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Autore: damnlouis    23/10/2012    7 recensioni
Luogo: Oratorio estivo, detto anche CRE (Centro Ricreativo Estivo).
Lei: Alessia Jepsen, occhi verde smeraldo e capelli neri, è solare, creativa, estroversa, orgogliosa (fin troppo), simpatica, sicura di sé, combattiva, determinata, romantica e testarda come un mulo.
Lui: Louis Tomlinson, occhi azzurri cristallini e capelli mori a schiaffo, è divertente, cretino, estroverso, disordinato, estremamente testardo, se ne fotte di cosa pensano gli altri di lui, sincero, orgoglioso, idiota, romantico, buffone e sfacciato.
Messi insieme: litigano in continuazione, eppure c'è una qualche attrazione che li spinge a stuzzicarsi l'uno con l'altra.
Tra litigi, momenti di dolcezza, sfuriate, canzoni traboccanti di sentimenti, scenate di gelosia, sguardi sognanti, baci rubati, coppie che scoppiano, segreti, istinti omicida, sentimenti che vengono a galla, pensieri sessuali e ormoni da tenere sotto controllo; che combineranno i protagonisti?
Entrambi si odiano a morte, ma alla fine della storia sarà ancora così?
Si dice che da odio nasce amore..

Fic Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=LzpFf4-aTcE
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Domenica 17 Giugno 2012 (pomeriggio)
 

 
 

