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Autore: BrokenAngel    25/10/2012    1 recensioni
Allison e Daniel si incontrano per la prima volta in collegio, quando lei ha 12 anni e lui 15. Si confidano fra loro, e diventano molto amici. Si capiscono, e si aiutano a superare le loro paure.
Lei si sentiva molto sola senza di lui, dato che è stata abbandonata dai suoi genitori e non ha amici. Lui è l'unico su cui adesso può contare.
Dopo due settimane di amicizia sono costretti a separarsi perché Allison viene adottata.
Si rincontreranno 8 anni dopo, quando entrambi saranno ormai molto grandi. Capiranno che molte cose nelle loro vite sono cambiate, ma che si sono sempre voluti bene e che anche dopo 8 anni, nonostante tutto ciò che succederà se ne vorranno sempre. E chissà magari potranno anche sperare in qualcosa di più.. Seguite i capitoli e lo saprete!
Spero vi piaccia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Once again
-You'll be the prince, and I'll be the princess..-
 






 

Mi alzo dal letto frastornata e ci metto un po’ a rendermi conto di dove mi trovo. Mi sono addormentata in una posizione veramente scomoda, tanto che adesso, mi fa male la schiena e il collo.
I ricordi di mia madre sono ancora sparsi per terra, perché ieri sera mi sono addormentata leggendo il diario senza nemmeno rendermene conto.
Vado in bagno e mi infilo sotto la doccia. Una delle fortune di avere un padre ricco è quella di avere una camera grande, con bagno incluso. Tutto tuo, dove puoi mettere ciò che vuoi senza che nessuno venga a rovistare fra le tue cose.
Ho sempre amato rilassarmi qua dentro, ero in paradiso. C’è sia la doccia che la vasca ad idromassaggio. Non è molto grande ma quando ero più piccola se mi immergevo tutta sottacqua potevo distendermi completamente.
Come d’abitudine metto la musica e entro sotto il getto d’acqua calda della doccia, dove rimango per 20 minuti buoni, solo a sentire l’acqua scorrere sul mio corpo. Quando esco un brivido di freddo percorre il mio corpo, prima di prendere l’asciugamano e avvolgermici.
Torno in camera e controllo l’ora. Sono le 10 e mezza. Ho sempre avuto il vizio di svegliarmi molto tardi. Ho sempre amato dormire, ed ancora è così. Oltre al fatto che il mio insegnante veniva qui a casa alle 10 e se ne andava a mezzogiorno. Diceva che bastava così e siccome ero molto brava non c’era bisogno di fare altre ore di lezione. Ovviamente avevo da studiare il pomeriggio, ma non avendo niente in più da fare la cosa non mi pesava affatto. Non uscivo molto.  A volte andavo a fare la spesa con Marie, oppure George mi portava in giro per Los Angeles. Durante quei giri, mi ricordo che ammiravo quei ragazzi che passeggiavano per strada, che ridevano fra loro. Le loro risate si potevano sentire fin dall’altre parte del mondo. Erano contagiose. In quei momenti sentivo di essere felice per loro, sentivo che niente poteva sconfiggerli, perché potevano godere di quel sorriso sulle labbra che io non avevo.
Poi, vedevo delle ragazze con tanti di quei sacchetti tra le mani, che credevo esistessero solo nei film. Le ragazze che ridacchiavano appena passava un ragazzo carino vicino a loro.
Poi, c’erano degli uomini che camminavano pensierosi. E infine, coloro che io ritenevo più fortunati, e che invidiavo più di ogni altra cosa al mondo. I bambini che insieme alle loro madri se ne andavano in giro per l’accaldata Los Angeles. Magari, scocciati e annoiati per la presenza di loro madre vicino. Non li capivo, per me sarebbe stata la cosa più bella del mondo averne una, mi sarei ritenuta fortunata. Solo dopo ho capito una cosa importante della vita; ho capito che quando si ha una cosa bella, molte volte si da per scontata, senza renderci conto di quanto sia importante per noi. Senza renderci conto che senza la quale probabilmente saremmo persi. Non si pensa a come sarebbe se non ce l’avessimo, perché è li con noi, non si pensa a chi non ce l’ha perché noi si ha. Ho capito che è importante non dare per scontato niente nella vita, perché anche una piccola cosa, una piccola azione, una parola potrebbe far crollare il nostro muro di certezze.
