Ciao
belle
bestiole!
Infinitamente
grazie per le recensioni che mi avete lasciato all’ultimo
capitolo, sappiate
che vi adoro e che se mai diventassi una diva di Hollywood vi
includerei nel
discorso di ringraziamento durante
Detto
ciò mi tocca dire un paio di cose a giustificazione di un
madornale errore
commesso quando ho pubblicato questa storia: infatti ho confuso la
lettera G
con
E
ora, buona lettura!
IL
TROPPO
STROPPIA
P |
assai
le più belle vacanze di Natale della mia
vita, ma man mano che si avvicinava la fine delle vacanze cominciavo a
pensare
con angoscia a cosa avrebbe detto Draco, a cosa io gli avrei detto e
anche a
cosa avrebbe detto la gente che ormai si era abituata a vederci in giro
assieme.
Perciò la
mattina del 9 Gennaio, giorno di ripresa delle lezioni, non appena
Draco Malfoy
si girò verso il tavolo dei Grifondoro, io mi buttai sotto
il tavolo.
-
Spencer…che diavolo… - iniziò Harry
Potter
- Shhh…se
vuoi ti faccio un pompino, ma ti prego non parlare –
sussurrai in risposta
Harry mi
fissò sbalordito e continuò ad imburrare il suo
toast.
- Posso dargli
un morso? – chiesi
- A cosa?
– ribattè lui sconvolto
- Al toast
– risposi perplessa – Mio Dio…cosa
pensavi…sei un maniaco –
-
Veramente sei tu che… - iniziò lui
- No! Sei
tu che pensavi che volessi usarlo come un ghiacciolo –
replicai
- Beh, ma
è solo perché tu mi hai istigato a pensarlo
– sbuffò Harry
- Non solo
sei un maniaco, sei un maniaco represso – rincarai la dose
Ma mi resi
ben presto conto che Potter e Weasley erano gli unici due studenti di
tutta
Hogwarts ai quali Draco non avrebbe mai chiesto “hai visto
Maggie Spencer?” e
così cominciai, mio malgrado, a frequentarli.
- Andate
in giardino? – domandai loro il Sabato mattina
- Agli
allenamenti di Quidditch – puntualizzò Harry
- Bene,
direi che vi seguo – lo presi a braccetto e con
l’altro braccio presi a
braccetto Ron
- Senti,
Mandy, non so per quale motivo tu ci stia pedinando, ma è
davvero snervante –
sbottò Harry
- Mi
chiamo Maggie – replicai tranquillamente
- Vedi?
Non sappiamo nemmeno come ti chiami…e sei qui che cammini
con noi – borbottò
lui
- Sei
egocentrico viziato e presuntuoso, lo sai, vero? – gli chiesi
- E tu sei
stupida odiosa e manipolatrice – ribattè
-
Manipolatrice?!? – ripetei – Qualcuno dovrebbe
spiegarti il significato della
parola “manipolatrice” –
- E
qualcuno invece dovrebbe spiegarti il significato della frase
“ci stai rompendo
le scatole” – sibilò Harry
Feci per
andarmene, ma Draco Malfoy stava proprio in quel momento uscendo dal
portone.
- Ok,
d’accordo…cancellate dalla vostra mente questi
ultimi disastrosi diciotto mesi
– brontolai – Ciao, io sono Maggie Spencer, piacere
di conoscervi – strinsi la
mano ad entrambi
- In
realtà credo non ci fossimo mai davvero presentati
– osservò Harry – Tua
sorella ci ha solo detto come ti chiamavi –
- E ci ha
anche detto di non frequentarti – soggiunse Ron beccandosi
un’occhiataccia dal
suo amico
- Beh, non
mi stupisco. È proprio il genere di cose che fa Therese
– sorrisi ironica – Di
voi, invece, mi ha detto che siete un’ottima amicizia. E
anche questo è il
genere di cose che fa lei. È un’abile scalatrice
sociale. Come li chiamate nel
Mondo della Magia i leccaculo? –
Entrambi
mi fissarono stralunati, come se fossi ET senza le antennine.
