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Autore: ELIOTbynight    30/08/2012    0 recensioni
"La loro mente era in tilt: nulla aveva più senso, nessun pensiero fermo, nessuna sicurezza. Solo la speranza, l’ottimismo e la fiducia trasmessi da tutti gli altri fecero in modo che i due fratelli si sentissero pronti ad affrontare quell’esperienza. [...] Flammar mormorò, tesissimo:
- Vediamo se ce l’abbiamo fatta … Procedete con la trasformazione.-
[...] Terminato il processo, le porte si risollevarono. Rivedendo la luce, i gemelli dovettero sbattere le palpebre per un attimo. Quasi nello stesso momento, avanzarono di un passo e gli altri poterono assistere al risultato dell’esperimento.
Ci erano riusciti. Bill e Tom erano diventati degli Alieni."
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{Sequel di "Kampf der Liebe (Ich bin Humanoid)"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Humanoid ~'
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Terzo capitolo
Vecchie storie
 
 
L’astronave fu presa e portata verso il palazzo di Flammar, nelle vicinanze del quale era stato aperto da qualche tempo un laboratorio di ricerca. La navicella sarebbe stata messa direttamente lì in modo da poterne ricavare informazioni utili.
Un grosso furgone la stava trasportando e i ragazzi lo videro attraversare la piazza principale, poco distante dalla sua destinazione, insieme agli altri umanoidi. La scoperta aveva naturalmente suscitato clamore ovunque.
- La portano al laboratorio di cui ci hai parlato, giusto?- fece Bill, seguendo il veicolo con gli occhi. - Che cosa ne faranno?-
Il leader rispose:
- Ne analizzeranno tutti i particolari, così potremo sapere quando è arrivata qui, magari anche quanti individui trasportava e, se siamo fortunati, anche la provenienza.-
Romy sentì sussultare la libellula sulla spalla a quelle parole, perciò si schiarì la voce ed esordì:
- Beh Flammar, forse abbiamo già la risposta a questa domanda!-
Tutto il gruppo si girò verso la ragazza con evidente stupore. Holly si sollevò e si avvicinò a Flo.
- Ho avuto modo di riconoscere un dettaglio importante … - disse. - Sono assolutamente certa di sapere da dove viene l’astronave.-
- Davvero?? Avanti, diccelo!- esclamò il leader.
- Mmh, forse è meglio parlarne a palazzo. Ho un presentimento non proprio rassicurante e non è prudente parlarne in giro con il rischio che ci sentano.- fece Holly, suscitando preoccupazione negli altri.
 