Così, mentre guardavo quelle persone camminare per strada mi immaginavo, in un futuro di essere come loro. Chissà, magari con i miei figli o con le mie amiche, o con il mio ragazzo.
In realtà il mio sogno sarebbe vivere a New York. Già, chi non vorrebbe viverci? Forse le persone che ci vivono, no?
Metto un po’ apposto la camera e dopo essermi vestita e truccata lievemente con un po’ di correttore e fondotinta per coprire le occhiaie, scendo al piano di sotto per fare colazione. Mi porto dietro un libro, per studiare e vado i cucina da Marie, per sentire se è pronta la colazione.
“Buongiorno tesoro! Dormito bene?” le lascio un bacio sulla guancia e vado a sedermi su uno sgabello.
“Buongiorno. Si, tutto bene, grazi.” Le sorrido “La colazione è pronta?” annuisce.
“Il solito?” annuisco “Allora va a sederti che te la porto.”
“Va bene, grazie.”
Esco dalla cucina e mi vado a sedere a tavola, dove George ha lasciato il giornale stamattina, quando ha fatto colazione, prima di andare nel suo studio a lavorare.
Quell’uomo non smette mai di lavorare, anche il giorno del Ringraziamento.
Sbuffo.
Ne mentre che aspetto la colazione mi arriva un messaggio.
“Come va a casina? Ci sono novità, posso chiamarti?” anche se forse è inutile, avevo sperato per un secondo che fosse lui, ma invece il messaggio di Jessica. Aggrotto la fronte e le rispondo di si.
Dopo poco il telefono s’illumina e rispondo immediatamente.
“Jen!” esclamo.
“Ehi Alli, tutto bene là?”
“Si si tutto bene, te?”
“Mh, si, diciamo bene. A parte, che sono praticamente distrutta perché mia madre mi sta facendo preparare praticamente di tutto.” La sento sospirare “Ho approfittato di questo momento di apparente calma per chiamarti.”
“Dimmi tutto.”
“Ieri so che hai parlato con Matt..”
“Già, si, è venuto a spiegarmi le ragioni del suo amichetto per le quali non mi considera da giorni di cui ormai non tengo nemmeno più il conto.” Enorme bugia, e lei sa bene che sto mentendo.
“Alli, so bene, che stai contando anche le ore. Ma non voglio parlarti di questo. Ieri sera, prima di andare sono passata dalla loro camera e l’ho visto. Dio, Allison, quel ragazzo è in condizioni pietose.” Scuoto la testa.
“E quindi?”
“Gli manchi. Ci metterei la mano sul fuoco. Anzi, mi ci butterei direttamente tutta dentro, tanto che ne sono sicura.”
“Questo non cambia le cose. Non farò niente, fino a quando non farà qualcosa lui.” Affermo decisa, più che mai.
“Gli manchi.”
“Oh, andiamo, non dire cazzate Jenny. Se fosse così, io non sarei qui, e questo tu lo sai meglio di me. Se io gli mancassi davvero, lui avrebbe trovato le palle di venire da me. Allora perché non l’ha fatto? È troppo orgoglioso o cosa?”
“Lui ti ama” spalanco gli occhi e quasi mi strozzo nonostante non abbia ingoiato niente.
Resto in silenzio per parecchio tempo, tanto che è costretta a urlarmi per farmene rendere conto.
“C-cosa hai detto?”
“Ho detto che ti ama. Ti.ama. Semplice e evidente. Non mi sembra sia la prima volta che te lo dico, no?”
“Non.. non può essere ok? Non può essere. Lui è.. lui dovrebbe essere una specie di migliore amico, no?”
“Un migliore amico che vuole baciarti e che prova attrazione verso di te, tanto da averne paura e non farsi vedere per una settimana? Allison, non ci credi nemmeno tu, non venire a cercar di fregare me.”
“E’ che.. è impossibile.”
“No, non lo è. È così, te lo posso assicurare.. il problema è che..”
“Cosa?” mi passo una mano tra i capelli ancora umidi dopo la doccia.
“Tu? Tu, cosa provi per lui?”
Apro la bocca per dire qualcosa, ma non ne esce alcun suono.
“N..non lo so, io..”
“Pensaci. Non potete continuare così, ok? Dovete risolvere, in qualche modo, non so quale.. ma in qualche modo dovete risolvere, d’accordo? E tu devi chiarirti le idee.” Faccio una smorfia, e le lacrime per il nervoso si addensano nei miei occhi.
“Credi sia facile? Non ci sto capendo più niente. non capisco nemmeno più cosa siamo. Prima amici, poi.. poi siamo passati a non conoscerci neanche e infine.. e infine, tu dici che mi ama. Il che, è.. è assurdo!”
“Non lo è.”
“Si, invece. Ci deve essere un’altra spiegazione, ok? Lui non può davvero.. amarmi. Noi siamo migliori amici, ci vogliamo bene, ma non..”
“Non siete solo amici, e questo tu lo sai meglio di me..”
I miei occhi si fanno sempre più umidi.
“Non so che dirti..” sussurro.
“Dovete parlare. Devi andare da lui, e devi cercare di essere un po’ meno orgogliosa e cercare di chiarire. Ti manca, giusto? Bene, allora parlaci. È l’unico modo. E se non lo farai tu.. se tu non andrai da lui, beh.. farò in modo che voi parliate.”
“Non essere ridicola.”
“Non lo sono. Sai bene che lo farò.” Faccio una smorfia.
“Come vuoi.”
“TI prego.”
“No, lui non mi parla, io non parlo a lui. Se lui mi ama, lui viene da me. Caso chiuso, non ho voglia di perdere tempo con lui e di stare male anche per lui.”
“Mi dispiace.”
“Non fa niente. So che lo fai per me.” Nel frattempo sento Marie che arriva, così cerco di asciugarmi gli occhi e saluto Jenny.
“Jen, scusa, adesso devo andare. Ci vediamo stasera, o domattina, dipende a che ora arrivo ok? Un bacione e grazie.”
“Di niente. Solo, promettimi una cosa. Pensaci” respiro profondamente.
“Va bene, ci penserò.”
“Brava ragazza. Un bacione, a dopo.”
“A dopo.” Chiudo la chiamata, quando arriva Marie con la tazza e il cornetto caldo alla nutella. Le sorrido grata, e cerco di concentrarmi sulla colazione, e di non pensare alle parole di Jenny. Ma mi è impossibile, totalmente, perché le sue parole mi rimbombano in testa, tanto che mi è impossibile mandarle via.
Lui ti ama.. Ti.ama. Semplice e evidente.
 
Dopo colazione aiuto Marie con  il tacchino e il resto del pranzo. Lei non voleva permettermelo, dicendo che lei è pagata per farlo, ma io ho insistito, dicendo che amo cucinare e sarebbe stato un piacere.
Non ho la minima voglia di aprire libro, dopo la telefonata e l’unica cosa che posso fare è cercare di distrarmi in altro modo.
Ci mettiamo veramente tanto a cucinare tutto tanto che alla fine siamo stremate. Vado al piano di sopra a sistemarmi. Indosso un vestito bianco, corto fino a sopra il ginocchio, stretto solo sul petto con sopra un golfino blu. Niente d’impegnativo, è molto semplice, ma carino e abbastanza elegante.
Scendo al piano di sotto, vado nel salotto e mi siedo sul divano. Nel mentre arriva anche Elizabeth, che indossa anche lei un vestito, solo molto stretto, molto più elegante del mio, e accompagnata dai suoi amati stivali col tacco. Un paio dei tanti che ha.
Entra con un sorriso smagliante e mi fa i complimenti per il vestito dicendo che sono molto migliorata in fatto di gusti per i vestiti. Prima la guardo sbalordita e non capendo bene se il suo è più un complimento o un’offesa e dopo decido di lasciar perdere e di ringraziarla solamente.
Quando arriva George andiamo in sala da pranzo e ci sediamo al tavolo. Anche i domestici oggi mangeranno con noi, dato che questo è un pranzo importante. Per George loro potrebbero mangiare con noi sempre, perché secondo lui fanno in qualche modo parte della famiglia, ma Elizabeth ha insistito perché non sia così.
Nonostante sia tanto che non mangio in questa casa, i pranzi sono silenziosi come sempre, ma questa volta, dato tutte le domande che hanno da farmi, l pranzo è molto più piacevole e sopportabile.
“Hai fatto nuove amicizie?” mi chiede George.
“Si, con la mia compagna di stanza, Jenny, con il suo ragazzo, sua cugina, e.. i suoi amici. Si, beh.. ho fatto amicizia con un po’ di persone.” Sorrido. Ometto volutamente Daniel, perché non voglio parlare di lui.
“Mi fa molto piacere. E sono simpatici questi tuoi nuovi amici? Magari qualche volta che vieni potresti portare anche loro, ti divertiresti di più.” Oh si, bella idea..
“Oh si, beh, vedremo..” lascio cadere il discorso e continuo a mangiare.
“E con lo studio? Ti stai impegnando?”
“Ovviamente. Sto facendo del mio meglio, come sempre”  rispondo decisa.
“Già, sei sempre stata portata per studiare..” sospira, come se volesse aggiungere qualcos’altro ma ha paura a dirlo.
Dopo qualche minuto di silenzio, Elizabeth interviene, sorprendendomi.
“Insomma Allison, mi ha detto George che sei andata al collegio..” annuisco, deglutendo “come ti è sembrata questa esperienza?” suo marito la fulmina con lo sguardo.
“Beh, ho scoperto davvero cose che mi hanno sorpreso e scioccato e.. deluso” dico guardando George “ma.. beh, non so, mi ha fatto uno strano effetto.”
Lei vede che sono in difficoltà e per la prima volta non cerca di provocarmi ancora di più.
“Già, mi dispiace tanto. E dimmi, hai visto qualcuno che conoscevi già?” annuisco.
“Si, una ragazzina che era in camera con me.”
“E quel tuo amico.. come si chiamava?” o almeno credevo che non mi volesse mettere in difficoltà.
“Daniel..”
“Già, Daniel, lui non c’era?”
“No Elizabeth, lui era più grande. Giusto?” interviene George.
“Si già beh..lui.. sapete, l’ho rincontrato all’università. Era uno degli amici della mia compagna di stanza.” Elizabeth è sorpresa e io imbarazzata al massimo.
“Ah si? Oh che coincidenza. È davvero piccolo il mondo.”
“Già, è davvero piccolo.” Annuisco poco convinta.
“Perciò adesso siete.. amici?” chiede George aggrottando la fronte.
“Si, siamo amici.”
“Solo amici?” sospiro annuendo. Siamo solo amici?
“Si, solo amici.”
Finita questa pausa, facciamoci-i-fatti-di-Allison, continuiamo a parlare del lavoro di George, di tutte le ristrutturazioni della casa e finiamo di mangiare e parlare alle 4 del pomeriggio.  
Mi alzo da tavola e vado nella mia stanza a raggruppare tutte le cose, cambiarmi e prepararmi per tornare all’università e magari se sono fortunata riesco ad arrivare per cena.
Alle 5 e mezza parto di casa, dopo aver salutato tutti con la promessa di chiamare appena arrivo. In macchina mi addormento esattamente come la prima volta, e vengo svegliata da John quando arriviamo.
Scendo dalla macchina e dopo averlo salutato vado in camera e mi butto su letto sospirando e rimanendoci per un po’, fino a che non mi viene in mente una cosa.
Mi alzo e inizio a camminare a passo spedito, con le cuffie nelle orecchie. Decido anche di Mandare un messaggio a Jenny con scritto che sono arrivata.
Durante il tragitto vedo un banchetto dove preparano delle crepes fumanti e decido di prenderne una alla nutella.
Quando arrivo sul mare, mi siedo al solito posto, sul muretto,mi tolgo le cuffie  e inizio a mangiare  godendomi il rumore delle onde che s’infrangono.
