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Autore: JiuJiu91    09/05/2007    8 recensioni
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. Quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda dentro di te. [Friedrich Nietzsche]
Le gemelle Spencer vivono su binari paralleli: Maggie è esuberante, goffa e maldestra, perennemente intenta a collezionare figuracce, mentre la riservata Therese è una studentessa modello, saggia dispensatrice di consigli e ottima strega. Destinate a non incontrarsi mai, se non si fossero trovate intrappolate, assieme, in un piano molto più grande di loro, divise tra Bene e Male. Sempre che Bene e Male esistano ancora, quando i Buoni sono pronti a tutto pur di vincere la guerra e i Cattivi non sembrano poi così cattivi.
In un Mondo Magico in cui non è più tutto bianco o tutto nero si intrecciano storie d'amore e di guerra, d'amicizia e di fratellanza, di alleanze e di tradimenti. In tutte le sfumature che preferite.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao belle bestiole!

Infinitamente grazie per le recensioni che mi avete lasciato all’ultimo capitolo, sappiate che vi adoro e che se mai diventassi una diva di Hollywood vi includerei nel discorso di ringraziamento durante la Notte degli Oscar.

Detto ciò mi tocca dire un paio di cose a giustificazione di un madornale errore commesso quando ho pubblicato questa storia: infatti ho confuso la lettera G con la R e me ne sono accorta solo per caso (grazie ad una fanfiction di GaiaLoire) e quindi ho subito cambiato il rating. Quindi non è che da questo capitolo il linguaggio cambia o cose simili, ma voleva essere un avvertimento soprattutto per i prossimi capitoli che potrebbero avere delle scene un po’…uhm…lo scoprirete.

E ora, buona lettura!

 

IL TROPPO STROPPIA

 

P

assai le più belle vacanze di Natale della mia vita, ma man mano che si avvicinava la fine delle vacanze cominciavo a pensare con angoscia a cosa avrebbe detto Draco, a cosa io gli avrei detto e anche a cosa avrebbe detto la gente che ormai si era abituata a vederci in giro assieme.

  Perciò la mattina del 9 Gennaio, giorno di ripresa delle lezioni, non appena Draco Malfoy si girò verso il tavolo dei Grifondoro, io mi buttai sotto il tavolo.

  - Spencer…che diavolo… - iniziò Harry Potter

  - Shhh…se vuoi ti faccio un pompino, ma ti prego non parlare – sussurrai in risposta

  Harry mi fissò sbalordito e continuò ad imburrare il suo toast.

  - Posso dargli un morso? – chiesi

  - A cosa? – ribattè lui sconvolto

  - Al toast – risposi perplessa – Mio Dio…cosa pensavi…sei un maniaco –

  - Veramente sei tu che… - iniziò lui

  - No! Sei tu che pensavi che volessi usarlo come un ghiacciolo – replicai

  - Beh, ma è solo perché tu mi hai istigato a pensarlo – sbuffò Harry

  - Non solo sei un maniaco, sei un maniaco represso – rincarai la dose

  Ma mi resi ben presto conto che Potter e Weasley erano gli unici due studenti di tutta Hogwarts ai quali Draco non avrebbe mai chiesto “hai visto Maggie Spencer?” e così cominciai, mio malgrado, a frequentarli.

  - Andate in giardino? – domandai loro il Sabato mattina

  - Agli allenamenti di Quidditch – puntualizzò Harry

  - Bene, direi che vi seguo – lo presi a braccetto e con l’altro braccio presi a braccetto Ron

  - Senti, Mandy, non so per quale motivo tu ci stia pedinando, ma è davvero snervante – sbottò Harry

  - Mi chiamo Maggie – replicai tranquillamente

  - Vedi? Non sappiamo nemmeno come ti chiami…e sei qui che cammini con noi – borbottò lui

  - Sei egocentrico viziato e presuntuoso, lo sai, vero? – gli chiesi

  - E tu sei stupida odiosa e manipolatrice – ribattè

  - Manipolatrice?!? – ripetei – Qualcuno dovrebbe spiegarti il significato della parola “manipolatrice” –

  - E qualcuno invece dovrebbe spiegarti il significato della frase “ci stai rompendo le scatole” – sibilò Harry

  Feci per andarmene, ma Draco Malfoy stava proprio in quel momento uscendo dal portone.