Louis’ mind
 

Uscii, per poi avviarmi verso casa mia.
«Ehm... Louis?»
«Sì?»
«Grazie...»
«Di nulla!» risposi, prima di abbassare la maniglia della porta di casa mia. Chiusi la porta e salii in camera mia, mentre componevo il numero di Elena sul mio iPhone 4s.
«Pronto?» rispose Elena subito dopo due squilli.
«Elena travestiti da agente 007... Abbiamo una missione da compiere» detto questo chiusi la chiamata, prima di fiondarmi nell’armadio e vestirmi diversamente da come ero uscito da casa di Alessia. Indossai una camicia azzurra intenso e i pantaloni neri, poi misi le mie All-star bianche e uscii di casa. Corsi verso casa di Elena e la vidi uscire dal cancello della sua villa. Quando si accorse di me, mi guardò strano, ma allo stesso tempo curiosa.
«Spiegami che cazzo vuol dire: ’Travestiti da agente 007’» disse Elena alzando con la mano destra il suo Samsung Galaxy e indicandolo con l’altra mano.
«Vuol dire che dobbiamo spiare una persona...» dissi restando sul vago, mentre trascinavo Elena nell’unico posto in cui Styles poteva portare Alessia: al parco di Verderio Superiore.
«...O due persone che sono uscite insieme?» chiese Elena guardandomi con un sorriso. Sbarrai gli occhi: lei lo sapeva?
«Tu come lo sai?!» esclamai fermandomi di colpo; di conseguenza Elena mi venne addosso. Quest’ultima alzò gli occhi al cielo.
«Harry è venuto a casa mia stamattina e mi ha chiesto dei consigli per l’appuntamento con Alessia» rispose, come se fosse ovvio. Harry era andato a casa di Elena? Ah, furbo il ragazzo, per non fare figure di merda, va dalla mia migliore amica.
«Uhm... Bene ora muoviti!» dissi, prima di ricominciare a trascinare Elena per la strada. Elena scoppiò a ridere.
«Ah, la gelosia... che brutta malattia» disse Elena mordendosi un labbro, cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia.
«Io non sono geloso!» esclamai senza smettere di camminare e guardandomi intorno come un’ossesso.
«Noooo, infatti sei gelosissimo! - cominciò a cantilenare Elena -  Louis è geloso, Louis è geloso, Louis è geloso...» cantò a squarciagola tra le strade di Verderio. Signore e signori, questa è la mia così detta migliore amica.
«Signora! Lo sa che questo ragazzo è gelosissimo?» urlò Elena, attirando l’attenzione di una signora che stava passando dal marciapiede opposto. Mi girai di scatto e tappai la bocca a Elena.
«Vuoi stare zitta? Non lo deve sapere tutto il paese!» esclamai ironicamente. Elena sorrise: avevo appena sottointeso che ero geloso. Minchia Louis, ma vuoi pensare alle frasi che dici prima di parlare?! Vabbè, ciò che è fatto è fatto.
«Allora lo hai ammesso di essere geloso!» esclamò a sua volta Elena. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
«Sì... - sputai tra i denti, odiavo ammettere di essere geloso. - Ora possiamo andare?!» chiesi imnpaziente di arrivare sul luogo. Elena scoppiò a ridere, scosse la testa e subito dopo annuì.
Arrivammo al parco, con un passo velocissimo da parte mia e strascicato da parte di Elena. Mi guardai intorno ossessivamente, mentre Elena mi guardava malissimo.
«Alessia ti ha mandato decisamente fuori di testa!» commentò a bassa voce, anche se avevo sentito ogni parola.
«Non è vero... E’ solo che mi preoccupo, tutto qui» risposi senza pensare. Elena alzò un soppracciglio con fare indagatore e incrociò le braccia con un sorriso.
«E da quando ti preoccupi per lei? Insomma, mica sei-» cominciò a dire, ma la interruppi.
«Non dire: ’il suo fidanzato’!» esclamai indignato. Elena sorrise e quasi scoppiò a ridere.
«Infatti io stavo per dire: ’la sua guardia del corpo’... Vedi che ti piace? Perchè ti ostini a dire il contrario? Insomma guardati: non saresti qui se davvero non ti importava nulla di lei...» disse Elena comprensiva, mettendomi una mano sulla spalla.
«Mi preoccupo perchè è con Harry... Lo sai anche tu che Harry non è affidabile.» dissi zittendola e non ammettendo obbiezioni. Elena sospirò, rassegnandosi. Subito dopo vidi le figure di Harry e di Alessia, mano nella mano sorridenti che camminavano lungo il viale che portava alle altalene. Spinsi Elena giù, dietro ai cespugli, in modo che non ci potessero scoprire. Il problema era che spinsi Elena troppo forte e quest’ultima cadde a terra.
«Ma cazzo Louis, che hai nel cervello?! Patatine?!» si lamentò Elena guardandosi il braccio graffiato dai rami del cespuglio. Nel frattempo la sua gonna fuxia si spostò, lasciando intravedere le mutande bianche. Subito i miei istinti maschili si fecero sentire.
Ci mancava solo questa, porca di quella puzz-
Una risata mi distrasse e subito mi girai verso quel suono melodioso, che proveniva da Alessia. Tutto intorno si fece buio, mentre solo la sua figura che andava allegramente sull’altalena catturò la mia attenzione.
 
I’m blinded ’cause you are everything I see...
 
Mi venne in mente questa frase, così spuntata dal nulla, come se il mio cervello avesse immagazzinato questa frase per poi formularla al momento opportuno.
E poi la magia si interruppe... Non so come, ma Alessia finì tra le braccia di Harry e entrambe le loro risate si stopparono, mentre si guardavano dolcemente negli occhi. Serrai i pugni, mentre un vuoto incolmabile mi riempì lo stomaco e mentre cercavo di trattenere un urlo. Ma perchè? Perchè mi sentivo così?
Come se fossi deluso, ferito, tradito?
Deluso da chi?
Ferito da chi?
Tradito da chi?
Da Harry? O da Alessia?
Troppe domande, nessuna risposta. Eppure io ero un ragazzo che non si faceva tante domande o problemi. Sicuramente da quando conoscevo Alessia ero cambiato, ma non pensavo di arrivare al punto di essere pazzo.
Un colpo di tosse mi distrasse dai miei pensieri, mi girai di scatto e vidi Elena che indicava la coppietta degli innamorati che si stava baciando passionalmente. Una pugnalata al petto, mentre una lacrima solcava il mio viso. Okay, questo era decisamente strano. Io che piangevo? Da quando?!
«Perchè?!» chiesi più a me stesso che ad Elena. Ero incazzato nero alla vista della coppietta, ma ancora di più con me stesso, perchè avevo mille domande per la testa e nessuna risposta.
Sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla, quella era sicuramente Elena che cercava di consolarmi.
«Perchè sei innam-» cominciò a dire Elena, ma la interruppi, non volendo neanche sentire quella parola.
 