“Sei tornata!” sussulto quando sento la sua voce alle mie spalle, tanto che mi stava per cadere il piatto dalle mani.
Rimango in silenzio aspettando che continui, se ha qualcosa da dire.
“Jenny mi ha detto che eri dai tuoi..” mi fa innervosire il modo in cui pronuncia la frase, come se fossi io a non esserci stata per lui “e mi ha detto che saresti tornata oggi..” non mi sono ancora voltata e lui non si è ancora seduto vicino a me, così decido di parlare.
“Sai, Daniel, io sono stata a Los Angeles solo un giorno, per gli altri 7 giorni ero qui, perciò qual è il punto? Dove vuoi arrivare?”
Lo sento sospirare prima di parlare, così io mi volto e lo vedo molto in difficoltà che fissa un punto nel vuoto prima di portare il suo sguardo su di me.
“Ecco io.. a proposito di questo, volevo chiederti scusa..”
“Sai, potevi pensarci anche un po’ prima..”
“Già..” sospiro.
“è tutto qui quello che hai da dire? Non so.. una spiegazione? Non ne hai? No perché capisco i essere solo una tua amica, ma almeno vorrei capire se conto almeno qualcosa per te. Perché, prima mi dici che ti piaccio, quasi mi baci e poi sparisci. Capisco che tu abbia paura, forse, ma non è così il modo di risolvere le cose, ok? Non lo è. Siamo in due a metterci nei casini, non ci sei solo tu, perché come stai male tu, sto male anche io per questa cosa.” Mi sfogo. Do voce ai miei pensieri, e mentre parlo lo guardo negli occhi.
“Lo so e mi dispiace, ma non so cosa dirti.”
“Non sai cosa dirmi? Hai bisogno che ti faccia le domande come ai bambini piccoli che non sanno comporre una frase completa e sensata?  Ok, va bene.. vediamo, iniziamo. Perché non ti sei fatto vedere per tutti questi giorni? E non venire fuori col tuo solito ‘non lo so’ perché non ti credo. Parla, ok? PARLA.” Sono arrabbiata, come non lo sono mai stata, e il suo atteggiamento mi da ancora più fastidio.
“Avevo.. paura, della tua reazione. Che tu reagissi male, che non..che non saremmo più stati amici.” Balbetta incerto.
“Oh si, certo, è vero.. e così hai pensato bene di sparire, per salvare la nostra amicizia. Davvero intelligente, ti sei superato. Scelta saggia.” Dico sarcastica, alzandomi per andarmene.
Mi fermo di fronte a lui che mi sta guardando con aria disperata.
“Sai, Jenny ha detto... ha detto una cosa strana. Io all’inizio pensavo stesse sbagliando ma poi.. poi ci ho ripensato e ci ho creduto. Ho creduto che tu.. – scuoto la testa – ma adesso.. adesso ho capito che non è così. Credevo tu fossi diverso, credevo tu fossi coraggioso e intelligente e che mi volessi bene.”
“Andiamo Allison, non sono mica un principe azzurro.”
“Lo so. Ed io non voglio che tu lo sia. Vorrei solo che quello che mi ha detto Jenny fosse vero, perché se lo fosse e tu me lo dicessi, io ti direi che vale lo stesso per me.” Deglutisce visibilmente. “Perché è così.” So che ha capito, perché nei suoi occhi si accende una luce strana, che non so identificare bene. Ma non m’interessa cosa stia pensando, perché me ne vado prima, scuotendo la testa. E lui non accenna a muoversi da lì. Rimane in quella posizione, immobile, e se non fosse in piedi, potrei pensare si stesse sentendo male.
Guarda un punto fisso nel vuoto. Io continuo a tenere la testa voltata verso di lui, finché mi rimane impossibile vederlo. Un po’ per le lacrime che riempiono inevitabilmente riempiono i miei occhi e un po’ per la lontananza.
Percorro tutta la strada fino alla camera. Sono quasi arrivata quando sbatto contro qualcuno.
“Scusa..” sussurro.
“No, tranquilla. Perché stai piangendo cara Allison?” riconosco quella voce e mi maledico mentalmente per non essere stata più attenta. Victoria.
“Niente di che.. scusa devo andare.”
“No, aspetta.” Dice fermandomi “ è per Daniel? Sa, è stato molto male in questi giorni..”
“Tu come..”
“Oh, sono andata a trovarlo e siamo stati un po’ insieme. Poi siamo anche usciti oggi. Sai, dovresti trattarlo un po’ meglio quel ragazzo. Mi ha raccontato tutto e non si merita davvero quello che..” non capisco molto di quello che sta dicendo in realtà. Ma una cosa l’ho capita, Daniel ha passato del tempo con lei.
“Cosa stai dicendo? Non l’ascoltare Allison, vieni con me, devo parlarti.” Dice Daniel, alle mie spalle, che dev’essersi fatto una bella corsa, dato il fiatone.
“Non voglio parlare con te. E non voglio parlare nemmeno con te. Adesso, devo andare. Scusatemi.” Me ne vado ma sento Daniel che mi segue.
“Aspetta. Devo dirti una cosa.”
“Perché ora? Potevi dirla anche 10 minuti fa, no?”
“No.. aspetta. È importante.” Prende la mia mano e mi fa voltare.
“Muoviti allora. Ti do 2 minuti di tempo.”
“E’ una cosa lunga.”
“Allora muoviti.”
“Ok..bene. Per prima cosa vorrei chiederti scusa per essere stato e per essere un codardo. Vorrei chiederti scusa per non esserci stato in questi giorni, e di aver avuto paura dei miei sentimenti. Pensavo.. pensavo fosse tutto sbagliato e che tu non provassi ciò che provo io, ma poi mi sono reso conto che è inutile girarci intorno, perché noi due siamo.. vedi? È qui il problema, io non so cosa siamo. Pensavo fossimo amici, ma poi ti ho vista l’altra sera e mi sono reso conto che io non posso essere solo quello per te. Tu mi piaci, tu sei.. bellissima e mi piaci. Non riesco a non pensare a te, ogni volta, non riesco a starti lontano, perché quando succede sto male. Tu per me non sei solo un’amica, sei molto di più.. ma non so cosa.
Quando eravamo piccoli, tu eri l’unica con cui stessi bene e con cui io parlassi. L’unica. Perché tu mi capivi e mi ascoltavi. E cos’è cambiato da allora? Non molto. Ma se prima ti volevo bene, adesso te ne voglio molto di più.” Fa un respiro profondo.
“Non devi dirlo. Ho capito.” Mi guarda riconoscente e mi sorride.
Il mio cuore sta scoppiando.
“Perciò, Allison Stone.. non sarò perfetto. Ma vorresti che io fossi il tuo principe? E tu, vorresti essere la mia principessa?” scoppio a ridere e lui mi guarda ansioso aspettando una risposta, così torno seria.
“No..”
“Oh beh..” mi guarda addolorato e io scoppio un’altra volta a ridere.
“Non principessa, scemo. Non mi piace. Direi più la tua ragazza, o qualcosa così no?” ricomincia a respirare e nei suoi occhi c’è tutta la gioia del mondo.
“E’ perfetto.”
“Lo è.” Ripeto continuando a guardarlo negli occhi. “Adesso mi dovresti baciare.. sai, un bacio vero.” Lo prendo in giro, lui alza gli occhi al cielo e si avvicina a me.
Posa le sue labbra sulle mie e ci perdiamo in un bacio infinito, che dura fino al momento in cui non abbiamo bisogno di fiato.
Ci guardiamo negli occhi, mentre lui mi accarezza la guancia dove non ne è rimasta traccia delle lacrime che poco prima avevo versato per il dolore di averlo perso.
Mi aggrappo a lui mentre lui riposa le sue labbra sulle mie.
