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Autore: ELIOTbynight    23/10/2012    1 recensioni
"La loro mente era in tilt: nulla aveva più senso, nessun pensiero fermo, nessuna sicurezza. Solo la speranza, l’ottimismo e la fiducia trasmessi da tutti gli altri fecero in modo che i due fratelli si sentissero pronti ad affrontare quell’esperienza. [...] Flammar mormorò, tesissimo:
- Vediamo se ce l’abbiamo fatta … Procedete con la trasformazione.-
[...] Terminato il processo, le porte si risollevarono. Rivedendo la luce, i gemelli dovettero sbattere le palpebre per un attimo. Quasi nello stesso momento, avanzarono di un passo e gli altri poterono assistere al risultato dell’esperimento.
Ci erano riusciti. Bill e Tom erano diventati degli Alieni."
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{Sequel di "Kampf der Liebe (Ich bin Humanoid)"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Humanoid ~'
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Quarto capitolo

Stranezze e guai in vista



Capirono tutti subito che fenomeni del genere potevano accadere solo se c’erano di mezzo gli Umanoidi o, viste le recenti circostanze, gli Alieni. Faceva sempre più caldo nell’autobus e tutti gli altri passeggeri sembravano essersi dissolti nell’aria.
- Non mi piace. La cosa non mi piace!- fece Bill, guardandosi intorno.
Gustav cercò di togliere un po’ di vapore dai vetri, senza successo, poi aggiunse:
- Si soffoca, accidenti!-
In poco tempo i cinque amici furono tutti in piedi, allarmati. Romy, in particolare, iniziò ad innervosirsi.
- Odio doverlo dire, ma nemmeno Holly si fa viva in un modo così drastico.- disse. - Qualcosa non va!-
Non appena terminò la frase, un brusco rumore li fece sobbalzare. Era molto simile al rumore del vetro rotto, ma molto più soffocato. Poteva far pensare alla formazione di una crepa nel ghiaccio.
- Romy, guarda!- esclamò Tom, prendendola per un braccio ed indicando un finestrino.
Era apparsa appunto una crepa, enorme e ben visibile. Subito se ne susseguirono altre: guardandosi intorno, spaventati, i ragazzi videro i vetri rompersi uno dopo l’altro; le crepe apparivano come niente, finché all’improvviso tutti i finestrini si frantumarono all’unisono. Schegge di vetro volarono fuori e dentro l’autobus, cadendo per terra.
Tutti trasalirono e si fecero un po’ più vicini gli uni agli altri, timorosi. Bill e Romy si presero per mano, dandosi coraggio a vicenda. Un rivolo di sudore scivolò giù dalle loro tempie; faceva sempre più caldo. Ad un tratto, la ragazza strabuzzò gli occhi. Si abbassò e fissò lo sguardo a terra. I Tokio Hotel la imitarono e poterono vedere anch’essi che cosa stava accadendo. Rimasero sbalorditi.
Un grosso pezzo di vetro stava subendo una curiosa trasformazione. I suoi angoli si stavano arrotondando, come se quel frammento fosse fatto di plastilina e una mano invisibile lo stesse modellando. Man mano che quello strano processo andava avanti, i giovani si resero conto che non si stava modellando. Si stava fondendo.
Vetro fuso, ecco il nome che avrebbero dato a ciò cui stavano assistendo. In pochi attimi quel pezzo di vetro non c’era più; al suo posto una sostanza trasparente e densa si allargava per terra.
- Si è … si è sciolto!- mormorò Bill a stento.
Romy reagì, scuotendo il capo e uscendo dallo stato di trance in cui sembrava essere caduta dallo sgomento. Tese le mani verso quella macchia e inumidì le dita, accorgendosi che quel liquido era bollente. Stranita, lo osservò colare intorno ai polpastrelli.
Georg le mise una mano sulla spalla e domandò, preoccupato:
- Che facciamo, Ro?-
Temendo che il vetro sciolto si solidificasse di nuovo a contatto con le sue mani fredde, ordinò:
- Statemi vicino. Andiamo da Flo!-
- Adesso??- fece Tom.
- Sì, dobbiamo fare presto!- sbottò lei. - Aiutatemi a concentrarmi … -
Tutti e quattro la avvolsero in un lieve abbraccio e Romy strizzò gli occhi, facendo fluire la sua energia verso il petto, dove si trovava il ciondolo che serviva per il viaggio interdimensionale. Presto cominciò a lampeggiare e la ragazza annunciò:
- Si parte!-
In breve tempo, anche se il calore esterno non era d’aiuto, i cinque eredi si lasciarono portar via dal vapore creato da Romy, verso la dimensione umanoide.
