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Autore: sakuraelisa    24/10/2012    2 recensioni
Blaine è rimasto vedovo a crescere sua figlia Melanie, convinto che per lui l'amore non esistesse più decide di vivere solo per lei, ma quando il destino si mette di mezzo, tutto è possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel, Mike Chang, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo nove



Kurt, dopo avergli sorriso, raggiunse i suoi alunni. Blaine, con tutto quello che gli aveva detto, si era dimenticato di dargli i suoi dolcetti. Penso tra se e se che avrebbe potuto darglieli anche in seguito, e magari li avrebbero mangiati assieme.
Si voltò per vedere dove sedevano le ragazze e notò che erano poco distanti da lui, giunse presso di loro con un sorriso luminoso. Capirono subito che era andato tutto bene.

“Lo hai invitato?.” esordì Santana, con un quasi tono di rimprovero.

“Sì, certo. Se faccio una cosa la faccio bene, cosa credi?.” le rispose Blaine.

“Oh, tesoro.” disse Tina sognante.

“Andrà tutto bene vedrai, ci occuperemo noi di Melanie.”

“E magari può anche dormire fuori, così hai casa libera.” disse Santana con un tono malizioso che fece arrossire subito Blaine.

“Che cosa dici? Non dire sciocchezze, lo volete capire che è troppo presto? Non sono pronto.”

“Ma tesoro, noi lo sappiamo, solo che…” disse Tina, dando un piccolo colpetto al braccio della bruna affianco a lei.

“Santana voleva dire che forse potresti invitarlo a casa tua solo per prendere un caffè.”  

“Io vi voglio bene ragazze, e grazie per i vostri consigli. Ma è troppo presto.”

Le ragazze osservarono che Blaine non avrebbe cambiato idea tanto facilmente, e decisero per il momento di arrendersi. Avrebbero aspettato il momento opportuno per fare di nuovo questa proposta al loro amico.

“In ogni caso, la bambina oggi dorme da me, così tu puoi rincasare all’ora che ritieni opportuna senza preoccuparti per lei.” disse Tina

“Ma Tina-” cercò di controbattere lui.

“Niente ma, Blaine.” disse lei con un tono che non ammetteva repliche.

Lui a quel punto sorrise loro, ringraziandole. Alla fine si sedette di fianco a loro in una panchina vicina, pronto per godersi al meglio la lezione del suo insegnante d’arte preferito.
Quella sera era anche più bello del solito. Aveva una strana aura che lo circondava, non si perse nemmeno un sorriso che la sua Melanie gli stava regalando, più lo guardava e più si rendeva conto che era perfetto per loro.
Blaine si accorse osservandolo che ogni suo gesto e ogni sua mossa sapevano attrarre quei bambini che lo guardavano incantati, quasi sorpresi di apprendere nuove cose. E Kurt era in grado di farli entrare a far parte di quel suo mondo anche solo con un semplice movimento, come se stesse dipingendo una tela nell’aria con la sua immaginazione, rendendo i suoi alunni partecipi di quella magia.
Quando la lezione giunse al termine, ogni genitore venne a prendere il rispettivo figlio e ogni bambino tornò a casa. L’unica bimba rimasta era la sua piccola Melanie, che salutò il suo maestro e poi corse dal papà. Appena la vide correre verso di lui, si alzò e s’inginocchio spalancando le braccia per accoglierla.

“Tutto bene amore mio?”

“Papà, mi sei mancato!” gli disse lei abbracciandolo stretto e baciandolo su di una guancia.

Quando si staccarono lui le baciò la fronte spostandole qualche ciuffo.

“Tesoro, senti, adesso io vado a cena con Kurt e tu stai con le zie. Va bene?”

“Certo papà, come previsto!” gli rispose lei.

Diede un ultimo saluto al suo papà e raggiunse le zie, che nel mentre si erano alzate e la stavano aspettando. Quando giunse da loro si voltò e salutò il suo papà con la manina un’ultima volta prima di andare via con le tre donne.
Blaine la vide allontanarsi e quando scomparve nella folla si girò verso Kurt, che nel frattempo lo aveva raggiunto e lo stava guardando con curiosità.

“Allora, dove mi porti stasera?”

 “Prima ti devo dare questo.” gli disse Blaine, porgendogli il suo pacchetto con i nuovi dolcetti.

“Blaine, mi hai già conquistato, non serve che tu mi faccia dei regali.” gli rispose, prendendoglielo dalle mani.

“A me non disturba farti dei regali, e poi cosi ho la scusa per dirti quanto sei bello!”

