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Autore: AyaCere    08/05/2007    5 recensioni
E' una long-fic ambientata in un periodo indefinito della storia, dopo l'attacco al Tokyo Dome, e ne riscrive la fine (che prenderà una piega del tutto diversa -.-). E' il tipo di fic in cui la fanwriter prende la trama di fondo di TMM, ci ficca dentro personaggi e invenzioni personali e poi ci fa quel che le pare e piace! (mwahahah XD)
Premetto che si tratta della stessa storia che avevo pubblicato con nick di _Ceres_, però l'ho riscritta da capo, visto che prima faceva proprio pietà. E' anche abbastanza seria (per i miei standard, si intende) e vi avverto fin da subito che sono molto lenta con gli aggiornamento. Portate pazienza...
Vi auguro buona lettura *sorrisino molto molto perverso* smackete! ;*
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Frammenti Di Me

Ecco qui il secondo capitolo! Non c'ho messo troppo, vero? A dir la verità avrei potuto aggiornare prima, ma ho deciso che aggiornerò ogni due settimane, così da non fare i soliti ritardi pazzeschi. L'idea non fa una piega, ma non so quanto durerà =_='''

Passiamo alle recensioni! Che dire... wow! Ma sul serio l'introduzione era così carina? Contenta di saperlo ^^

Anonimo: non so se leggerai questo capitolo, ma sappi che mi hai fatto troppo tenerezza xD non mi arrabbio certo se non ti piace una coppia, anzi! I pairing sono sacri, ed è appunto a quelle persone che non li rispettano che era rivolta la minaccia! Comunque, anche se non leggerai la storia, ti ringrazio per i complimenti, sei stato/a un tesoro.

Pichan: tu sei sicuramente nuovo! Quindi benvenuto xD Chi è quella ragazza lo scoprirai col tempo... mi fa piacere sapere che, sebbene non ti piacciano Ryo e Retasu come coppia, leggerai lo stesso la fic, anche perché le coppie trattate saranno parecchie... cercherò di sviluppare tutti i personaggi, per quanto mi sarà possibile ^^

Caomei: grazie per la comprensione ^^ finalmente qualcuno a cui piace la Retasu/Ryo! Un giorno o l'altro dovremmo creare un vero e proprio fan club per la salvaguardia della coppia U_u

Danya91: anche a me piace tantissimo la coppia Retasu/Pai (in effetti ho in cantiere una one-shot su di loro, ma questo maledetto blocco dello scrittore è una gran brutta bestia...) ma ai fini della storia non li ho potuti mettere insieme. Comunque tranquilla, non ho abbandonato l'altra... prima o poi la continuerò ^^''' (quel prima o poi non ti piace? Nemmeno a me, ma che ci vuoi fare...)

Lory 06: se non sbaglio (e credo di no) tu seguivi anche la prima stesura, vero? Grazie per i complimenti! A dirti la verità la figura di Ryo, nella precedente fic, non era molto approfondita... qui invece lo è abbastanza. Ho cambiato molte cose, spero che ti piacerà comunque ^^

 

 

Declaimers: Tokyo Mew Mew non appartiene a me, ma a Mia Ikumi e Reiko Yoshida, e non ne possiedo i diritti. Questa storia non ha scopo di lucro né è serializzata.

 

Frammenti Di Me

 

2. Novità al caffè

 

    - Buongiorno a tutti! -

La voce squillante di una ragazza risuonò nel locale già pieno di clienti, ma solo due persone, tra le tante, si voltarono verso di lei. Dovevano essere due cameriere poiché indossavano delle divise colorate, e dovevano anche conoscere la ragazza dai codini rossi ferma davanti all’entrata, perché il loro tono era confidenziale.

    - Sei in ritardo. Come sempre, d’altra parte. -

A parlare era stata la cameriera vestita di blu. Era la più bassa delle tre, forse anche più piccola, ma l’espressione altezzosa ed il sorrisetto di scherno la facevano apparire molto più matura. Non badava affatto ai clienti e sedeva con le gambe accavallate al bancone, dov’era appoggiata una piccola teiera ed una tazza fumante di the.

La ragazza dai codini rossi si fece avanti, piuttosto offesa da quel commento. Indossava una divisa scolastica delle medie di un bel grigio chiaro e teneva sottobraccio una cartella beige.

