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Autore: ELIOTbynight    18/08/2012    0 recensioni
"La loro mente era in tilt: nulla aveva più senso, nessun pensiero fermo, nessuna sicurezza. Solo la speranza, l’ottimismo e la fiducia trasmessi da tutti gli altri fecero in modo che i due fratelli si sentissero pronti ad affrontare quell’esperienza. [...] Flammar mormorò, tesissimo:
- Vediamo se ce l’abbiamo fatta … Procedete con la trasformazione.-
[...] Terminato il processo, le porte si risollevarono. Rivedendo la luce, i gemelli dovettero sbattere le palpebre per un attimo. Quasi nello stesso momento, avanzarono di un passo e gli altri poterono assistere al risultato dell’esperimento.
Ci erano riusciti. Bill e Tom erano diventati degli Alieni."
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{Sequel di "Kampf der Liebe (Ich bin Humanoid)"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Humanoid ~'
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Secondo capitolo

Questione di tempo
 


Stavolta tutti e cinque gli eredi riuscirono ad atterrare in piedi. L’arrivo nella dimensione umanoide si rivelava spesso completamente inaspettato, ma a distanza di tempo dalla prima volta era diventata ormai un’abitudine.
- Eccoci!- annunciò Holly, mentre gli ultimi sbuffi di vapore si dissolvevano nell’aria.
Lo studio del leader degli Umanoidi era sempre lo stesso, dal carattere un po’ antico, ma ora era stato arricchito con la modernità: nuovi apparecchi tecnologici lo rendevano un po’ più grande ed equipaggiato. Flammar stava lavorando al grande pc virtuale, quando sentì l’arrivo dei ragazzi e si voltò verso di loro.
- Bentornati tra noi!- esclamò con gioia. - E’ stupendo rivedervi!-
Romy e la band corsero da lui per abbracciarlo, con lo stesso entusiasmo. Bill gli disse:
- Siamo felici di essere di nuovo qui. Ci siete mancati!-
La ragazza lo strinse per ultima, trasmettendogli pura felicità.
- Sì, non vedevamo l’ora di tornare … - fece. - Come stai, Flo?-
Il leader sospirò:
- Romy, io sto bene. Non si può dire lo stesso della nostra dimensione, però. C’è un enorme problema!-
Lei stava per chiedere dettagli, ma Tom soggiunse dicendo:
- Evvai, una nuova avventura per i Tokio Hotel! Quei brutti manigoldi avranno pane per i loro denti, oh yeah!-
Con queste parole si mise ad agitare le mani, riproducendo dei movimenti che avrebbero dovuto essere mosse di kung fu. Non ci riuscì perfettamente, ma Georg e Bill furono contagiati dalla sua euforia e lo imitarono. Solo Gustav si limitò a fissarli con perplessità per poi ridacchiare insieme a Flammar, Holly e Romy.
- Mi fa piacere il vostro entusiasmo, ragazzi, ma vi prego: cercate di concentrarvi!- li riprese Flo, divertito.
Smisero tutti e tre e si scusarono con un sorriso. Holly disse poi:
- Ora capisco perché qui lo chiamano “Gustav l’imperturbabile”!-
Il batterista sorrise senza vantarsi, intanto gli altri risero.
Flammar si stava già dirigendo verso il computer, quando Romy gli chiese:
- Allora, di che cosa si tratta questa volta, Flo?-
L’altro rispose con tono enigmatico:
- Questione di tempo, Romy.-
- Tempo? Cosa vuoi dire?-
- Guarda tu stessa … -
Flammar premette un grosso bottone sulla tastiera virtuale; sullo schermo apparvero due orologi identici che segnavano la stessa ora e le lancette dei secondi andavano avanti all’unisono.
Georg domandò, curioso tanto quanto gli altri:
- Che cosa significa?-
Holly volò verso di loro, intanto rispose con aria seria:
- Questi orologi indicano rispettivamente il flusso temporale della nostra e della vostra dimensione. Come potete vedere, stanno andando avanti insieme … Significa che il tempo è diventato lo stesso in entrambi i mondi.-
- Non è possibile!- gridò Bill.
Non era mai successo qualcosa di simile. Un cambiamento di quella portata poteva essere davvero pericoloso, tutti se ne resero conto.
- Quindi, per esempio, un’ora terrestre equivale adesso a un’ora umanoide … e non più un giorno!- osservò Romy, forse più stupita degli altri. - Ma com’è successo? Cosa … Sapete qual è la causa?-
Flammar spiegò, appoggiandosi pesantemente alla grossa scrivania:
- Beh, si tratta di un fenomeno non indifferente. Addirittura il cambiamento del flusso temporale di un’intera dimensione, mi chiedo come abbiano fatto! Comunque, abbiamo appurato che non ha nulla a che vedere con gli Umanoidi, né con i Terrestri. La causa non proviene da nessuno dei due mondi.-
- E quindi?- domandò Tom.