I’m broken, do you hear me?
 
Altre parole che mi correvano in mente, come se fossero il testo di una canzone. Aspetta una canzone? Mi era appena venuta in mente l’ispirazione per la canzone che dovevo scrivere per il gruppo.
Sì, esatto: io, Harry, Niall, Zayn e Liam avevamo formato una band. Scrivevamo canzoni così per divertimento, ma già da un pò volevamo presentarne qualcuna allo spettacolo finale dell’oratorio, quindi ci stavamo seriamente impegnando.
Incurante della reazione di Elena, mi alzai e corsi verso casa. Chiuso nella mia stanza, presi la chitarra, un quaderno e una matita. Chiusi gli occhi, cominciai a strimpellare sulle corde, fino a quando non ne uscì una melodia abbastanza lenta. Senza che me ne accorgessi, cominciai a cantare, sempre più preso dall’ispirazione del momento.
 
I’m broken, do you hear me?
I’m blinded cos you are everything I see
I’m dancing alone
I’m praying that your heart will just turn around
And as I walk up to your door
My head turns to face the floor
Cos I can’t look you in the eyes and say
 

When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 
If I’m louder would you see me?
Would you lay down in my arms and rescue me
Cos we are the same
You save me butr when you leave its gone again
 

And then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I’m on my knees praying

When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 
I’ve never had the words to say
But now I’m asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you willsee the light
That’s shining from the stars above
 


Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside 
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 

Nicole’s mind
Non avevo voglia di restare un solo minuto di più in casa mia, quindi uscii per prendere un pò d’aria fresca. Vagai per un pò senza meta, con il sole che man mano si stava ricoprendo dalle nuvole per il temporale della sera prima, sopra la testa. Poi vidi un bar lì vicino e decisi di entrare lì dentro. Una cosa che non mi sarei aspettata era vedere Liam dietro al banconeche puliva dei bicchieri vuoti.
Mi avvicinai sempre più sorpresa.
«Ciao Liam!» lo salutai, appoggiandomi al bancone. Lui alzò lo sguardo e quando mi vide, gli si stampò un sorriso sulla faccia.
«Ciao Nicole! Cosa posso offrirti?» chiese con fare professionale, asciugando un bicchiere con lo straccio facendolo girare con la mano.
«In realtà niente... Sono passata di qua per caso.» risposi gesticolando con la mano. Mi sporsi per vedere quanta roba aveva ancora da lavare e me ne pentii all’istante: era davvero tanta.
«Vuoi che ti do una mano? Tanto non ho niente da fare...» chiesi gentilmente, ma Liam scosse la testa con disapprovazione.
«Nicole, tu sei una cliente, non puoi aiutarmi!» disse scoppiando a ridere. Che bella risata che aveva... Riuscì a contagiarmi pure a me.
«Scommettiamo che posso?» affermai, mentre con uno sguardo che non ammetteva repliche, girai il bancone e lo raggiunsi. Mi misi i guanti di plastica, prima di cominciare ad insaponare le varie tazzine da caffè. Liam mi guardò stupito, mentre asciugava un’altro bicchiere.
«Come mai lavori anche d’estate?» chiesi dopo un pò di minuti passati in silenzio. Liam alzò le spalle.
«Questo bar è di proprietà di mio padre e quindi... Ogni tanto mi costringe ad aiutarlo. Fortunatamente me lo chiede soltanto il Sabato e la Domenica, anche perchè durante la settimana c’è l’oratorio estivo» rispose, sorridendomi. Abbassai lo sguardo, sentendomi messa in soggezione, mentre le guance mi andavano a fuoco. Sorrisi senza rendermen conto.
«Ehy Nicole, sei sporca qua!» disse Liam, prima di prendere un pò di schiuma e spalmarmela sulla guancia. Scoppiammo entrambi a ridere, mentre anche io prendevo un pò di schiuma e gliela tirai addosso.
«Ah, ma tu vuoi guerra!» esclamò Liam, prima di scattare come un fulmine e poi prendermi in braccio. Cominciai a ridere a crepapelle.
«Liam, mettimi giù!» esclamai in risposta, ma ridendo ancora come una deficiente.
Liam prese una pozza d’acqua, scivolammo entrambi e non so come, ma mi ritrovai sopra di lui, a mezzo centimetro di distanza dal suo volto. Ancora sotto shok, scoppiammo a ridere entrambi, ma poi ci bloccammo di colpo. Mi ritrovai a guardare i suoi bellissimi occhi color miele con delle pagliuzze di castano dorato, mentre tutto andò da sè. I nostri volti si avvicinarono sempre di più, fino a quando le nostre labbra si toccarono. Gli presi il viso fra le mani, mentre lui mi prese i fianchi.
Quando ci staccammo, Liam sorrise, mentre mi scostava una cioccabionda dai capelli e mentre io gli accarezzavo ancora una guancia.
«Sarà meglio ripulire tutto, non credi?» gli domandai, indicando il luogo dietro di me.
«Più tardi...» disse, prima di riprendere il mio viso tra le mani e baciarmi passionalmente.
 