- Ve lo
dico in parole povere: Therese è vostra amica solo per farsi
conoscere –
tagliai corto
- Tu dici?
– fece Harry
Quando
eri piccolo ti hanno infilato in
lavatrice e ti hanno dato la centrifuga? È per questo che
hai quel segno sulla
fronte? È per questo che non ragioni?
- Già
–
sorrisi ipocritamente
- Ti hanno
mai detto che mi assomigli? – mi domandò Ron
Assomiglio
a un fungo? Bene. Ho deciso che
mi suiciderò.
-
Ehm…ancora non è successo, ma forse è
perché i miei amici non ti conoscevano.
Scommetto che prima o poi qualcuno me lo dirà – lo
rassicurai
- Magari
siamo fratelli separati alla nascita – propose lui
- Io
sinceramente ne dubito – ammisi
- Allora,
noi stavamo andando al campo – mi ricordò Harry
- E io
stavo per l’appunto venendo con voi – li seguii
come un fedele cagnolino –
Sapete, non ho mai amato un granchè il Quidditch ma forse
potrei… -
- Spencer
– mi zittì Harry – Facciamo un patto:
noi ti proteggiamo da quello stronzo di
Malfoy e tu tieni la bocca chiusa. Se ti cade in testa un meteorite, se
ti si
incendia la divisa o se scopri che tua sorella è uno yeti
delle montagne
l’unica cosa che devi fare è tacere –
- Affare
fatto – gli strinsi la mano – Ma sappi solo che con
questa tecnica rimarrai
vergine fino a trent’anni, Potter –
Purtroppo,
come ben sapevo, non riuscii a sfuggire a Draco per molto tempo e mi
beccò in
un corridoio buio che stavo percorrendo per raggiungere
l’aula di Divinazione.
- Maggie…
- iniziò lui – Sembra quasi che tu mi stia
evitando –
-
Davvero?!? Stai scherzando? – feci io, in risposta
- No…lo
sapevo che non era così – sorrise rincuorato
È
evidente che solo gli stupidi vengono ammessi
ad Hogwarts…
- Allora
perché non ti siedi più a pranzo con noi?
– mi chiese
- Io… -
iniziai
- E perché
te ne sei andata la sera di Natale? – aggiunse
-
Ah…così
è questa la brillante scusa di tuo padre. Io “me
ne sono andata” – borbottai
- Mio
padre? Che c’entra mio padre? – domandò
Draco ma dal tono di voce riuscii a
capire che sospettava qualcosa
- Mi ha
promesso un piccolo compenso suggerendomi di allontanarmi dalla vostra
famiglia. In pratica mi ha pagata per andarmene – spiegai
- E tu te
ne sei andata?!? – sillabò Draco sconcertato
- Cosa
avrei dovuto fare? Rimanere anche se lui non voleva? –
sbuffai
- Tu stai
con me, non con mio padre – mi ricordò lui
- Certo…ma
è stato lui a sorbirsi gli sguardi sconvolti di quella gente
quando al ballo
dei Nott mi sono presentata in jeans, e anche quando sono scivolata
sulla torta
di compleanno di Charlotte Parkinson, e anche quando ho detto a quella
tua zia
che ero stata ad un concerto di Eminem in Colorado facendo
l’autostop –
sospirai
-
Forse certe volte hai un po’ esagerato –
ammise Draco – Ma io ho bisogno di
te…io… - si schiarì la voce
– Io ti amo –
Rimasi a
bocca aperta e lui vi infilò la lingua senza, per fortuna,
aspettare una
risposta.