    - Uffa Mint, non è colpa mia questa volta! E' che nel test di matematica ho preso un brutto voto e il professore mi ha tenuto in classe per farmi una testa così… - si diriesse verso il camerino, ma la cameriera più grande la costrinse a fermarsi. In realtà costringere era un po’ esagerato, perché bastò chiamarla, ma Zakuro era un caso a parte.

    - Ichigo. - il tono della diciottenne era serio, ma non seccato né tanto meno di rimprovero. Qualcosa diceva ad Ichigo che c’erano novità in arrivo, e che non era propriamente piacevoli. Osservò altrettanto seria il volto dell’altra, dai suoi occhi azzurro ghiaccio alla frangetta severa che le sfiorava le sopracciglia scure. - Dobbiamo farti vedere una cosa. -

Infatti... Ichigo appoggiò la cartella sul bancone. Mint lasciò perdere il suo the pomeridiano e si incamminò verso la cucina. Entrarono nella piccolo stanza e si fermarono tutte e tre davanti ad una porta di lucido acciaio, senza maniglie né altri appigli per aprirla.

Mint sfilò dalla tasca un ciondolo dorato e lo fece passare davanti ad un piccolo display incastrato nella parete, un sistema di sicurezza. Passarono pochi attimi, dopodiché il display si illuminò e la porta prese a scorrere. Dall'altra parte si potevano scorgere solo pochi gradini di una scala, ma il resto era inghiottito dal buio.

    - Andiamo nel laboratorio? - Ichigo era preoccupata. - Ci sono problemi con gli alieni? Speravo che avessero lasciato perdere... era un po' che non davano fastidio. -

Mint si incamminò senza fare commenti e Zakuro si limitò a dare una risposta enigmatica, di quelle che era solita dare.

    - No, questa volta no. Almeno è ciò che dobbiamo sperare. -

 

C'era un motivo ben preciso per cui Ichigo detestava quel posto, un motivo che non aveva nulla a che fare con il buio denso in cui era avvolto, dei fili sparpagliati a terra in cui capitava ogni tanto di inciampare o della luce accecante dell'enorme monitor che occupava l'intera parete.

No, lei detestava quel posto perché sapeva di disinfettante.

Era un odore che sentiva dappertutto, fortissimo, le dava alla testa. Quel giorno sembrava essersi quadruplicato nell'aria, rendendole difficile persino respirare. Si appoggiò alla parete, trattenendo il respiro. Una bambina, poco più in là, le lanciò un'occhiata preoccupata. Aveva bei capelli biondo grano raccolti in quattro piccole trecce e teneri occhi marroni a mandorla. Non dimostrava più di dieci anni.

    - Ti senti bene? -

A parlare non era stata la bambina, ma una ragazza di poco più grande di Ichigo appena uscita dalla stanza. Era alta e magra, troppo. Le due lunghe trecce verde foglia le cadevano dolcemente sulla divisa dello stesso colore. Gli occhi blu notte, nascosti dalle lenti degli occhiali, la fissavano preoccupati.

    - No, cioè sì, sto bene. E' solo che... lascia stare. -

Sorrise anche quell'odore nauseante le faceva girare la testa. Retasu continuò a fissarla per alcuni attimi, poi sospirò.

    - Dai, venite dentro, ma fate piano. Mizu sta dormendo. -

    - Chi? - sbottarono in coro Purin ed Ichigo, e l'altra le zittì subito.

    - Shhh! Per favore, ragazze... Ryo ha detto che è importante lasciarla dormire. - Retasu era preoccupata. Le due si tapparono subito la bocca, ma prima di seguire la più grande dentro la stanza si lanciarono un'occhiata, in ansia.

In effetti, c'era un motivo se quel posto sapeva di disinfettante.

Quella stanza era subito accanto al laboratorio centrale, ma non serviva per tenere né computer né archivi. Era una piccola infermeria, dalle pareti di un bianco accecante, ed era piuttosto spoglia. All'interno c'erano due letti ed alcune apparecchiature mediche che Ichigo non aveva mai visto in funzione.

Almeno fino ad allora.

    - Ichigo, Purin, bene arrivate. -

Keiichiiro Akasaka si voltò verso di loro, sorridendo. Era un uomo alto, l'unico adulto del loro guppo; teneva i lunghi capelli raccolti in una coda elegante e sapeva fare un sacco di cose, tra cui cucinare e suonare il pianoforte. Era sempre gentile con tutti, in special modo con le ragazze che lui chiamava "principesse". Ichigo lo adorava.

