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Autore: Light Rain    22/10/2012    7 recensioni
"Cercavo con tutta me stessa si rimanere aggrappata a quelle realtà che mi sembrava ancora di possedere. Ma non mi ero ancora resa conto che erano già diventate irraggiungibili". Questa è la storia di Annie Cresta, prima, durante e dopo i suoi Hunger Games
_SOSPESA_
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ci vuole qualche secondo per realizzare che sto baciando Finnick Odair.
è un bacio lento, delicato, dolce. Le sue labbra sono dolci. Dolci e calde.
Come le sue mani che mi accarezzano delicate il viso.
Le posso sentire morbide sulle mie guance.
Posso sentire il suo respiro regolare sulla pelle.
Posso sentire il mio stomaco stretto in una morsa.
è una cosa surreale trovarsi qui, in questo momento, con lui...
Poi si ferma, all’improvviso.
Non faccio in tempo ad aprire gli occhi che i suoi stanno già fissando la sabbia sotto i nostri piedi.
—Io non...— balbetta —io non dovevo— dice voltandosi.
Cosa sta facendo?
—Dove vai?— domando alle sue spalle.
—A casa— mi dice senza guardarmi.
A casa? Dopo quello che è successo? Dopo tutte le domande a cui non ho ancora ricevuto risposta? La confusione dovuta al momento di prima scema veloce, sostituita immediatamente dalla determinazione.
—Cioè tu te la spassi con tutta Capitol City, torni a casa, non mi consideri, mi baci e dopo te ne torni a casa?— urlo incredula.
Lui annuisce senza voltarsi.
—Oh no Odair!— grido —tu mi devi delle spiegazioni!— mi avvicino a lui — e me le devi subito, perchè non hai idea dell’inferno che ho passato in questo ultimo mese!—  mi fermo parandomi davanti a lui.
—è complicato— si limita a dire —è complicato, è pericoloso e farai meglio a dimenticare quello che è successo— mi dice alzando finalmente lo sguardo —io— balbetta —noi— esita qualche secondo —questa cosa ti porterà solo a star male— conclude con voce ferma.
Ma cosa sta dicendo? Quelle parole mi riecheggiano familiari nella testa: vedo il volto divertito di Thom incorniciato dalla sabbia fine del nostro Distretto “Amicizie del genere ti portano solo a star male, non è forse così Annie?” parole che ho già sentito quest’oggi.
—Non ti ci mettere anche tu con questa storia!— grido.
—Chiunque te lo abbia detto ha ragione— dice guardandomi dritta negli occhi —ti prego Annie, torna a casa e dimenticami, per favore— mi implora Finnick.
Come posso dimenticare? Come pensa che io possa?
—No!— gli rispondo secca.
—Annie ti prego— continua lui.
—Non mi importa se è complicato— urlo —non mi importa se è pericoloso o se mi farà stare male, perchè ora come ora l’unica cosa che mi fa soffrire è l’idea di perderti— grido tra le lacrime— quindi no, non posso dimenticarmi di te— concludo asciugandomi le lacrime, ma loro continuano a scendere copiose sulle mie guance.
Le sue braccia mi avvolgono tempestive e, come consueto, iniziano a cullarmi in una danza rilassante.
—Annie non fare così— bisbiglia.
—Allora spiegami— dico tra i singhiozzi —per favore— lo guardo.
Lui mi osserva silenzioso spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
—Ti prego, odio questa sensazione— gli dico —odio non riuscire a capire cosa sta succedendo e, credimi, non mi importa se ti piace la gente di Capitol City, se ti fa star bene io posso capirlo...— ma lui mi interrompe.
—Annie non mi piace quella gente!— grida sciogliendo l’abbraccio —io li odio tutti!— conclude accovacciandosi sulla sabbia.
Io rimango ferma, immobile, confusa.
—Non capisco...— farfuglio io.
—Te l’ho detto, è complicato— ripete più calmo guardando l’orizzonte.
—Se almeno tu provassi a spiegarmi— dico, non ricevo risposta.
—Finnick parlami— chiedo, implorante.
—Io devo farlo e basta— risponde —ed è bene che tu ne resti fuori— conclude.
Lui deve? Deve perchè è un suo bisogno?
—Lo fai perchè vuoi compagnia?— chiedo, non risponde.
—Perchè ti senti solo, è per questo Finnick?— insisto.
—Dannazione Annie! Sono obbligato a farlo!— urla lui.
Obbligato? Da chi?
—Quindi non lo fai di tua spontanea volontà? Non sei tu che vai in cerca di donne a Capito City?— chiedo insistente.
—Certo che no!— urla lui —sono loro— risponde.
Sono loro che cercano Finnick? Come possono averlo? Lo vedo in compagnia di donne sempre diverse, donne che a lui non piacciono, donne che lo amano, che sarebbero disposte a tutto pur di averlo.
Il mio cervello realizza in pochi secondi cosa questo voglia dire.
—Ti comprano— dico con un fil di voce.
Non risponde, ma so di avere ragione.
Lo comprano per farsi vedere in sua compagnia. è solo questo. Vero?
—Cosa devi fare per loro?— chiedo.