 
Holly volò verso Flammar non appena fu chiamata. Senza dire nulla – come tutti era nervosa e desiderosa di conoscere l’esito dell’analisi – si appoggiò vicino al vetrino posto sotto al microscopio a cui stava lavorando il leader, vestito in camice bianco. Con le sue minuscole zampe, la libellula sparse meglio quella sostanza gelatinosa in modo che fossero più visibili le sue cellule sotto la luce dello strumento scientifico.
- Grazie.- rispose Flo, tornando a guardare nel microscopio.
Holly ronzò via ed uscì dal laboratorio chimico del palazzo.
Fuori, gli eredi aspettavano delle risposte. Bill e Georg erano seduti in poltrona nel corridoio, Tom e Romy erano appoggiati al muro accanto alla porta aperta, Gustav guardava fuori dalla finestra. Regnava un silenzio pesante. Chi si mordeva le unghie, chi teneva le braccia raccolte attorno al petto, chi teneva gli occhi fissi nel vuoto.
Quando la libellula tornò tra i ragazzi, essa si diresse verso Romy, che la accolse sopra una delle sue dita. Tom cominciò a passeggiare avanti e indietro con un sospiro, mentre gli altri cambiarono leggermente posizione. L’attesa si stava prolungando parecchio.
Finalmente Flammar si separò dal microscopio. Bill, che lo vedeva da fuori, si drizzò sulla schiena. Gli amici si voltarono verso di lui per capire cosa stesse succedendo e quando il ragazzo si alzò in piedi fu chiaro che Flo stava arrivando. Quando il leader si fermò sulla soglia del laboratorio, tutti si radunarono attorno a lui.
- Ho cercato ogni traccia di irregolarità … ma nulla. Quel pezzo di vetro ha subìto un normalissimo processo di liquefazione.-
Bill lo guardò storto:
- A me non sembra normale!-
- Si può fare, invece.- spiegò Flo. - Il vetro può subire una reazione del genere, ma a temperature veramente basse, vicine al cosiddetto zero assoluto.-
- Ma se dentro l’autobus faceva un caldo infernale!- esclamò Tom.
Flammar si affrettò a chiarire:
- Lo so, infatti non ho detto che fosse davvero tutto regolare. Ciò che mi stupisce è che abbiate visto un pezzo di vetro sciogliersi ad una banale temperatura di circa 40 gradi, mentre normalmente il vetro può liquefarsi solo a temperature bassissime, appunto, oppure ad una temperatura di fusione intorno ai 2000 gradi.-
I cinque giovani si scambiarono occhiate piene di perplessità. Non avevano mai sentito niente di più strano! Romy osservò:
- Se è davvero così, chissà a quali altre stramberie ci ritroveremo ad assistere!-
I ragazzi non riuscirono ad immaginarsi niente di altrettanto strano. Davvero era possibile ritrovarsi davanti a qualcosa di simile o qualcosa di ancora più insolito? Se lo chiesero in silenzio. Nel frattempo, Holly fece:
- Ditemi, secondo voi c’è lo zampino degli Alieni?-
Nessuno ebbe la tranquillità e la spontaneità di rispondere subito. Era un argomento delicato che non andava per nulla al mondo sottovalutato.
- Non è da escludere.- disse poi Georg, mentre Tom annuiva.
Bill aggiunse poi:
- Non mi stupirei se fosse opera loro. Ho uno strano presentimento … -
- Anch’io.- mormorò Romy, pensierosa. - Sta per succedere un gran bel casino, lo sento. Qualcosa mi dice che li incontreremo prima di accorgercene.-
 
Qualche giorno dopo pioveva a dirotto e faceva freddo in entrambe le dimensioni. Mentre Flammar e Holly erano chiusi al caldo e riflettevano sugli ultimi avvenimenti, Romy e i ragazzi erano al riparo dentro un bar del centro, sorpresi da quell’improvviso acquazzone estivo durante la loro passeggiata.
- Sta arrivando Michelle!- fece lei, leggendo un messaggino sul cellulare appena arrivato.
Tom esclamò, appoggiando la schiena al muro:
- Sul serio? Grande!!-
Gli altri lo guardarono sull’orlo di una risata. L’aveva detto con un tale entusiasmo …
- Che c’è?- domandò poi lui, stranito.
Cominciarono tutti a sghignazzare, senza sapere precisamente il motivo.
- Che avete da ridere??- continuò Tom. - Non si può essere contenti?-
Romy disse, gesticolando:
- No, è che sembrava chissà cosa … cioè … no, niente.-
Bill, al suo fianco, ricominciò a ridere più piano, ma sempre con gusto. Tom iniziava a perdere la pazienza:
- Dai, adesso ditemi perché ridevate!-
- Ma nulla, è che sembravi così preso …!- rispose finalmente Gustav.
A quel punto Tom capì. Da come si era mostrato felice di incontrare Michelle, era quasi parso che lei gli piacesse. Così lanciò uno sguardo all’amico per fargli capire che era stupito della sciocchezza che aveva appena detto. Anche gli altri capirono e conclusero la questione con un’altra risata.
Dopo poco tempo, nel bar entrò la ragazza che stavano aspettando: Michelle, la migliore amica di Romy. Prima di raggiungere il gruppo, si scrollò di dosso un po’ di pioggia dall’impermeabile e si sistemò i lunghi capelli biondi in modo che l’umidità non li rovinasse troppo. Non portava più gli occhiali; da qualche mese era passata alle lenti a contatto, mettendo così in risalto lo splendore dei suoi occhi blu.
I ragazzi la videro da lontano e le fecero segno di avvicinarsi. Sorridendo, Michelle obbedì.
- Certo che il tempo è veramente pessimo … peggiora a vista d’occhio!- esordì lei, togliendosi l’impermeabile.
Romy si alzò subito per salutarla con i due soliti baci sulle guance.
- Come stai, Michi?- chiese poi. - Spero che tu non abbia preso troppa pioggia!-
- Tranquilla, sto bene.-
Sedendosi in mezzo a loro, la ragazza iniziò a parlare dell’estate e del meteo. Era ormai diventata un’amica stabile di tutti, senza ovviamente attenuare il suo ottimo ed eterno rapporto con Romy. Tuttavia, la presenza di Michi determinò una svolta quel giorno. L’atmosfera era inaspettatamente cambiata. Il motivo era evidente: Michelle era generosamente scollata.
Inutile dire che Tom e Georg le puntarono gli occhi addosso, seguiti poco dopo da Gustav. Romy li notò e la prima cosa a cui pensò fu assicurarsi che il suo ragazzo non facesse lo stesso.
Non se n’era ancora accorta, ma era gelosissima.
Con la coda dell’occhio controllò lo sguardo di Bill. Scampato pericolo: il moro guardava la bionda in viso, annuendo e facendo capire che stava seguendo il discorso. Per sentirsi ancora più tranquilla, Romy gli strinse forte una mano. Fu ricambiata e tirò un sospiro di sollievo.
- Io ve l’avevo detto, di guardare le previsioni prima di uscire. Vi avevo avvertito!- stava dicendo Michelle.
Georg ribatté, facendo saltare gli occhi dal viso al seno dell’amica:
- Ci siamo informati, ma questo temporale è stato così improvviso!-
- Ha ragione.- confermò Tom, senza preoccuparsi di nascondere il suo sguardo indiscreto.
- Tom, dove stai guardando??- lo stuzzicò Romy.
Il ragazzo si drizzò sulla schiena e spalancò gli occhi, balbettando:
- Eh? Cosa-che cosa?-
Michelle capì ed incrociò le braccia sul tavolo per coprire parzialmente la visuale, ridendo. Anche gli altri le fecero eco, mentre Tom si grattava la nuca con imbarazzo.
- A parte gli scherzi … - fece poi Gustav verso la bionda. - Perché ti sei vestita così?-
- Oh beh, più tardi ho un colloquio di lavoro e … volevo assicurarmi che andasse bene!- rispose lei, maliziosa.
Romy la incenerì con lo sguardo:
- Michi, mi meraviglio di te! Credevo che fossi più sensibile su certe questioni!-
L’amica si difese subito.
- Sì, so bene che cosa intendi … ma in questi tempi così incerti forse è meglio ricorrere a questi sistemi. Se è l’unica possibilità che ho per avere un lavoro …!-
In un brusio generale, i ragazzi diedero la loro approvazione e le due ragazze ridacchiarono.
Tuttavia, Romy smise quasi immediatamente di ridere e divenne seria all’improvviso: Bill aveva posato gli occhi dove non doveva.
