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Autore: Hyrim    22/10/2012    1 recensioni
Epoca d'oro della colonizzazione Americana, inglesi e Spagnoli che non fanno altro che sfidarsi nel tentativo di affermarsi come i più potenti.
Ed è proprio in questo tempo di corsari e Pirati che il giovane Spagna, Antonio Fernández Carriedo, si trova a dimostrare il suo lato più crudele e spietato... almeno così pare voglia mostrarsi.
peccato che un giorno a raggiungerlo è una sua vecchia conoscenza... Una conoscenza che non ha alcuna esperienza in tutto ciò che riguarda il mare.
Con l'intento di riportarlo in Europa, finirà per perdersi insieme a lui in questo mondo completamente alieno alle sue abitudini, divenendo comunque il suo compagno di avventure... e forse anche qualcosa di più.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il sole era già alto, e scaldava con i suoi caldi raggi quello che da un veliero forte e maestoso si era trasformato in una nave malandata che a stento si reggeva a galla, dati gli enormi danni che aveva subito.
Lo scavo era in più punti stato perforato dai colpi dei cannoni nemici, due alberi si erano spezzati, e a tribordo mancava completamente una parte di parapetto, per non dire direttamente di ponte.
Ovunque, i pochi uomini della ciurma rimasti incolumi assistevano i feriti e lavoravano per mandare avanti la nave, quel poco che si poteva.
L’odore della polvere da sparo, del legno bruciato e del sangue era ancora forte, a ricordo dell’inferno che era infuriato quel giorno alle prime luci dell’alba.
Troppi uomini erano morti in quello scontro. Troppe anime di semplici marinai erano state consegnate al mare dopo i colpi dei cannoni Inglesi che li avevano colti di sorpresa sfruttando il buio e la rotta.
Antonio ne percepiva il peso.
Percepiva il peso di ogni singolo uomo che era stato costretto a rinunciare alla sua vita in quello scontro senza speranza.
Se lui fosse stato più attento… se avesse deciso meglio… Forse allora tutto questo non sarebbe successo.
Il povero Spagnolo si appoggiò a quello che restava di uno dei grandi alberi abbattuti, ferito non soltanto nell’orgoglio, ma anche fisicamente, dato il taglio che una lama nemica gli aveva aperto vicino alla spalla sinistra.
Bruciava. Ma bruciava ancora di più il fatto che a provocarglielo fosse stato proprio Kirkland stesso, con quel suo solito sorriso beffardo.
Come diavolo aveva fatto a raggirarli così in fretta!?
La mente dello Spagnolo era completamente piena di mille pensieri, il cuore schiacciato da mille preoccupazioni… Ma stare seduto lì a piangersi sopra non sarebbe servito a molto, anzi… Dovevano andarsene di lì il più presto possibile.
Erano riusciti a cavarsela soltanto battendo la via della ritirata, non importava dove.
Avevano preso il vento a favore e se ne erano scappati dove questo li aveva portati.
Non una rotta, non un’idea. Soltanto il vento.
Avevano però guadagnato quelle che potevano essere un paio d’ore di vantaggio, e non potevano permettersi di perderle.
Si alzò in piedi, richiamando l’attenzione di tutto l’equipaggio.
Spiegò la situazione, diede gli ordini necessari a proseguire.
- Qualsiasi isola dove possiamo fermarci a fare rifornimenti… Por lo menos de agua. –
Osservò le espressioni distrutte degli uomini riprendere un minimo di vita alla notizia che sarebbero sbarcati.
In effetti scendere almeno un po’ da quella che era ormai diventata una trappola galleggiante era un’idea che allettava tutti.
Non appena ognuno fu di nuovo preso dal suo lavoro, ed il dolore per la pesante sconfitta subita cominciò ad alleviarsi, Spagna poté finalmente far mente locale, anche sul numero dei morti… Contando quelli rimasti si rese conto con molta amarezza di aver perso quasi due terzi dell’equipaggio intero, fra morti e feriti gravi.
