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Autore: KittyPryde    09/05/2007    1 recensioni
"I ciliegi che da sempre decoravano la tenuta di casa Kuchiki avevano smesso di fiorire cinquant'anni prima"
[Byakuya/Hisana]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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temi:
risveglio, primavera, malattia, maternità, famiglia, terra
famndom: Byakuya/Hisana

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Si era svegliato assieme allo spuntare dell'alba quella mattina, durante il sonno le bende che lo fasciavano erano scivolate via, lasciando scoperta la carnagione pallida del suo torace e le lesioni ancora non completamente rigenerate; le garze, sciolte e inumidite dall'afa, disturbavano il riposo, le cicatrici gli provocavano un prurito insistente, ma non era stato quello il fastidio che aveva tormentato il suo sonno così crudelmente fino a costringerlo al risveglio, né l'irritante pensiero di essere stato vinto, su tutti i fronti, dalle parole taglienti di Ichigo Kurosaki: mentre un sole coperto dalle nuvole illuminava fiocamente il paesaggio, per un attimo, Byakuya era sicuro di averla vista; guidata dal tintinnare dei campanelli sulla finestra, un allucinazione che lo aveva destato dal sopore, il ricordo di Hisana che passava dolcemente attraverso le mura di carta di riso, un rimpianto malinconico, piacevole, l'immagine velata di lei che gli dava le spalle e piegava le coperte subito dopo essersi svegliata, con gesti pigri e una nenia melodiosa a fior di labbra, trasparente, come tante volte la aveva potuta vedere; ma quella nostalgia passeggera, coperta dalla polvere del lungo tempo trascorso, aveva trovato vita solo per un attimo negli occhi grigi e chiusi di Byakuya, prima che lui stesso la rinnegasse, prima che costringesse l'immagine annebbiata della schiena esile di Hisana ad abbandonare la sua mente intimamente consapevole che anche la muta rassegnazione del capitano Kuchiki, non sarebbe bastata a cancellare l'eco morbido di quella figura dolorosa che ancora sorrideva nei suoi ricordi.
Aprì gli occhi con fatica, le palpebre ancora appesantite dall'illusione effimera della voce di sua moglie che si allontanava, indebolendosi fino a sparire; il capitano mosse lentamente le gambe sotto la coperta del futon cercando di alzarsi senza attirare attenzione, le sentiva più leggere del giorno prima, sulla via della guarigione, sicuramente non gli avrebbero consentito movimenti sicuri, ma almeno poteva camminare, a piccoli passi, sul patio che si affacciava nel cortile. L'aria era fredda, nonostante la primavera fosse alle porte una nebbia fitta indugiava tra i rami degli alberi e il contatto dei suoi piedi nudi con le assi di legno, lo faceva rabbrividire, ma non lo trovava fastidioso. Si appoggiò al corrimano, quasi cadendo, ma senza perdere la cadenza armoniosa che distingueva le sue movenze, senza stonare, le sue condizioni fisiche erano migliorate, ma dovette arrendersi all'evidenza di essere ancora convalescente.
Il dolore... era una sensazione nuova, estremamente stancante e quella necessità di sedersi, per recuperare le forze, rappresentava una strana suggestione per lui: avvertiva un'insolita emozione nel sentirsi così sopraffatto, inerme, qualcosa che non aveva mai provato prima di allora, qualcosa di contraddittoriamente piacevole; sospirò, piano, espirando l'aria calda in una nuvola di vapore, senza fare rumori passò finemente due dita sul torace pallido libero dalle bende, seguendo con lentezza le cicatrici che gli segnavano il torso e che sarebbero rimaste lì, ferme nel tempo assieme alle pesanti parole di Ichigo Kurosaki che per gli anni a venire avrebbero richiamato alla memoria un rumoroso e perseverante senso di colpa.
Le ferite bruciavano ancora e avrebbero continuato a lungo, i campanelli attaccati alle travi della veranda avevano smesso di tintinnare mentre l'immagine ancora viva di Hisana, appariva davanti agli occhi di Byakuya ogni volta che li chiudeva. Sentiva il bisogno pressante di riposare, mentre la casa si svegliava; prima di essere disturbato ancora, sentiva la necessità di restare solo.
   
 
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