Lui continua a fissare l’orizzonte.
—Devi solo farti vedere con loro, vero?— chiedo con voce stridula.
Non risponde.
—Vero?— urlo stavolta. Mi metto davanti a lui e inizio a scrollargli le spalle.
—è solo questo!— grido —giusto Finnick?— strillo nel panico.
Lui solleva il viso, i suoi occhi lucidi risplendono nella luce del tramonto.
—Pacchetto completo— sorride lui, amaramente, la sua sofferenza traspare chiaramente sul suo viso.
Mi alzo lentamente, stordita.
Loro lo comprano e ne fanno ciò che vogliono, tutto ciò che vogliono.
Finnick usato come un oggetto.
Il disgusto mi pervade tutto il corpo, seguito dalla rabbia.
—Loro non possono!— grido —loro, tu— esito qualche istante— tu non puoi permetterlo— dico ancora confusa —tu devi fare qualcosa...— farfuglio.
—Annie non ho scelta!— urla lui.
—Si ha sempre una scelta!— gli rispondo convinta.
—Dannazione Annie! Se non lo faccio ti uccideranno!— grida in lacrime.
Il mondo intorno a me sembra quasi scomparire.
Lui lo fa solo perchè altrimenti mi uccideranno.
Mi accovaccio a terra.
—è colpa mia— farfuglio —se io non ci fossi tu non dovresti farlo—.
è tutta colpa mia.
Sento delle braccia calde avvolgermi.
—Annie non dire stupidaggini— mi sussurra Finnick all’orecchio.
—Ma è vero— gli rispondo sollevando il capo.
Lui scuote la testa.
—Il presidente Snow conosce bene le persone che amo— mi dice calmo asciugandomi la guancia —e sa che l’unico modo per farmi fare delle cose è minacciare la loro incolumità, tu non c’entri assolutamente niente, la colpa è solo sua e di tutta la gente della capitale— conclude accarezzandomi i capelli.
—Questo non cambia il fatto che se io non ci fossi tu non saresti obbligato a farlo— gli rispondo.
—Non ci sei solo tu Annie, c’è mia madre, Mags e i nostri amici— mi dice —apparte penso che gli basterebbe minacciare di uccidere una persona qualunque per costringermi a farmi fare tutto quello che vuole— dice accarezzandomi il dorso della mano —ma non è questo il punto— prosegue lui —tu sei in pericolo per colpa mia ed io non posso accettarlo— conclude giocherellando con le mie dita.
—A me non importa— rispondo immediatamente.
Lui alza lo sguardo.
—La sola cosa che mi interessa è che tu sia felice e farò di tutto perchè questo avvenga— dico decisa.
—L’unico modo per rendermi felice sarebbe metterti al sicuro, togliendoti dalla lista— dice lui —ci ho provato, ad evitarti, ma sai essere molto insistente— sorride leggermente.
—è per questo che non mi volevi vedere?— chiedo.
Lui annuisce —se riesco a convincere il presidente Snow che non tengo più a te non sarai più in pericolo— conclude. 
—E cosa avresti ottenuto, non vedendomi?— domando.
—Che tu saresti stata al sicuro— risponde.
—Vorrai dire che io sarei stata distrutta— dico —come lo sono stata nell’ultimo mese— affermo decisa.
Sta per ribattere, ma non glielo permetto.
—L’unica cosa che mi preoccupa è l’idea di perderti o che tu stia male, non mi preoccupa il fatto di venire uccisa, perchè so che non succederà, perchè ti conosco— gli dico —e so che tu, finchè sarà a rischio anche una singola vita, farai esattamente quello che ti chiedono— riprendo fiato —quindi io, noi— mi correggo —non saremo mai in pericolo.
Lui sembra pensieroso.
—Quindi io ti starò vicino da ora in poi— aggiugo —sempre se tu vorrai— concludo con la voce spezzata.
—Sei una delle persone più testarde che io abbia mai conosciuto— sorride poggiando il mio capo sul suo petto —è una delle ragioni per cui ti amo— sussurra.
Il cuore sembra volermi uscire fuori dal petto.
La mia testa in confusione, analizza per pochi secondi la sua frase, per poi svuotarsi completamente.
Sono felice, ma so che non dovrei esserlo, dopo tutto quello che mi ha detto Finnick.
—Quindi ora tu te ne torni a casa e non mi cercherai più per il resto della tua vita— dice con voce ferma.
—Cosa?— domando incredula staccandomi da lui.
—Hai capito bene, non permetterò che ti facciano del male per colpa mia— mi risponde deciso.
—Forse sei tu che non hai capito, io sono al sicuro, non mi faranno niente, perchè tu non glielo permetterai— rispondo.
—Non glielo permetterò allontanandoti da me— ribatte.
—Non se ne parla, è escluso— grido.
Lui scuote il capo sospirando rumorosamente.
—Credimi non sai quanto mi faccia piacere il tuo altruismo, ma non fa del bene né a te né a me— proseguo —allontanando le persone a cui tieni fai del male anche a te stesso, credi di avere la forza necessaria per affrontare tutto questo da solo, chiuso in casa a guardare fuori dalla finestra?— grido isterica.