    - Ciao. - la ragazza ricambiò il saluto, meno sorridente del solito. Nella stanza c'erano anche Mint, Zakuro e Ryo, che erano voltati di spalle e accerchiavano il letto più in fondo alla stanza. Ichigo provò ad allungare il collo per scorgere qualcosa ma era inutile. Si voltò di nuovo verso Keiichiiro. - Allora, cos'è tutto questo mistero? -

    - Già, che ci nascondete? - anche Purin era curiosa. Keiichiiro sospirò e smise di sorridere. Ryo gli lanciò un'occhiata, ma non intervenne.

    - Vedete... quattro giorni fa abbiamo trovato una ragazza svenuta in un parco poco lontano da qui. -

    - Una ragazza? Come sta? L'hanno attaccata gli alieni? -

    - No... cioè, non lo sappiamo. - rispose pacato Keiichiiro, senza prendersela troppo per essere stato interrotto.

    - E allora che c'entra con noi? -

    - E' quella che riposa in quel letto lì? - Purin indicò il letto dove stavano Ryo, Mint e Zakuro. Anche lei sembrava abbastanza confusa. - Ma se era ferita perché non l'avete portata all'ospedale? -

Keiichiiro distolse lo sguardo dalle due ragazze, poi afferrò il pc portatile che teneva sul tavolino a lo avvicinò loro. Sullo schermo era visualizzato un programma piuttosto complicato, pieno zeppo di numeri mischiati a caratteri che Ichigo non aveva mai visto. Aprì bocca per chiedere qualcosa, ma Keiichiiro la precedette.

    - Inizialmente avevamo pensato di fare così. L'abbiamo portata qui al caffè che era svenuta. Aveva ferite da taglio lungo tutto il corpo e bisognava disinfettarle subito, così, visto che Ryo ed io abbiamo fatto studi di medicina, abbiamo deciso di pensarci noi... ma quando abbiamo esaminato il suo sangue abbiamo scoperto... beh, questo. -

Si interruppe, forse per lasciare alle due il tempo di rielaborare le sue parole. Ichigo guardò nuovamente quei numeri strani sullo schermo, ma non ci capì niente lo stesso.

    - Cioè? -

    - Non lo intuisci da sola? - provò a chiedere, ma l'espressione ebete delle due lasciava intendere perfettamente la loro ignoranza in materia. Keiichiiro riprese il discorso, sempre più serio. - Quasi l'ottanta per cento del plasma di questa ragazza è costituito da acqua Cristallo. -

    - CHE? -

La bambina sgranò gli occhi, mentre Ichigo si coprì la bocca con le mani. Osservò lo sguardo mortalmente serio di Keiichiiro, poi non aspettò due attimi prima di avviarsi verso il letto, seguita a ruota da Purin. Retasu rimase alla porta, dove era rimasta tutto il tempo. Zakuro e Mint, vedendole arrivare, si scansarono senza dire una parola. Ryo invece rimase dov'era, stringendo i pugni intorno alla sbarra metallica del lettino.

La ragazza era distesa sotto le coperte bianche, profondamente addormentata. Il suo volto era abbronzato, ma le labbra avevano un colore pallido, esangue. I capelli era corti e lisci, di uno colore a metà tra il biondo e l'arancione, con una lunga frangia che cadeva da una parte del viso. A occhio e croce non aveva più di dodici, tredici anni.

    - Sarebbe questa? - borbottò Purin, squadrandola da capo a piedi con un ditino sul mento. - Però sembra stia bene... cioè, avevi detto che era piena di tagli... -

    - Lo era, infatti. - era la prima volta che Ryo apriva bocca da quando erano arrivate. Sembrava scocciato, ma dopotutto quando mai Ryo non lo era... - Non dimenticatevi però dell'acqua Cristallo che ha nel corpo: dopo poche ore le ferite erano completamente guarite. Aveva una gamba fratturata di brutto, che in casi normali impiegherebbe mesi per mettersi a posto, invece le sono bastati solo quattro giorni per farla tornare come nuova. -

Tutti fissavano seri quella misteriosa ragazzina dormiente, perso ognuno nei propri pensieri.

    - Se... - cominciò Ichigo, trovando il coraggio di parlare. - Se hai detto che sta già guarendo del tutto, perché non si risveglia? -

Questa volta Ryo non rispose subito. Il suo sguardo ceruleo era fermo sul volto della ragazzina, intenso, quasi volesse trapassarla da parte a parte.