Alessia’s mind
Ero appena stata all’appuntamento con Harry, alla fine era andato tutto bene; eppure… eppure non mi sentivo bene come quando stavo con Lou… Davvero?? Lo stavo pensando davvero? Stavo meglio con Louis che con Harry? Quindi era per questo che gli avevo chiesto di rimanere soltanto amici? Ok ero davvero pazza.
Ero persa nei miei pensieri pazzoidi, quando un scroscione di acqua improvviso mi prese alla sprovvista, così dovetti correre per tutta la strada fino a casa mia. Il punto è che arrivai sotto il portico del cancelletto lavata fradicia. Cercai le chiavi nella mia borsa, ma non le trovai...
Oh merda.
Cercai ancora e ancora più volte, fino a quando mi rassegnai e capii che le avevo lasciate da qualche parte. Ok lo ammetto: le avevo perse da qualche parte.
Improvvisamente il tasto del citofono di casa Tomlinson si accese e il cancelletto si aprì insieme al portoncino.
«Dimenticato qualcosa?» chiese strafottente una voce metallica che poteva appartenere ad una sola persona: Louis Tomlinson.
«Ah-ah mi sto sbellicando Tomlinson» risposi a tono a quell’imbecille, anche se da fuori sembravo una pazza che se la prendeva con il citofono.
«Dai vieni su» disse prima di scoppiare a ridere. No, aspetta cosa? Ha detto: Dai vieni su?
Che cosa vorrebbe dire?!
Salii le scale, fino a ritrovarmi davanti a casa Tomlinson, con Louis appoggiato alla porta con le braccia incrociate. Mi fece segno di entrare e poi sparì in camera sua. Lo sentii aprire e chidere dei cassetti, prima di ritornare da me con un accappatoio e una sua maglietta.
«Vai a farti una doccia, così poi ti riscalderai» disse, dandomi l’accappatoio e poi la sua maglietta. Stupita da quel gesto, mi recai in bagno riluttante. Appoggiai i vestiti bagnati sul calorifero acceso, in modo che potessero asciugare velocemente. Poi, siccome cominciavo ad avere freddo anche se era estate, mi fiondai sotto la doccia bollente, cercando di rilassarmi il più possibile.
Dopo una ventina di minuti, uscii dalla doccia, mi misi l’accappatoio enorme (sicuramente era di Louis) e cominciai ad asciugarmi. Subito dopo presi l’intimo asciutto e lo indossai assieme alla maglietta enorme che mi aveva dato Louis (sicuramente era sua anche quella).
Uscii dal bagno con tutti i capelli bagnati, tanto era estate, e in punta di piedi, attraversai il corridoio.
All’improvviso una voce melodiosa che mi colpì subito allo stomaco per quanto era bella, si diffuse per tutto il corridoio, mentre in sottofondo la chitarra accompagnava la melodia. Una canzone che non avevo mai sentito prima, sicuramente scritta da lui per svago personale. Mi avvicinai alla camera di Louis, mentre le parole della canzone si facevano sempre più distinte.
 
