~Capitolo 2~
Mira rise divertita vedendo il ghigno
audace del ragazzo davanti a lei mentre gli si avvicinava, completamente nuda,
senza staccarle gli occhi di dosso. Le sembrò troppo sicuro di sé. L’avrebbe
soddisfatto, ma gli avrebbe anche dato una lezione: era lei a dover condurre il
gioco, nessun altro.
La ragazza lo spinse sul letto,
guardandolo negli occhi, e lasciò che cominciasse a baciarla e a toccarla
dappertutto, poi si alzò di nuovo in piedi e lo spinse contro il muro, muovendo
la lingua nella sua bocca, lasciva e sensuale. Quello la sollevò da terra e le
fece mettere le gambe attorno al suo torace muscoloso, stringendola a lui, senza
staccare la bocca da quella di Mira, e si alzò dal letto, spingendola contro la
porta e cominciando a ridacchiare eccitato mentre muoveva la bocca sul suo
corpo.
Anche Mira rise, e posò una gamba per
terra, rimanendo comunque avvinghiata a lui con l’altra, baciandolo
intensamente, e mentre sfilava un sacchetto contenente alcune monete dalla tasca
della giacca del suo cliente, aprì la porta e lo scaraventò fuori, dove venne
accolto in una rissa.
Rientrò, spingendo la porta dietro di
sé e coprendosi con una vestaglia rosso rubino che lasciava però intravedere
molti dettagli del suo corpo. Sedette su una sgabello davanti a uno specchio,
passandosi un pettine dai denti larghi su una ciocca di capelli scuri e mossi,
pensando.
Perché non riusciva più a provare nulla, neanche il
benché minimo stimolo? Cosa le stava succedendo? Il suo corpo era come
inaridito, non rispondeva più ad alcuna sensazione. Rifletté, cercando una
possibile risposta a quella domanda, quando una voce interruppe il flusso dei
suoi pensieri.
-Complimenti-
Mira non si sorprese, anzi guardò
nello specchio, dove si rifletteva la figura di Sao Feng, stagliata sulla
porta.
-Non si usa bussare?- chiese
lei.
-La porta era aperta- rispose Feng,
mostrando il suo solito riso beffardo.
-Non è una
giustificazione-
-Hai finito con quello, credo- Feng
sorrise obliquo, indicando la porta e riferendosi chiaramente al ragazzo che
Mira aveva appena cacciato via -Anche se credo tornerà per pretendere il
resto-
-Si, molto probabilmente- rispose la
giovane per niente infastidita dal tono del pirata -Allora, qual è il secondo
lavoro?- chiese, diretta, cambiando argomento.
-Chi ti dice che il primo sia andato
bene come speravo?- domandò Feng, gli occhi che
brillavano.
-Il fatto che sei
qui-
Il pirata sorrise sarcastico
-Perspicace e sveglia…Le doti di una vera ladra e
assassina-
Mira non rispose.
-Devi venire con me, per il secondo
lavoro- le disse Feng osservando interessato la
stanza.
-Cos’è, devo accontentare tutta la
tua ciurma, capitano?- chiese Mira, dura, senza
guardarlo.
-No- rispose Feng, le braccia
incrociate, ancora appoggiato alla porta -Non voglio cose di questo tipo, te
l’ho già detto. I miei interessi vanno oltre una notte con te, per quanto possa
sicuramente essere magnifica e coinvolgente. No…devi rubare una cosa per me, e
anche stavolta devo uscirne pulito-
-Dimmi cosa devo rubare, dove e
quando- rispose Mira subito.
-Te lo spiegherò quando saremo sulla
mia nave…il viaggio per Tortuga dura abbastanza da contenere tutte le
spiegazioni che vuoi- ribatté Feng, rispondendo per le
rime.
La ragazza sollevò lo sguardo,
incontrando quello del pirata attraverso lo
specchio.
-Tortuga?-
-Tortuga-
-Quando salpiamo?- chiese Mira,
riponendo il pettine.
-Domani sera al calar del sole.
Preferisco navigare con il buio- rispose il pirata.
Mira scostò con finta noncuranza i
capelli, esibendo il suo seno poco coperto dalla trasparente vestaglia rubino
-Dove trovo la tua nave?- gli chiese.
-Non è ormeggiata al molo- rispose
Feng, che sembrava non aver fatto caso al gesto della giovane -È dietro la baia,
ha le vele nere…La riconoscerai sicuramente-
Mira si alzò, lasciando che lo
sguardo del pirata corresse indifferente sul suo corpo mezzo nudo, e gli si
avvicinò.
-Tu sei un mistero, Sao Feng…- disse
mentre gli si accostava, sorridendo -Perché non mi
desideri?-
-Non l’ho mai detto- rispose quello
piegando lievemente le labbra con ironia e guardandola negli
occhi.
-Tutti gli uomini mi
desiderano…Quelli per cui uccido, alla fine vogliono godere di me senza sosta…Tu
no?- bisbigliò Mira al suo orecchio.
