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Autore: DeiDeiDei    22/10/2012    4 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Otto ore. Otto dannatissime ore di domande ripetute all’infinito, disquisizioni filosofiche e urla di adolescenti nel pieno di una crisi di nervi. Ecco cosa aveva dovuto sopportare l’ex Alpha di BH, quando aveva risposto alla secca chiamata animale di quell’amore di suo nipote. Era tornato direttamente alla villa ristrutturata degli Hale, lasciando la sua perlustrazione a metà. Entrando nella casa aveva finalmente iniziato a distinguere tra di loro le voci confuse dei diversi membri del Branco. Gli erano sembrati piuttosto preoccupati. Allarmati, persino, avrebbe osato dire. Era passato direttamente in salotto e, incredibile ma vero, in un qualche modo la sua attenzione era subito caduta su quegli occhi vermigli che tanto stonavano con la persona che li possedeva. Stiles aveva spostato le iridi, con espressione angosciata, da Derek alla sua figura trafelata. Stiles. L’umano. Il giovane genio, l’alchimista, il ragazzino che pur essendo indifeso si era sempre messo in prima fila per aiutare i suoi ben più forti compagni Licantropi e che, alla fine, aveva finito per essere morso da un perfetto sconosciuto. Lo stesso adolescente che aveva rifiutato più e più volte il Morso da ben due persone diverse, era diventato un’Alpha.

-Oh, bhè, congratulazioni. Suppongo.- Ci aveva messo quasi un minuto a parlare. Ma alla fine lo aveva fatto. Si era persino guadagnato un’occhiataccia dal nipote. Quante storie per un mero tentativo di sdrammatizzare! Perché, sì, quello era stato un vero e proprio dramma, per tutto il Branco. Ma lui aveva deciso che fosse più utile concentrarsi sul ragazzino figlio dello sceriffo. Perciò aveva ignorato Derek e si era avvicinato a Stiles. Lo avevano lasciato incatenato? Si era guardato le spalle ed aveva alzato un sopracciglio all’indirizzo del Capobranco. L’altro gli aveva restituito l’alzata di sopracciglio in una ovvia richiesta di chiarimento. Peter si era dovuto trattenere dallo sbuffargli in faccia. Si era accontentato di fare cenno alle catene che ancora stavano stringendo polsi e caviglie (per non parlare del collo. Che bisogno c’era di mettergli un collare?)  addosso al ragazzo e poi alle chiavi che il moro  aveva agganciate alla cintura.

-Non possiamo liberarlo.- Aveva dichiarato subito sulla difensiva il nipote, facendogli alzare gli occhi al cielo ma non dandogli abbastanza tempo di rispondergli in un qualche modo. –Occhi rossi o meno.-  Peter aveva notato il fatto che non avesse utilizzato la parola “Alpha”. –E’ pur sempre un’adolescente alla sua prima Luna Piena.- Aveva poi argomentato sicuro di se. Effettivamente di ragazzini appena trasformati ne aveva visti fin troppi. Ma lo zio non aveva potuto fare a meno di scoppiare a ridere, lasciandoli tutti sconcertati. Dal primo all’ultimo.

-Sei serio, Derek? Davvero?- Aveva chiesto senza smettere di ridere un secondo.  –Ti rendi conto della minchiata che stai dicendo? Forse il tuo semplice ragionamento avrebbe senso con uno a caso dei lupacchiotti che ti piacciono tanto. Ma, seriamente, guardalo.- E tutti lo guardarono.  –Ti sembra forse un normale Licantropo alla sua prima Luna Piena? Guardalo bene, nipote. È la sua prima “notte” e riesce a starsene fermo e tranquillo seduto sul divano di casa tua. Vi ha attaccati? Ha forse cercato di liberarsi dalle catene? Di scappare?- Tutti avevano potuto vedere il dubbio sorgere sul viso l’uno dell’altro.  –Parla normalmente. Si preoccupa. Non sembra volerci sbranare. E, se non ti bastasse, guarda il suo corpo: è perfettamente identico a come lo abbiamo visto per mesi. L’unica differenza sono gli occhi. Io non vedo pelo lupesco o mutamenti scheletrici da nessuna parte.- Dicendo ciò si era limitato a staccare il moschettone delle chiavi dalla cintura di Derek. –E non è di certo per il fatto che apparentemente sia un’Alpha (e credimi, la cosa è tra i pensieri più assurdi che mi abbiano mai affollato la mente). Pensandoci, ha sempre avuto la capacità di controllare la Licantropia, almeno in parte. È stato lui, senza avere mai avuto nulla a che fare con qualcosa di simile, a spiegare a Scott come mantenere il controllo. Evidentemente la stessa capacità di autocontrollo la riesce ad utilizzare su se stesso. Guardalo! Quanto ci hanno messo i tuoi Beta (e quante ossa hai dovuto loro rompere) ad ottenere un equilibrio tale da riuscire a mantenere la forma umana durante la Luna Piena?  E questa è solo la sua PRIMA! Probabilmente è grazie a ciò che è riuscito a mascherare la propria scia durante l’allenamento nel bosco. Riesce a controllare la propria natura, i poteri e gli istinti. E non solo: chi altro conosci che riesce anche a controllare involontariamente l’emissione del proprio odore?- Nella stanza era caduto il silenzio più totale e lui, nel mentre, si era sporto sul divano ed aveva liberato prima le caviglie e poi le braccia del ragazzo. Dal canto suo, Stiles, aveva subito allungato le gambe e si era strofinato i polsi, intorpiditi e, probabilmente, doloranti. –Non so come tu abbia fatto a trovarlo, Derek, ma devi capire che ciò che ha fatto l’altro giorno e che sta facendo ora ha dello straordinario.-

