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Autore: solandia    05/05/2007    7 recensioni
Trascinereste mai un bellicoso mezzodemone dell'epoca Sengoku alla festa di compleanno della vostra migliore amica, con l'intento di spacciarlo per un normalissimo essere umano?...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delirio di una notte di mezza estate

Delirio di una Notte di Mezza Estate

Ovvero: la festa di compleanno di Eri

Capitolo 4: BELLEZZE AL BAGNO

Il pranzo era trascorso senza particolari incidenti: InuYasha era stato piu' volte ospite in casa di Kagome e sapeva ormai destreggiarsi bene con le pietanze moderne. Inoltre la signora Higurashi, col suo sorriso comprensivo e le sue attenzioni mai soffocanti, era in grado di far sentire a suo agio chiunque, anche uno spirito inquieto come il mezzodemone.

Dopo il pasto l'intera famiglia si concesse un po' di riposo: il nonno si immerse nella lettura del giornale, Kagome mostro' alla mamma gli acquisti di quella mattina e Sota, felicissimo, si accaparro' InuYasha e cerco' di insegnargli le regole della pallacanestro.
Ma, si sa, la serenita' e' di breve durata: c'era ancora un mucchio di lavoro da fare prima della festa, cosi' Kagome usci' ben presto nel cortile a cercare la sua "vittima designata".

-InuYasha! InuYasha, dove cavolo sei?-

-Che diavolo vuoi ancora?- le rispose gentilmente una voce proveniente dai rami piu' alti di Goshinboku.

-Cosa ci fai lassu'?! Stai mancando di rispetto all'albero sacro! Vieni giu' subito, altrimenti chi lo sente mio nonno?!-

-Macche' rispetto e rispetto! Ci sono stato appeso per cinquant'anni, non penserai mica che adesso l'albero sacro se la prenda se mi siedo fra le sue fronde!-

-Sorellona, e' fantastico!! Vedessi che vista c'e' da quassu'!- le grido' Sota al colmo dell'entusiasmo.

-M..ma sei li' anche tu?! Venite subito giu', tutti e due!-

I due ragazzi si guardarono scuotendo il capo come a dire "aaah, che palle le donne!", poi InuYasha afferro' il bambino e spicco' un balzo altissimo, che lo porto' parecchi metri sopra i rami piu' alti dell'albero, dopodiche' si lascio' cadere lentamente ed attro' leggero proprio dinnanzi a Kagome.
Sota era in visibilio totale:

-Che bello! Che bello! Fratellone: SEI MILLE VOLTE MEGLIO DELLE MONTAGNE RUSSE!!! Lo rifacciamo? Eh? Eh? Dài, ancora!- e gli saltellava intorno come se fosse un totem.

-Non ora- tuono' Kagome afferrando il mezzodemone per il collo del kimono e trascinandolo verso casa: -Adesso abbiamo un sacco di cose IMPORTANTI da fare.-

-E che avete di tanto importante?- chiese piagnucolante il bimbo: -Io voglio stare ancora col fratellone! Tu me lo porti sempre via...-

-E' ora che InuYasha si faccia il bagno!- annuncio' lei con fare serioso.

-Il bagno?!- si stupi' l'interessato, sentendosi quasi offeso: -Ma non sono mica sporco: mi sono lavato nel fiume ieri sera.(1)-

-Non sto affatto insinuando che tu sia sporco, anzi: per il tipo di vita che fai direi che sei un ragazzo pulitissimo. Ma ad una festa bisogna andare coi capelli che profumano di shampoo. Ed anche un tocco di aftershave non guasta!-

"Sciampo? Aftersceiv? E che roba e'?!" si domando' lui sconcertato, ma non aveva intenzione di replicare, tanto non sarebbe cambiato proprio un bel niente. In ogni caso, un bagno era pur sempre una bella cosa, distensiva e rilassante. (Beata innocenza! - NdA)

-A proposito, Sota- riprese Kagome con fare mooolto accondiscendente: -Visto che vuoi stare con InuYasha, perche' non fai il bagno con lui? Cosi' gli puoi dare una mano.-

-Scherzi, sorellona? Non ci penso nemmeno! L'ultima volta mi e' sgusciato fuori dalla vasca ancora coperto di schiuma, precipitandosi in camera tua nudo come un verme e cosi' tu ci hai scaraventato addosso la meta' dei soprammobili della tua scrivania! Ho ancora i lividi! Non rifarei il bagno con lui nemmeno sotto tortura!- grido' il bambino dandosela a gambe.

-Ufff! Quando c'e' bisogno di lui se la defila sempre, accidenti.- sbotto' Kagome contrariata, con le mani posate sui fianchi: -Poco male: domandero' al nonno.-

Parcheggio' InuYasha sulle scale che davano al piano di sopra e si diresse in salotto, dove il nonno era ancora immerso nella "Gazzetta":

-Noonniiinoooo...- inizio' sfoderando la sua miglior espressione da brava nipotina: -Mi serve un favore grande grande: aiuteresti InuYasha a farsi il bagno?- (BRILL-BRILL)

Un'espressione di nero terrore velo' il volto del povero vecchio; sollevo' con ritrosia il volto dal giornale, tossi', sputacchio', si ingozzo' mezzo, poi finalmente replico' balbettante:

-Ehm... Temo proprio che non mi sia possibile. Ho...ho un impegno proprio adesso.-

-E sentiamo, cosa avresti di tanto importante da fare?-

-Un.. ehm.. si', un esorcismo.-

-ESORCISMO?! Ma non ne hai mai fatti in vita tua!-

-Gia', ma i vicini mi hanno mandato a chiamare: pare che il loro laghetto delle carpe alberghi uno spirito maligno.- farfuglio' il malcapitato uscendo di soppiatto dal salotto.

-Aspetta, traditore! Come fara' InuYasha a destreggiarsi fra bagnoschiuma e rubinetti? Serve qualcuno che gli dia una mano, accidenti! Mica posso lavarlo io!!!!!-

-E perche' no, tesoro?- intervenne la signora Higurashi: -In fondo tu sei l'unica qui in cui lui riponga fiducia, quindi sei la piu' adatta.-

-Stai scherzando, mammina?!- si meraviglio' Kagome, rossa come un peperone: -Io sono... lui e'... Cioe': ci si lava nudi... INSOMMA, MAMMA, POSSIBILE CHE TU NON VEDA I PROBLEMI NEMMENO QUANDO SONO LAMPANTI?!?-

-Mi pare invece che si tu a farti dei problemi dove non ce ne sono: se la difficolta' sta nello shampoo, fallo immergere nella vasca tenendo il fundoshi, lavagli la testa, la schiena, insegnagli a sciacquarsi col doccino e dopodiche' esci un attimo, in modo che possa completare l'opera da solo. E' tutto molto semplice, no?- le sorrise la donna, accompagnandola verso il mezzodemone.

-Mammina... Sei veramente sconcertante!-

Ma la madre si limito' a sorriderle.
Senza guardare il ragazzo in faccia, Kagome lo precedette su per le scale, invitandolo a seguirla:

"E adesso chi glielo dice?" si tormentava tra se' e se': "Ha fatto tante di quelle scene per un costume da bagno, figuriamoci se si fara' lavare da me!"

-Ehm... Senti, InuYasha...- azzardo'.

-Che vuoi?-

-Ecco, dato che tu non sei pratico dei prodotti da bagno moderni... sarebbe bene che io... ecco, che ti dia una mano...- disse lei con voce sempre piu' bassa ed incerta, arrossendo fino alle orecchie.

-Ah.- rispose atono ed indifferente lui.

"Ah?!? TUTTO QUI?!?" si mersviglio' Kagome fra se' e se', voltandosi appena in modo da intravedere con la coda dell'occhio la sagoma del ragazzo che la seguiva; ma lui procedeva impassibile, con le braccia infilate nelle maniche del kimono.
"Mah, forse non ha afferrato bene la situazione..." penso' facendogli strada nella stanza da bagno.

Evitando di incrociare gli occhi d'ambra del mezzodemone e tenendo il capo chino per far si' che i suoi neri capelli celassero le sue guance imporporate, Kagome chiuse la porta ed apri' il rubinetto dell'acqua calda.

-Puoi iniziare a spogliarti. Ma finche' io saro' qui dovresti... ehm... tenere i tuoi indumenti intimi- balbetto' lei colorita come un pomodoro maturo.

-TSK! Precisazione inutile, ci ero arrivato da solo- ribatte' lui, come se niente fosse, iniziando con la piu' candida naturalezza ad allentare i legacci del kimono.

Kagome era completamente sconcertata:

"Ma come, NON SI FA NESSUN PROBLEMA?!"

E, senza rendersene conto, resto' imbambolata a fissarlo.
Sentendo quello sguardo fisso su di se', InuYasha sollevo' il viso e la guardo' un po' di traverso:

-Mbe'?! Qualcosa non va?-

-N..no no, va tutto BENISSIMO!- bluffo' lei in preda ad un incontrollabile batticuore.

Per darsi un contegno, cerco' allora di cambiare discorso:

-Adesso ti faccio scegliere la fragaranza del bagnoschiuma- e cosi' dicendo si mise a frugare in un armadietto colmo di barattoli e bottigliette.

Lui lascio' scivolare i calzoni giu' dalle gambe e con un calcio li ammonticchio' in un anglo insieme al resto del suo vestiario:

-Io mi immergo, Kagome- annuncio' baldanzoso.

-No aspetta! Manca la schiuma!- disse la ragazza correndo trafelata verso di lui con due bottiglie fra le braccia: -Dimmi, preferisci "Muschio bianco" o "Patchouli e albicocca"?-

-Paciuli ?!??-

-Uhmm..forse e' meglio se li annusi, cosi' scegli meglio.- e gli piazzo' senza complimenti un flacone sotto il naso.

Una zaffata densa ed inconcepibilmente dolciastra sferzo' le narici del ragazzo-cane, diffondendosi come una pestilenza nel suo palato e nella sua laringe; quell'odore era talmente intenso da sovrastre ogni altra sua percezione.
Senti' un conato di vomito salire dallo stomaco, poi le forze lo abbandonarono, la sua coscienza si ottenebro' ed egli si accascio' inerme addosso alla ragazza, emettendo un sordo mugolio:

-Caiiiii...-

Kagome se lo ritrovo' a peso-morto fra le braccia e lo sorresse a malapena; la sua tachicardia, gia' molto spiccata, al contatto inaspettato col corpo del ragazzo ebbe un'impennata solenne:

-InuYasha?! Che ti prende?-

Provo' a scuoterlo, ma non ottenne segni di vita: dormiva come un angioletto!

"Accidenti! Sull'etichetta c'e' scritto che il patchouli rilassa, ma non credevo fino a questo punto!!!!"

Lo stese a terra a pancia in su', gli si inginocchio' accanto e prese a fargli aria col proprio fazzoletto. InuYasha respirava piano ed il suo volto era sereno e disteso. Non l'aveva mai visto cosi': era sempre imbronciato quando era cosciente.
Fissava insistentemente il suo viso. In realta' avrebbe voluto mangiarsi il suo fisico con gli occhi, ma era troppo orgogliosa per farlo e scosi' si accontentava di qualche occhiatina furtiva ogni tanto.
Conosceva quel corpo, lo conosceva praticamente a memoria: lo aveva medicato, disinfettato, curato ed accudito un sacco di volte. E allora, perche' adesso la destabilizzava tanto?
L'aveva sempre visto a pezzi, perche' mai non riusciva a reggere la vista dell' intero?
Degluti' e si volto' ad osservarlo, quasi tremante.
Era un ragazzo stupendo.

A questo pensiero, pero', trasali': lui NON ERA UN RAGAZZO.
Eppure il suo corpo era cosi' umano...
Tutti i tratti demoniaci, artigli a parte, erano concentrati sulla testa.
Strano...
Qualcosa non quadrava: lui aveva sangue per meta' umano e per meta' demoniaco, quindi il suo aspetto avrebbe dovuto essere un po' piu' "equilibrato".
ORRENDO SOSPETTO: vuoi vedere che c'era qualcosa di demoniaco proprio sotto l'unico capo di vestiario che gli era rimasto addosso?!?!?
Kagome cadde preda di un'insaziabile curiosita': visto che lui era ancora svenuto, poteva dare una sbirciatina... Solo per amor di scienza, beninteso!

Allungo' galeotta una mano e si protese tutta in avanti, ma quando le sue dita furono a pochi millimetri (ed il suo naso a pochi centimetri) dall'oggetto dei suoi pensieri, il ragazzo-cane si mosse impercettibilmente emettendo un sordo lamento.

