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Autore: FlyChick    24/10/2012    4 recensioni
..."Non puoi sempre ottenere tutto quello che vuoi Shannon."
"Cos'è? Sei diventata una fan dei Rolling Stones? You can't always get what you want..." si mise a canticchiare.
"Lo sono sempre stata e lo sai. Non cambiare discorso."
Shannon prese una sigaretta. Un'altra.
"Perché fai tutto questo?" chiese lei osservandolo mentre la portava alla bocca.
"Questo cosa?"
"Questo. Fumare, bere... e tutto il resto."
"Il resto?"
"Si, portarti a letto ogni ragazza che incontri. O quasi."
"Perché? Perché lo faccio, mi chiedi? Perché é una tortura. E' una tortura Evelyn."
"Cosa?"
La guardò, meravigliato e deluso da quell'ennesima domanda di ovvia risposta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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55.Love After War
-I'm A Selfish Bastard. But At Least I'm Not Alone.-

Love After War

Los Angeles,
poco dopo...

"L'ho sempre saputo che eri piena di sorprese." e le baciò il collo, "Sempre."
Strinse la sua maglietta nelle mani, cercando di reprimere la voglia di strappargliela, di farle sentire come in un solo istante avrebbe riunito tutti i rimorsi, le notti insonni, le delusioni ed i rimpianti ai quali l'attesa l'aveva portato; in un solo gesto.
Aveva la rabbia di più di cinque anni di fallimenti alle spalle e lei davanti a sé. Avrebbe potuto lasciare che l'istinto lo guidasse, con ira, con violenza, con passione; avrebbe potuto fare qualunque cosa. Qualunque.
Ma non la fece.
Cercò di essere il più delicato possibile. Perché, si ripeté, lei non era come le altre. Con lei non esisteva l'egocentrismo, non c'era l'avidità, non c'era il solo proprio piacere. Lei era diversa.

Evelyn alzò lo sguardo. Non sapeva se tutto ciò fosse la cosa giusta; era troppo presto per esserne certa. Cercò una risposta nei suoi occhi. Non la trovò, non ancora. Non ne era sicura. Ma valeva la pena rischiare.
Lui il fuoco, lei il ghiaccio. Non avrebbe resistito oltre dato che quelle fiamme la stavano sciogliendo lentamente ed inevitabilmente, accendendo il suo desiderio.
Chiuse gli occhi, lasciando che le sue mani percorressero il suo sinuoso profilo sfilandole la maglietta.
In certi casi non c'era proprio bisogno di pesanti libri firmati Freud, Jung o Klein per capire. Il fuoco scioglie il ghiaccio. E' una questione di chimica. Non è necessario seguire nessun'altro filo logico. L'istinto vince sulla ragione. Ed è proprio qui che la psicologia trova il proprio limite. Può sembrare strano, ma essa non può andare oltre la ragione, non vuole andarci. Altrimenti sarebbe magia. Non scienza.
E quella era la realtà. Quelli erano loro. In quel momento.
Shannon passò una mano sul fianco di lei, sul suo tatuaggio cinese, come se fosse una verità scritta da lui stesso. Lei era la sua dea, la sua musa, la sua donna. E non avrebbe mai smesso di adorarla. Lo sapeva che c'era sempre stato una sorta di legame fra di loro, quasi una predestinazione. Come se la loro sorte fosse stata scritta sin dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati.
Erano successe molte cose da allora. Cose che li avevano allontanati, che li avevano riavvicinati, che li avevano separati di nuovo, ma che ora stavano per rendergli il tempo perso. 
Evelyn lo spinse indietro, scendendo dal tavolino. Era il suo turno, e Shannon le diede tutto il tempo per giocare le sue carte.
Anche lei gli tolse la maglietta, ed una strana ma fervida emozione la pervase al contatto con la pelle tonica dei suoi addominali. Una bramosa curiosità; o forse un'ansia lecita, dati i loro precedenti e date le frenetiche idee che cominciavano ad accavallarsi nella sua mente riguardo a ciò che di lì a breve sarebbe accaduto?
Decise di lasciare a Shannon la mossa decisiva.
Infatti non fu difficile per lui condurla fino alla sua stanza al piano superiore, sollevarla afferrandola avidamente per le gambe, adagiarla sul suo letto e toglierle tutto ammirando la sua pelle rosea ed i suoi tatuaggi finalmente tutti quanti insieme. Da ogni suo gesto, da ogni suo singolo movimento trapelava quanto la desiderasse. Nonostante facesse tutto con estrema delicatezza, lui la voleva, la voleva ad ogni costo. Anima e corpo. E voleva che fossero in due a godere di quel momento tanto atteso.
La guardò dritta negli occhi, non volendo perdere nulla, nemmeno l'azzurro dei suoi occhi.

All that i am, all that i ever was it's here in your perfect eyes, they're all i can see.

Evelyn rilassò i muscoli, vinta.
Fine. Fine dei giochi. Fine della battaglia. Fine di tutto. Dopo anni d'assedio aveva ceduto. Shannon era riuscito nel suo intento; e lei aveva perso. Perso, continuava a ripeterselo. Aveva perso, punto.
Conoscendosi avrebbe lasciato che il tempo facesse il suo corso e poi si sarebbe arrabbiata, si sarebbe riempita di rimorsi, avrebbe continuato a flagellarsi zitta. Non era forse quello che faceva sempre?
"Si procede per tentativi Shannon, e non è mai un errore." gli aveva detto una volta, ma lei stessa ora non credeva più neanche alle sue stesse parole.
Tutto ciò era sbagliato. Sbagliatissimo. Si sorprendeva di essere arrivata fino a quel punto; quel punto che aveva sempre cercato di censurare, di evitare.
Aveva perso. Perso. Era sconfitta fra le sue braccia. Adesso.
Era così? Si. Si, non poteva negare l'evidenza.
Sconfitta.
Ma se era così, allora perché accidenti nel profondo del suo cuore si sentiva come se da quella lunga guerra di posizione lei fosse uscita vincitrice? O come se addirittura entrambe le parti non avessero mai avuto nulla da perdere? Poteva essere veramente possibile?!
No, no accidenti. Cosa sarebbe successo ora? Cosa?? Perché ogni battaglia alla propria fine aveva delle conseguenze. Sempre. A volte disastrose...
Non ci voleva pensare; forse perché in quel momento non ne valeva la pena, forse perché non sarebbe riuscita a farlo, forse perché ci avrebbe pensato dopo, forse perché non era ancora l'ora di pentirsene, forse perché anche lei voleva che tutto ciò accadesse. Forse l'aveva sempre voluto.

I'm going higher and higher, closer to my dreams. I can feel my dreams.

Shannon lasciò improvvisamente le sue labbra, osservando come ora fosse lei a cercare lui. Evelyn infatti protese più volte il viso verso di lui, mentre Shannon continuava a indietreggiare con un sorrisetto soddisfatto sul volto.
"Che c'è?" gli chiese lei sottovoce, confusa da quell'inspiegata interruzione.
"Haha," ridacchiò lui, "c'è che per una volta non sono io quello che aspetta. Volevo solo vedere cosa si prova dall'altra parte."
Non le diede il tempo per rispondere.
-Finalmente sei mia.- pensò fra sé e sé carezzandole la pelle morbida, -Mia.-
E se quella era la tanto attesa ultima riga del primo capitolo della loro storia ogni singolo istante ora trovava un valore; ogni momento, ogni lungo ed interminabile indugio. Perché ora lei era sua. Sua e basta.
Che gli importava del resto?
Ora che aveva lei, ora che aveva anche lei e solo lei, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.
Evelyn tremò, ansimando con la sua voce sottile.
"Freddo?" le sussurrò.
"Anche."
Shannon ghignò mordendole le labbra.
"Lo sai che sei stupenda, vero?"
Non era la prima volta che glielo diceva. Doveva essere la centesima o forse la millesima. Lei aveva sempre risposto con stizza, voltandogli le spalle, ridendogli in faccia smentendo la sincerità delle sue parole.
"Grazie." disse timidamente questa volta.
"E lo sai che resterei qui con te per ore?"
Evelyn rispose con una domanda.

My heart can't have, my heart can't decide; but it's telling me it's... right?

"Hai programmi per la giornata?"
"No. Tu?"
"No."
Non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Chiedo nuovamente scusa per il ritardo. Ogni volta prometto di aggiornare presto ma non ne sono capace. :( Scusatemi tanto ho avuto un sacco di contrattempi! Spero ci siate ancora, nonostante tutto!
PS- "Altrimenti sarebbe magia. non scienza." riferito alla psicologia lo dice Freud nel film 'A Dangerous Method". ^.^

 Un bacione, Flychick. <3
  
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