“Ah, sì?” disse Kurt, sorridendo compiaciuto a quel complimento.

“Sì, sei bellissimo Kurt, e sono così fortunato ad averti incontrato.”

Lui si avvicinò e gli prese la mano nella sua. Come se fossero telepatici, entrambi abbassarono lo sguardo per guardare le loro dita intrecciate, sorridendo lievemente come due liceali alla prima cotta.
Blaine alzò il suo viso e sorrise imbarazzato.

“Se vuoi possiamo andare.”

“Aspetta, prima vado a prendere la mia borsa.”

Kurt gli lasciò la mano e raggiunse la panca dove era depositata la sua borsa, l’aprì e mise i suoi dolcetti all’interno, la chiuse e se la rimise in spalla raggiungendo Blaine.
Quando gli si avvicinò di nuovo, la sua mano cercò subito la sua, che l’accolse come se non si fossero mai separate.
Si sorrisero ancora e insieme lasciarono il parco.
Mentre stavano camminando qualcosa venne in mente a Kurt, pensò subito che non fosse opportuno ma decise comunque di domandargli lo stesso quello che gli era venuto in mente.

“Blaine, posso chiederti una cosa?”

Si voltò verso di lui.

“Certo Kurt, tutto quello che vuoi.” gli rispose

Kurt guardò verso le loro mani legate per trovare il coraggio di farsi avanti con quella piccola richiesta, in cuor suo pensava che dopotutto non ci fosse nulla di male e che non stava diventando inopportuno, alla fine Blaine era diventato il suo compagno.

“Dove hai pensato di andare a cena?”

“N-non lo so veramente, come mai me lo chiedi?” Gli chiese curioso.

“Sai, pensavo che potremo cenare da me.” gli disse puntando gli occhi nei suoi.

“Da te? A casa tua?” gli domandò Blaine, e Kurt poté notare un tono meno sicuro nella sua voce.

“Sì, potrei preparare la cena e tu conosceresti una parte nuova di me.”

Blaine continuava a non dire una parola, si stava spaventando ed aveva paura di averlo messo in crisi con quella sua richiesta.

“Scusami, non avrei dovuto chiederti una cosa simile. Possiamo andare a cena dove vuoi tu se questo ti mette a disagio, Blaine ti prego dimmi qualcosa.”

“Va bene.”

“Come?”

Blaine lo guardò meglio negli occhi, e gli sorrise.

“Penso che vada bene, però permettimi che mi farai fare il dolce.”

Il volto di Kurt ritornò calmo e rilassato com’era poco prima, e nel suo viso ritornò la pace che lo pervadeva ogni volta che era insieme a Blaine.
Si sporse verso di lui e lasciò un bacio sulla sua guancia, il secondo della giornata, e lasciò Blaine per la seconda volta a bocca aperta per la sorpresa.
Quando lui si toccò la guancia per cercare di ricordare il tocco di quel lieve contatto arrossì, e Kurt rise di questo andando a stringergli più forte la mano.

“Andiamo.”

Insieme finalmente s’incamminarono e in poco tempo raggiunsero la casa di Kurt. Blaine si era accorto - mentre camminavano - che erano passati per delle strade più trafficate a delle strade più isolate e quando arrivarono ad un piccolo viale alberato alzò lo sguardo per osservare meglio quello che lo circondava, sembrava di essere in mezzo alla natura per quanto l’aria di città potesse permetterlo.    
Kurt lo guardò un momento e vide la sua semplicità, quella meraviglia negli occhi che lo avevano attratto fin dall’inizio.

“Sembri un bambino, lo sai?.”

E le loro mani intrecciate forse potevano dare quell’impressione a Blaine che sorrise alle sue parole, mostrando a Kurt che ormai erano diventati davvero qualcosa di bello.

“Sono con te dopotutto.”

“Ah sì, è colpa mia?” gli domandò.

Blaine gli si avvicinò e in quell’istante i loro volti erano molto vicini e potevano quasi respirare la stessa aria.

“Sei tu che mi fai tornare come se avessi cinque anni, sei tu che mi hai fatto tornare a sorridere dopo tanto tempo, sei tu quello a cui penso mentre cucino i miei dolci, sei tu che mi vieni in mente quando immagino il mio futuro, sei tu il papà che vorrei un giorno per Melanie e sei tu, Kurt, che vorrei accanto per il resto dei miei anni.” 

Kurt in quel secondo non sapeva che dire, si limitò a sorridere come un ebete a quella semplice dichiarazione e a perdersi nei loro occhi felici.
Si stringevano forte le mani e sembrava che nessuno dei due avesse intenzione di spezzare quel piccolo nodo.
Fu un clacson a risvegliarli dal loro incantesimo e a farli destare dai loro pensieri.