...And then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I’m on my knees praying...
 
Mi affacciai alla porta della sua camera, standolo ad ascoltare mentre cantava dolcemente. Ero come attratta da quella canzone, non riuscivo a farne a meno e senza neanche rendermene conto, entrai completamente nella sua stanza. Mi appoggia al muro e stetti ad ascoltare, fino a quando Louis si accorse della mia presenza, sbagliò accordo e smise di cantare. Imbarazzato, si morse il labbro inferiore, mentre le guance diventarono rosso fuoco.
«No, continua... Era davvero bella» dissi, mentre mi andavo a sedere di fianco a lui sul letto. Dopo essersi schiarito la voce, riprese l’accordo da cui si era interrotto e continuò a cantare.
 
...When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this...
 
Appena finì di cantare, Louis si girò e ci guardammo negli occhi. Uno sguardo carico di domande, risposte e forse anche affermazioni; ma erano cose che a parole non si potevano descrivere.
Quasi contemporaneamente, spuntò sul viso di entrambi un sorriso, mentre l’imbarazzo prendeva il sopravvento.
«Vuoi cantarla insieme a me?» chiese poi Louis, porgendomi il foglio del testo tutto scribacchiato e pieno di ghirigori.
«Certo» risposi. Subito dopo Louis cominciò a suonare la melodia, mentre entrambi cantavamo sulle note di More Than This.



 

*Sììì Louis, sei stuprabile lo stesso quando sei preso dall'ispirazione ;) *



*Harry che si dispera perchè Alessia gli chiede di rimanere amici*



____Autrice____
Allora, bella genteee!!! Ho aggiornato! Sinceramente questo capitolo è un po’ triste, non mi piace affatto, anche se è strapuccioso alla fine ;)
E’ SCIENTIFICAMENTE TESTATO CHE:

 

  • NON TI ASPETTAVI CHE AVREI MESSO MORE THAN THIS DENTRO LA STORIA
  • MENTRE LEGGEVI IL TESTO LA STAVI CANTANDO
  • MENTRE LEGGEVI IL TESTO TI IMMAGINAVI I ONE DIRECTION CHE LA CANTAVANO; ANCHE SE è SOLO LOUIS CHE CANTA NELLA STORIA.

Ahhahahahahahahah xD Oddio sclero time (?) Cooomunque, in fb e anche su Efp che alcune storie vengono rubate. Nel caso qualche anima gelosa (?) e senza fantasia (?) mi rubasse la fanfic, me lo direste?! Vi ringrazio tantooo!! :*
RINGRAZIO MOLTISSIMO LE BUONE ANIME CHE LEGGONO QUESTA STORIA E CHE LA RECENSISCONO :D Vi voglio taaaaaanto beneeeeeee!! 
Passate tutte quiii: La ragazza che non si innamorava, ora sta amando
E poi anche quii: Love Love!!!
Sono delle mie due migliori amiche :DAhhhahahahahahahah fatemi sapere, al prossimo capitolooo!! :D  
P.S.: Vi lascio con Louis ;)





 

   
 
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