-Io non sono quegli uomini. Io sono
Sao Feng- sussurrò lui deciso, il viso a pochi centimetri da quello della
ragazza.
-Allora toccami, Sao Feng…E vedrai
chi sono io…- sussurrò Mira prendendogli la mano e portandola sul suo fianco,
sotto la vestaglia, sulla sua pelle nuda, occhi negli occhi -Nessun uomo mi ha
mai fatto godere davvero…Tu sei diverso, io lo so, saresti il primo…Non vuoi
provare?- chiese, muovendosi piacevolmente contro la sua mano e avvicinandosi al
suo viso, proprio come aveva fatto la prima volta che si erano
incontrati.
-Non ora e non qui- rispose Feng,
spostando la mano, ma senza staccare gli occhi dai
suoi.
-Quel momento arriverà, pirata. Non
potrai più resistermi e allora godrai con me come non hai mai goduto con nessuna
donna…Ricorda…Puoi chiedermi di fare tutto quello che vuoi…-
-Me ne ricorderò- rispose Feng
avviandosi alla porta -Stanne certa- L’aprì e fece per
uscire.
-Ah, Feng- lo richiamò Mira -Mongkut
ti manda un messaggio…- gli disse, passandosi una mano sul fianco -Ha detto di
dirti che non riuscirai mai ad avere ciò che
desideri-
Feng non si scompose -Si sbaglia-
rispose -Anzi, si sbagliava- si corresse con un sorriso maligno -Ha provato a
contrastarmi ed è morto…Non riuscirà a farmi desistere ora che è finalmente
scomparso per sempre-
-Sembri molto sicuro di te- notò
Mira.
-Lo sono almeno quanto lo sei tu di
te- rispose Feng deciso. Poi uscì dalla stanza.
*
*
-A Tortuga?- chiese Ana Lucìa stupita
-È un porto di pirati! Cosa c’è lì di tanto prezioso da rubare?-
-Non me l’ha detto- rispose Mira
semplicemente, poggiando un gomito sul bancone. -Lo scoprirò a breve,
immagino-
-È davvero così affascinante?-
-Si, lo è, ha un non so che
di…regale...Ti rendi conto che ho già provato a sedurlo due volte e per due
volte mi ha rifiutata?-
-Non ci sarà una terza volta, vedrai-
assicurò Ana Lucìa.
Mira sorrise lusingata. Sapeva di
essere bella, sapeva di piacere agli uomini, e sapeva di farli deliziare
moltissimo. Era fiera di ciò -Faccio in tempo a farne un
altro?-
-È arrivato un giovane stamattina
all’alba, sta alla tre, dice di essere un commodoro inglese, ha perso la ciurma
in un uragano, è un po’ confuso… Conviene dargli una svegliata, secondo me-
sorrise sottile Ana Lucìa.
-Vado subito- Mira prese una
bottiglia di rum dal bancone, si voltò e s’ incamminò verso la tre, al piano
terra.
L’uomo che dormiva nel letto era
giovane, sulla trentina, ed era parecchio malridotto. Sembrava davvero reduce da
un naufragio. Mira, senza svegliarlo, preparò del rum per entrambi, sul tavolo
vicino al letto, e sedette comodamente su una sedia. Dopotutto aveva tempo fino
alle sette, e non c’era alcuna fretta.
Il giovane si svegliò dieci minuti
dopo. Aprì gli occhi assonnati e si sollevò sul letto, massaggiandosi la
testa.
-Salve- sorrise
Mira.
Quello si voltò confuso verso di lei
-Chi siete? Dove siamo?-
-Io sono Mira. Siete a
Singapore-
Per tutta risposta, l’uomo imprecò
-Maledetto Jack Sparrow…Mi è sfuggito…-
Mira sorrise -Come vi chiamate?-
chiese.
-Commodoro James Norrington- rispose
quello con voce impastata.
-Ah, commodoro…Bene…- sussurrò
Mira.
-Non più commodoro, credo…Mi avranno
dato per morto- si corresse poi.
-Oh, quanto mi dispiace…- disse Mira
alzandosi. Il commodoro la fissò. Non si era accorto che fosse vestita solo di
una trasparente vestaglia rosso rubino, sotto la quale portava solo un corpetto
striminzito che lasciava vedere il seno e dei pantaloni corti e aderenti sopra
il ginocchio, che le disegnavano i profili delle gambe forse troppo muscolose.
Deglutì. Decisamente non era il tipo di donna che era abituato a vedere a Port
Royal.
Mira si diresse con calma verso di
lui, portando una bottiglia di rum in mano, e sedendosi accanto a lui sul letto
-Bevete, vi scioglierà un po’-
No, decisamente non era il tipo di
donna con cui aveva a che fare.
Norringhton cercò di guardarla in
viso, ma i suoi occhi continuavano a saettare sul suo corpo. Gli sembrava di non
aver mai visto nulla di così attraente.
Accettò il rum, che bevve tutto d’un
fiato con due, tre, quattro sorsate. D’improvviso si sentì molto più a suo
agio.