- GLI ALIENI??-
Holly si adagiò vicino alla tastiera dello schermo virtuale, seria e impassibile. Continuò poi:
- Avete sentito bene, ragazzi. Ne sono certa, è opera loro.-
Mentre gli eredi, sbigottiti, si scambiavano occhiate interrogative, Flammar si appoggiò al muro con aria pensierosa.
- Gli Alieni, eh?- fece. - Non sono proprio il popolo più amichevole che conosca, anzi … ho brutti ricordi con quelle creature!-
Udendo quelle parole, tutti si inquietarono molto. Tom domandò, preoccupato:
- Sono così pericolosi?-
- Se li tratti con i guanti, sì, ma purtroppo non sono pacifici.- rispose la libellula. - Sono vendicativi e agiscono d’impulso. Per non parlare della loro forza in combattimento: sono spaventosi!-
- Oh, mammina … - fece Bill con una smorfia ansiosa.
Romy si avvicinò al leader, intanto chiese:
- E come mai, secondo voi, dovrebbero avercela con gli Umanoidi?-
Holly zampettò sul tavolo, ronzando le ali con nervosismo, intanto disse:
- Bellissima domanda, Ro, ma gli Alieni non amano rispondere a questo genere di quesiti.-
- Mah!- fece ancora la ragazza, incrociando le braccia. - Eppure dev’esserci un motivo per cui ci hanno attaccati … Voglio dire, per arrivare addirittura a distorcere lo scorrere del tempo ci vorrebbe una ragione non indifferente. Non posso credere che lo abbiano fatto solo per la loro natura crudele!-
Flammar soggiunse subito:
- Hai ragione … C’è qualcosa sotto.-
Il gruppo doveva riprendersi dalla notizia. Georg si sedette in poltrona; Gustav gli si appoggiò accanto, in piedi.
- Roba da matti, questi alieni!- commentò il bassista, mentre l’amico concordava con lui con un cenno del capo.
Tom stava andando verso Romy per esprimere e condividere a sua volta un parere sulla vicenda, ma vide Bill avvicinarsi a Holly e aspettò di sentire cosa avrebbe detto lui.
- Posso chiederti una cosa?- domandò il cantante alla libellula. - Perché parli degli Alieni come se li conoscessi? Hai avuto modo di incontrarli, per caso?-
La domanda suscitò curiosità anche negli altri, che rimasero a bocca chiusa per ascoltare.
Holly disse soltanto:
- Ho visto quello che fanno. E non è piacevole. Se c’è una cosa che non tollero è la violenza e da loro ne ho vista fin troppa!-
- Sai se però hanno qualche motivo per odiare gli Umanoidi?- le chiese ancora Bill, prendendola dolcemente sul suo indice lungo e sottile.
La piccola parve rifletterci, poi fece:
- Beh, ho visto violenza in generale … Non so se hanno del risentimento nei nostri confronti!-
Romy capì dove Bill voleva arrivare, ebbe un’intuizione e si voltò verso Flo per chiedergli:
- Flo, sai se in passato gli Alieni sono stati in conflitto con gli Umanoidi, anche solo per una sciocchezza? Magari la loro natura maligna li ha portati a dar valore a qualcosa che voi avete dato per scontato … -
Il lampo di un ricordo sfiorò il subconscio del leader, che si concentrò e cercò di farsi venire in mente altro.
- Però, non male come ipotesi!- fece Gustav.
L’attenzione dell’intero gruppo si focalizzò su Flammar, che intanto aveva ricordato qualcosa ed esclamò:
- Sì!!-
Anche Holly si fece attenta e si preparò ad ascoltare.
Romy domandò subito:
- Davvero??-
Flo restò immobile per qualche istante, poi si staccò dal muro e mormorò:
- C’era un vecchio alieno … Come, come si chiamava? Hel … Hald … -
La libellula trasalì e anche lei ricordò improvvisamente tutto. Scese dal dito di Bill e gridò un nome:
- Halidan!-
- Esatto, Halidan! Brava, era lui.-
- Chi??- esordirono tutti gli altri.
Flo cominciò a spiegare:
- Sono certo che gli umanoidi più anziani si ricordano di lui. Halidan comandava un esercito di alieni che attaccò la nostra dimensione tempo fa … Quanto tempo, Holly, te lo ricordi?-
- Vent’anni fa.-
- Sì, è vero. Ero molto giovane, io, ero l’erede del leader che ha governato prima di me … un grand’uomo! Durante il suo operato gli Umanoidi furono attaccati dall’esercito di Halidan, ma fortunatamente riuscimmo a respingere i nemici. Holly, dimmi se sbaglio … hai combattuto anche tu, vero?-
L’insetto ronzò per la stanza, per poi atterrare sulla spalla di Flo.
- Già, ed è stata in quell’occasione che scoprii la cattiveria di fondo tipica degli Alieni.- rispose nel frattempo. - Avevo quasi completamente rimosso tutto, ma ora ricordo: fu proprio allora che li vidi nelle loro azioni più orribili. Ad ogni modo, dopo la sconfitta, Halidan affrontò il nostro vecchio leader in uno scontro diretto proprio qui, in questa stanza … -
- Seriamente? Accipicchia, che impressione!- commentò Tom, guardandosi intorno e immaginando la scena.
Flammar continuò con aria più pensierosa di prima:
- Halidan, però, era un alieno troppo vecchio per reggere lo scontro e ne uscì nel peggiore dei modi. Non potrò mai dimenticare l’episodio che ne seguì … Riesco ancora a vedere chiaramente nella mia testa la piccola navicella che decollava con a bordo quel vecchio pazzo … e la sua frase inquietante gridata al vento … Prima o poi subirete la nostra più grande vendetta, queste furono le sue parole.-
Holly sembrò annuire, confermando la versione del leader. Gli eredi non si erano persi una virgola. Bill commentò:
- Che storia! E quindi questo Halidan sarebbe ora tornato per vendicarsi?-
- Non so … - disse Flammar. - Era messo piuttosto male quando vent’anni fa se ne andò ed è impossibile che adesso sia ancora vivo.-
Romy rifletté:
- Mmh, forse è meglio tenere comunque a mente questo vecchio conto in sospeso. In fondo non abbiamo altro su cui basare la nostra indagine, no?-
La ragazza trovò l’approvazione di tutto il gruppo.
Il sole stava tramontando e l’ambiente si stava tingendo di arancio. Georg si alzò dalla poltrona e fece notare agli altri quanto fosse tardi:
- Gente, il tempo è volato! Dobbiamo tornare.-
La band si avvicinò a Romy, che li avrebbe trasportati a casa.
- Ci vediamo presto!- fece Tom in segno di congedo.
Holly li salutò volando intorno alle loro teste, mentre Flo disse:
- Ciao, ragazzi miei … tenete gli occhi aperti, non si sa mai!-
Mimando un ok, i cinque giovani svanirono in una nuvola vaporosa.
 
