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Autore: _fedss    23/10/2012    21 recensioni
Sono passati cinque anni da quel giorno.
Cinque anni dalla fine di quell'incubo e dall'inizio del grande dolore.
Cinque anni e Richard Castle ancora non riesce a darsi pace.
Continui incubi e tormenti popolano le sue notti.
Si sente seguito, spiato.
Ma non da poi tanta importanza ai suoi timori.
Ormai la donna che ama non c'è più.
E se non fosse così?
Se l'incubo non fosse ancora finito?
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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You are in my veins.

 
 
 
Cammina per il corridoio dell'ospedale tenendo le mani in tasca e il capo chino. Avanti e indietro, da più di dieci minuti.
 
«Kate, stai lasciando il buco sul pavimento», dice qualcuno. Lei nemmeno ci fa caso.
 
«Perché ci mettono così tanto?», chiede. Sente una mano sulla spalla e si ferma. Si gira verso l'irlandese che le sta sorridendo dolcemente.
 
«Beckett, è una visita di controllo, devi stare tranquilla. Pensa che poi, appena avranno fatto, sarà sveglio e potrai parlargli».
 
Annuisce e prova a tranquillizzarsi come le è stato detto. Sta per rispondere quando qualcuno apre la porta della camera 56.
 
«La signorina Beckett?», chiede un dottore uscendo dalla stanza di Rick. Kate si fa avanti timidamente ed accenna un sorriso forzato.
 
«Volevo comunicarle che il signor Castle è sveglio, sta bene e la prima cosa che ha chiesto è stata dove fosse 'Beckett'. Penso si riferisca a lei».
 
Kate scuote la testa. Non cambierà mai. «Ci sono state complicazioni?», domanda timorosa.
 
«No», si fa più serio. «Ma per favore, impeditegli di fare attività fisica e lavori duri, movimenti bruschi e non si deve assolutamente affaticare. Quando uscirà da qui, dovrà stare almeno due mesi in riposo. È stato colpito da un proiettile in una zona molto delicata e...»
 
«E riguardo al braccio?», lo interrompe Ryan.
 
«Ci stavo arrivando, ragazzo. La spalla non è stata lesionata come il petto ma per il momento un grosso buco testimonia il secondo proiettile. Purtroppo è quella destra quindi, dato che dovrà evitare ogni movimento con quell'arto, non potrà scrivere per un po'».
 
La detective scuote nuovamente la testa insieme all'ispanico. Non riusciranno mai a tenere fermo lo scrittore. L'uragano Castle non sarà capace di fermarsi di fronte a solamente due proiettili. Ci vuole ben altro per calmarlo.
 
«Perché scuote la testa, signorina? La vede un'impresa difficile, eh?» Ride. «Comunque, ho lasciato una lista di medicinali nella stanza di suo marito. Mi raccomando, ci pensi lei».
 
Saluta i presenti e se ne va. Quella strana famiglia lo sta facendo impazzire in questi giorni. Sono così strani, ma così uniti...
 
Kate non fa nemmeno caso al fatto di esser stata definita moglie dello scrittore. «Io entro ragazzi, dopo venite anche voi?»
 
Si rivolge ai colleghi che si guardano l'un l'altro come a mettersi d'accordo solo attraverso gli sguardi. Sono partner, fanno così.
 
«Aspettiamo Martha, Alexis e Roy James», inizia Javier.
 
«Facciamo entrare tuo figlio e...», continua Kevin.
 
«Dopo entreremo noi!», finisce Esposito. Non riesci a trattenere una risata. Ridi talmente tanto che stai per scoppiare in lacrime.
 
Esposito ti guarda teneramente. «È bello vederti sorridere di nuovo, Kate. Bentornata».
 
 
 
 
«Posso?»
 
Sente la voce della donna che sta aspettando da più di dieci minuti e apre un occhio. Vede la testa della sua musa spuntare dalla porta. «Un angelo, sono in paradiso!», esclama sempre con un occhio chiuso e uno no.
 
Lei ride ancora e finalmente entra nella stanza. Chiude la porta dietro di se e va a sedersi sulla sedia vicino al letto di Castle.
 
Automaticamente le loro dita si intrecciano.
 
«Come stai, Rick?»
 
Lui la guarda spalancando entrambi gli occhi. «E me lo chiedi? Adesso che ci sei tu, sto splendidamente».
 
Gli lascia un pugnetto sulla spalla buona. «Seriamente, come ti sentì?»
 
«Fisicamente, sto meglio. Dentro... ho avuto paura di non potervi più vedere, Kate. Stavo per lasciarvi da soli e... non me lo sarei mai permesso!» Gli occhi gli si fanno lucidi e lei, prontamente, gli passa la mano sulla guancia.
 
«Rick, è tutto passato e... è stato solo un brutto periodo. È tutto finito. Adesso tornerà tutto come prima».
 
Rimangono in silenzio per un po' continuando a torturarsi le dita delle mani. Sembra che lo scrittore si sia tranquillizzato quando, all'improvviso sospira.
 
«Cosa è successo, Kate?»
 
Temeva quella domanda. Avrebbe dovuto sposarla, comunque. Ci teneva a lei. Non vuole dargli l'ennesima pugnalata. Ma è costretta.
 
«Ti ha sparato due colpi. Uno sopra al cuore e uno alla spalla destra. Io non ci ho visto più e... ho urlato a Roy James di scansarsi velocemente ed ho sparato a mia volta».
 
Lo vede deglutire.
 
«Quindi è... è morta?»
 