Quando Stiles fu del tutto liberato, anche dal collare, Peter si sedette sul tavolino metallico e lo osservò dalla testa ai piedi. Era solo un bambino. Uno geniale e particolarmente coraggioso, ma soltanto un bambino.  Non che Laura, sua nipote, o sua sorella fossero state di molto più avanti con gli anni, quando erano diventate della Cpobranco. Ma quell’adolescente era qualcosa di diverso: non era nato Lupo e, per quanto in quel momento sembrasse naturalmente portato per la cosa, non aveva mai voluto fisicamente diventare uno di loro. Capiva anche lui quanto sbagliata fosse la cosa. Non solo era diventato un Licantropo in modo traumatico, ma aveva anche subito ottenuto la carica di Alpha. Peter sospirò sconsolato, perdendosi in quegli occhi rossi che sarebbero dovuti essere dorati sotto il suo comando.

E poi iniziarono con le domande e, seriamente, andarono avanti per otto intere ore. Rimasero seduti nel salotto, coi Beta che ogni tanto passavano loro qualcosa da bere, dando pacche sulle spalle al compagno sotto interrogatorio o fermarsi ad ascoltare ciò che gli chiedevano. Fu una situazione, in un certo senso, agghiacciante, per la sua placida calma. Non erano domande che si erano preparati a fare in precedenza, ma erano dettate dall’urgenza e dalla preoccupazione sua e (soprattutto) di Derek. Perché, per quanto cercassero di non andare completamente fuori di testa, il fatto che il giovane fosse un Maschio Dominante era preoccupante. Molto preoccupante. Dopotutto non potevano esserci due Alpha in una cittadina come BH. Non stabilmente, perlomeno. Cercarono di spiegarlo al ragazzo nel modo più semplice possibile e senza farlo di nuovo ricadere nella morsa del suo panico silenzioso. Dovettero andare lenti e cauti con le parole. Due Capobranco, gli dissero, significavano necessariamente due Branchi. Perché ogni Alpha ha bisogno di un Branco per sopravvivere e, in un modo o nell’altro, avrebbe finito per volersene procurare uno anche lui. Avrebbe potuto trasformare qualcuno, mordendolo, per diventare più forte. Avrebbe potuto mordere qualcuno che non ce l’avrebbe fatta. Che non avrebbe avuto nessuno pronto a donargli sangue Mannaro. Con due Branchi, poi, troppe persone sarebbero finite a fare parte del loro piccolo mondo sovrannaturale. BH non avrebbe di sicuro retto una cosa del genere e tantomeno sarebbe riuscita ad ospitare due territori. Inoltre ci sarebbero state lotte. Per lo spazio. Per i Beta. E nessuno ne voleva altre. Davvero nessuno.

Stiles ascoltò tutto quello che gli dissero in  un silenzio impressionante. Quasi inquietante, considerando la sua solita parlantina esagerata. Ebbe un’espressione tesa per tutto il tempo e non fece altro che spostare lo sguardo tra i due Hale. A Peter non sfuggì il modo nel quale si fermava  fissare suo nipote, ancora ed ancora, come a voler capire quale fosse la sua reazione riguardo ad ogni dichiarazione che veniva fatta. Derek non sarebbe mai stato capace di capire quanto fosse fortunato. Perché lo era, eccome, ad aver trovato qualcuno come quel ragazzino. Come poteva non rendersene conto? Se fosse stato lui, al suo posto, se ne sarebbe accorto subito. Avrebbe preso la palla al balzo. Avrebbe morso Stiles nel primo momento nel quale si fossero ritrovati a collaborare  (convincendolo in un qualche modo, ovviamente. Era sempre stato una persona piuttosto brava a convincere la gente). Quell’adolescente non sarebbe stato un compagno qualsiasi. Il contegno della sua parte animale ne era dimostrazione.