Con uno sbuffo, l'autobus aprì le porte.
- Questa iniziativa delle domeniche a piedi è una trovata fantastica! Porta solo dei vantaggi, non pensate anche voi?- fece Romy, salendo prima degli altri.
- Parla per te!- ribatté Tom. - Mi si è spezzato il cuore quando ho realizzato che dovevo lasciare a casa la mia fedelissima Audi ... -
- Dai, fratellino, fa bene camminare!- soggiunse Bill, prendendo velocemente posto.
Il cantante diede le spalle al finestrino e vide Gustav sedersi dall'altro lato dell'autobus, avendolo proprio di fronte. Oscillando, Georg e Tom si sistemarono in piedi lì vicino e poggiarono la schiena sui pali gialli che servivano per tenersi; intanto il bus ripartì.
Notando che Romy non si sedeva, Bill le fece segno di mettersi su di lui, come se la cosa fosse ovvia. Lei scosse la testa, ma l'altro la fulminò con lo sguardo.
- Sono pesante.- disse la ragazza per giustificarsi.
Bill fissò i compagni come per chiedersi se la sua fidanzata si fosse improvvisamente rincitrullita o meno. Con una risata generale, alla fine Romy si sedette sulle gambe del ragazzo.
- Mi hai convinta ...!-
Dopo che i due ebbero schioccato un rapido bacio sulle labbra, il chitarrista rise ancora tra sé e quando il gemello gli chiese spiegazioni con gli occhi, Tom fece:
- Sto pensando che al mondo ci sono eserciti di ragazze che pagherebbero per sedersi su di te ... Mi domando a che livelli possano arrivare!-
- A certi livelli sono già arrivate!!- commentò Georg. - Dio, quante ne abbiamo viste ... -
- Veramente?- disse Romy, incuriosita. - Hanno fatto tutte queste pazzie per te?- aggiunse, mettendo le braccia attorno al collo di Bill.
- Sì, tantissime! E ne hanno fatte di tutti i colori! Ma meno male che ci sei tu, ora ... - rispose lui, e la baciò a lungo sulla guancia.
Ad un certo punto Gustav chiese con aria divertita:
- Ragazzi, vi ricordate la pantera?-
Gli altri tre scoppiarono a ridere automaticamente.
- Come dimenticarsela?? Era la più arrapata di tutte!- esclamò Tom, reggendosi a Georg.
- Pantera?- domandò Romy con perplessità.
Bill le rispose subito:
- Era una tipa in cui ci siamo imbattuti anni fa ... Dov'eravamo, ragazzi, a Parigi?-
- Sì, forse era a Parigi ... - fece il fratello. - Ah no, no, era a Nancy!-
- Ma che stai dicendo? Era proprio a Parigi, Bill ha ragione!!- sbottò Gustav.
Romy scosse il capo e chiese:
- Si può sapere cosa ha fatto questa qua, per avervi fatto esaltare così tanto??-
- Niente, eravamo nell’atrio del palazzetto e stavamo firmando due autografi prima di … cos’era, una conferenza stampa?- fece Bill. - Può darsi. Comunque sia, una mora dal seno enorme e gli occhi storti si è messa a gridare e a correre verso di me. Tu dirai, è normale … -
- Ro, non puoi immaginarti la faccia di mio fratello quando questa qua ha iniziato a spogliarsi e mettersi nuda davanti a tutti!!- esclamò Tom, scoppiando a ridere.
La ragazza spalancò gli occhi e la bocca dalla sorpresa, senza avere il coraggio di commentare. Georg continuò:
- Così, in due secondi, lei era già in intimo davanti a Bill e lo guardava con un’espressione da orgasmo … io e Tom eravamo piegati in due dalle risate!-
Il chitarrista rideva a crepapelle e Bill sogghignava senza dire niente, mentre Romy era a dir poco allibita. Fu Gustav a finire il racconto.
- Sul punto di slacciarsi il reggiseno, la ragazza ha detto “Bill, vieni dalla tua panterona!” e lui ha lanciato un grido di stupore … Siano ringraziati quei bestioni della security che l’hanno fatta uscire!-
A quel punto, Romy si girò verso il fidanzato e lo guardò male.
- Che c’è??- fece lui. - Non è colpa mia! Non sarai gelosa?!-
L’altra mugugnò e gli si accoccolò addosso senza rispondere, schioccandogli poi un tenero bacio sul collo.
- Se dovesse succedere ancora, mi vedrai costretta ad intervenire!!- fece infine, con un sorriso da parte di tutti.
Bill la accarezzò delicatamente sulla guancia e stava per dirle qualcosa di altrettanto dolce, ma si fermò quando notò qualcosa di strano: i vetri si stavano appannando ad una velocità supersonica.
Tom si guardò intorno e si chiese:
- Ma che diavolo …?-
Ben presto non si poté più vedere nulla di ciò che era all’esterno, poiché tutti i vetri erano coperti da uno spesso strato di vapore acqueo. Cominciò a far caldo e i ragazzi si accorsero anche che l’autobus era fermo con il motore acceso da un po’ troppo tempo per trattarsi di un semplice semaforo rosso.
Una strana sensazione percosse i cinque amici, che si guardarono con sospetto. Cosa stava succedendo?


*



 
   
 
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