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Autore: Kilian_Softballer_Ro    23/10/2012    2 recensioni
Driiin! Suona la campanella per i nostri amici di Mobius, alle prese con i compiti, gli amici...E gli invariabili problemi che capitano solo in mezzo a una compagnia del genere. Perché si sa, anche se ci si fa dei nuovi amici, i più pazzi restano sempre i soliti. Come se la caveranno Sonic e company fra fratelli minori, professori "crudeli" e amori da Beautiful? Scopritelo qui!
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Blaze P.O.V.
 
Miracolo. Dio esiste. Manca la professoressa di inglese, che avevamo per tre ore filate!
Naturalmente nella nostra classe ormai regna il caos più totale. Io sono seduta sulle gambe di Silver, nel suo angolino in fondo alla classe, ma in qualunque altro posto c’è un casino impossibile.
-         Credi che verrà qualcuno a controllarci? – Mi chiede lui cingendomi con le braccia.
-         Mmmm…nah – rispondo dandogli un bacetto – saremo liberi per le prossime tre ore.
-         Alleluia! – Ride. – Guarda che stanno facendo quelle tre.
Seguo il suo dito puntato e vedo Denise che si agita come una matta in mezzo a Amy e Tikal, che si stanno sbellicando.
-         Che succede? – Chiedo avvicinandomi (e tirandomi Silver dietro ).
-         Oh, niente, Denise sta impazzendo. – Risponde Amy fra le risate.
-         Non è che sta impazzendo, Amy, lei è così normalmente! – Ribatte Tikal.
-         Io sono il dio di un nuovo mondo, sono il dio…delle patatine! – Esclama la diretta interessata, agitando un dito con gli occhi spiritati.
-         Ma tu sei scema – dico scoppiando a ridere anch’io.
-         Come se non lo sapessi… - Fa lei senza scomporsi. Poi all’improvviso sale sul banco più vicino e si mette in posa esageratamente da modella.
-         Saaaalve, sono Sally Acorn e non sono più vergine da quando andavo all’asilo! – Cantilena. La classe ammutolisce. Cinque secondi di silenzio…E poi scoppiamo tutti a ridere. A nessuno sta davvero simpatica Sally. E tutti aspettiamo cosa potrebbe fare Denise, mentre lei si mette in piedi a gambe aperte.
-         Guardatemi, sono Julie-Su , la do perfino al postino così la consegna a tutti!
Ormai stiamo morendo. C’è chi si da manate sulle gambe, chi ha le lacrime agli occhi, chi…
-         E-ehm.
Ci voltiamo all’unisono verso la porta. La bidella è lì che ci guarda con la faccia incavolata. – Potreste fare meno casino? C’è la preside in corridoio. – E se ne va. Come sparisce, ci rimettiamo tutti a ridere. Denise salta giù dal banco. – Niente autografi, grazie, grazie.
-         Denise, tu sei matta! – Esclama Silver facendosi avanti. – Io ti ho filmata, ma se Sonic e Knuckles vedono questo video ti fanno un monumento!
-         Mi hai filmata?! – La riccia gli si getta addosso. – Non provarci a farlo vedere agli altri!
-         Ma perché? – Denise arrossisce.
-         Perché….Tu non farlo e basta!
-         Deni, che hai? – Amy la guarda storto. – Che differenza fa? Ormai ti hanno visto in venti!
-         Forse ho capito, ragazze – mi metto in mezzo io – la verità è che in queste venti persone non c’è un certo gatto di nome Aster…
-         Però c’è una gatta che dovrebbe chiudere la bocca… - mi minaccia Denise togliendosi una scarpa.
-         Che fai? Questa è minaccia a mano armata!
-         Armata di una scarpa? Allora tanto vale che mi armi di una banana e ti dica: fermi tutti questa è una rapina!
-         Al massimo “questa è una banana”…
-         Voi due mi fate cadere le braccia…. – si lamenta Tikal
-         Davvero? Aspetta che ti aiuto a raccoglierle.
-         Seriamente…
Va a finire che non diciamo nulla di sensato fino a che non finiscono le tre ore, e quindi finché non usciamo. Quando però io e Silver, mano nella mano, mettiamo piede fuori dalla scuola, ci ritroviamo in un campo di guerra.
Julie-Su molla le sue amichette, si avvicina di corsa e prende Denise per il colletto della felpa. – Mi hai veramente preso per il culo davanti a tutta la classe? Ma come osi? – Sibila.
-         Oso, oso! Come tu osi ferire una mia amica io oso fare questo! – E Denise le tira un calcio nello stomaco, facendola cadere a terra.
-         Tu, brutta piccola…
-         Adesso ascoltami bene, razza di troia che non sei altro, – Denise le si piazza sopra guardandola negli occhi – tu prova solo un’altra volta a far piangere una mia amica e io farò ben di peggio. Sono stata chiara? – Così dicendo si volta e se ne va di corsa.
-         Ehi, Denise! Aspetta! – Aster si butta al suo inseguimento.
 