Andando avanti con il discorso, il moro continuava a fissare il seno di Michelle, con grande disappunto della sua fidanzata, la quale si morse il labbro inferiore e con gli occhi confrontò il petto dell’amica con il suo. Non c’era molta differenza, ma Michelle era da sempre messa un po’ meglio di lei.
Preoccupatissima, Romy strinse più forte la mano di Bill, senza successo. La situazione non cambiava e la mora cominciò ad innervosirsi. Che gli altri guardassero la sua amica, ci stava, ma Bill doveva avere occhi solo per lei. E se avesse perso interesse? E se Bill si stesse stufando di stare con lei? Era l’inizio di una crisi di coppia? Il solo pensiero la fece andare nel panico.
- Vado in bagno.- sussurrò, alzandosi.
Bill la seguì con lo sguardo, sentendo che nell’andarsene e nel mollargli la mano era stata un po’ brusca. Non ci diede troppo peso e tornò a parlare con gli amici.
Michelle, invece, vide che la sua amica era pallida e la sua fronte era corrugata in una smorfia di sofferenza. Intuì che qualcosa non andava e sentenziò:
- Ragazzi, io la seguo.-
Quando raggiunse Romy in bagno, la trovò appoggiata ad una parete intenta a ricacciare indietro delle lacrime ormai evidenti.
- Ehi … che cosa succede?- chiese, avvicinandosi stupita.
L’altra ribatté di colpo:
- Perché ti sei vestita così?? Hai visto come ti guardava?-
La bionda non riusciva a capire. Davvero se l’era presa per una semplice scollatura? No, doveva esserci sotto qualcos’altro. Mentre la mora continuava ad asciugarsi le lacrime, intuì che parlava di Bill e comprese: Romy era gelosa.
- Se vuoi mi copro, Ro, non c’è problema … - mormorò, prendendola per le spalle e accarezzandogliele.
La mora scosse la testa.
- Figurati, tu sei libera di vestirti come vuoi!- disse con voce strozzata. - E’ lui che … Oddio, Michelle, pensi che non gli piaccia più?-
L’amica fissò gli occhi rossi e umidi di Romy, pensando che non l’aveva mai vista in quello stato. Quella situazione aveva dell’infantile.
- Romy, perché parli così? E’ sensibile a questo genere di cose, come tutti i maschi. Credimi, quando ti guarda glielo si legge in faccia: ti ama da morire!- fece Michelle con fermezza, tentando di convincerla.
Sembrava così difficile, però. In fondo Romy sapeva che la sua amica bionda aveva ragione, ma inevitabilmente le tornava in testa lo sguardo assorto di Bill, puntato sul petto di Michi. La paura di perdere la persona che amava si faceva sempre più forte e la ragazza non riusciva proprio a calmarsi. Non disse nulla e lasciò che Michelle le massaggiasse le braccia in modo da tranquillizzarsi almeno un po’.
Al bar, nel frattempo, si erano accorti che qualcosa non andava.
- Credo che Romy non stia bene … - fece Tom, particolarmente serio.
Il fratello non ne sembrò convinto:
- Lo pensi davvero?-
- Bill, come fai a non accorgertene?- chiese l’altro. - Non aveva una bella espressione quando se n’è andata.-
Il moro si impensierì. Possibile che se Romy stava male non l’avesse minimamente notato? E se fosse qualcosa di grave?
- Ragazzi, io vado a vedere … -
Con questa frase, Bill volò verso il bagno. Non gli piaceva essere all’oscuro dei problemi di Romy.
Quando la vide piangere, si immobilizzò sul posto. Lei lo guardò con gli occhi velati di lacrime e gli lanciò un’occhiataccia. Temendo già che la causa del suo male fosse proprio lui, Bill domandò:
- Ro, amore mio, che cos’hai??-
La ragazza si divincolò dall’abbraccio di Michelle e fece per uscire, esclamando:
- Lo sapevo, sei troppo stupido per capire!-
Michi e Bill ci rimasero con un palmo di naso. Mentre Romy lasciava il bagno senza guardare in faccia a nessuno, entrambi ebbero la terribile sensazione che di lì a pochi istanti si sarebbe scatenata una vera e propria battaglia.
Una battaglia d’amore, una delle solite che ogni tanto i due giovani innamorati si ritrovavano a fronteggiare. Tuttavia, questa volta avrebbe avuto un esito diverso. Tutti se lo sentivano.





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