“Forse è meglio che andiamo a casa tua.” disse Blaine

“Veramente ci siamo già.” gli rispose Kurt indicandogli un punto dietro di lui.

Blaine si voltò e notò delle scale che portavano ad un portone, Kurt lo trascinò tenendogli stretta la mano e arrivarono alla porta.
Quando l’apri, Blaine notò che era un ambiente non molto grande, ma molto intimo e confortevole.
Kurt appese la sua borsa sull’appendiabiti insieme alla sua giaccia e, senza farsi accorgere dall’interessato, levò la sua giacca di sorpresa dalle sue spalle e l’appese insieme alla sua.
Posò le mani sulle sue spalle e con voce calda e suadente sospirò.

“Benvenuto nella mia casa, Blaine.” e queste poche sillabe ebbero l’effetto di farlo rabbrividire.

Blaine sentì come una scossa elettrica appena accennata nell’instante in cui le mani di Kurt si posarono sulle sue spalle e quando lui le portò via sentì come una piccola mancanza.
Kurt s’intenerì nel vederlo così spaesato, e gli prese la mano con l’intento di mostrargli la casa.
Lo portò in salotto e Blaine soffermò lo sguardo sulle foto poste sopra la televisione, in particolare una attirò la sua attenzione: una fotografia fatta in un giardino, c’era Kurt, una ragazza più bassa di lui che lo abbracciava e un ragazzo dietro di loro più alto di entrambi.

“Chi sono?” chiese a Kurt che lo stava affiancando

“Lei è Rachel, una delle mie migliori amiche.” Rispose, indicando la ragazza nella foto.

“Mi piacerebbe tanto conoscerla.”

“Sì, anche lei vorrebbe tanto vederti.”

“E lui è Finn, il mio fratellastro, i nostri genitori si sono sposati quando avevo diciassette anni.”

Blaine non disse nulla, era contento di apprendere tutte queste novità su Kurt, adesso che erano diventati qualcosa era importante per lui conoscere ogni suo piccolo segreto, o per lo meno tutto quello che era disposto a dirgli.
Continuarono il giro della casa, Kurt gli mostrò la cucina che era molto più grande del salotto, un piccolo studiolo che era poco distante da essa e la sua camera da letto.

“Ecco, questa è la stanza dove dormo e lì in fondo c’è il mio bagno.”

La stanza di Kurt era come spoglia, c’era un letto ad una piazza e mezzo con un copriletto blu notte, un armadio con tre ante, un comò posto al suo fianco e un comodino vicino al suo letto, ma non c’erano foto e le pareti erano grigie senza una traccia di luce.

“Che c’è?” gli domandò Kurt al suo fianco, che lo vedeva assente.

“Tu dormi qua? Non c’è nemmeno una finestra.”

“Sì, come ti ho detto questa è la mia stanza. Ma la finestra c’è, aspetta.” gli rispose, allontanandosi.

Kurt arrivò fino al suo letto e ci salì, mostrando a Blaine una tenda posta sopra la testiera. Una finestra c’era in effetti, dava sul prato accanto.

“Ecco la finestra.”

Blaine annuì, ma rimase sulla porta non entrando nella stanza, era un ambiente troppo privato e personale e ancora non se la sentiva. Kurt sembrò capirlo perché si alzò dal letto e lo raggiunse prendendogli ancora una volta la mano.

“Su vieni, andiamo a cucinare.”

Uscirono insieme dalla camera e finalmente giunsero in cucina, Kurt fece sedere Blaine ad una delle sedie vicino al tavolo e andò a prendere il suo grembiule posto in un cassetto vicino alla credenza.
Quando Blaine lo vide mettersi il grembiule restò come incantato dalla sua eleganza senza nemmeno rendersi conto si alzò e lo raggiunse mettendosi dietro di lui e legò con mani tremanti il fiocco intorno alla sua vita.
Kurt sorrise a quel gesto, era tanto tempo che nessuno lo toccava in quel modo, e Blaine era stato attento a non toccare i suoi fianchi. Appena si staccò, quando Blaine si allontanò per davvero da lui abbandonando la sua schiena, avrebbe tanto voluto sentire ancora il suo respiro affaticato sul collo.

“Ecco fatto.” gli disse Blaine lievemente

“G-grazie.” esalò in risposta Kurt.

Si girò per poterlo guardare negli occhi e lo ringraziò ancora una volta regalandogli un sorriso.

“Allora, cosa vuoi mangiare? Sono tutto per te.” gli domandò mettendosi le mani sui fianchi.