Aster P.O.V.
 
Finalmente, dopo aver girato l’angolo dell’isolato, Denise smette di correre e cammina normalmente.
-         Ma che ti viene in testa? – Le chiedo affiancandola. – Che avevi da correre così?
-         Io non passo un secondo più del necessario con gente di quella specie. – Risponde lei, guardandomi con la faccia serissima. Cribbio, ma sono l’unico che la vede così bella?
-         E quale specie sarebbe? – La vedo che si concentra per non ridere. La vedo benissimo.
-         La specie che trovi sul bordo della strada dopo le dieci di sera.
Scoppiamo a ridere come due idioti. – Che ne diresti di stare un po’ insieme, oggi pomeriggio? Altrimenti divento troppo serio.
Lei sembra pensarci su. – Boh, a casa mia c’è tutta la famiglia…Casa tua?
E adesso cosa le rispondo? Come le dico che più che in una casa abito in una gabbia di lotta? Per fortuna il ritornello di Burn it down mi salva dall’imbarazzo più totale. Apro il telefono e rispondo.
- Sì?
 E’ mia madre.- Aster? Ascolta, tesoro, non c’è bisogno che tu vada a prendere Meike. La porto fin dalla zia e stasera torniamo tardi.
-         Ah, okay. E…papà?
-         Ha dei problemi al lavoro, torna tardi anche lui. Per favore, Aster, fatti trovare a letto quando arriva. Potrebbe essere nervoso. – Mi implora. Come se ci fosse bisogno di dirmelo.
-         Okay, okay, ci vediamo stasera. – Chiudo il cellulare e sorrido a Denise ( pessima mossa. I tagli sulle labbra fanno un male cane ) che mi guarda preoccupata.
-         Tutto a posto. Da me il campo è libero. – Lei si rasserena.
-         Okay, allora…Vengo da te?
-         Va bene, anche a pranzo se vuoi. Tanto, qualsiasi cosa cucini, farò un macello.
-         No problem, ti do una mano – ride. Sembra che suoni un’arpa, quando ride…O forse sono io che sono rincoglionito e ho delle allucinazioni bellissime su di lei. – Aspetta, avverto mia madre.
La sento parlare al telefono tranquillissima, con suo padre e sua madre, e  un po’ la invidio. Lei si può permettere di avvertire i suoi all’ultimo momento o di arrivare in ritardo, senza trovarsi una faccia come la mia.
-         Nessun problema – conclude mettendosi in tasca il cellulare – devo essere a casa alle sei.
-         Beh, allora muoviamoci. – E scatto mettendomi a correre.
-         Aspettami, idiota! – La sento ridere dietro di me.
 
Denise P.O.V.
 