Stava riprendendo i sensi: sentiva un freddo fastidioso lungo la spina dorsale ed un olezzo zuccherino che aleggiava tutt'intorno.
Apri' un occhio: vide Kagome accanto a lui, inginocchiata sui talloni, compita ed immobile, con la frangetta che le ricadeva sugli occhi.
Sembrava proprio una brava giapponesina dell'epoca Sengoku.
Sembrava.

-Ah... Kagome, che e' successo?-

-Niente. Assolutamente niente- rispose lei brusca, con la voce che tremava un po': -Ti sei solo fatto di patchouli, ecco tutto.-

-Fatto di paciuli?!?-

-Lascia perdere: visto che non tolleri il bagnoschiuma vado giu' a prenderti il sapone dei panni, che e' quasi inodore. Tu immergiti pure nella vasca.-

Si alzo' senza guardarlo, ma a lui non sfuggi' il lieve tremore che la attraversava:

-Tutto bene, Kagome? Mi sembri turbata.-

-Benissimo grazie- rispose lei secca uscendo dalla porta e chiudendosi l'uscio alle spalle.

Il mezzodemone la guardo' sparire incuriosito. Era sicuro che avesse qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Lui ce la stava mettendo tutta: si era imposto di non lamentarsi piu' e stava sopportando tutti quegli estenuanti quanto insulsi preperativi con grande spirito di abnegazione. Le aveva promesso che l'avrebbe accompagnata a quella dannata festa e, per quanto non gli andasse per niente, lo avrebbe fatto fino in fondo: una volta presa una decisione non era tipo da mollare tanto facilmente.

"E allora che diamine le prende?" si domando', immergendosi meditabondo nell'acqua caldissima e lasciandosi scivolare giu', finche' l'acqua non gli copri' il mento: "Sembra quasi che sia turbata dalla mia presenza..."

Piu' ci pensava e meno ne capiva la ragione, e piu' cresceva in lui un grande senso di inadeguatezza.
Non riusciva a capire che Kagome era semplicemente attratta da lui e stava solo disperatamente cercando di non darlo a vedere: l'idea che una donna umana potesse trovare affascinante il suo corpo, tanto da restarne turbata, non lo aveva mai minimamente sfiorato.
E questo non era esclusivamente dovuto alla sua grande inesperienza, ma anche alla percezione che egli aveva di se stesso: per quanto orgoglioso, fiero e sicuro di se' si mostrasse agli altri, in fondo al cuore sapeva bene di non essere altro che un'aberrazione, un essere immondo agli occhi degli uomini e spregevole a quelli dei demoni.
Per una vita intera non aveva ricevuto che sguardi colmi di sdegno, disprezzo, paura.
Gli occhi di Kagome, invece, non l'avevano mai guardato cosi': fin dal giorno in cui l'aveva liberato dal sigillo l'avevano sempre guardato con naturalezza e simpatia.
Quegli occhi gli avevano scaldato il cuore e lui ora non sarebbe piu' stato in grado di farne a meno.
Sapeva che la ragazza si era molto affezionata a lui, forse perche' l'aveva difesa tante volte, o forse perche' si era accorta che, nonostante la sua natura maledetta, il suo animo non era poi cosi' spregevole. Però mai si era reso conto di quanto bello egli apparisse ai suoi occhi: si limitava a sperare timidamente di non sembrarle troppo mostruoso.

D'un tratto la sua attenzione fu attratta da due flaconcini posati innocentemente sul bordo della vasca; li riconobbe: erano quelli che Kagome aveva prelevato dagli scaffali dei Grandi Magazzini. La sua curiosita' prese il sopravvento ed egli abbandono' i cupi pensieri che lo attanagliavano per studiare quegli strani oggetti.
Si rizzo' a sedere a gambe incrociate, ne afferro' uno e se lo rigiro' fra le mani: c'era un'unica grande scritta che troneggiava sull'etichetta: DOG SHAMPOO.

"Dog shampoo?!? Ma... Non significa nulla!!!"

Non esercitava spesso l'arte della lettura, ma sua madre gli aveva insegnato bene e chi ha sangue demoniaco non dimentica facilmente cio' che ha appreso.
Lo rilesse piu' volte, ma giunse sempre allo stesso, oscuro risultato (nota: supponiamo che fosse inglese trascritto in katakana -(2)).
La faccenda iniziava a puzzargli.
Prese il secondo barattolo e lesse lentamente la sua lunga ed articolata didascalia: "OTO-PET: soluzione idrosalina ipertonica per l'igiene auricolare dei tuoi amici a quattro zampe".
Questo era ancora piu' misterioso del precedente. Ed anche inquietante.
Quell'ipertonica, in particolare, sapeva taaaaanto di potere demoniaco, ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare alcun demone che lanciasse attacchi ipertonici(3).
E poi, chi erano questi fantomatici amici a quattro zampe?!

-Ehi, Kagome!- urlo' alla ragazza, che attendeva ormai da qualche minuto dietro la soglia, senza risolversi ad entrare: -Si puo' sapere che e' 'sta roba?!-

Lei entro' stupita: -Come sapevi che ero qui?!-

-TSK! Pensavi che il paciuli ingannasse il mio fiuto a tal punto?- ribatte' lui con insolenza: -Cosa diavolo stai macchinando alle mie spalle?-

-Proprio un bel niente, malfidato. Ora ti lavo la testa- annuncio' afferrando una brocca e uno dei due misteriosi flaconi.

Il mezzodemone la guardo' di traverso, con grande diffidenza negli occhi:

-Cos'e' quello?-

Kagome proruppe in una risatina isterica:

-Ehm...niente, niente... Solo un... ehm... detergente apposito per i tuoi strani capelli.-
"Se scopre che lo sto lavando con uno shampoo per cani mi scuoia viva. Meno male che e' analfabeta!" penso' la poverina, ignara, rovesciandogli una brocca di acqua calda sul capo:
-Ora stai fermo, altrimenti ti entra lo shampoo negli occhi.-

La ragazza inizio' a massaggiargli la testa con grande entusiasmo, ma si rese ben presto conto di essersi imbarcata in un'impresa titanica, di gran lunga superiore alle sue forze: una volta intrisa d'acqua, infatti, la lunghissima capigliatura di InuYasha pesava circa un quintale.
Sollevare quella massa di peli ingarbugliati per sfregarli con lo shampoo era faticosissimo.
La situazione inizio' a sfuggirle di mano: i capelli insaponati sgusciavano fra le sue dita e la schiuma stava crescendo a dismisura: ormai il ragazzo-cane sembrava un cono di panna montata.

-Kagome, sei sicura che vada tutto bene?- azzardo' lui.

-Certo. E' tutto sotto controllo- ribatte' lei, sudata ed ansante.
"O almeno spero..." (ANF-ANF)

Giu' in salotto, intanto, Sota ed il nonno fingevano di essere immersi nella lettura, mentre in realta' si stavano gustando la scenetta del piano superiore, ascoltando le grida che filtravano attraverso il soffitto:

-Ahio! Mi tiri i capelli!-

-Stai fermo, ché mi scappano tutti di mano!-

-BLEAH! Sput! Sput! Mi e' entrata la schiuma in bocca!-

-Fermo, ho detto!!-

-AAAAAHHHHH! Mi e' entrata anche nel naso! PIZZICA! PIZZICAAAAA!!!-

-Sta' fermo, InuYasha!-

-Levami questa roba dalla faccia!!!!!-

-Ma non ci riesco, se continui a muoverti!-

-Da'qua! Faccio io! ...GYAAAAAH!!! Mi bruciano gli occhi!! Mi bruciano da impazzire!!!-

-Non ti agitare: stai spruzzando schiuma per tutto il bagno!-

-Mi fa male! MI FA MAAAAAALEEEEE!! Risciacquamiiiiiiii!!!!!-

-Stai buono, accidenti! Dannazione, ti divincoli come un'anguilla... Finiscila!! AAAAA.....A CUCCIA!!!!-

Un rumore colossale, come di un'onda fragorosa che si abbatte gagliarda su di una scogliera, rimbombo' per tutto il salotto, facendo tremare le suppellettili.
Segui' un silenzio quasi religioso, infranto poi dallo scrosciare dell'acqua del rubinetto.
Di li' a pochi istanti, Kagome apparve sulla soglia, grondante d'acqua:

-Mammiiinaaa... Mi servirebbero degli stracci. Almeno una trentina, direi, a occhio e croce.-

La palude che ricopriva il pavimento del bagno venne bonificata in una mezz'oretta dall'alacre lavoro di Kagome e sua madre.
Nel frattempo InuYasha era stato confinato nella vasca con un'intera giara da 450 grammi di balsamo spalmato sui capelli:
-Deve agire un minutino- gli aveva detto Kagome, ma poi era tornata a risciacquarlo piu' di venti minuti dopo.
Ma lui aveva resistito, stoico ed immobile come un autentico samurai.

Ora il ragazzo-cane sedeva davanti ad una specchiera, abbigliato con un kimono spesso e spugnoso (leggi: "accappatoio") che era il primo indumento moderno che egli trovasse confortevole.
Kagome gli porse un ampio salviettone:

-Asciugati un po' i capelli, prima che ti phoni, senno' finiamo domani.-

Sdegnando l'asciugamani, lui si appollaio' svelto ed inizio' a scuotere energicamente la testa, sparando acqua a raggera per tutta la stanza.

-A CUCCIA!-

Calpestando la sua vittima schiantata al suolo, la ragazza, ormai al colmo dell'esasperazione, usci' tutta sgocciolante dalla stanza, sbattendo fragorosamente la porta.
Non ne poteva piu: era sfinita, ed erano solo le quattro del pomeriggio. Se andava avanti cosi' sarebbe morta prima di sera.
Prego' sua madre di occuparsi del mezzodemone e si concesse un buon bagno ristoratore, prima di dedicarsi al vestito e al trucco.

Sulla casa calo' un immacolato silenzio.
La signora Higurashi phono' e pettino' InuYasha per tre quarti d'ora buoni, districando ogni nodo con grande delicatezza; indi lo aiuto' a vestirsi, spiegandogli con cura ogni dettaglio, perche' potesse poi destreggiarsi da solo.
Lui non emise un solo lamento, anzi, cerco' di assecondare come poteva i movimenti della donna.
Parlarono pochissimo, ma non c'era imbarazzo fra loro: ad InuYasha non sembrava di essere in compagnia di un'estranea, ma di una persona che lo conosceva talmente bene e talmente da lungo tempo da non aver bisogno di domandargli nulla.

Terminata l'opera, la signora Higurashi lo accompagno' all'ingresso, dove gli fece indossare calze e scarpe.

-Bene!- gli sorrise dolce e pacata: -Ora non ci resta che attendere Kagome. Le donne sono sempre lente in queste cose, sai? Cerca di portare pazienza.-

-Mi creda: io non ho alcuna fretta- ribatte' lui calzando il berretto copri-orecchie.

-Uao fratellone!- esclamo' Sota, apparendo dal tinello: -Sembri proprio uno dei nostri.-

-TSK!-

-Pero' hai delle strane unghie.- noto' il bimbo.

-Hai ragione, Sota- soggiunse meditabonda la madre: -Rimedio subito- e torno' poco dopo con un tronchesino.

-Dammi le mani, per favore.-

-Che vuol fare?-

-Ti taglio le unghie.-

-COOOSAAA?!? Mi avete gia' tolto Tessaiga, adesso vorreste privarmi anche degli artigli?!? Potete scordarvelo!-

-Su, su, non e' il caso di lamentarsi. Porgimi le mani.-

InuYasha obbedi', con aria da sputello.
La signora gli taglio' le unghie partendo dal mignolo, ma arrivata al pollice noto' con costernazione che quelle del mignolo e dell'anulare erano gia' ricresciute.

-Ve l'ho detto che potevate scordarvelo!- ribatte' lui trionfante.

-Oooooooohhh... Devi avere un metabolismo davvero rapido!- si meravidglio' la donna.

-Come farai a nasconderle, fratellone? Terrai le mani in tasca tutta la sera?-

-Ma che ne so! Ci pensero' al momento.-

In quella si udi' un rumore di passi concitati al piano superiore, e Kagome apparve sul pianerottolo:

-Eccomi, sono pronta!- annuncio' felice scendendo leggiadra dalle scale.