—Io voglio solo che tu stia bene— sospira.
—Allora mi farai stare bene permettendomi di darti tutto l’aiuto possibile, non lascierò che ti carichi tutta questa roba sulle spalle— proseguo —quindi farai bene a proppore un’altra opzione, perchè altrimenti mi incavolo sul serio— concludo decisa.
Non posso immaginare Finnick che affronta tutto questo in solitudine, sarebbe troppo per chiunque.
—In realtà ho pensato ad un’altra cosa— dice lui —ma è troppo egoistica, in effetti mi faccio schifo da solo— conclude scuotendo il capo.
—Voglio saperla— scatto io immediatamente.
—Annie è una cosa davvero brutta per te, non riuscirei a tenerti al sicuro, per non parlare di tutte le sofferenze che dovrai passare— sospira guardandomi —ogni secondo in più che ci penso diventa sempre più malsana— scuote leggermente la testa.
Già l’eventualità di non mettermi al sicuro mi piace, questo significherebbe non allontanermi da lui.
—Parlamene— dico con voce ferma
—Annie per favore...— continua lui.
—Tu dimmela, se è così catastrofica sarò io a deciderlo, perchè tu mi sembri abbastanza confuso— dico curiosa.
Lui sorride leggermente e ci pensa a lungo prima di rispondere.
—Avevo pensato ad un noi— dice infine non staccando gli occhi dalla sabbia.
—Un noi?— chiedo confusa.
—Un noi— risponde.
Casa intende? Il significato delle sue parole mi travolgono in un attimo: io e lui...
—Ah, un noi— ripeto con un fil di voce, non ci avevo mai pensato veramente, non credevo che potesse essere realizzabile.
—Ma è un’idea stupida— interviene subito lui —non posso permettere che tu venga coinvolta in questa situazione, non ti permetterò di vedermi uscire di casa per andare da altre donne, sarebbe terribile...—
—Non è un’idea stupida— lo interrompo.
Lui si volta di scatto, non saprei dire se è arrabbiato o sorpreso, però sorride leggermente per poi infilarsi rassegnato le mani tra i capelli.
—Non mi aiuti molto nel mio piano— mi dice.
—Se il tuo piano è costringermi a starti lontano non ho la minima intenzione di farlo— rispondo io.
Mi volto e lo vedo intento a lanciare dei piccoli ciottoli in acqua, pensieroso, perso tra la schiuma bianca del nostro mare.
Lui mi ama, lo ha detto.
Forse me lo sono solo immaginato.
Probabilmente me lo sono solo immaginato.
—è da egoisti— dice d’un tratto —non va bene per te— conclude tirando un’altro sasso.
—Invece la trovo molto altruistica come idea— le parole mi escono fuori in modo naturale —di certo fai un favore anche a me, quindi è una cosa molto generosa— concludo giocherellando con una conghiglia.
—Non dire stupidaggini Annie— mi riprende Finnick.
—è la verità— dico semplicemente.
Non ricevo risposta se non l’infrangersi delle onde sugli scogli.
—Mia madre quando ero piccola mi disse una frase che ricordo alla perfezione anche ora— dico all’improvviso —“Annie se trovi qualcosa di importante, tientelo stretto e non lasciare che nessuno te lo porti via”, forse è per questo che sono così testarda nel non volerti lasciare andare, perchè ho capito che sei troppo importante e perchè so che non vedendomi non otterresti niente— proseguo guardando attentamente la piccola conchiglia —se non il fatto che tu staresti male in solitudine e io piangerei tutto il giorno, non è forse meglio soffrire insieme?— concludo rilassata.
Credo in ciò che ho detto e credo davvero che le cose andrebbero così.
E sono convinta anche del fatto che, nonostante ciò che Finnick deciderà, soffriremo lo stesso entrambi; l’unica cosa da cui non possiamo sfuggire è il destino che il presidente Snow ha già scritto per lui.
E lo odio per questo.
—Quindi ora ti prego di descrivermi dettagliatamente il piano che hai pensato per noi— dico convinta.
Passa un bel po’ di tempo prima che Finnick mi risponda.
—Vivremo nel modo che ci rende più felice— mi dice calmo —faremo finta che non ci siano né ricatti né minacce, faremo finta che Capitol City non esista, ci saremo solo tu ed io— conclude.
Possiamo farlo?
Quando alzo il viso trovo il suo vicinissimo al mio, mi osserva per qualche istante e poi mi bacia, inaspettatamente.
Ma si ritrae quasi subito.
—Scusa, io non...— balbetta distogliendo lo sguardo e premendosi il dorso della mano sulle labbra.
Possiamo davvero vivere in questo modo?
Guardo le sue guance leggermente arrossate, i suoi occhi in cui potrei perdermi per ore, guardo il ragazzo che amo e tutte le preoccupazioni scivolano lontane da me.
Allungo il collo e lo bacio delicata sulla punta del naso.
Possiamo.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
Eccomi!!! Baco non ti temo *-*
Grazie di cuore a tutti coloro che seguono la mia storia, davvero :)
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo
Alla prossima...
Tanti baci
Light Rain
  
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