- Sì
insomma…ha detto proprio così! – ero
seduta nella cucina del bilocale di Tom a
Londra, e gli stavo raccontando quello che era successo – Lui
mi ha detto “ti
amo” –
- Mi
sembra una cosa carina – sorrise leggermente ironico
-
Carina?!? Uno mi dice “ti amo” e tu la definisci
una cosa carina? –
sibilai
- Siete
tutte uguali voi donne. Se vi si dice di amarvi vi arrabbiate
perché non volete
una storia seria, se non ve lo si dice ci accusate di essere degli
stronzi
insensibili…siete così difficili da fare felici
– borbottò Tom
- Beh…io ho
tredici anni…è normale che non voglia sentirmi
dire “ti amo” – sbottai
- Tredici
anni? E stai bevendo vodka? – sussurrò Tom
- Tredici
e due mesi – precisai mentre quello che si spacciava per uno
dei miei migliori
amici mi sfilava il bicchierino di vodka dalle mani e lo svuotava nel
lavandino
- Dovresti
dirglielo – disse dopo un po’
- Dici? –
ero perplessa
-
Certo…dovresti dirgli chiaramente che pensi sia troppo
presto per frasi simili
– spiegò Tom
- Ci
proverò. Anche se so che sarà difficile, ci
proverò – decisi
E volevo
riuscire anche in un’altra impresa: portare Draco a Londra.
Ci riuscii il
giorno di San Valentino. Andammo da Harrod’s e poi ci sedemmo
in un delizioso
bar per prendere qualcosa da bere.
- Ti
ricordi…la nostra storia è cominciata
così – sorrisi ripensando a quel bar di
Hogsmeade – Senti, Draco, volevo dirti che… -
Lui si
guardava attorno spaesato, poi sbarrò gli occhi e mi strinse
la mano
terrorizzato.
-
Giù…non
farti vedere… - mi intimò scivolando fin quasi
sotto il tavolo
Acciuffai
il menù dei dolci e lo misi davanti al viso per non farmi
riconoscere.
- Volevo
dirti che… - riprovai
- Shhh –
fece Draco – Stai zitta –
- Ma che
diavolo… - sbuffai guardandomi alle spalle
- Là
fuori! – mi indicò un punto in mezzo alla strada
– Lo vedi quello con il
cappotto lungo grigio? –
- Lo vedo
solo perché vedo bene da lontano – sussurrai
distratta
- Quello è
un collega di mio padre! Lavorano assieme al Ministero della
Magia…se mi avesse
visto qui…senti, io non mi sento al sicuro in questo posto,
torniamo ad
Hogwarts – disse Draco a raffica
- Non ti
senti al sicuro per quel tizio? Ma se è lontano dieci
chilometri…probabilmente
non si ricorda nemmeno che faccia hai e probabilmente sta andando dalla
sua
amante e tu sei l’ultimo dei suoi problemi –
tagliai corto – Noi, invece,
dobbiamo parlare di… -
- Maggie,
ti prego, torniamo ad Hogwarts – mi supplicò Draco
- Dovevo
parlare con JJ – borbottai
- Chi è JJ? – domandò Draco
perplesso
-
Jessica…JJ è più veloce da dire
– risposi frettolosamente – Ma il punto
è:
quando parleremo? –
In quel
momento Draco scivolò sotto il tavolo.
- Domani.
O dopodomani. Ma parleremo ad Hogwarts – decretò
lui
Presi
- Secondo
me vuole scopare – decretò JJ, dopo che ebbi
raccontato tutta la storia
- Cosa?!?
– ripetei scioccata
- Tutte
queste allusioni al fatto di dover tornare ad Hogwarts, di dover
parlare ad
Hogwarts, magari da soli…- ridacchiò JJ
– Beh, non lasciartelo sfuggire! –
- Stai
scherzando?!? Abbiamo solo tredici anni – le ricordai
- Appunto
– sorrise JJ – Ormai chi è ancora
vergine a quindici anni è ufficialmente una
sfigata –
- Ah,
davvero? – il mio primo pensiero andò a Bernie che
doveva compiere diciassette
anni e che dubitavo fosse mai andata a letto con qualcuno –
Uhm…buono a sapersi
–
A meno di
dieci chilometri dal palazzo di marmo dei Treford, in un bilocale con i
mobili
talmente lucidi da potercisi specchiare dentro, Tom Riddle sorseggiava
un the
verde.
- Secondo
me è solo un bambino che non è pronto per
prendersi le sue responsabilità.
L’idea che suo padre possa vedervi lo spaventa più
dell’idea che tu possa
rimanere arrabbiata o delusa dai suoi modi di fare –
decretò lui
- Quindi
tu dici che il suo unico difetto è essere un bambino?
– gli domandai
- Più o
meno sì. Naturalmente è un difetto abbastanza
serio visto che mette in ombra i
suoi pregi – continuò Tom
- Non
sapevo che avessi questa vena dello psicologo – osservai
- Ho molte
doti nascoste. Ci sono milioni di cose che non immagini nemmeno sul mio
conto –
sorrise enigmatico
- E
milioni di cose che immagino sul conto di Draco. Peccato siano tutte
brutte –
sibilai
Altri
sette chilometri ad est, dalle parti di Finsbury Park, Tracie Eloise
Spellman,
con il cucchiaino affondato nella vaschetta del gelato, dava
un’altra
interpretazione della faccenda.
- Mollalo
– dichiarò – Tipica scusa del tipico
stronzo che vuole solo divertirsi. Solo a
sentirti dire che volevi parlare di qualcosa di serio si è
inventato questa
faccenda dell’amico del padre. Dubito che fosse vero
–
- Dici? –
sussurrai colpita
- Quante
probabilità ci sono che un amico del padre fosse proprio
lì proprio in quel
momento? Le probabilità che lui sia uno stronzo di prima
categoria sono molte
di più, specialmente ricordando che i maschi che
appartengono al gruppo
“abbastanza carini” sono sempre stronzi –
mi ricordò lei con una smorfia
Infilai il
mio cucchiaino nella vaschetta di gelato e pensai alle storie della zia
che si
erano concluse tutte male.
- Mollalo
– ripetè – Fallo subito –
Bene.
Tre persone e tre visioni diverse
della cosa. Tre suggerimenti diversi. Peccato che nessuno la pensa come
me.
Sono io il problema.
Ed era
così. Non potevo negarlo: ero cambiata dall’anno
prima e i miei sentimenti
verso Draco erano cambiati. Vederlo non mi faceva più
vibrare le membra, o
meglio, sì…ma non di gioia.
Una sera
ai primi di Marzo salii nella torre di Astronomia e mi sedetti sul
davanzale
della finestra. Ero sospesa a trenta metri da terra, ma da
lì vedevo il cielo e
mi sembrava quasi di poterlo toccare.
Per la
prima volta da quando guardavo le stelle non mi chiesi se il cielo
fosse lo
stesso di New York, ma mi chiesi perché non fossi innamorata
di Draco.
- Merda –
borbottai tra me e me
- Questo è
un bel posto per pensare, vero? – mi interruppe una voce alle
mie spalle
Mi girai
in preda al panico: Hogwarts era piena di Dissennatori che davano la
caccia a
un pazzo scappato da Azkaban, e non mi sarebbe piaciuto incontrare
né i
Dissennatori né il pazzo scappato da Azkaban, tale Black.
-
Professor Lupin… - sussurrai con la voce spezzata
- Maggie
Spencer – fece quello
Tirai su
le gambe e mi voltai, con la schiena rivolta all’esterno.
- Allora,
cosa fa una ragazzina a mezzanotte passata su una torre deserta del
castello? –
mi domandò
- Me ne
vado subito, ma lei non lo dica alla McGranitt – provai a
trattare
- Non dirò
nulla alla McGranitt – ridacchiò Lupin –
Alla tua età io e i miei amici
facevamo le stesse cose. Però tu sei qui da sola –
- Rifletto
– risposi semplicemente
- Problemi
d’amore? – chiese
La cosa che odio di
più, dopo essere
compatita dai ricconi snob, è sentire i
“grandi” che parlano come se le storie
di una ragazzina di tredici anni non siano importanti.