Blaine a quell’affermazione arrossì di colpo e Kurt, accorgendosi subito del doppio senso, si affrettò a chiarire muovendo le mani intorno al suo viso.

“Volevo solo dire che ti posso cucinare quello che vuoi, ecco.” gli disse.

E lui rise di gusto al modo in cui Kurt si stava agitando per una cosa così innocente e divertente.

“Tranquillo Kurt, l’ho capito cosa intendevi.” gli disse andando a sedersi di nuovo sulla sedia.

“puoi cucinarmi quello che vuoi comunque.” continuò tranquillo.

Kurt si rilassò e respirò a fondo pensando a cosa poteva cucinargli mettendosi una mano sotto al mento.

“Mangio qualsiasi cosa se ti può aiutare.” disse Blaine.

“Ti va se ti cucino dei semplici hamburger? Magari possiamo anche prepararci dell’insalata.”

“Sì, penso che sia un’ottima idea.”

Kurt sorrise del suo entusiasmo e si mise al lavoro, cucinare per Blaine per lui era stato piacevole, aveva sempre adorato cucinare, ma da quando era rimasto solo era diventato quasi inutile e aveva perso l’abitudine.
Adesso che aveva di nuovo una persona per cui farlo era diverso, Blaine era stato capace di restituirgli il sorriso anche nel fare una cosa così semplice e piacevole.
Aveva cercato di fare del suo meglio cuocendogli gli hamburger e preparandogli una buona insalata, e in quel momento, Blaine era estasiato.
Una volta finito di preparare ogni cosa, il suo ospite aveva insistito per sistemare almeno la tavola apparecchiandola.
Lui si accorse che i suoi modi erano gentili anche in quello, avevo notato che era stato attento e ordinato a posizionare ogni posata al suo posto
Quando si erano seduti uno di fronte all’altro era stato bellissimo, finalmente quella sera non avrebbe cenato da solo, anzi aveva un ospite d’eccezione: il suo papà preferito.
Avevano cenato parlando di tutto e stando in silenzio a guardarsi negli occhi, erano entrambi come catapultati in un nuovo universo da cui difficilmente volevano uscirne.
Durante una delle tante pause, Blaine si azzardò a prendere la sua mano e ad intrecciare le loro dita con una facilità disarmante, questo suo piccolo gesto lasciò un sorriso sul volto di Kurt che arrossì leggermente e lui rise delle sue guance diventate tutte rosse.
Non si resero conto che la cena terminò prima di quanto loro credessero, quando Kurt si alzò per sparecchiare Blaine lo fermò e si levò dal suo posto prima di lui.

“Lascia, faccio io.”

“Ma Blaine … non è il caso.”

“E invece si, sei stato gentile a prepararmi la cena e adesso voglio ricambiare mettendo tutto in ordine.”

Kurt non insistette oltre, si risedette al suo posto e lo lasciò fare, osservò come lui si muoveva bene nella sua cucina e per un attimo immaginò un loro futuro, dove Blaine gli preparava la cena e lui stava in cucina con Melanie mentre la aiutava a finire i compiti. Anche se era solo una piccola visione, sorrise a quel piccolo stralcio del loro ipotetico futuro, anche se in cuor suo sapeva che non era tanto ipotetico.
Nel momento in cui Blaine finì di sistemare lui si destò dai suoi pensieri, si alzò dalla sedia dove era seduto e lo raggiunse ringraziandolo con un bacio sulla guancia per il suo lavoro.

“Ti va di andare in salotto? Potremo sederci sul divano a parlare un pochino e potremo mangiare i tuoi dolcetti.”

“Sì.”

“Tu inizia ad andare, io prendo un piatto per mettere i dolcetti e ti raggiungo.”

Kurt lo vide allontanarsi e sedersi sul divano, la sua casa era così piccola che poteva vedere tutto da ogni angolo e sentire ogni rumore. Lui prese un piatto dalla credenza, andò a prendere la sua borsa appesa dalla quale prese la scatola dei dolcetti e lo raggiunse in salotto.
Davanti al suo sorriso carico di aspettativa aprì il pacchetto e ne depose il contenuto nel piatto, portandoselo con se quando si sedette vicino a lui.

“Allora…”

“Allora, eccoti qua!”

“Grazie di tutto, Blaine.” esordì fissandolo per un momento negli occhi.

“Di cosa?”

“Per tutto questo… per avermi restituito il sorriso.” gli disse posando il piatto sul tavolino di fronte a loro e ritornando poi al suo posto.

