Capitolo
5 ~ Ricordi ~
La pioggia cadeva fitta,
quel venerdì pomeriggio, e Gohan e Sylvia, che erano già alla loro quarta
lezione, erano alle prese con i loro compiti.
Il piccolo Gohan, chino
sul librone di grammatica, eseguiva degli esercizi di analisi morfologica,
concentratissimo, mentre Sylvia, dall’altro lato del tavolo, guardava assorta lo
schermo del suo computer portatile, dove stava scrivendo la sua tesi di laurea.
Con un impercettibile sbuffo, cancellò una frase che riteneva fosse troppo
debole e si stava già scervellando per trovare un altro modo in cui poter
esprimere lo stesso concetto, quando Bulma entrò nella stanza con un pacco di cd
in mano.
-Ecco qui, Sylvia- disse
posandoli sul tavolo -Ho trovato solo questi dove mi hai detto
tu-
-Grazie, puoi lasciarli
qui- rispose Sylvia senza staccare gli occhi di dosso al computer.
-Come mai così pochi?-
chiese Bulma accigliata.
-Quelli sono di musica
classica, le altre canzoni le ho qui- rispose Sylvia indicando il computer, dove
lampeggiava la scritta
“L’evoluzione del giornalismo nel XX secolo”
-È questa la tesi da
sostenere?- chiese Bulma avvicinandosi allo schermo.
-Già- rispose Sylvia
-Non è difficile, vero?-
-Ehm…Se lo dici tu..-
rispose Bulma esitante.
In quel momento, la
porta laterale della cucina, che dava sul giardino, si spalancò con forza,
mentre un tuono rimbombava in lontananza, accompagnato dal rumore della pioggia
scrosciante.
Vegeta, a torso nudo,
vestito solo con dei pantaloncini e scarpe da ginnastica e bagnato
fradicio,entrò senza troppa fretta in casa, quasi ignaro del
temporale.
-Vegeta!- trillò Bulma
-Cosa ci facevi fuori con questo tempaccio! E guarda come ti sei ridotto! Entra,
altrimenti ti prenderai un raffreddore! Aspetta qui, ti porto degli asciugamani-
disse tutto d’un fiato, sparendo nella stanza adiacente.
Vegeta, che non aveva
dato alcun segno di aver sentito le parole di Bulma, chiuse di malagrazia la
porta ed entrò nella stanza, proprio mentre l’azzurra tornava con un carico di
asciugamani bianchi accuratamente ripiegati. Sembrava quasi che li tenesse a
portata di mano.
-Ecco, asciugati,
altrimenti potresti ammalarti..Tieni- gli disse Bulma allungandogli un
asciugamano.
-Non mi serve questa
roba- disse scortese Vegeta sorpassando Bulma, mentre piccole gocce di pioggia
percorrevano il torace del Saiyan, cadendo lente sui suoi
addominali.
Bulma rimase lì impalata
solo per un momento, gettandosi poi all’inseguimento di Vegeta. -Dove stai
andando?- gli urlò dietro.
-Cosa ti importa, non ti
riguarda! Piantala di inseguirmi, donna!- rispose Vegeta
infastidito.
-Ah si, eh?- disse Bulma
in tono di sfida -Beh, allora arrangiati, io me ne vado!- dichiarò, posando
comunque gli asciugamani su una mensola lì vicino.
-Vattene pure, cosa
m’importa!- Irritato, Vegeta la guardò allontanarsi. Poi, effettivamente, pensò
che se, come era sua intenzione, avesse fatto una doccia, gli sarebbero serviti
eccome. Li prese tutti e sparì diretto al primo piano.
*
*
Sylvia finì di battere
l’ultima parola e, soddisfatta, mise un punto al termine della
frase.
Salvò il lavoro, poi
rivolse la sua attenzione ai cd che Bulma le aveva portato, sfogliandoli ed
esaminando le canzoni con un vago cipiglio. Due settimane dopo si sarebbe svolta
l’audizione a teatro, e Sylvia aveva montato un pezzo di almeno tre minuti per
la prima parte della prova. La seconda parte, invece, sarebbe stata rivolta alla
danza contemporanea. Realizzare le coreografie aveva richiesto non più di
quattro giorni. Sylvia era molto soddisfatta delle sue scenografie, ci aveva
messo il cuore nel farle, e sperava che agli esaminatori sarebbero piaciute
almeno la metà di quanto era piaciuto a lei ballarle.
Alzò lo sguardo verso un
concentratissimo Gohan e sorrise. Era così dolce!
La madre un po’ meno.
Come Bulma aveva predetto le lezioni di Gohan si erano rivelate più ardue del
previsto. Non certo per il bambino, anzi, lui era un angelo; imparava in fretta
e capiva al volo. No, il problema di fondo era la madre. Chichi infatti si era
rivelata più che asfissiante, e mentre Sylvia stava a sentire le sue opprimenti
raccomandazioni riguardo la parte di programma scolastico che Gohan doveva
ancora svolgere, Bulma, alle spalle della mora, guardava Sylvia a braccia
conserte, con uno sguardo come per dire “te l’avevo detto”. Ma Sylvia non si era
arresa, anzi.
Così erano arrivati alla
loro quarta lezione, che procedeva senza intoppi di alcun
genere.
La ragazza guardò
l’orologio, ravviandosi una ciocca di capelli scuri. Le sette e
trenta.
-Gohan-
disse.
Il bambino alzò il capo
-Si?- chiese
-La lezione è finita-
gli disse con un sorriso -Continuerai domani-
-Va bene- rispose il
bambino chiudendo il quaderno.
-Bravo!- disse Sylvia
orgogliosa -A lavarti le mani, forza. La cena è quasi
pronta-
Gohan saltò giù dalla
sedia e corse verso il bagno, mentre Sylvia entrava in cucina per aiutare Bulma
e mamma Brief.
-Ciao cara- cinguettò
quest’ultima –Allora, come vanno le lezioni?-
-Oh, benissimo!- rispose
Sylvia -Gohan è un bambino davvero molto studioso-
-Non avevo dubbi-
rispose mamma Brief -Puoi portare questo in tavola?-
Sylvia prese il cestello
del pane e lo portò in sala da pranzo, seguita da Bulma che reggeva le
bevande.
-Quanto manca ancora per
riattivare le sfere del drago?- chiese Sylvia sperando di suonare neutro e
guardando l’amica di sottecchi.
-Un giorno in meno di
ieri- le rispose Bulma con un sorriso furbastro.
-Bulma! Dicevo sul
serio!- la rimproverò Sylvia.
-Anch’io- asserì
l’azzurra convinta -Da quando me l’hai chiesto l’ultima volta sono passate più o
meno 24 ore…-
Sylvia avvampò, voltando
il viso per non farsi vedere e facendo finta di aggiustare un lembo della
tovaglia. Era più forte di lei: non riusciva a non pensare quanto tempo ancora
mancasse per far tornare in vita Goku.
-Mi ero dimenticata di
avertelo già chiesto, scusa- disse facendo finta di nulla.
Bulma la guardò critica,
incrociando le braccia.
-Non fare quella faccia
per favore…- cominciò Sylvia, ma venne interrotta da Vegeta che entrò in cucina.
Scoccò loro uno sguardo di sufficienza e si mise a sedere.
-Allora, questa cena?-
disse scontroso.
-Eccola qui- fu mamma
Brief a rispondere mentre entrava in cucina con un’enorme teglia di pasticcio di
carne e rognone -Tutti a tavola!-
Mangiarono con gusto,
soprattutto Vegeta che si saziò con solo tre porzioni abbondanti di pietanza più
il tiramisù, che Bulma aveva cucinato quella sera su richiesta di Sylvia e
Gohan, che ne mangiarono in quantità.
Per tutta la cena Sylvia
fu immersa nei suoi pensieri. Sperò che Bulma non si fosse fatta qualcuna delle
sue idee strampalate solo perché le aveva chiesto per l’ennesima volta di quelle
sfere. Ma Goku le mancava davvero. Il solo pensiero che la consolava era che lo
avrebbe riabbracciato presto, dato che mancavano circa tre settimane alla
riattivazione delle sfere.
All’improvviso ebbe un
colpo al cuore. Lui l’avrebbe riconosciuta? Avrebbe ricordato chi era
e…cos’avevano fatto insieme? Si sarebbe ricordato che era stata lei la prima
ragazza ad averlo baciato? Sylvia lo ricordava alla
perfezione…
Goku era lì, aspettava
il suo turno per andare a combattere la semifinale contro Tenshinan . Sarebbe
stato arduo qualificarsi per la finale quell’anno…Ma lui era sicuro di farcela,
anche perché c’era in ballo il destino della Terra, se Piccolo avesse vinto.
I suoi sensi acuti
percepirono che stava arrivando una persona. Dal passo leggero poté percepire
che si trattava di Sylvia, e si voltò.
-Ciao Goku- sorrise
lei.
-Ehi, ciao! Cosa ci fai
qui?-
-Ti volevo parlare un
attimo…Puoi venire?-
-Si, va bene- disse
perplesso -È tutto a posto?- chiese poi, chiedendosi di cosa volesse parlargli
Sylvia. La guidò dietro il padiglione, dove non potevano essere visti. La ragazza prese
coraggio.
-Senti…- cominciò lei,
abbassando lo sguardo -Io volevo dirti una cosa-
-Ti ascolto- sorrise
Goku, gli occhi neri nei suoi verde smeraldo. Era così
bello!
-Ecco vedi…Io ho deciso
di partire per New York- disse Sylvia guardandolo negli occhi -Ci ho pensato e
credo che sia la scelta migliore…Qui non potrò mai realizzare i miei sogni, e
ora che tu…-
-Ora che io mi sposo…È
questo che vuoi dire, vero?Hai deciso di partire perché mi sposo…- disse Goku
capendo cosa volesse dire la ragazza.
-Non fraintendermi!-
esclamò Sylvia. Doveva spiegarsi, altrimenti lo avrebbe rimpianto per tutta la
vita. -Chichi ha detto che hai promesso di sposarla e so che tu mantieni la
parola, anche se si tratta di una promessa fatta quando eravate bambini…Io devo
partire anche perché non ce la farei a vederti con lei…- Sylvia si rese conto
che stava tirando fuori tutti i sentimenti che provava per lui, e anche se la
ragione le diceva di non farlo, di non parlare, il cuore non poteva più tenersi
tutto dentro -Tu sei sempre stato più che un amico per me, credimi, ma non te
l’ho mai detto, perché pensavo che mi avresti respinta o… non
so…-
-Sylvia- l’interruppe
Goku stupito. Questa era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato. Sylvia…La
bellissima ragazza amica di Bulma, l’irraggiungibile giovane donna con quei
luminosissimi occhi verdi, che gli faceva battere il cuore quando la
vedeva…innamorata di lui?
-Ti prego, fammi
parlare, ora che ho trovato il coraggio di dirtelo…Io non potrei mai sopportare
di vederti con lei…è per questo che devo partire,
andarmene…-
-Sylvia, tu stai
scappando da te stessa…e da me…-disse piano Goku.
-Si, è vero, ma ti
prego…Non farmene una colpa!Se tu provassi quello che provo io adesso mi
capiresti…Tu stai per sposarti, Goku…- Sylvia stava per scoppiare in lacrime.
Goku se ne accorse e la prese tra le braccia, ancora stupefatto da quella
sconcertante serie di rivelazioni.
-Certo, ti capisco…Hai
ragione, non posso rimangiarmi una promessa fatta, non voglio che tu pensi che
il ragazzo che ami sia un’ipocrita…-
-Come poteri pensarlo?-
sussurrò Sylvia stretta a lui, il viso sulla sua
spalla.
-Io non amo
Chichi…imparerò a farlo con il tempo, forse, ma sappi che sarai sempre nei miei
pensieri…E quando tornerai…-
-Non illudermi…Quando
tornerò non potrà mai esserci nulla tra noi. Tu sarai
sposato-
-Forse questo non
m’impedirà di amarti, Sylvia- la scostò un po’ da sé, sollevandole il mento e
sorridendole. -Non piangere per me...Se avessi saputo che una ragazza così
straordinaria si sarebbe innamorata di me non avrei fatto quella maledetta
promessa…Ma ricordati che sarai sempre con me, nel mio cuore…Ti amo-
disse.
-Ti amo anch’io- gli
rispose Sylvia, mentre una lacrima solitaria scendeva lungo la sua guancia. Goku
la catturò dolcemente con un dito e si chinò verso di lei, le sue labbra su
quelle morbide e dolci di Sylvia, abbracciandola, mentre sperava che quel
momento non potesse finire mai.
Era stato il bacio più
bello della sua vita, e quello che ricordava con maggior emozione. Ma se
ripensava a quella promessa d’amore eterno che si erano scambiati in nome della
malinconia e della probabilità di non vedersi mai più, le veniva quasi da
ridere. Entrambi erano poco più che adolescenti e quelle parole, dettate
dall’istinto erano tanto meravigliose quanto irrealizzabili.
Goku amava la moglie,
aveva avuto un figlio da lei, e per quanto Chichi potesse essere petulante con
il figlio, amava suo marito.
Sylvia aveva amato il
suo, di marito, e stava cercando di dimenticarlo, cosa che, anche se non facile,
le stava riuscendo.
Entrambi si erano
costruiti una vita lontano dall’altro e quella promessa si dissolveva nel
nulla.
Ma era stato bello
ricordarla. Le faceva pensare ai tempi in cui era sicurissima dei suoi
sentimenti per lui, tanto da promettere che si sarebbero amati per sempre. Solo
Goku poteva dire, con il suo ritorno, quanto di vero ci fosse in quelle parole
impresse nella memoria.
*
*
Allacciò le scarpette da
ballo alla caviglia e vi salì, facendo una graziosa piroetta per saggiare la
resistenza del gesso alla punta. Legò i capelli in una coda alta ed accese la
musica.
La prima nota partì e
Sylvia cominciò a muovere le braccia in alto, salendo sulle punte, facendo dei
giri sulla gamba destra, come base, per poi slanciare la sinistra indietro, un
braccio proteso in avanti e uno aperto in fuori, per ruotare la gamba con delle
piroette che cambiarono in piccoli giri veloci da un piede all’altro, sulle
punte, in diagonale. Si fermò, e dall’angolo della stanza dove si trovava prese
una rincorsa leggera e saltò, le gambe perfettamente aperte. Ricadde scendendo a
terra, una mano appoggiata al pavimento e l’altra in alto, le gambe che si
aprivano progressivamente in una spaccata laterale. Risalì e saltò di nuovo, per
poi tornare giù quando la canzone finì.
-Wow- disse una
voce.
Sylvia si voltò.
Appoggiato alla porta c’era Gohan, che la guardava meravigliato. La ragazza
sorrise
-Sei molto brava-
affermò Gohan colpito.
-Grazie, Gohan- disse
Sylvia spegnendo lo stereo, che stava mandando la canzone successiva a quella
che la ragazza aveva ballato -Volevi dirmi qualcosa?-
-Si…posso allenarmi con
Piccolo? Oggi è una bella giornata e pensavo di approfittare…È un po’ che la
mamma mi impedisce di allenarmi e sono fuori esercizio…- pareva un po’ esitante,
come se temesse che Sylvia potesse dirgli di no o che gli dicesse che avrebbe
dovuto chiederlo a Chichi e non a lei.
-Vai pure, non
preoccuparti, vuol dire che rimanderemo la nostra lezione ad un altro giorno-
rispose Sylvia
-Davvero posso? Grazie!-
Gohan sorrise raggiante correndo ad abbracciare Sylvia.
Lei ricambiò
scompigliandogli affettuosamente i capelli.
-Ehm…però…- disse il
bambino esitando, lo sguardo a terra.
Sylvia, che aveva capito
che cosa preoccupava il bambino, si morse il labbro per non ridere intenerita
-Non preoccuparti, la mamma non saprà nulla, questo sarà il nostro
segreto-
-Grazie Sylvia!- esclamò
Gohan dandole un bacio sulla guancia e precipitandosi fuori dove Piccolo
l’aspettava.
La ragazza si voltò per
mettere in ordine lo scaffale dei cd, quando dallo specchio vide
avvicinarsi…
-Già gli insegni a
trasgredire le regole, eh?- disse la voce di Bulma dietro di
lei.
-Ti ho vista dallo
specchio- rispose Sylvia senza voltarsi -Non avresti dovuto metterne così
tanti-
Bulma non si scompose
-Non credi che dovremmo parlare?-
-Perché?- chiese Sylvia
quasi indifferente.
-Se non vuoi non fa
niente…Ma secondo me dovresti sfogarti con qualcuno, non va bene tenersi tutto
dentro- rispose Bulma guardando l’amica attraverso lo specchio.
-Non devo parlarti di
nulla che tu già non sappia- disse Sylvia voltandosi verso
l’azzurra.
-E che mi dici di ieri
sera?- chiese l’azzurra perspicace.
-Stavo solo ripensando
alla nostra promessa…- Sylvia rise sconsolata mentre si sedeva a terra imitata
da Bulma, scuotendo la testa -Quanto eravamo ingenui…-
-Eravate innamorati-
corresse l’azzurra, che non aveva avuto bisogno di altri riferimenti per capire
che la persona che turbava i sentimenti di Sylvia era
Goku.
Sylvia rise
tamburellando le dita sul parquet della sala da ballo
-Eravamo…-
-Tu lo sei ancora?-
chiese Bulma.
Sylvia si era aspettata
quella domanda, ma quando le giunse alle orecchie, esitò -Non lo so, Bulma-
disse poi -In un certo senso ho mantenuto la promessa, perché anche se ho amato
moltissimo Ran al punto di sposarlo, un posto per Goku nel mio cuore c’è sempre
stato. E non mi sono mai pentita di questo. Ma Goku…è sempre Goku- concluse la
more facendo le spallucce.
Bulma sorrise -Hai
bisogno di fare un po’ di chiarezza dentro di te…Che ne dici di un po’ di
shopping?-
*
*