La casa di Aster è grandissima. Rimango a bocca aperta quando mi spiega che hanno due bagni e che lui e sua sorella hanno le stanze separate. Ma è un sogno!
-         Hai fretta di fare pranzo? – Mi chiede mentre si toglie le scarpe.
Lo imito. – No, certo che no.
-         Allora vieni. – E mi fa cenno di seguirlo. E adesso dove mi porta? In camera sua a consumare l’antipast…Denise Kennington non pensare certe cose!
Va bene, alla fin fine mi porta davvero nella sua stanza. E’ una cosa fantastica: tutta sui toni del bianco e del blu,a cominciare dal letto per finire con…Una chitarra elettrica blu?
-         Sai suonare la chitarra? – Gli chiedo sfiorandola. Lui la prende e si siede sul letto.
-         Bah, qualche canzone sì. – Mi accoccolo di fianco a lui. – Avanti, dimmene una, magari ce la faccio. – Mi fa un ghigno che però, sul suo viso, risulta dolcissimo.
-         Uhm…How you remind me dei Nickelback? – Azzardo. Lui non si scompone.
-         Quella la so a memoria. Senti qua. – Chiude gli occhi, tenta qualche accordo e poi si mette a cantare accompagnandosi con la musica.
E’ un momento…meraviglioso. La sua voce è appena più dolce di quella del cantante originale, ma nemmeno quell’uomo potrebbe essere più bello del ragazzo al mio fianco.
Mi lascio cullare dalle strofe e mi appoggio al muro, al settimo cielo, chiudendo gli occhi.
-         …I’m sick of sight without a sense of feeling and this i show, you remind me of what I really am, this i show, you remind me of what I really am…It’s not like you to say so..
La porta sbatte contro il muro e la musica si interrompe. Apro gli occhi di scatto e sbircio da dietro la spalla di Aster.
Sulla soglia c’è un grosso gatto bianco, in divisa da poliziotto, con gli stessi occhi azzurri e bellissimi di suo figlio. Peccato che questi siano freddi e rabbiosi.
-         Aster, avevi di nuovo alzato il volume del sintetizzatore. – Dice avvicinandosi a noi.
-         Scusa, papà. – Il mio Aster si volta verso di me. – Denise, questo è mio padre, Gary.
-         Mi hai sentito? – Gary lo prende per un braccio e praticamente lo solleva, quasi senza sforzo. – Quando tuo padre ti dice qualcosa, tu lo devi guardare in faccia. Mi hai capito sì o no? – Le ultime parole sono quasi urlate.
-         Sì, papà, mi dispiace. – Aster è irriconoscibile. Tiene gli occhi bassi e ha…paura?
-         Lo spero bene. – Suo padre lo scaraventa sul letto, dove lui rimane a testa bassa senza guardare colui che lo sovrasta.
-         Denise, vai a casa. – Lo sento sussurrare.
-         Ma…. – Non posso lasciarlo qui.
-         VAI! – Mi urla.
-         Non alzare la voce! – Il padre gli molla un ceffone che lo colpisce sulla guancia, facendolo nascondere dietro il proprio braccio.
Come se mi avessero finalmente attivato, afferro il mio zaino e mi precipito in strada. Solo quando sono ormai dietro l’angolo mi accorgo di due cose. La prima, è che ho dimenticato le scarpe e quindi sono in calzini sul’asfalto. La seconda è che sto piangendo.
 
Dopo cena, sono ancora lì che penso a tutto quello che è successo. Ecco chi era a picchiarlo, sempre, tutte le volte che veniva a scuola livido…E io l’ho lasciato da solo con quell’uomo. Ma che altro potevo fare?
Mentre gironzolo per la stanza, cercando qualcosa da fare per distrarmi, sento suonare alla porta. – Vado io! – Urlo, precipitandomi all’ingresso.
Spalanco la porta e chi mi trovo? Aster, con la faccia talmente contusa da essere ormai quasi completamente viola. Vederlo così ma fa venir voglia di piangere.
-         Ti ho riportato le scarpe… - Borbotta mostrando le mie Converse tenute su per i lacci.
-         Grazie ma…Vieni dentro. – Dico prendendolo delicatamente per la mano e costringendolo a seguirmi.
-         Chi era, Denise? – Mi chiede mia madre dal salotto.
-         Oh, Aster, un mio compagno di scuola. Mi ha riportato una cosa che avevo lasciato…- io mica gliel’ho detto ai miei che ero a casa di un ragazzo! – Che avevo lasciato in laboratorio.
-         Buongiorno, signora. – Mormora lui, restando semi- nascosto dietro di me.
-         Mamma, noi andiamo un attimo su da me, okay? – E prima che possa dirmi qualcosa, porto Aster in camera mia e chiudo la porta.
-         Che cosa c’è? – Mugugna, lanciando le mie scarpe per terra e sedendosi sul letto.
-         C’è che se avessi saputo tutta questa storia, ti avrei tenuto ben lontano da casa tua. – Ribatto inginocchiandomi davanti a lui. – Perché non me l’hai detto?
-         Perché ero matematicamente certo che saresti fuggita via a gambe levate. – Aster abbassa la testa e evita il mio sguardo.
-         Ma sei impazzito? Avrei cercato di aiutarti.
-         Ah sì? E come avresti fatto, sentiamo? – Si arrabbia lui, guardandomi furioso. – Nessuno può aiutare né me, né la mia famiglia. Forse la polizia, peccato che mio padre sia un poliziotto. Per cui, come vedi, non c’è nessuna possibilità di uscirne fuori. E soprattutto, non volevo immischiare nessuno. Per cui, puoi anche evitare di fare l’eroina.
-         Non sto facendo l’eroina! – Esplodo. – Sto solo cercando di dirti che io voglio aiutarti! Anche solo starti vicino! Invece tu mi hai mandato via e adesso non fai altro che incazzarti!
-         Ma non capisci? – Mi interrompe con la voce che trema. – Io non volevo che tu te ne andassi per…per mandarti via.
-         Aster…- D’istinto, allungo una mano ad accarezzargli ( piano, senza fargli male) il viso.
-         Io volevo solo che nessuno che fosse importante per me si facesse del male! O fosse in pericolo! – Qualcosa scende a bagnarmi la mano. No, per favore, ditemi che non sta piangendo…
-         Ehi…- Com’è come non è, dieci secondi dopo lo sto abbracciando. Non c’è niente di erotico in tutto questo. Per adesso Aster è un mio amico che sta piangendo e ha bisogno di me.
-         S-scusa. – Balbetta asciugandosi quei bellissimi occhi che ha col braccio. – Mi sto comportando da stupido.
-         Ma stai zitto.
E poi…E poi niente. Le sue labbra sono a pochi centimetri da me e io le bacio con tutta la delicatezza che un elefante nella cristalleria come me può avere. Lui spalanca gli occhi, ma poi si abbandona. I cinque minuti più belli della mia vita, in cui un po’ lo bacio io, un po’ mi bacia lui, e un po’ non lo sa nessuno.
- Va un po’ meglio? – Mormoro accarezzandogli i capelli.
- Molto. Molto meglio, Deni. – Fa lui sciogliendo l’abbraccio. – Devo andare…
Lo accompagno fin sulla porta e solo lì lui si gira e mi da un ultimo bacio.
-         Ci vediamo lunedì…Pazzoide. – Sogghigna chiudendosi la porta alle spalle.
E’ stato un sogno? Un sogno realistico e con in mezzo qualche pezzo di incubo?E chi lo sa. Datemi un pizzicotto.
Come persa nel mio mondo, mi giro per tornare in camera e sbatto contro il muro dell’ingresso. Avevo detto un pizzicotto!

Waaa sto ammattendo O.O ho completato questo capitolo facendo lo slalom fra latino, greco e geografia quindi potrebbe essere un casino, ma così è la vita XD comunque...Aster e Denise ** a quanto pare in cinque giorni in quella scuola è successo di tutto, eh? Lunedì, Eggman e Silvaze **. Martedì, la scoperta di Knuckles. Mercoledì, tutti quei dialoghi. Giovedì, il bagno di Tikal, e venerdì...questo XD me ne sono accorta mentre ero a scuola...
Denise: ma tu a scuola ti fai tutte queste pippe mentali?
E tu non ti fai mai i capperi tuoi? Uff..Vabbè. Hasta la vista! ^^
Ro =)
P.S.   http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=6abb33Jiq1A  questa è la canzone che canta Aster **
  
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