- E quindi questa stranezza viene dall’esterno, ragazzi.-
I cinque amici si guardarono, sempre più allibiti. Romy si avvicinò un po’ allo schermo, intanto fece:
- Dall’esterno … Chi sarà mai stato?-
Holly andò verso i ragazzi e svolazzò intorno a loro, intanto rispose:
- Tesoro, l’Universo è pieno zeppo di altri mondi, oh, non hai idea di quanta vita ci sia nello spazio! Ci sono tante civiltà, popoli, persone. Creature che voi non potreste nemmeno immaginare. Il nostro compito ora è quello di scoprire da dove arriva di preciso questa modifica al flusso temporale.-
- Ben detto, Holly!- esclamò Flo, mimando un ok con la mano. - Ragazzi miei, voi siete giovani e forti: vi andrebbe di fare un giro in città? Scommetto che da qualche parte si trova un indizio utile!-
- Flammar, ci mandi in giro senza neanche una pista da seguire?- chiese Bill deluso.
Il leader sospirò.
- Purtroppo non abbiamo molto a disposizione che possa dirci da dove proviene questo danno, ma mi hanno detto una volta che un’indagine che si rispetti comincia sempre per le strade. Sono certo che tornerete qui con la risposta alle nostre domande!-
I musicisti cercarono conferma guardando Romy, che da sempre li aveva guidati. Lei si limitò ad alzare le spalle e ad adattarsi.
- Allora a più tardi, Flo!- disse, dirigendosi verso la porta, seguita dagli altri. - Holly, vieni?-
- Sicuro! Posso, Flo?- lo supplicò l’insetto.
Con un sorriso e un cenno della testa, Flammar la lasciò andare con gli altri, poi tornò a lavorare sul suo computer quando tutti furono usciti dal suo studio.
 
Erano molti i robot che notavano da lontano i famosi cinque eredi, lanciando loro dei sorrisi di ammirazione o bisbigliando pettegolezzi sul loro conto con qualcuno. Ma i ragazzi non ne furono disturbati, anzi, avevano tutt’altro a cui pensare.
- Adesso che il tempo è lo stesso, dovremo preoccuparcene!- osservò Tom. - Che ore saranno, secondo voi?-
- Purtroppo non ho l’ora dietro!- rispose Bill.
Romy aggiunse, concludendo poi con un sorriso:
- Neanch’io … ma non sembrava molto tardi quando abbiamo lasciato i grandi magazzini per venire qui. Al massimo, potrò dire ai miei che abbiamo perso la cognizione del tempo e, in effetti, la verità non è poi così diversa!-
- Mmh, potremmo chiedere un attimo in giro … - propose Holly, appoggiata alla spalla di Romy.
Bill mise subito in pratica l’idea. Davanti a sé vide avvicinarsi una ragazzina in compagnia di un’amica. Senza troppe esitazioni alzò una mano ed esclamò:
- Scusatemi, sapete dirci che ore sono??-
Le due umanoidi si bloccarono e fissarono gli eredi come se fossero stati dei marziani.
- Guarda, sono i Tokio Hotel! Quelli che ci hanno salvati!- mormorò una delle due all’altra.
A quel punto cominciarono a ridacchiare con imbarazzo e la band ebbe l’impressione di avere a che fare con delle ammiratrici un po’ troppo frivole.
Tom provò a ripetere la domanda, affiancandosi al gemello:
- Ragazze, avremmo bisogno di sapere che ora è. Ce lo potete dire, per favore?-
Quelle due, però, sembravano non ascoltarli e anzi, continuavano a sussurrare tra loro frasi come “certo che è proprio carino”, “ma hai visto che fisico” e “scommetto che quello lì sta guardando me”. I TH si guardarono con perplessità e disagio, finché non intervenne Romy.
- Ci dispiace, ma siamo di fretta!- disse con tono di rimprovero. - Potreste dirci cortesemente che ore sono?-
- Sono quasi le cinque … - fecero loro, senza smettere di sogghignare e fissare la band.
L’altra prese per mano Bill e lo trascinò avanti, poi sillabò un “grazie” pieno di irritazione e cominciò a camminare più velocemente di prima. Intanto, i ragazzi la seguirono come se volessero scappare.
Ignorando le occhiate di disprezzo ricevute da quelle smorfiose, Romy sbuffò:
- Bene, abbiamo la conferma che non è poi così tardi. Ma le avete viste, quelle?-
- Già.- fece Georg. - Meno male che ci sono abituato, altrimenti ci sarei stato io al posto tuo!-
- Prendermi per mano in quel modo come ha fatto lei? Oddio!!- soggiunse il cantante.
 Si alzò una risata, poi Holly si rivolse a Romy:
- A proposito, vedo che quelle là non ti hanno minimamente considerata … -
- Sì, ho notato.- sbottò la ragazza.
I musicisti si scambiarono delle occhiate d’intesa e capirono che era meglio non parlarne più. Non erano certi di voler subire l’ira della loro amica erede.
Poco tempo dopo, la compagnia decise di fare due passi fra i sentieri del Parco dei Circuiti. Holly si staccò dalla spalla di Romy ed iniziò a volare a destra e a manca:
- Uffa, non ho più voglia di perdere tempo. Voglio scoprire qualcosa! Da quando ve ne siete andati, non è più successo nulla di interessante, a parte il campionato di motociclismo … a proposito, si vede in lontananza il circuito TGB, eccolo laggiù! L’hanno ristrutturato e adesso è anche più grande e spericolato. Le gare laggiù devono essere emozionanti, un giorno chiederò a Flammar di portarvi a vederne una … -
Senza rendersene conto, la libellula aveva cominciato a chiacchierare e la passeggiata si fece subito più piacevole. Era bello camminare in mezzo al verde con la squillante voce di Holly nelle orecchie, metteva allegria.
Giunti vicino a un boschetto, Romy dovette improvvisamente interrompere la piccola amica.
- Scusate, ma io sento qualcosa di strano nell’aria … c’è qualcosa che brucia!-
- Hai ragione, lo sento anch’io.- fece Gustav, sollevando il naso verso il cielo con aria da intenditore.
I giovani cercarono di capire da dove provenisse quella puzza di bruciato, ma solo Tom se ne accorse.
- Guardate!- esclamò, indicando gli alberi. Alcune colonne di fumo li stavano sovrastando.
Di corsa, tutti lasciarono il sentiero e andarono a vedere. Dopo aver attraversato il prato e un breve tratto di bosco, sbucarono in una radura e furono a dir poco folgorati da ciò che videro.
Si trattava senza dubbio di un’astronave. Era avvolta da alcune deboli fiammelle sul punto di spegnersi e sprofondava nel terreno per circa mezzo metro. Era bianca, tonda e grande quanto una stanza; presentava diverse ammaccature dovute alla probabile brusca caduta e aveva uno sportello ovale a lato, mezzo aperto. All’interno si scorgeva parte di una griglia di comando, illuminata da una fioca luce rossa.
I ragazzi non riuscirono subito a commentare, sbalorditi com’erano. Dopo aver osservato l’astronave in silenzio per un po’, Tom fece:
- Cribbio, se non è un indizio questo …!-
- Holly … è un’astronave, un’autentica navicella spaziale, vero?- mormorò invece Romy.
La libellula aggirò l’intera radura per poterla osservare meglio, poi si fermò davanti allo sportello e rispose:
- Sì, è un’astronave a tutti gli effetti.-
Bill domandò, avvicinandosi:
- E da dove arriva?-
- Questo è ancora da scoprire ... - disse ancora Holly, guardando l’astronave con circospezione.
Solo in quel momento i cinque eredi iniziarono a camminare intorno al misterioso ed insolito mezzo di trasporto, scrutandone i particolari.
- Mah, eppure dovrà esserci qualcosa che ci dica la provenienza di questo bestione!- fece Georg, toccandone la superficie tiepida.
Romy decise di entrare direttamente e oltrepassò lo sportello con attenzione, guardando dove metteva i piedi. Era tutto illuminato di rosso, c’era uno schermo spento e una lunga griglia di comando piena di tasti e manovelle strane. Romy non ebbe il tempo di osservare bene il resto, perché Holly l’aveva distratta, entrando con lei e passando in rassegna ogni angolo della navicella. Sembrava che lì dentro si nascondesse un segreto che Holly era ben decisa a svelare.
Arrivò infatti alla fine di quella schiera di pulsanti e quando posò i suoi grandi occhi da insetto per terra, trasalì. La ragazza la sentì e chiese:
- Che c’è? Che cosa hai visto?-
Non ottenendo una risposta immediata, si fece strada nell’abitacolo fino a raggiungere la piccola amica. Vide qualcosa di incredibile.
Ciò che aveva spaventato Holly era una pistola, più o meno. Era più grossa rispetto a quelle che di solito Romy vedeva. Luccicava di un bagliore argenteo ed inquietava in ogni suo dettaglio perfettamente scolpito e squadrato. Sulla parte alta c’era un tubo trasparente pieno di una sostanza bluastra e densa.
- Riconosco quest’arma.- sussurrò Holly preoccupata.
- Davvero?- fece l’erede. - E hai capito da dove viene?-
Prima di risponderle, la libellula si posò vicino alla strana pistola e disse, serissima:
- Purtroppo è chiaro da dove arriva questa astronave … Dobbiamo avvertire Flammar immediatamente!-
 


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