    - Da quando è qui si è svegliata solo tre volte. Lei è... insomma... non ricorda niente. E' sotto shock. Kei ed io supponiamo che l'incidente in cui è stata coinvolta, e la caduta che le ha causato la frattura della gamba, abbiano in qualche modo causato una perdita della memoria. Non ricorda niente di sé... tranne quello che forse è il suo nome, Mizu, e la parola "mewmew". -

Ichigo rimase a bocca aperta. Non sapeva se era più sorpresa o perplessa, ma di certo quello era un gran bel mistero.

    - Ragazze - Keiichiiro attirò l'attenzione delle cinque ragazze, ancora molto serio. - Il fatto che questa ragazza abbia nel corpo un quantitativo così enorme di acqua Cristallo significa che da qualche parte a Tokyo o nel mondo, c'è qualcuno oltre a noi che utilizza la Mew Tecnology*, forse in modo anche migliore. Il problema è che non sappiamo se ci è amico o nemico. - prese fiato, osservandole una ad una. - Non è da escludere che oltre agli alieni in futuro non ci sarà qualche altro nemico. Da questo momento Mizu entra a far parte, come noi tutti, del Mew Project. Probabilmente le cose per noi si faranno più rischiose che mai... so che è dura, ragazze, ma per favore... non mollate. -

Keiichiiro si limitò a questo, ma i suoi occhi lasciavano trasparire mille altre parole.

Il futuro è nelle vostre mani, ragazze.

La Terra ha bisogno di voi.

 

*

 

La luce delle stelle sfrecciava veloce davanti ai suoi occhi verdi. Il contrasto col nero dell'universo senza fine era fantastico, ma dava un senso di inquietudine e di abbandono. Il volto pallido dell'aliena era senza espressione, ma era così stanca... si sentiva vuota, completamente svuotata da ogni emozione. Nemmeno il sonno che aveva accumulato in quei giorni terrificanti riusciva a farle chiudere occhio, perché l'unica cosa che riusciva a fare era continuare a girarsi inquieta nel letto, e la sua testa non la smetteva mai di ragionare, di bombardarla di immagini, di spegnersi.

Le stelle sembravano non finire mai... a che velocità stavano andando? Da quanto tempo stavano viaggiando? Minuti, ore, giorni? Quanto mancava alla destinazione? Avevano fatto bene a lasciare il pianeta, oppure ciò che avrebbero incontrato sarebbe stato peggio di ciò che stavano lasciando?

Non lo sapeva... non voleva saperlo. Ormai, non le importava più.

    - ... non trovo Uri. -

Quelle parole bisbigliate nel silenzio la fecero voltare di scatto. Un bambino di poco meno di cinque anni stava di fronte a lei, la testolina bionda abbassata e le mani intrecciate sotto il mento. La tunica nocciola contrastava con la pelle nivea, e sembrava tremare leggermente.

    - Uri? - ripeté Christine dopo alcuni secondi, senza capire a cosa si stesse riferendo. A dir la verità non le importava gran ché, i pensieri erano stati interrotti solo a metà dal piccolo alieno. Lei si sentiva come se non fosse veramente.

    - Il mio cucciolo... non lo trovo più... - sbiascicò il piccolo, la vocina che si faceva flebile e soffocata: era ad un passo dalle lacrime. Christine non rispose subito, ma osservò il volto dell'alieno con tanta pena, perché probabilmente il suo cucciolo era rimasto sul loro pianeta, e chissà che fine aveva fatto...

    - Non ti preoccupare. Ora vai a dormire, domani andremo a cercarlo tutti insieme. Si sarà nascosto da qualche parte nella navicella... - si ritrovò tuttavia a dire, mentre si sforzava di sorridergli. Il tono non era del tutto rassicurante, però bastò per convincere il piccolo alieno.

    - Va bene maestra... - tirò su col naso e fece dietro front, tornando nella stiva dove dormivano tutti gli alieni della sua classe. Christine osservò la sua figura fino a quando scomparì nel buio del corridoio, poi si lasciò cadere sulla sua branda e chiuse gli occhi, pur sapendo che nemmeno quella notte sarebbe riuscita a prendere sonno.

 

*

 

* Mew Tecnology: è il nome (made by me U_u) dello studio e la scienza che ha permesso alle nostre eroine di diventare MewMew unendo il loro DNA con quello di un Red Data Animal, cioè un animale a codice rosso. Dai, sono mica stata brava? Mi sono documentata un sacco! Credo che la lista dei Red Data Animal esista davvero...

  
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