«No. Aggiungerei purtroppo, ma non sono così cattiva. Ho mirato al braccio ed ho centrato il bersaglio. Ryan ed Esposito non sono intervenuti per paura di colpire Roy. Agata è già uscita dall'ospedale ed è in carcere. Ha ammesso perfino l'omicidio di Mark Felton...»
 
«Mark Felton?», chiede curioso.
 
«Si, il suo ex marito. Agata ha ucciso Mark per soldi e...»
 
«Lo avrebbe fatto anche con me per lo stesso motivo». Abbassa lo sguardo. «Avevi ragione, amore. Come al solito, ho reagito d'impulso, mi sono messo con la prima donna che ho trovato solo per coprire il vuoto che tu avevi lasciato e...»
 
«No», lo interrompe. «So quanto tu sia stato male, Rick. La Gates mi diceva tutto. Mi diceva che portavi il caffè ogni giorno al distretto e lo lasciavi sulla mia scrivania. Mi raccontava che, tutte le sere, quando passava davanti al cimitero, riusciva a vedere nuovi fiori freschi sulla mia tomba. Sei stato vicino a mio padre, a nostro figlio e alla nostra grande famiglia. Ti sei preso cura al meglio di Roy e... hai continuato ad amarmi». Si asciuga le lacrime che non è riuscita a trattenere. «È questa la cosa più importante. Adesso siamo noi e...»
 
La porta si apre piano. Non riescono a vedere nessuno fino a quando non abbassano lo sguardo. È Roy James.
 
«Papà!»
 
Salta in braccio alla madre sulla sedia e si allunga a dare un bacio al padre.
 
«Ti hanno sparato, papà! Che cosa fighissima!», esclama entusiasta.
 
Richard ride ma si deve bloccare per il dolore. Kate lo guarda preoccupata.
 
«Roy James, amore, non facciamo ridere tanto papà, questi giorni. Non sta molto bene...»
 
Lui guarda il padre e annuisce. «Va bene. Deve riposare, è vecchietto», sghignazza.
 
«Io non sono vecchio!»
 
Facendo molta attenzione, il piccolo, riesce ad allungarsi e ad abbracciare i due genitori insieme.
 
«Mamma, papà, mi promettete una cosa?», sussurra. Si scosta un pochino per guardare entrambi negli occhi. «Adesso che siamo tutti e tre insieme, possiamo restarci per sempre?»
 
I genitori annuiscono rapiti dalle parole del figlio.
 
«Sapete, non mi ricordo molto di quando eri ancora con noi, mamma. Papà dice che ti sei persa tante cose belle e… dobbiamo rifarle!», esclama. «Rifacciamo tutto! Vi va?»
 
Come si può dire di no ad una cosa tanto piccola quanto innocente? Non ci si riesce. Infatti, sia Rick Castle, sia Kate Beckett, si trovano d’accordo con loro figlio.
 
«Va bene, Roy James. Ricominciamo!», dice lo scrittore più entusiasta del figlio.
 
Kate lì guarda e sorride, commossa. Eccoli lì, gli uomini della sua vita. Finalmente, di nuovo, insieme a lei. Questa volta, niente li può separare. Non ci sono più draghi, donne ed ex-mogli invidiose a dividerli. Ci sono solo loro. Rick, Kate e… Roy James!
 
 
 
 
 
 
 
Angolino della Fe! :)
 
Ti ricordi, la prima volta che ti ho parlato di questa fan fiction? Oh, si che ti ricordi. Eri così entusiasta… il tuo primo commento è stato: “Ma che rozzata pazzesca mi vuoi creare, Pattt?
Ho riso talmente tanto, adoro quando mi chiami Pat *-*
Comunque, un po’ ti ho deluso, vero? L’idea era figa ma non sono stata così brava a svilupparla… però, oh! Ogni volta che leggi ti brillano gli occhi, quindi…
E non dire che gli occhi ti brillano solo perché ci sono io vicina, mi fai arrossire u.u
 
La seconda cosa che mi hai detto me la ricordo bene. Ti sei fatto più serio e ti sei tolto gli occhiali. Sembravi uno psicologo, lol
“Come farai, Fe? È difficile descrivere dei sentimenti del genere. C’è, lei che muore e torna, ok. Ma i suoi amici, come la prenderanno?”
Non ho dovuto pensare due volte alla risposta.
“Facile. Facilissimo. Penserò a come dovessi sentirmi se lei dovesse tornare. Sarei felice, arrabbiata, delusa, emozionata, distrutta… sarei incazzata nera con lei per non avermi resa partecipe ma… cazzo, vorrebbe dire averla di nuovo al mio fianco. Me ne fregherei dell’assenza. Sarebbe di nuovo con me. Sai cosa darei per poterla anche solo sfiorare…”
“Vai, scrivi e non rompermi più le palle con questo telefilm!”
 
FINE.
 
 
Non avevo previsto questa come fine. Ma ragazze, come sapete, è un periodo difficile. Diciamo che ho scritto quello che sento. Facciamo così. L’happy ending c’è. Lei è viva, lui sta bene, hanno fatto pace. Dategli voi un seguito. Si sposano, finalmente? Avranno un altro figlio? Castle tornerà a scrivere? A voi con la vostra immaginazione!
 
Chiedo scusa, se ho deluso qualcuno. Ho deluso anche il mio Ric, ma lui non me lo vuole dire :(
 
Che altro dire? La stanchezza si fa sentire. I vari dolori, anche. Io vado a dormire!
 
Spero, comunque, che un po’ abbiate apprezzato.
 
Non scrivo i ringraziamenti uno ad uno. Chi sa, sa (?).
 
 
Baci porno,
Fede.
   
 
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