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Autore: Chamberlains    22/10/2012    2 recensioni
Sarò breve e brutale. Lei è una casinista in sovrappeso, mentre lui è uno stupido nerd abitudinario. Sono ironici, o almeno è così che mi piacerebbe farli sembrare, incongruenti fra loro, o così sembra.
Ci lavoro su da un po' e forse in realtà non sono un granché, ma provo lo stesso a farveli conoscere, nella loro perfetta imperfezione.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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 HER
70 kg.
Pesavo settanta chili esattamente un anno fa, dovevo perderne dieci ed ero ancora agli inizi della dieta.
Nella vita quotidiana il peso non mi creava problemi, badavo poco alla mia ciccia, stavo bene nelle mie felpe, nei miei jeans a vita bassa, coprivano bene quei chili di troppo che mi portavo addosso.
Il problema nasceva in sere tipo quella, nel momento pre-party in cui entravi in crisi esistenziale di abbigliamento.
 
Quella sera ero stata invitata al diciottesimo compleanno di Silvana e lo avevo rimosso completamente dalla testa fino al pomeriggio prima, in cui Kassa mi aveva appunto domandato cosa mi sarei messa. Appena tornata a casa dalla palestra,dopo la doccia, corsi disperata  verso l’armadio ed in breve tempo lo ritrovai vuoto. Tutto era stato buttato sul letto in maniera confusionaria, non c’era niente che non mi facesse sembrare un insaccato.
 
 
 
HIM
-          Giorgia, ti ho già spiegato la situazione.
Ripetevo per l’ennesima volta paziente, ma non c’era nulla da fare, continuava ad urlare isterica attraverso l’apparecchio telefonico. In momenti come quello mi veniva voglia di rompere tutto, di finire la nostra storia una volta per tutte. In realtà poi non lo facevo mai, perché fra me e Giorgia c’era un patto invisibile.
Un patto implicito che avevamo entrambi approvato senza troppi sforzi,vantaggioso da ambi i lati.
Giorgia era una delle ragazze più belle della scuola, dalla cortesia glaciale e dalla media intelligenza. Era la ragazza perfetta che avrei presentato ai miei un giorno, che mi avrebbe permesso di arrivare in vetta senza distrarmi, perché infondo anche lei voleva che io raggiungessi la mia posizione di successo.
Il tipo di ragazza che voleva il fidanzato ambizioso e di buona famiglia, che fosse un cortese  accompagnatore per i suoi eventi mondani ed ottimo argomento di pettegolezzi con le amiche.
Ci eravamo trovati, lo avevamo capito sin dal primo istante che non saremmo mai stati due amanti affiatati, ma l’uno era ciò che all’altro faceva comodo. La nostra storia fu abbastanza piatta, se non per le scopate che facevamo ogni tanto sulla terrazza di casa sua. Diceva che il sole cocente la eccitava, mentre io sudavo e basta. Non erano di certo fra  le mie migliori performance, ma non erano sicuramente da buttare.
 
Ricordo che quella fu la prima dopo tante volte che ebbi la sensazione che ci si stessimo lasciando:
-          Siamo solo fra amici, non viene neanche Margherita. Ti annoieresti a morte.
Riattaccai e mi immersi nella cascata di acqua calda.
Erano tutte balle, c’erano anche i compagni di classe di Silvana e anche quelli del corso di tennis, ma mi sembrava l’occasione giusta per stare solo con i miei amici.
 
 
 
 
HER
Mutande, reggiseno, capelli bagnati. Era questo il mio stato un quarto d’ora prima della festa. Ok, è vero che ritardare di dieci minuti non è mai male alle feste, però io e Vic avevamo promesso a Silvana che saremmo arrivate per tempo, per non lasciarla sola ad aspettare gli altri.
Ed io ero lì, senza neanche uno straccio di vestito addosso, in preda al panico. Quando mia madre sbucò all’improvviso:
-          Che sta succedendo qui?!
Chiese con tono di rimprovero.
-          Non ho nulla da mettere per stasera, ho un diciottesimo.
Rimase con lo sguardo fisso nel vuoto per circa due minuti, poi fu come se le si accendesse dentro una lampadina. Scavò sotto la montagna di vestiti poggiati alla rinfusa sul letto e tirò fuori un paio di pantaloni neri attillati. Alzai il sopracciglio, pensai che avrebbero dato alle mie gambe la grazia di un cotechino.
-          Che c’è? Il nero snellisce, no?
Continuavo a guardarla sconcertata.
-          Provali!
Incitata da una madre in veste di personal shopper alle prime armi, indossai quei pantaloni che pensavo non riuscissero a salire su per il mio culo astronave ma che invece si erano rivelati elasticizzati, perfettamente aderenti e coprenti. Wow, forse occorreva una cernita di pantaloni, tanto per sapere se ce ne fossero altri che mi stessero decentemente.
Ok, il peggio era superato, ma cosa avrei indossato sopra? Un paio di semplici pantaloni prevedeva un bel top sopra ed io, come mi sembra che abbiate già intuito, non ero esattamente ferrata in questo stile.
Mamma sparì per poi ricomparire con qualcosa che inizialmente mi era sembrata una guepiere ripescata dal baule dei sex toys che lei e papà nascondevano sotto il letto.
Quando mi resi conto che in realtà era un bellissimo corpetto, mi sentii una sciacquetta di prima categoria. Era intarsiato di strass neri che lo rendevano luccicante, addosso non lo sentivo neanche meritato, era troppo di classe per una come me.
-          Da dove salta fuori?
Chiesi incuriosita, non lo avevo mai visto.
-          L’ho preso alla fiera qualche giorno fa, non ci ho pensato neanche un secondo. Era bello e a buon prezzo.
Abbinai una pochette nera con borchie, coordinata con il ghiacchino  ed un paio di decolleté su cui  mi sentivo un giocoliere, erano trampoli.
Lasciai i capelli ricci, non sarei arrivata a piastrarli, pazienza, saremmo stati solo noi della classe, nessun altro, quelle facce rassicuranti che conosci da ben quattro anni. Meglio così, pensai, era troppo banale conoscere l’uomo della mia vita ad una festa. Troppo programmato.
Ero io un anno fa.
 

 
 
 
  
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