- In un
certo senso sì – ammisi
- A
tredici anni una cosa semplice sembra un problema irrisolvibile
– sussurrò lui
– A volte bisognerebbe guardare tutto da una prospettiva
diversa per vedere la
soluzione più semplice che appare così semplice
–
- Ma
guardare da un’altra prospettiva non è semplice
– osservai
-
Tutt’altro. La gente si ostina a guardare da
un’unica prospettiva e a
convincersi che quella sia la prospettiva “giusta”.
Che sia il “bene” –
convenne
- Mia
sorella – sibilai – è convinta di essere
perfetta. Ma forse su Draco aveva
ragione –
- Draco
Malfoy? – domandò perplesso –
è lui il problema? –
- Il
problema sono io – replicai – Ma lui è
coinvolto in questa storia. Il punto è
che Therese mi aveva suggerito non di non mettermi con lui, che suo
padre è
odioso, che è uno stronzo, che è un Mangiamorte
–
- Perché
non lo lasci? – chiese Lupin – Dalla mia
prospettiva è la cosa più semplice –
-
Soffrirebbe troppo – risposi
- Ma così
soffrite entrambi – osservò lui
Rimasi
in silenzio. Aveva maledettamente
ragione.
- Voi
ragazzi siete sempre convinti che i professori non siano mai stati
innamorati,
o mai stati come voi – borbottò – Non
è così? –
Annuii.
- E siamo
anche convinti che siate degli stronzi – soggiunsi
- E vi
sbagliate? – volle sapere Lupin
- Su
qualcuno – ridacchiai – Ma in generale no. I
professori sono degli stronzi
–
Piton,
poi, era il peggiore stronzo di Hogwarts. E da quando aveva scoperto
che Glenda
Rosweth viveva con un altro, la delusione d’amore
l’aveva reso ancora più
stronzo.
- Voi
avete capito qual è l’ingrediente che devo mettere
nel calderone? – domandai a
Ron e Harry
Entrambi
mi fissarono come se gli avessi chiesto la formula per calcolare il
cubo di un
trinomio e dovetti tristemente osservare che nel disgraziato caso in
cui io e
Draco ci fossimo realmente lasciati, i miei già tremendi
voti in Pozioni
sarebbero peggiorati ancora.
- Maggie!
– Draco corse da me e mi baciò in mezzo al
corridoio
In qualche
modo mi dispiacque vedere l’espressione disgustata di Ron e
Harry, nonostante
noi fossimo solo soci, non amici.
- Draco… -
iniziai
- Sei
ancora arrabbiata per la storia di Londra? – mi
sussurrò in un orecchio – Vieni
con me –
-
Ma…Divinazione… - gli ricordai
- Tu sei
più importante dell’ora di Divinazione –
ribattè lui
Lo seguii
in giardino e ci sedemmo sull’erba umida a guardare il lago.
- Perché
mi hai portato qui? – gli domandai
Forse JJ
aveva ragione, forse era arrivato il momento in cui non sarei stata
più casta e
pura.
- Non lo
sai? – mi chiese stupito
-
Ehm…posso…potrei…potrei immaginarlo
– risposi
Draco
infilò una mano in tasca.
Ecco,
adesso tira fuori un preservativo e
sono fregata. Che gli dico? “no non mi sento
pronta” “no, stavo per mollarti”
“no, voglio restare vergine”?!?
- Io… -
borbottai
- Buon
anniversario, Maggie – dalla tasca non uscì un
preservativo fruttato, bensì una
scatolina rossa che Draco mi porse sfiorandomi appena le labbra con le
sue
- Grazie –
sussurrai con quel poco di fiato che mi era rimasto in gola
L’8
Marzo. Come ho fatto a dimenticarmelo?
Come diavolo ho fatto?!?
- Aprilo –
mi intimò lui
- Ho…ho
lasciato il tuo regalo in camera, non immaginavo che…pensavo
che magari questa
sera…cioè… - mi interruppi prima di
dire qualche altra stronzata
- Avanti,
aprilo – riprese
Aprii la
scatoletta. Un sottile braccialetto di diamantini mi scivolò
tra le dita.