  - Ok, d’accordo…cancellate dalla vostra mente questi ultimi disastrosi diciotto mesi – brontolai – Ciao, io sono Maggie Spencer, piacere di conoscervi – strinsi la mano ad entrambi

  - In realtà credo non ci fossimo mai davvero presentati – osservò Harry – Tua sorella ci ha solo detto come ti chiamavi –

  - E ci ha anche detto di non frequentarti – soggiunse Ron beccandosi un’occhiataccia dal suo amico

  - Beh, non mi stupisco. È proprio il genere di cose che fa Therese – sorrisi ironica – Di voi, invece, mi ha detto che siete un’ottima amicizia. E anche questo è il genere di cose che fa lei. È un’abile scalatrice sociale. Come li chiamate nel Mondo della Magia i leccaculo? –

  Entrambi mi fissarono stralunati, come se fossi ET senza le antennine.

  - Ve lo dico in parole povere: Therese è vostra amica solo per farsi conoscere – tagliai corto

  - Tu dici? – fece Harry

  Quando eri piccolo ti hanno infilato in lavatrice e ti hanno dato la centrifuga? È per questo che hai quel segno sulla fronte? È per questo che non ragioni?

  - Già – sorrisi ipocritamente

  - Ti hanno mai detto che mi assomigli? – mi domandò Ron

  Assomiglio a un fungo? Bene. Ho deciso che mi suiciderò.

  - Ehm…ancora non è successo, ma forse è perché i miei amici non ti conoscevano. Scommetto che prima o poi qualcuno me lo dirà – lo rassicurai

  - Magari siamo fratelli separati alla nascita – propose lui

  - Io sinceramente ne dubito – ammisi

  - Allora, noi stavamo andando al campo – mi ricordò Harry

  - E io stavo per l’appunto venendo con voi – li seguii come un fedele cagnolino – Sapete, non ho mai amato un granchè il Quidditch ma forse potrei… -

  - Spencer – mi zittì Harry – Facciamo un patto: noi ti proteggiamo da quello stronzo di Malfoy e tu tieni la bocca chiusa. Se ti cade in testa un meteorite, se ti si incendia la divisa o se scopri che tua sorella è uno yeti delle montagne l’unica cosa che devi fare è tacere –

  - Affare fatto – gli strinsi la mano – Ma sappi solo che con questa tecnica rimarrai vergine fino a trent’anni, Potter –

  Purtroppo, come ben sapevo, non riuscii a sfuggire a Draco per molto tempo e mi beccò in un corridoio buio che stavo percorrendo per raggiungere l’aula di Divinazione.

  - Maggie… - iniziò lui – Sembra quasi che tu mi stia evitando –

  - Davvero?!? Stai scherzando? – feci io, in risposta

  - No…lo sapevo che non era così – sorrise rincuorato

  È evidente che solo gli stupidi vengono ammessi ad Hogwarts…

  - Allora perché non ti siedi più a pranzo con noi? – mi chiese

  - Io… - iniziai

  - E perché te ne sei andata la sera di Natale? – aggiunse

  - Ah…così è questa la brillante scusa di tuo padre. Io “me ne sono andata” – borbottai

  - Mio padre? Che c’entra mio padre? – domandò Draco ma dal tono di voce riuscii a capire che sospettava qualcosa

  - Mi ha promesso un piccolo compenso suggerendomi di allontanarmi dalla vostra famiglia. In pratica mi ha pagata per andarmene – spiegai

  - E tu te ne sei andata?!? – sillabò Draco sconcertato

  - Cosa avrei dovuto fare? Rimanere anche se lui non voleva? – sbuffai

  - Tu stai con me, non con mio padre – mi ricordò lui

  - Certo…ma è stato lui a sorbirsi gli sguardi sconvolti di quella gente quando al ballo dei Nott mi sono presentata in jeans, e anche quando sono scivolata sulla torta di compleanno di Charlotte Parkinson, e anche quando ho detto a quella tua zia che ero stata ad un concerto di Eminem in Colorado facendo l’autostop – sospirai

  - Forse certe volte hai un po’ esagerato – ammise Draco – Ma io ho bisogno di te…io… - si schiarì la voce – Io ti amo –

  Rimasi a bocca aperta e lui vi infilò la lingua senza, per fortuna, aspettare una risposta.

  - Sì insomma…ha detto proprio così! – ero seduta nella cucina del bilocale di Tom a Londra, e gli stavo raccontando quello che era successo – Lui mi ha detto “ti amo” –

  - Mi sembra una cosa carina – sorrise leggermente ironico

  - Carina?!? Uno mi dice “ti amo” e tu la definisci una cosa carina? – sibilai

  - Siete tutte uguali voi donne. Se vi si dice di amarvi vi arrabbiate perché non volete una storia seria, se non ve lo si dice ci accusate di essere degli stronzi insensibili…siete così difficili da fare felici – borbottò Tom

  - Beh…io ho tredici anni…è normale che non voglia sentirmi dire “ti amo” – sbottai

  - Tredici anni? E stai bevendo vodka? – sussurrò Tom

  - Tredici e due mesi – precisai mentre quello che si spacciava per uno dei miei migliori amici mi sfilava il bicchierino di vodka dalle mani e lo svuotava nel lavandino

  - Dovresti dirglielo – disse dopo un po’

  - Dici? – ero perplessa

  - Certo…dovresti dirgli chiaramente che pensi sia troppo presto per frasi simili – spiegò Tom

  - Ci proverò. Anche se so che sarà difficile, ci proverò – decisi

  E volevo riuscire anche in un’altra impresa: portare Draco a Londra. Ci riuscii il giorno di San Valentino. Andammo da Harrod’s e poi ci sedemmo in un delizioso bar per prendere qualcosa da bere.

  - Ti ricordi…la nostra storia è cominciata così – sorrisi ripensando a quel bar di Hogsmeade – Senti, Draco, volevo dirti che… -

  Lui si guardava attorno spaesato, poi sbarrò gli occhi e mi strinse la mano terrorizzato.

  - Giù…non farti vedere… - mi intimò scivolando fin quasi sotto il tavolo

  Acciuffai il menù dei dolci e lo misi davanti al viso per non farmi riconoscere.

  - Volevo dirti che… - riprovai

  - Shhh – fece Draco – Stai zitta –

  - Ma che diavolo… - sbuffai guardandomi alle spalle

  - Là fuori! – mi indicò un punto in mezzo alla strada – Lo vedi quello con il cappotto lungo grigio? –

  - Lo vedo solo perché vedo bene da lontano – sussurrai distratta

  - Quello è un collega di mio padre! Lavorano assieme al Ministero della Magia…se mi avesse visto qui…senti, io non mi sento al sicuro in questo posto, torniamo ad Hogwarts – disse Draco a raffica

  - Non ti senti al sicuro per quel tizio? Ma se è lontano dieci chilometri…probabilmente non si ricorda nemmeno che faccia hai e probabilmente sta andando dalla sua amante e tu sei l’ultimo dei suoi problemi – tagliai corto – Noi, invece, dobbiamo parlare di… -

  - Maggie, ti prego, torniamo ad Hogwarts – mi supplicò Draco

  - Dovevo parlare con JJ – borbottai

  - Chi è JJ? – domandò Draco perplesso

  - Jessica…JJ è più veloce da dire – risposi frettolosamente – Ma il punto è: quando parleremo? –

  In quel momento Draco scivolò sotto il tavolo.

  - Domani. O dopodomani. Ma parleremo ad Hogwarts – decretò lui

  Presi la Passaporta e tornammo ad Hogwarts.

  - Secondo me vuole scopare – decretò JJ, dopo che ebbi raccontato tutta la storia

  - Cosa?!? – ripetei scioccata

  - Tutte queste allusioni al fatto di dover tornare ad Hogwarts, di dover parlare ad Hogwarts, magari da soli…- ridacchiò JJ – Beh, non lasciartelo sfuggire! –

  - Stai scherzando?!? Abbiamo solo tredici anni – le ricordai

  - Appunto – sorrise JJ – Ormai chi è ancora vergine a quindici anni è ufficialmente una sfigata –

  - Ah, davvero? – il mio primo pensiero andò a Bernie che doveva compiere diciassette anni e che dubitavo fosse mai andata a letto con qualcuno – Uhm…buono a sapersi –

  A meno di dieci chilometri dal palazzo di marmo dei Treford, in un bilocale con i mobili talmente lucidi da potercisi specchiare dentro, Tom Riddle sorseggiava un the verde.

  - Secondo me è solo un bambino che non è pronto per prendersi le sue responsabilità. L’idea che suo padre possa vedervi lo spaventa più dell’idea che tu possa rimanere arrabbiata o delusa dai suoi modi di fare – decretò lui

  - Quindi tu dici che il suo unico difetto è essere un bambino? – gli domandai

  - Più o meno sì. Naturalmente è un difetto abbastanza serio visto che mette in ombra i suoi pregi – continuò Tom

  - Non sapevo che avessi questa vena dello psicologo – osservai

  - Ho molte doti nascoste. Ci sono milioni di cose che non immagini nemmeno sul mio conto – sorrise enigmatico

  - E milioni di cose che immagino sul conto di Draco. Peccato siano tutte brutte – sibilai

  Altri sette chilometri ad est, dalle parti di Finsbury Park, Tracie Eloise Spellman, con il cucchiaino affondato nella vaschetta del gelato, dava un’altra interpretazione della faccenda.

  - Mollalo – dichiarò – Tipica scusa del tipico stronzo che vuole solo divertirsi. Solo a sentirti dire che volevi parlare di qualcosa di serio si è inventato questa faccenda dell’amico del padre. Dubito che fosse vero –

  - Dici? – sussurrai colpita

  - Quante probabilità ci sono che un amico del padre fosse proprio lì proprio in quel momento? Le probabilità che lui sia uno stronzo di prima categoria sono molte di più, specialmente ricordando che i maschi che appartengono al gruppo “abbastanza carini” sono sempre stronzi – mi ricordò lei con una smorfia

  Infilai il mio cucchiaino nella vaschetta di gelato e pensai alle storie della zia che si erano concluse tutte male.

  - Mollalo – ripetè – Fallo subito –

  Bene. Tre persone e tre visioni diverse della cosa. Tre suggerimenti diversi. Peccato che nessuno la pensa come me. Sono io il problema.

  Ed era così. Non potevo negarlo: ero cambiata dall’anno prima e i miei sentimenti verso Draco erano cambiati. Vederlo non mi faceva più vibrare le membra, o meglio, sì…ma non di gioia.

  Una sera ai primi di Marzo salii nella torre di Astronomia e mi sedetti sul davanzale della finestra. Ero sospesa a trenta metri da terra, ma da lì vedevo il cielo e mi sembrava quasi di poterlo toccare.

  Per la prima volta da quando guardavo le stelle non mi chiesi se il cielo fosse lo stesso di New York, ma mi chiesi perché non fossi innamorata di Draco.

  - Merda – borbottai tra me e me

  - Questo è un bel posto per pensare, vero? – mi interruppe una voce alle mie spalle

  Mi girai in preda al panico: Hogwarts era piena di Dissennatori che davano la caccia a un pazzo scappato da Azkaban, e non mi sarebbe piaciuto incontrare né i Dissennatori né il pazzo scappato da Azkaban, tale Black.

  - Professor Lupin… - sussurrai con la voce spezzata

  - Maggie Spencer – fece quello

  Tirai su le gambe e mi voltai, con la schiena rivolta all’esterno.

  - Allora, cosa fa una ragazzina a mezzanotte passata su una torre deserta del castello? – mi domandò

  - Me ne vado subito, ma lei non lo dica alla McGranitt – provai a trattare

  - Non dirò nulla alla McGranitt – ridacchiò Lupin – Alla tua età io e i miei amici facevamo le stesse cose. Però tu sei qui da sola –

  - Rifletto – risposi semplicemente

  - Problemi d’amore? – chiese

  La cosa che odio di più, dopo essere compatita dai ricconi snob, è sentire i “grandi” che parlano come se le storie di una ragazzina di tredici anni non siano importanti.

  - In un certo senso sì – ammisi

  - A tredici anni una cosa semplice sembra un problema irrisolvibile – sussurrò lui – A volte bisognerebbe guardare tutto da una prospettiva diversa per vedere la soluzione più semplice che appare così semplice –

  - Ma guardare da un’altra prospettiva non è semplice – osservai

  - Tutt’altro. La gente si ostina a guardare da un’unica prospettiva e a convincersi che quella sia la prospettiva “giusta”. Che sia il “bene” – convenne

  - Mia sorella – sibilai – è convinta di essere perfetta. Ma forse su Draco aveva ragione –

  - Draco Malfoy? – domandò perplesso – è lui il problema? –

  - Il problema sono io – replicai – Ma lui è coinvolto in questa storia. Il punto è che Therese mi aveva suggerito non di non mettermi con lui, che suo padre è odioso, che è uno stronzo, che è un Mangiamorte –

  - Perché non lo lasci? – chiese Lupin – Dalla mia prospettiva è la cosa più semplice –

  - Soffrirebbe troppo – risposi

  - Ma così soffrite entrambi – osservò lui

  Rimasi in silenzio. Aveva maledettamente ragione.

  - Voi ragazzi siete sempre convinti che i professori non siano mai stati innamorati, o mai stati come voi – borbottò – Non è così? –

  Annuii.

  - E siamo anche convinti che siate degli stronzi – soggiunsi

  - E vi sbagliate? – volle sapere Lupin

  - Su qualcuno – ridacchiai – Ma in generale no. I professori sono degli stronzi –

  Piton, poi, era il peggiore stronzo di Hogwarts. E da quando aveva scoperto che Glenda Rosweth viveva con un altro, la delusione d’amore l’aveva reso ancora più stronzo.

  - Voi avete capito qual è l’ingrediente che devo mettere nel calderone? – domandai a Ron e Harry

  Entrambi mi fissarono come se gli avessi chiesto la formula per calcolare il cubo di un trinomio e dovetti tristemente osservare che nel disgraziato caso in cui io e Draco ci fossimo realmente lasciati, i miei già tremendi voti in Pozioni sarebbero peggiorati ancora.

  - Maggie! – Draco corse da me e mi baciò in mezzo al corridoio

  In qualche modo mi dispiacque vedere l’espressione disgustata di Ron e Harry, nonostante noi fossimo solo soci, non amici.

  - Draco… - iniziai

  - Sei ancora arrabbiata per la storia di Londra? – mi sussurrò in un orecchio – Vieni con me –

  - Ma…Divinazione… - gli ricordai

  - Tu sei più importante dell’ora di Divinazione – ribattè lui

  Lo seguii in giardino e ci sedemmo sull’erba umida a guardare il lago.

  - Perché mi hai portato qui? – gli domandai

  Forse JJ aveva ragione, forse era arrivato il momento in cui non sarei stata più casta e pura.

  - Non lo sai? – mi chiese stupito

  - Ehm…posso…potrei…potrei immaginarlo – risposi

  Draco infilò una mano in tasca.

  Ecco, adesso tira fuori un preservativo e sono fregata. Che gli dico? “no non mi sento pronta” “no, stavo per mollarti” “no, voglio restare vergine”?!?

  - Io… - borbottai

  - Buon anniversario, Maggie – dalla tasca non uscì un preservativo fruttato, bensì una scatolina rossa che Draco mi porse sfiorandomi appena le labbra con le sue

  - Grazie – sussurrai con quel poco di fiato che mi era rimasto in gola

  L’8 Marzo. Come ho fatto a dimenticarmelo? Come diavolo ho fatto?!?

  - Aprilo – mi intimò lui

  - Ho…ho lasciato il tuo regalo in camera, non immaginavo che…pensavo che magari questa sera…cioè… - mi interruppi prima di dire qualche altra stronzata

  - Avanti, aprilo – riprese

  Aprii la scatoletta. Un sottile braccialetto di diamantini mi scivolò tra le dita.

  Draco me lo allacciò al polso e lo guardò soddisfatta.

  - Ho detto a mio padre che volevo comprarmi un nuovo set per lucidarmi la scopa e un paio di scarpe – spiegò orgoglioso

  - Però…devono essere costosi i set per lucidare le scope… - osservai

  - Già – convenne lui e mi baciò ancora

  Come faccio…non posso…

  - Draco…volevo dirti che… - cominciai

  Lui si staccò e mi guardò in attesa. I suoi occhi color ghiaccio erano molto più dolci del solito, le labbra dischiuse e le guance più colorite.

  …che non sopporto che mi si dica “ti amo”, che ti voglio lasciare, che tra noi non può continuare, che tuo padre è uno stronzo, che è finita…

  -… Che sono davvero felice di essere qui con te – conclusi

  Vigliacca, Maggie, stupida vigliacca…

 

Gaia Loire: è una mia impressione o ti stai affezionando a Tom? Se è così sei la seconda, insieme alla mia migliore amica Francy che prima di leggere ogni capitolo mi chiede se succede qualcosa di brutto a Tom. Grazie ancora per aver letto questo capitolo in anteprima e anche per avermi detto in anteprima che ti è piaciuto, ma mi piace comunque rispondere alle recensioni. Ci ho proprio preso gusto e non credo che smetterò tanto facilmente. Lucius è un grandissimo stronzo. Il suo discorso mi è stato fatto davvero, dal padre di un mio amico, che non mi ha pagato ma mi ha gentilmente pregata di stare alla larga da suo figlio. Io però non l’ho fatto. Io però non sono Maggie.

 

Moony Potter: beh, direi che seconda è comunque una posizione da podio! In fondo alla fine del Mondiale anche i piazzamenti fanno bottino…ok, la smetto di parlare di Formula Uno che non è il caso. No, la famiglia di lui non la prende affatto bene. Anche se Narcissa in fondo non ha nulla in contrario. Beh, qui Maggie passa al contrattacco…che ne dici? E sei tutt’ora convinta che Tom nasconda qualcosa? In quanto a Glenda…beh, potrei anche darti ragione…hehe…

 

Schumi95: ma figurati se mi sono offesa perché mi hai detto che Jessica sembra un’oca! Ma dai…a me piace che mi si dica quello che si pensa sui miei personaggi. In quanto a JJ io la penso in modo diverso perché so già come si evolvono le cose, ma è più che logico pensarla come a te a questo punto della storia. Comunque pensa che sto scrivendo una storia con protagonista JJ per una mia amica perché l’adora! Strani i casi della vita, no? A te potrei scriverne una su Cissie…naturalmente sto scherzando…

 

Maggie Addicted: pensa un po’, quando ho inventato il personaggio di zia Tracie (qui la mia sorellonza non ha avuto voce in capitolo, sono l’assoluta creatrice di Tracie Spellman) ho fatto proprio il ragionamento che hai fatto tu e quindi ho cercato di creare una zia che fosse agli antipodi rispetto ai Dursley. E quindi ci sono loro che all’apparenza sono persone fantastiche e in realtà sono odiosi e poi c’è zia Tracie che all’apparenza è una povera disgraziata e in realtà è una zia fantastica. Mi fa piacerissimo che ti piaccia…in seguito ci sarà molto più spazio per lei.

 

Elysetta: certo che c’è posto per una nuova fan! C’è sempre posto per tutti qui…non è mica una festa a numero chiuso! Comunque mi dispiace doverti dare una delusione così grande subito, al secondo capitolo che recensisci di questa storia ma è proprio così: Maggie e Draco non sono fatti per stare assieme. Ma…chissà, vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!

 

Baciottolonzi a tutti e a presto!

  
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