Blaine alzò la mano delicatamente e la posò sulla sua guancia, stando bene attento a non fargli male

“Non ci pensi a quello che hai fatto tu?”

“Non posso di certo aver fatto meglio di te.” gli rispose sorridendo

“Kurt io non credevo di potermi innamorare di nuovo, e invece sei arrivato tu.”  gli disse

“Tu, che mi hai mostrato che si può sorridere ancora, tu che mi guardi in quel modo capace di farmi tremare le ginocchia.” continuò a dirgli

E Kurt in quel momento sentì che qualcosa nel suo cuore aveva preso forma, qualcosa che nelle settimane passate era nato e che era cresciuto con i modi gentili, i sorrisi e le carezze di quel papà tanto adorabile che in quel momento lo stava guardando come se non ci fosse nulla di più bello.

“Blaine.” disse pronunciando il suo nome lievemente

“Guardami ancora, voglio che mi prometti una cosa, non smettere mai di guardarmi con quei tuoi occhi dal colore tanto indefinito quanto bello.” 

“Mai, adesso che ti ho trovato non ti lascerò andare, Kurt.”

Kurt a quel punto non poté impedire a delle lacrime di cadere dal suo viso e in quel piccolo istante fece la sola cosa che si sentiva di fare, portò una mano sopra quella di Blaine e prima di portarla sulla sua depositata nella sua guancia, la baciò dolcemente racchiudendo in quel gesto tutto il suo amore appena nato per lui.
Levò il suo viso e prima di perdersi in quel labirinto di mille colori lo disse e non se ne pentì mai, nemmeno negli anni avvenire, si sarebbe sempre sentito onorato di aver riservato quelle poche parole a quell’uomo che gli riservava sempre un sorriso e un tocco gentile.

“Mostrami il mondo dai tuoi occhi Blaine … mostrami quanto può essere bello innamorarmi di te e mostrami cosa vuol dire ridere e cosa vuol dire davvero sorridere, ti prego mostramelo e ti prometto che cercherò di farti felice in ogni modo possibile…”

Blaine era perso nei suoi occhi blu, gli avevano sempre ricordato il colore di quei laghi freddi di quei paesi lontani, quando si erano conosciuti aveva notato la tristezza in quelle pozze bluastre e in poco tempo, standogli vicino, aveva anche osservato come era cambiato il suo sguardo. Era diventato più limpido e trasparente e si era accorto che era lui ad avergli fatto questo effetto. Certo prima di incontrarsi lui era felice con la sua Melanie, ma aveva sempre sentito in fondo al suo cuore che gli mancava qualcosa e tutto si era completato solo quando le loro strade si erano incrociate. Così come l’aveva ricevuto.
Era ovvio, Blaine era innamorato di Kurt, lo sapeva già da un po’ di tempo. Ma era lì seduto in quel divano con quel giovane insegnante che gli stava baciando la mano che se ne rese davvero conto.
Aveva ripreso ad amare, ed era felice che fosse lui il suo innamorato. Proprio come la sua Melanie gli aveva consigliato, si sporse verso di lui e lo baciò dolcemente sulla guancia facendo indugiare un secondo di più le labbra su quella pelle candida e vellutata.
E davanti ai suoi occhi che erano diventati di un azzurro intenso esalò la sua risposta.

“Sì Kurt, ti mostrerò quanto mi rende felice amarti e renderti tale.”

Lui lasciò le sue mani e lo strinse a se, abbandonandosi tra le sue braccia. E se prima Blaine era stato sorpreso da quel suo gesto alla fine si lasciò andare e lo tenne stretto tra le sue braccia pronto a non lasciarlo mai.
In quella stanza appena illuminata dalle luci deboli del lampadario, due giovani uomini si stavano stringendo e si stavano crogiolando in quel loro amore appena consolidato. Nell’aria si potevano sentire i loro lievi mormorii e quei piccoli sussurri tra di loro che completavano finalmente quel quadro che da qualche mese si stava dipingendo nelle loro anime e nei loro cuori, un disegno che ritraeva tre figure, due papà che stavano iniziando ad amarsi e una bambina sorridente e felice nel mezzo che regalava loro un tenero sorriso fatto di tante cose ma che sapeva solo di famiglia.


Note:

Eccomi qua come promesso il primo aggiornamento della settimana, il prossimo arriverà sabato credo, volevo prima di tutto ringraziare la mia beta Annie che è sempre tanto gentile con me, le 41 persone che seguono questa storia e per finire Riccardo che mi ha suggerito la frase: Mostrami il mondo dai tuoi occhi, ci tenevo a far sapere che è sua, a presto :)
  
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