-Sai, quel maledetto Sparrow…Ero a un
passo dal prenderlo,e se non ci fosse stato quell’uragano, a quest’ora sarebbe
in mano mia-
-Oh, mi dispiace davvero…- disse Mira
piano, scivolando davanti al suo viso, avvicinando le labbra alle sue, e
sentendo il sapore acre della bevanda.
-S-si…- rispose Norringhton, bevendo
altre sorsate di rum, lo sguardo che saettava dalla bottiglia a Mira e viceversa
-È che…c’ero quasi-
-Lo so…non è piacevole quando ciò che
desideriamo di più ci sfugge proprio quando siamo sicuri di averlo preso…-
sorrise Mira, passando lentamente un dito sulle labbra del
giovane.
Non sapendo bene perché, Mira si
ritrovò a pensare al pirata, Sao Feng. Non aveva voluto nulla da lei, non aveva
neanche provato a rispondere ai suoi incitamenti. Diceva di non fidarsi della
giovane, ma le aveva lasciato una sostanziosa caparra…Era senza dubbio un uomo
misterioso e affascinante, e possedeva una presenza autoritaria non
indifferente. Mira era ancora più convinta di volerlo sedurre: si ritrovò a
pensare a come sarebbe stato bello farlo compiacere, come gli aveva promesso.
Sorrise al pensiero, mentre immaginava che al posto del commodoro ci fosse il
pirata.
-È sgradevole,si…- ripeté Mira
passando distrattamente una mano al lato del viso dell’uomo e portandosela poi
lentamente sul seno -Ma puoi…per
ora…dimenticarti di lui- la mano ora gli accarezzava di nuovo il volto -Non
ti andrebbe?-
-Io devo catturarlo…La-la marina
britannica…- disse Norringhton mentre cercava di non guardare il corpo della
ragazza. Boccheggiò, cercando di rispondere, mentre lei sorridendo, lo guardava,
con occhi ardenti. Norringhton bevve ancora alcune sorsate di rum, non riuscendo
a staccare gli occhi dalla ragazza, ormai incapace di smettere di divorarla con
gli occhi. Mira tolse la bottiglia ormai vuota dalle sue mani e gli si avvicinò.
Lo baciò sulla bocca, a occhi chiusi, mentre lui, paralizzato, non riusciva a
muovere un muscolo.
-N-no, per favore, io…- balbettò
insicuro mentre sentiva la ragazza scendere lungo il suo petto e poi giù, verso
il cavallo dei suoi pantaloni.
Anche volendo, si disse James
Norringhton, non sarebbe riuscito a fermarla. Perché poi avrebbe dovuto? Era una
sensazione così bella, quella che stava provando in quel momento. Non l’aveva
mai sperimentata, ma doveva dire che era talmente coinvolgente che stava per
lasciarsi andare. Aveva sempre ritenuto quel gesto e chi lo compiva una cosa
immorale e depravata, ma…quella ragazza…-come si chiamava? Bah, non importava-
Quella ragazza era davvero abile e fu quasi un peccato quando si rialzò e
cominciò a baciarlo sulla bocca con passione.
”Feng” Mira sentì quell’uomo, di cui
già non ricordava il nome, baciarla con più sentimento. “Feng”pensò Mira.
L’orologio del campanile suonò. Un rintocco. Il commodoro scivolò fino ai suoi
fianchi, accarezzandole la pelle ambrata. Due rintocchi.”Feng”. Mira sorrise e
chiuse gli occhi, spingendo le labbra verso quella bocca e abbracciandolo forte.
Tre rintocchi. Lui le passò le mani sulla schiena, ed entrambi si ritrovarono in
ginocchio sul letto, avvinti da quel bacio. Quattro rintocchi. Mira lo abbracciò
ancora, gli occhi chiusi, e lui le tolse la vestaglia “Feng”… Cinque rintocchi.
L’uomo passò le mani sul suo corpo, fermandosi a ghermire con decisione i suoi
fianchi. Sei rintocchi. Mira sorrise…era così bello quel bacio… Si lasciò
sfuggire un piccolo gemito e s’inarcò verso di lui. Sette rintocchi. Mira aprì
gli occhi. Feng. Sao Feng. Era ora di salpare, doveva
andare.
Non era il pirata, lì con lei. Era il
commodoro, che accorgendosi che la ragazza si era fermata all’improvviso, si
bloccò. Quando staccò le labbra da quelle di Mira lei si accorse, dalla lucidità
degli occhi del giovane uomo, che l’alcol stava facendo effetto. Il commodoro
ridacchiò -Non avevo mai conosciuto una come te, sai? Com’è che ti chiami?-
-Non ha importanza…Ora devo andare-
disse Mira delusa, alzandosi dal letto. Era stato bello, finché era durato. Era
stato bello immaginarlo.
-No, asp…-il commodoro barcollò e
cadde sul letto russando pesantemente, vinto dalla stanchezza e
dall’alcol.
Mira si rivestì, prese le armi e i
soldi dalla sua stanza ed uscì nella sera, sperando ardentemente che quel
giovane non avesse ricordato il suo nome quando si fosse
svegliato.
This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder