriaco ed era una cosa totalmente strana: controllato e attento a tutto com’era solito, ora non aveva il pieno controllo del corpo e delle facoltà mentali. Cominciarono a ballare e si ritrovò in coppia con Sakura, poi con Ino e con tutti gli altri finchè non si trovò a ballare con Sasuke. Se si poteva chiamare ballare, perché giravano in tondo ridere come matti.

All’ennesimo boccale, naruto cominciò a sentirsi male e si sedette. Sasuke ballava con Hinata e non vedendo il ragazzo in pista, si preoccupò e lo raggiunse al tavolo.

«Portami fuori, per favore.»

La testa gli girava e gli venne una potente nausea.

«Tu proprio non lo reggi l’alcool eh!»

Sasuke lo portò fuori di peso praticamente e si sedettero su un tronco appena fuori dal paese, lontano da occhi indiscreti.

«No-non sto bene Sassssske!»

«Ci credo! Dovevi evitare di berne così tanta.»

«Ma è così buona!»

Naruto mise su un broncio così dolce che sciolse il cuore di Sasuke come una noce di burro sul pane caldo. Dal canto suo, Naruto era contento di avere di fianco Sasuke: durante quelle settimane si era accorto di provare qualcosa per quel ragazzo, anche se la situazione gli era alquanto estranea. Gli sembrava noioso se non c’era lui al suo fianco e gli dava quasi fastidio dipendere da un’altra persona in quel modo.

«Dimmi una cosa.»

Sasuke sorpreso dall’improvviso tono serio si girò e lo guardò: stava osservando il cielo terso della notte che metteva in bella mostra le stelle luminose che si riflettevano negli occhi limpidi del ragazzo.

«Cos’è l’amore, secondo te?»

Il principe rimase spiazzato dalla domanda e ci pensò prima di rispondere.

«Penso che l’amore sia quel sentimento che ti lega indissolubilmente ad un’altra persona. Te la fa sembrare indispensabile nella vita e la completa. Come se fosse quella persona a tenerti legato alla terra e non la forza della gravità. Forse è questo l’amore.»

«Sembra quasi una dipendenza.»

Naruto registrò la risposta, per quanto la sua mente annebbiata dall’alcool glielo permettesse e si rese conto che provava quel genere di sentimento per il ragazzo di fianco. E le parole gli uscirono senza che se ne rendesse conto.

«Allora penso di essere innamorato di te.»

Era solo un bisbiglio, ma che arrivò chiaro e forte alle orecchie del principe, che sorpreso sgranò gli occhi. Si voltò e si guardarono. I loro visi si avvicinarono e le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza. Sasuke bisbigliò

«Temo di avere la stessa dipendenza.»

Annullarono le distanze e le loro labbra si incontrarono, l’una la gemella dell’altra. Era un bacio dolce, romantico: le loro labbra sembravano fatte apposta per combaciare perfettamente. Naruto dischiuse le labbra e la lingua di Sasuke s’intrufolò in quell’antro caldo. In quella danza primordiale che tutti conoscono si avvicinarono e l’assassino strinse i capelli di Sasuke tra le dita, come per spingerlo e tenerselo più vicino. Il principe portò le mani sulle guance arrossate dal freddo dell’altro. Si staccarono per riprendere fiato, ma rimasero vicini.

«Mi è passata l’ebbrezza provocata dalla birra sai?»

Sasuke rise e si alzò dal tronco. Tese la mano che il ragazzo accettò volentieri e lo aiutò ad alzarsi. La cosa che lo sorprese di più però era che Naruto non mollò la sua mano, anzi, gliela strinse appena.

«Andiamo?»

Naruto gli diede un bacio a stampo e sorridendo rispose

«Certo!»

Tornarono alla taverna dagli altri, ma una volta entrati constatarono che la musica non c’era più e che erano tutti in silenzio. Qualcuno stava rovinando la festa.








 



Chi sarà mai, questo guastafeste? Lo scoprirete nel prossimo capitolo :D
Spero che vi sia piaciuto e chiedo scusa ancora per il terribile ritardo!

Recensite mi raccomando e al prossimo capitolo :)


  
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