Eppure… c’era qualcosa che non gli tornava…
Passò lo sguardo lungo tutta la nave, rimuginandoci su… finché non vide qualcosa di insolito sulla zona rialzata di poppa, fra le macerie del primo albero che era crollato.
- Madre de Dios... – Disse fra se a bassa voce, per poi incamminarsi quasi a passo di corsa verso il profilo della ragazza rimasta lì a terra sotto i vari pezzi di legno.
Le era letteralmente caduto l’albero addosso.
Tonio dovette chiedere l’aiuto di altri due uomini per aprirsi un minimo varco nel tentativo di raggiungerla e tirarla fuori da sotto quel disastro.
- ¡ Julchen !  - Si inginocchiò accanto a lei, facendo subito andare a prendere dell’acqua dolce.
Aveva un taglio sulla fronte, accanto all’occhio.
Sanguinava, ma non era profondo.
Ciò che preoccupava era l’enorme livido violaceo che le era apparsi sulla fronte accanto ad esso, ad indicare che qualsiasi botta avesse preso doveva averla presa parecchio forte.
Fortunatamente l’acqua non tardò ad arrivare, e lo Spagnolo poté finalmente immergerci un pezzo di stoffa pulito e passarlo sulla fronte della ragazza, pulendole un minimo il viso dalla fronte e dal sangue.
- ¡ Julchen, abre los ojos ! – Disse fra se, mentre continuava a bagnarle il viso sperando che si riprendesse.
Era stato un idiota, maledizione!
Lei non sapeva nulla di mare, come poteva sapere qualcosa di una battaglia fra navi!?
E lui l’aveva lasciata lì da sola senza nemmeno riflettere.
- Por favor, por favor, por favor… - Continuava a ripeterle sottovoce.
Se fosse morta quel giorno a causa sua e di tutti quei suoi errori non se lo sarebbe mai perdonato.
- Nhh… -
La ragazza strizzò appena gli occhi, senza aprirli.
Il giovane Spagnolo tirò finalmente un sospiro di sollievo.
- ¿ No hay nada roto ? –
E va bene, Tonio… forse quella non era la migliore domanda da farle non appena sveglia, ma la confusione nella testa del ragazzo era tale che non aveva trovato nulla di meglio.
- N-Nein… c-credo di no. – Rispose lei.
E subito detto questo tentò di alzarsi a sedere, portandosi una mano alla fronte nel punto in cui era stata colpita dal legno. – Scheiße… - Imprecò sottovoce, mentre si sfiorava il taglio e il livido che ancora facevano male. – Cosa diavolo è successo!? –
- Inglaterra. – Rispose il ragazzo con un sibilo.
- Ci ha colti di sorpresa sfruttando le correnti, ma siamo riusciti a scappare… Non procederemo a lungo però. La nave è messa piuttosto male, e rischiamo di affondare. Ci fermeremo sulla prima isola che troveremo per le riparazioni base e per i rifornimenti…
Abbiamo spiegato le vele al massimo e adesso… non ci resta altro che pregare. –
Spiegò con un sospiro.
- ¿ Puedes caminar ? – Le chiese tendendole una mano.
- Eh? Oh, ja… - Si alzò da sola, va bene che non sapeva muoversi bene su navi o roba del genere, ma per lo meno mettersi in piedi senza aiuti sì, per l’amor del cielo!
- Mnh. – Annuì lo Spagnolo abbassando lentamente il braccio. – Bueno… Escucha, creo che ahora la mejor cosa para ti es… -
Venne interrotto da grida per la seconda volta.
Stavolta grida di gioia, per l’amor del cielo.
- ¡ Tierra ! ¡¡ Una isla a estribor !! ¡ Una isla ! –
Antonio lasciò perdere il discorso, e prese a dare ordini.
- Timoniere! Rotta verso quell’isola all’istante!! La prima baia sicura sarà il nostro ormeggio all’ancora! –
Sorrise, vedendo i suoi uomini tornare scattanti come non mai per la gioia.