Il mezzodemone rimase incantato a contemplarla: era talmente diversa dal solito che la sua vista gli toglieva il fiato.
Indossava un abito scuro, dello stesso colore dei suoi capelli corvini, aderente sul corpino e vaporoso nella gonna, che arrivava fin sotto il ginocchio; la scollatura quadrata lasciava intravvedere appena l'attacctura del seno e ne sottolineava maliziosa le morbide curve; l'unica nota di colore era data da un coprispalle rosa confetto, che richiamava il colore del fermaglio con il quale la ragazza aveva raccolto i capelli sulla nuca, lasciando sfuggire soltanto due ciocche arricciate col ferretto, che le incorniciavano il viso.
InuYasha la guardo' avvicinarsi sgranando due occhioni stupefatti, incapace di articolare parola.
Era carinissima coi capelli all'insu', ma la cosa che piu' lo colpi' furono le sue gambe...
Lei giunse all'ingresso, infilo' i piedini in un paio di scarpette basse e tonde, adornate di un fiocchetto e di mille brillantini e, sorridendo compiaciuta, fece un giro su se stessa per farsi ammirare meglio:

-Allora, che te ne pare?- domando' tenendo gli occhi chiusi, convinta che finalmente avrebbe ricevuto un complimento dal "suo" mezzodemone.

Si era preperata con tanta cura che era sicura che ora lui l'avrebbe elogiata. Invece, dopo interminabili istanti di tombale silenzio, non avverti' altro che un lieve pizzicorino ad una gamba.
Non comprendendone la natura, apri' gli occhi stupita.
InuYasha se ne stava accucciato ai suoi piedi e la annusava, fiutando tutto intorno al polpaccio.
Sconvolta e ferita nell'orgoglio si scosto' d'un passo:

-Ma cosa cavolo stai facendo?!?- gli grido' contro costernata.

-Cos'e' 'sta roba che hai appiccicata alle gambe?- chiese lui in tutta risposta, con lo stesso entusiasmo che mostrerebbe un bambino di fronte ad un giocattolo nuovo.

Kagome lanciava fiamme dagli occhi, ma lui era troppo incuriosito per avvedersene e torno' ad avvicinarglisi carponi, provarndo a carezzarle la gamba con un dito.
Al tocco dei suoi artigli, pero', il meraviglioso velo colorato che avvolgeva le gambe della ragazza si squarcio', ed una specie di scaletta corse corse su, su lungo tutta la coscia.
InuYasha la segui' con sguardo vacuo, senza capire cosa fosse successo:

-Kagome, ma cosa ti sei messa sulle gambe?-

-Grrrrrrr... Sono... Anzi, ERANO dei banalissimi collant di lycra 13 denari prima che tu li smagliassi!! A CUCCIA.-

E torno' furibonda al piano di sopra, seguita da Sota:

-Sei una furia, sorellona! Non dovresti trattarlo cosi'.-

-Ah, no? Quell'idiota non si e' nemmeno degnato di farmi un complimento. E' un cafone insopportabile!-

-Solo perche' tu volevi un complimento a parole. Se invece di atteggiarti come una modella l'avessi guardato in viso, gli avresti senz'altro letto negli occhi quanto ti trovava bella: era una cosa lampante.-

Kagome non ribatte' nulla, ma pian piano senti' sbollire la rabbia. Forse era lei che stava sbagliando approccio...
Dato che non aveva altri collant velati, dovette accontentarsi di un paio di autoreggenti; se le infilo' rapidamente e corse giu' all'ingresso, dove sua madre nel frattempo aveva riassestato InuYasha:

-Bene, possiamo andare- annuncio' come se non fosse succecsso nulla.

-Umpf...- borbotto' lui senza entusiasmo, afferrando la sua solita casacca dall'attaccapanni.

-Che vuoi fare col karginu?- lo fulmino' la ragazza.

-Me lo metto, e' ovvio.- ribatte' lui infilandoselo senza allacciarlo, a mo' di cappotto.

-Sopra la polo e i Jeans?! Ma tu sei fuori di testa!-

-Non rompere.-

-Levatelo di dosso! Cosi' sei ben piu' ridicolo che a venire con la tua veste tutta intera!- gli invei' contro Kagome, sull'orlo di una crisi isterica.