Draco me
lo allacciò al polso e lo guardò soddisfatta.
- Ho detto
a mio padre che volevo comprarmi un nuovo set per lucidarmi la scopa e
un paio
di scarpe – spiegò orgoglioso
-
Però…devono essere costosi i set per lucidare le
scope… - osservai
- Già
–
convenne lui e mi baciò ancora
Come
faccio…non posso…
-
Draco…volevo dirti che… - cominciai
Lui si
staccò e mi guardò in attesa. I suoi occhi color
ghiaccio erano molto più dolci
del solito, le labbra dischiuse e le guance più colorite.
…che
non sopporto che mi si dica “ti amo”,
che ti voglio lasciare, che tra noi non può continuare, che
tuo padre è uno
stronzo, che è finita…
-… Che
sono davvero felice di essere qui con te – conclusi
Vigliacca,
Maggie, stupida vigliacca…
Gaia
Loire: è una mia impressione o ti stai affezionando a Tom?
Se è così sei la
seconda, insieme alla mia migliore amica Francy che prima di leggere
ogni
capitolo mi chiede se succede qualcosa di brutto a Tom. Grazie ancora
per aver
letto questo capitolo in anteprima e anche per avermi detto in
anteprima che ti
è piaciuto, ma mi piace comunque rispondere alle recensioni.
Ci ho proprio
preso gusto e non credo che smetterò tanto facilmente.
Lucius è un grandissimo
stronzo. Il suo discorso mi è stato fatto davvero, dal padre
di un mio amico,
che non mi ha pagato ma mi ha gentilmente pregata di stare alla larga
da suo
figlio. Io però non l’ho fatto. Io però
non sono Maggie.
Moony
Potter: beh, direi che seconda è comunque una posizione da
podio! In fondo alla
fine del Mondiale anche i piazzamenti fanno bottino…ok, la
smetto di parlare di
Formula Uno che non è il caso. No, la famiglia di lui non la
prende affatto
bene. Anche se Narcissa in fondo non ha nulla in contrario. Beh, qui
Maggie
passa al contrattacco…che ne dici? E sei tutt’ora
convinta che Tom nasconda
qualcosa? In quanto a Glenda…beh, potrei anche darti
ragione…hehe…
Schumi95:
ma figurati se mi sono offesa perché mi hai detto che
Jessica sembra un’oca! Ma
dai…a me piace che mi si dica quello che si pensa sui miei
personaggi. In
quanto a JJ io la penso in modo diverso perché so
già come si evolvono le cose,
ma è più che logico pensarla come a te a questo
punto della storia. Comunque
pensa che sto scrivendo una storia con protagonista JJ per una mia
amica perché
l’adora! Strani i casi della vita, no? A te potrei scriverne
una su
Cissie…naturalmente sto scherzando…
Maggie
Addicted: pensa un po’, quando ho inventato il personaggio di
zia Tracie (qui
la mia sorellonza non ha avuto voce in capitolo, sono
l’assoluta creatrice di
Tracie Spellman) ho fatto proprio il ragionamento che hai fatto tu e
quindi ho
cercato di creare una zia che fosse agli antipodi rispetto ai Dursley.
E quindi
ci sono loro che all’apparenza sono persone fantastiche e in
realtà sono odiosi
e poi c’è zia Tracie che all’apparenza
è una povera disgraziata e in realtà è
una zia fantastica. Mi fa piacerissimo che ti piaccia…in
seguito ci sarà molto
più spazio per lei.
Elysetta:
certo che c’è posto per una nuova fan!
C’è sempre posto per tutti qui…non
è mica
una festa a numero chiuso! Comunque mi dispiace doverti dare una
delusione così
grande subito, al secondo capitolo che recensisci di questa storia ma
è proprio
così: Maggie e Draco non sono fatti per stare assieme.
Ma…chissà, vedremo cosa
succederà nel prossimo capitolo!
Baciottolonzi
a tutti e a presto!