-Io non voglio un Branco.- Si lamentò il figlio dello Sceriffo non appena le parole degli altri due smisero di volteggiare nella stanza.

-Lo vorrai. Credimi, lo vorrai. Un Alpha non può vivere da solo.-  Sospirò Peter con un sorriso mesto in volto.

-No che non lo vorrò!- Ribadì il ragazzo.  –Non me ne serve uno. Non un altro perlomeno.- Era mortalmente serio  -Io ho già questo di branco, perché mai dovrei crearne un secondo?-  Peter poté sentire con precisione ogni muscolo di suo nipote contrarsi. Era panico? Bhè, probabilmente si sarebbe impanichito anche lui se un nuovo Alpha avesse dichiarato di punto in bianco il suo Branco una propria proprietà. Stiles dovette intuire il malinteso. Forse dalla postura improvvisamente insicura di Derek. Perché si affrettò a continuare.  –Hei, no, Sourwolf! Come membro del branco. MEMBRO. Non come Capo… oddio, no, non ce la potrei fare a reggere Jackson. E poi, suvvia, dovresti saperlo che diventare Licantropo era l’ultima delle mie volontà. Pensa se posso volere il comando. Non saprei cosa fare. Ti rendi conto che sono Lupo da due soli giorni e che non mi sono ancora trasformato neppure una volta, vero?-  L’Hale minore spostò il peso da una gamba all’altra, senza staccare gli occhi grigi da quelli quasi imploranti dell’adolescente. Peter decise di rimanere in silenzio e tenersi magari soltanto pronto a fermarli nel caso la discussione degenerasse in scontro fisico.  –Siamo seri, Derek, ho sempre fatto parte di questo Branco. Un Branco di miei amici, di miei compagni di scuola. Pensi davvero che riuscirei a trovarmene un altro? A stare bene in un altro? E questo non vuole dire che voglio comandare il tuo. Sei tu il Grande Capo, nessuno mette in dubbio la tua autorità di Alpha. Sei il nostro Capobranco (il mio Capobranco), deve per forza cambiare tutto solo perché ho gli occhi di un altro colore?-

Per un attimo nella stanza cadde il silenzio più completo. Carico di tensione. Stiles osservava l’altro Alpha, quello ufficiale del Branco di BH, con evidente aspettativa. Voleva rimanere nel branco, era ovvio. Non voleva andarsene da lì. Non voleva uscire dal gruppo, essere diverso, dover stare lontano da loro. Voleva solo che tutto fosse come prima, rimanere coi suoi compagni. Non voleva comandare proprio nessuno.  Derek rimase per qualche secondo a fissarlo dall’alto in basso con la faccia di chi sta affrontando una millenaria ed epica battaglia interiore, la sorte della quale è ancora prettamente incerta. Poi sospirò, lasciando ricadere le spalle, girando su se stesso ed abbandonandosi sul divano di pelle del salotto con le mani sul viso contratto.

-Questa cosa mi porterà alla pazzia.-  Sibilò più rassegnato che rabbioso. Pian piano, intuendo la fine della discussione, i Beta tonarono nella stanza uno ad uno. –Non sarà affatto semplice, ti avverto, Stiles.-  Peter rise di gusto e qualcuno dei Lupi, avendo ascoltato tutto dalla stanza accanto, sorrise incoraggiante al compagno.

No, non sarebbe stato affatto semplice.

 










Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti! Siamo arrivati al quintultimo capitolo (sempre che si scriva così). 
Mi viene una tristezza a pensare che sta per finire... Ma perlomeno dopo avrò da scrivere SHIVERS e se riuscirà bene, per quanto differente, sarà qualcosa di ben più innovativo di questa storia.

In questo capitolo il narratore è Peter. Perchè? Perchè è un personaggio che personalmente adoro e perchè è il più adulto ed il più maturo del gruppo, perciò penso sia importante sentire anche la sua voce.
nel prossimo capitolo ci sarà un/a narratore/rice d'eccezione... Non anticiperò, ma sarà un capitolo di semistallo, perciò non stupitevi.
   
 
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