 
Cara Allison,
sai qual è una delle cose che amo fare più al mondo? Ascoltare la musica. E se mi assomigli almeno un po’, sicuramente ami farlo anche tu. A volte aiuta, non credi? A volte aiuta a staccarti da quel mondo che ti fa sentire tanto insignificante. Ti aiuta a immedesimarti per qualche secondo nella vita di qualcun altro e di provare le sue stesse sensazioni. Sai, non ci vuole molta fantasia per farlo, basta ascoltare, chiudere gli occhi e lasciarti trasportare da quelle note che appartengono a qualcuno che non conosciamo.
Così, io mentre ascolto la musica, m’immagino la vita di qualcun altro. M’immagino come sia la tua vita adesso. Non so bene quanti anni tu abbia adesso, ma penso tu sia abbastanza grande. Avrai più di 18 anni, giusto? Sicuramente. Sarai all’università, perché mi hanno detto che sei molto brava a scuola, bravissima tesoro. Avrai un ragazzo, o forse no.. ma sai? Non è importante averne uno adesso. Alla tua età io ne avevo uno, tuo padre, di cui non mi sento ancora di parlare. Lo farò, ma non adesso. Non nella seconda lettera che ti scrivo. Sono sicura che vuoi sapere chi sia, ma lo saprai appena avrò il coraggio di scriverlo e rileggerlo. Ti prometto che lo farò.
Sai, per ogni lettera che ti scrivo m’ immagino una tua possibile risposta e ogni volta cerco di calarmi nei tuoi panni e capire i tuoi problemi. Ne avrai sicuramente molti, ed io sono uno di quelli.
Sono sempre stata una persona che cerca di immaginare le cose prima che accadessero. Un po’ tutti siamo così, tendiamo a sognare un possibile futuro, ma quasi mai indoviniamo, ma la cosa importante tesoro è cercare di non abbattersi e lottare per renderlo migliore di come avevi pensato. Il destino non è stato buono con me, pensavo di poter stare con te durante la tua crescita, insegnarti tante cose, insegnarti a sognare come piace fare a me, prepararti una festa grandissima per i tuoi 18 anni, con tutti i tuoi amici e le tue amiche, insegnarti a cucinare e poi.. un giorno, lasciarti andare da qualcuno che ami con tutta te stessa, come ho fatto io.
Molto probabilmente queste lettere sono inutili, perché tu le leggerai che continuerai ad incolparmi per tutto quello che ti ho fatto, e così andrebbe bene comunque. Perché per me, l’importante è tu le legga e tu ti renda conto che dentro queste lettere io ho messo tutta me stessa, tutto quello che sento e che sono. Non sono lettere false fatte per lasciarti un buon pensiero sulla donna che ti ha messo al mondo, sono fatte perché avevo bisogno di trasmetterti qualcosa di mio, sono fatte perché così quando fra poco morirò sarò sicura che tu saprai un giorno che io sarò sempre con te, qualunque cosa succeda.
Ti voglio bene, da sempre e per sempre.
Mamma. 







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You'll be the prince and I'll be the princess. it's a love story, baby just say yes..  Si, la canzone di Taylor Swift, da cui ho preso il titolo è Love Story. Mi piacciono un sacco le sue canzoni, anche se non è proprio il genere che ascolto di solito, le sue canzoni stranamente mi piacciono lol
Comunque.. allora, il capitolo è questo, che stranamente si può dire che mi.. piace? si, dai, rispetto a quello della volta prima mi piace, ed è diciamo così che lo volevo far venire.. ma boh, questo è un capitolo importante per la storia, quindi non so se l'ho scritto proprio bene.. ditemi voi. Ve l'aspettavate più o meno così? Sennò come? 
Comunque, ringrazio come sempre chi legge, choi recensisce, chi aggiunge la storia tra i preferiti, ricordati e seguiti. Grazie grazie grazie. E beh, un ultima cosa.. come avrete penso capito, alla fne di ogni capitolo ci sarà una delle lettere della madre, e come ha detto, del padre di Allison ne parlerò più avanti, dato che 'ely1' (che rigrazio, sia perché recensisce ogni volta, sia perché ha fatto questa domanda) me l'aveva chiesto l'ho specificato. Poteva non essere chiaro e me ne sono resa conto adesso, scusate. :)
Comunque, rigrazio appunto tutti e alla prossima. <3
Virgi. 

   
 
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