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Autore: L_Fy    10/05/2007    17 recensioni
Vi è mai successo di sbagliare numero di telefono? Almeno una volta nella vita, di sicuro. E se quella fosse stata la volta giusta...?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ciao, amore

Milano, maggio 2007

“Pronto?”

“Sono nei guai, Valerio, continuo a pensare a quel tizio del telefono…”

“Mi sembrava più grave la gonorrea.”

“Sembra così divertente e ironico… usa termini ricercati da intellettuale ma scherza come un gigione… sembra sempre che rida, di sicuro non è uno dei soliti prozachiani che becco io… e poi, ha una voce che mette i brividi, mi è venuto caldo sul collo quando mi ha chiesto di incontrarci…”

“Allora richiamalo.”

“Per dirgli cosa? Ciao, sono quella psicopatica che ti telefona sempre per sbaglio, quella con la diarrea verbale e la figura di merda nel DNA… Ma dai! Nemmeno so quanti anni ha, magari è sposato con tanti figli da farci una squadra di calcetto, oppure è un cesso con tanto di turca…”

“Bè, almeno sapresti dove dirigere i conati di vomito.”

“Metti che accetto di incontrarlo e lui puzza? Ho la psicosi delle puzze, lo sai…”

“Potresti dirgli di farsi un bagno prima dell’appuntamento. Oppure ti porti dietro un Arbre Magique al pino silvestre e glielo piazzi sotto l’ascella in un momento strategico.”

Silenzio.

“Sei svenuta al solo pensiero della puzza? Ehi, allora è grave davvero.”

“Ti prego, dimmi che sei Valerio.” sussurrò la vocetta accorata.

“Sono Valerio.”

“Giura!”

“Ehm…”

“Gesù!”

“No, sono Etienne. Però sono lusingato del tentativo, dopo Merda e Cazzo pensavo di non poter aspirare a niente di meglio.”

“Oddio, oddio, oddio, che figura di leeeegnoooo! Questa le batte tutte! Sono malata, sono proprio allo stadio terminale…”

“Rilassati, dolcezza” rise Etienne serafico “La medicina omeopatica aiuta in questi frangenti e anche i fiori di Bach fanno miracoli.”

“… ho le metastasi ovunque, tra un po’ avrò davvero bisogno di Louders anche se non sembro una balena piaggiata…”

“Ti dirò, l’aspetto fisico non ha importanza per me, ma sapere che non sei una balena piaggiata mi riempie inspiegabilmente di sollievo. Ti sembro demagogico?”

“Non lo so, sono troppo impegnata a sprofondare per la vergogna al centro della Terra per verificare.”

“Allora occhio alle puzze, mi hanno detto che a un certo punto della crosta terrestre c’è uno strato di zolfo…”

La voce cristallina fece una risata timida, esitante.

“Come fai a farmi sempre ridere? Non voglio rilassarmi, voglio morire di vergogna.”

“Ti prego, non farlo. Sono troppo contento che hai sbagliato di nuovo numero, avevo voglia di risentirti.”

“Ehm…”

“Stai arrossendo.”

“Non è vero!”

“Sì che è vero” ghignò Etienne esilarato “Sembri un pomodoro da sugo!”

“Uffa! E cos’altro sai fare, oltre a leggere nel pensiero e scatenare la mia tristissima imbranataggine?”

“So fare un castello con le carte da briscola, il nodo alla cravatta, alzare la tazza del water prima di fare pipì, cucinare il gulasch e toccarmi i gomiti dietro la schiena. E tu?”

“Oh” sorrise la voce, più rilassata “Io so camminare coi tacchi sui sampietrini, lavarmi i denti e rispondere al telefono contemporaneamente, depilarmi l’ascella destra con la mano sinistra e preparare la sfoglia per le tagliatelle.”

“Wow” sorrise Etienne estasiato “Che meraviglia!”

“Già, me l’ha insegnato mia nonna che è emiliana, e mi viene davvero bene.”

“La sfoglia?”

“No, camminare sui sampietrini.”

“Descritta così sembri una creatura meravigliosa e mitologica, al pari della fenice o della silfide.”

“Di sicuro ne posseggo la grazia.”

“Davvero?”

“No. Mi muovo come un Panzer dell’armata tedesca.”

“Per me la goffaggine è un pregio. Avrai pure qualche difetto!”

“A parte la completa mancanza di filtro tra cervello e  corde vocali? Vediamo… non sopporto la gente, in generale.”

“Misantropia?”

“No grazie, non assumo stupefacenti. Al massimo novocaina, ma solo dal dentista. Comunque, volevo dire che non sopporto la gente quando si trasforma in massa e perde individualità.”

“Non sei per il gregge, allora.”

“No. Però mangio volentieri le costolette di agnello.”

“Sono vegetariano.”

“Oh! Io odio il radicchio trevigiano, vorrei debellarlo dall’albo delle cose viventi.”

“Io invece non so bere il brodo senza fare un terribile rumore di risucchio.”

“E io mi mangio le unghie dei piedi, quando sono a mollo nella vasca.”

Etienne rise, deliziato.

“Credi di aver vinto tu, ma in fatto di vergogna sei solo una dilettante. Io mi sono fatto la pipì addosso.”

“Adesso?”

“No, in panchina durante la finale del torneo di calcio di due anni fa.”

“Giochi a calcio?”

“No, alleno i pulcini della parrocchia.”

“Sarai mica un prete?!?”

“Non te lo avevo detto? Bè, convertiti e credi al Vangelo, gioia.”

“Silenzio.

“Pronto? Stavo scherzando, eh. Sono felicemente laico io.”

“Mi hai fatto prendere un colpo.”

“Non devi avere una bella opinione dei preti per aver sospettato così prontamente di me.”

“Non si tratta di fiducia nei preti, è che ho una sfiga patologica e cronica che quando qualcuno mi piace, io…”

Silenzio brusco. Un lento sorriso distese le labbra di Etienne mentre il suo cuore accelerava i battiti.

“Pronto? Stai avendo una visione mistica?” chiese con leggerezza.

“No” rispose la voce dopo un po’, lugubremente “Sto contando quante figure di merda ho fatto con te.”

“Quando arrivi a dieci, avrai in premio un orsacchiotto.” la informò magnanimo Etienne.

“Comunque non è che tu mi piaccia davvero… cioè, sei simpatico e interessante e hai una voce bellissima…”

“Anche la tua è adorabile” la interruppe Etienne con un tono improvvisamente serio, facendo alzare la temperatura di parecchi gradi “Squillante, irruenta, piena di vita… vien voglia di berla.”

Silenzio. Ondate di calore uscivano dalla cornetta come onde anomale su una spiaggia assolata. Etienne aspettò guardingo una risposta che non arrivava.

“Pronto?” disse infine, scoraggiato “Senti, non devi credere che io…”

“Elisa.”

Etienne ammutolì sbalestrato.

“Come?”

“Elisa. E’… il mio nome.”

“Oh.”

Etienne sorrise senza nessun motivo al mondo.

“Piacere, Elisa. Io sono sempre Etienne, ma se vuoi chiamarmi Merda o Gesù, per me va bene. Purchè non sia Mork di Ork…”

Elisa rise, intimidita.

“Devo essere impazzita” confessò riottosa “Forse adesso è meglio che vada.”

“Va bene.”

“Allora… ciao.”

“Ciao, Elisa. Nano nano.”

Risatina incontenibile, deliziosa.

“Senti… non è che potresti sbagliare numero domani, verso le due, due e mezza? Potremmo farci due chiacchiere mentre io fingo di lavorare.”

“Tu lavori…?”

“Bè sì, dico messa in chiesa fino alle tre, ma se vuoi rimandare…”

Altra risata, stavolta più piena e decisa.

“Mi sbaglierò domani alle due e un quarto, padre.”

“Amen. La forza sia con te.”

 

  
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