-Stammi a sentire!- tuono' lui afferrandola per le spalle e guardandola dritta negli occhi: -IO NON SONO NEMMENO UN ESSERE UMANO!! Ho i capelli bianchi, gli occhi gialli e le unghie taglienti. CREDI DAVVERO CHE UN ABITO POSSA CAMBIARE LA REALTA' DELLE COSE?!-

La fissava serio, con lo sguardo acceso di rabbia, ma velato di una profonda amarezza.
Kagome si senti' colpita da quelle parole come da una pugnalata: sapeva che non era umano. L'aveva sempre saputo, pero'... Pero' lo aveva sempre trattato come se fosse tale. Forse era quello il suo sbaglio...
Si senti' smontare:

-Va bene- disse dolcemente -Tienilo pure, se ti fa sentire piu' tranquillo. Pero'...- gli sorrise tristemente sollevando il volto verso di lui: -a me piace pensare che i tuoi occhi siano dorati, non gialli.-

-E che differenza fa?! Il colore e' lo stesso, no?-

Se Kagome avesse avuto le palle, le sarebbero senz'altro cadute.

-Tu manchi completamente di spirito artistico. Muoviamoci, su, che si sta facendo tardi- ribatte' acida.

-D'accordo!- esclamo' lui caricandosela in spalla e spiccando un balzo fin sopra il toori(4) del tempio.

-Lasciami giu'! So camminare!!!- gridava la ragazza, ma lui la ignoro' e si lancio' a tutta velocita' lungo la strada.

-Guarda che la casa di Eri e' dall'altra parte!!!- protestava Kagome, ormai in lontanaza.

Sota e sua madre li guardarono sparire dalla soglia:

-Pensi che ce la faranno, mammina?-

-Credo di si': lui e' proprio un bravo ragazzo.-

-Tu trovi?!?-

-Gia'.-

-Certo che la partenza non e' stata poi molto romantica.-

-Che vuoi farci, Sota, quei due sono come rette parallele: pur procedendo nella stessa direzione, non riescono mai ad incontrarsi.-

-Dici che non hanno speranza?-

-No, affatto. Per loro definizione matemetica, le rette parallele si incontrano all'infinito.-

-Sempre che InuYasha sopravviva agli "a cuccia" di Kagome...-


NOTE:
(1) A differenza di quello che accadeva da noi in occidente, i giapponesi erano un popolo pulitissimo anche nell'antichita' : persino il piu' povero dei contadini possedeva una vasca da bagno (in legno) e si lavava ogni giorno, al ritorno dai campi. La scarsa igiene e cura di se' e' sempre stata malvista in giappone, al contrario qui da noi lavarsi e curare il proprio corpo era considerato un peccato voluttuoso: solo le prostitute si lavavano. Paese che vai...
(2) Il KATAKANA e' uno dei due alfabeti sillabici giapponesi: si tratta di una specie di stampatello che viene utilizzato per trascrivere i termini stranieri.
(3) Si dice IPERTONICA una soluzione in cui la concentrazione dei sali in essa disciolti e' maggiore della concentrazione che gli stessi hanno nei nostri fluidi corporei.
(4) Il TOORI e' quel portale di legno rosso che si trova all'ingresso dei templi shintoisti. Di solito ce ne sono due, uno alla base ed uno in cima alla scalinata che conduce ai templi shinto.


Capitolo extra-large, stavolta!
Lascio comunque qualche riga in risposta ai miei recensori :)
Grazie di tutti i commenti entusiasti che mi avete lasciato. Sono felicissima di riuscire a farvi ridere!! Le sane risate sono il sale della vita!
Sono molto contenta anche che apprezziate il mio lessico: in questa storia l'ho curato davvero molto, al fine di aumentare l'effetto comico di alcuni momenti (descrivere una scena assurda con paroloni aulici ha un effetto veramente esilarante, a volte).
Dove ho trovato tutte le informazioni sul Giappone? Semplicemente nei manga, o al limite in un paio di romanzi ambientati nel Sol Levante. Non ho mai fatto studi in merito (anche se in realta' e' piu' di un anno che studio la lingua giapponese a tempo perso).
Nefer... io non ho sancito ne' il font ne' la dimensione dei caratteri nelle mie pagine, quindi dovrebbero essere aggiustati automaticamente dal tuo browser: prova semplicemente a dirgli di ingrandire la pagina ( ho guardato i miei racconti con tre browser diversi per verificare cio' che mi dicevi, ma ti assicuro che li vedevo belli grandi sia con Netscape, sia con FireFox, sia con Explorer...)

  
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