- ¡ Vamos, hombres ! ¡ La tierra nos está esperando ! –
Si girò verso la Prussiana, e la osservò starsene lì immobile.
- … Beh?  - Chiese.
- Beh cosa!? –
- Non lavori? –
Lei alzò visibilmente un sopracciglio.
- Dovrei!? –
- Se non sei un prigioniero allora fai parte dell’equipaggio! Al lavoro! –
Lei restò immobile a fissarlo, tentando di capire se stesse dicendo sul serio o se stesse solo scherzando.
Per sua sfortuna l’opzione corretta era la prima.
- Ma… ma… cosa potrei fare!?-
Lui si guardò intorno. La risposta alla domanda della ragazza era palese.
- Da brava, princesa , vai a fare da infermierina a gli uomini feriti. –
A quel soprannome quasi non le prese un tic all’occhio.
- P-Princesa…!? –
- Ahora. – Ripeté lui.
- … - La ragazza sospirò, ma dato che non aveva altra scelta si mise al lavoro.
Dopotutto era l’unica che se ne stava con le mani in mano lì su quella nave.
Spagna nel frattempo decise di prendere in mano il timone, la bandana che gli nascondeva gran parte dei capelli e il cappello da capitano nuovamente indossati.
Portò la barca abbastanza vicino all’isola da scorgene parti di scogliere.
Si poteva distinguere anche la foce di qualche torrente che partiva da una qualche fonte nel fitto della giungla tropicale, ottimo segno.
Tutto sembrava procedere abbastanza bene quando…
Una brezza stranamente fredda proveniente dalla direzione dell’isola lo investì.
Aveva uno strano odore, stranissimo.
Per qualche secondo Tonio si sentì girare la testa.
- Strano… - Disse fra se.
Si limitò a pensare che fosse stato soltanto frutto della sua immaginazione mista alla stanchezza e non ci fece più di tanto caso così di primo impatto… e questo fu un grande errore.
 
Un vento stabile, una nave veloce, marinai disciplinati.
La stanza era ben ordinata e decorata.
Un profumo di lavanda era persistente dentro di essa.
Un cucchiaino di zucchero fu prelevato dalla piccola zuccheriera di porcellana e fu versato nel tè contenuto in quella decorata tazzina bianca, per poi essere tranquillamente mescolato.
Azioni semplici.
Ad osservarle era presente un uomo non troppo alto, in divisa.
Portava diversi riconoscimenti riconducibili ad una cosa soltanto: la marina di Sua Maestà.
- Il vento è stabile e il mare tranquillo, signore. –
L’uomo seduto tranquillamente a mescolare il tè non si disturbò neanche a degnarlo di uno sguardo.
- This is a wonderful news –
Rispose poi con tutta la tranquillità di questo mondo.
- Li prenderemo. –
Detto questo si portò la tazzina alle labbra e prese un sorso.
- B-But sir…! – Riprese l’uomo sulla porta – Anche la nostra nave a subito danni! –
- Pazienza, signori mie. Se la nostra è appena stata danneggiata, no ho il cuore di pensare a come sarà messa la loro. –
Finì con tutta calma il tè e posò la tazzina sul piattino.
- Li prenderemo. – Ribadì poi.
- Li prenderemo e servirò ad Her Majesty il cuore di Spagna… su un piatto d’argento. –
Un sadico ghigno parve aprirsi per qualche secondo sulle labbra di quel ragazzo biondo.
- Ormai ci siamo… nessuno potrà fermarmi questa volta. –
Si alzò, andando ad osservare un planisfero con tante piccole Union Jack  presenti su di esso, ad indicare le colonie conquistate.
- Nessuno. –
Sfoderò la spada in un sibilo di rabbia e la piantò nella cartina.
- A presto… Antonio. –
Lanciò un ultimo sguardo alla lama… la punta dell’arma era piantata esattamente su Madrid.
  
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