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Autore: mikaela    26/10/2012    1 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati, hanno un lavoro e vivono insieme nella grande mela. le loro giornate trascorrono tranquille e felici, ricche dell'amore dell'uno verso l'altro.
ma allora perchè Kurt si comporta in quel modo? cosa nasconde a Blaine?
e fu da li che iniziò una delle più grandi avventure che potessero mai intraprendere: divennero genitori.
Dal capitolo 1:
"Tutti donano giocattoli all’orfanotrofio. Dopo averli lasciati alla responsabile di turno però….- disse camminando in uno dei corridoi dell’istituto-… c’è stato un piccolo imprevisto-
-che imprevisto?- domandò confuso, prima che un tornado di ricci scuri si avventasse su suo marito. Poteva avere 5 anni, più o meno."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Preoccupazioni e James Potter per due

 

 

 

Kurt era appena arrivato al teatro per le prove, quando il suo telefono squillò, controllò il display, ma non era un numero che conosceva. Immaginando che qualcuno avesse sbagliato, rispose.
-Pronto?-
-lei è il signor Hummel? Chiamo dalla scuola di suo figlio- disse la voce di una donna dall’altra parte del telefono.
-è successo qualcosa? Kyle si è sentito male?- chiese Kurt preoccupato.
-no sta bene, però ha avuto un problema con un suo compagno di classe, sarebbe meglio che venisse a scuola-
-arrivo-
Non si premurò nemmeno di avvisare che avrebbe fatto tardi alle prove: si fiondò sul primo taxi disponibile e stette tutto il viaggio ripetendo all’autista di darsi una mossa.
Kurt lo sapeva che sarebbe successo prima o poi. New York era cambiata, ma gli omofobi c’erano ancora. Cosa gli aveva fatto credere che gli altri compagni di Kyle lo avrebbero lasciato in pace?
Nella sua mente si manifestavano tutti gli scenari possibili ed immaginabili di quello che era successo.

“tu sei quello strano! Quello con due papà!”
“io non sono strano, lascia stare Kurt e Blaine”

“Kurt, io sono un bambino strano? Perché non ho una mamma?”
“tesoro, tu sei normalissimo, non c’è nulla che non vada in te”

“io non sono strano, lasciatemi in pace!”
“si che lo sei. Vattene, non vogliamo bambini come te intorno”

E Kurt la sentì di nuovo. Il suono degli armadietti che cozzavano contro la schiena. Le risate dei suoi compagni. Gli insulti scritti nei bagni. Le gocce di granita ghiacciata sulla pelle.
Ma questa volta faceva più male. Perché ci vide suo figlio al suo posto, e non poteva sopportarlo.

-mi scusi? Siamo arrivati!- lo riscosse un po’ scocciato il tassista. Lo faceva correre come un pazzo per poi tempo quando erano arrivati.
Kurt ancora un po’ scosso dai suoi pensieri, pagò il tassista e si diresse all’entrata della scuola. I corridoi erano tranquilli, non si vedevano bambini scatenati correre da qualche parte, ma lui si sentiva comunque inquieto.
Chiese le indicazioni alle bidelle, non ricordandosi bene dove fosse la segreteria, e praticamente corse per i corridoi della scuola.
Svoltò l’angolo e lo vide: il suo bambino, seduto nella panchina davanti alla segreteria, con la testa poggiata sulle mani.
Kurt si avvicinò ancora più velocemente, Kyle lo notò e gli andò incontro.
-Kurt!-
-piccolo, cos’è successo?- chiese Kurt chinandosi  per guardare il piccolo negli occhi. Iniziò a controllarlo, guardando se avesse qualche taglio o segno di un litigio.
Kyle abbassò lo sguardo e non disse nulla, facendo preoccupare ancora di più suo padre.
-lei è il signor Hummel?- chiese una voce alle sue spalle.
Kurt si voltò e incrociò lo sguardo con una donna sulla quarantina dai capelli corvini.
-abbiamo parlato al telefono, giusto?- chiese Kurt, riconoscendo la voce.
-esatto, sono la maestra Anne. Potrebbe seguirmi? Dovremmo parlare in privato- fece la donna, indicando un’aula che doveva essere libera.
Kurt annuì e si affrettò a seguirla, prendendo il figlio per mano.
-oggi Kyle ha avuto un problema con un suo compagnetto, durante l’ora di disegno-
-che gli ha fatto?- chiese Kurt, preparandosi mentalmente un discorsetto da dire ai genitori del bambino: non poteva lasciare che un bambinetto qualunque maltrattasse suo figlio.
-no Mr. Hummel. Non è stato Harry a cominciare, dico bene Kyle?- chiese Anne.
Il bambino abbassò nuovamente lo sguardo, mordendosi il labbrino inferiore. Suo padre era abbastanza confuso. Insomma Kyle era un bambino dolcissimo, non avrebbe mai fatto nulla del genere.
-è sicura? Perché Kyle è un bambino tranquillo- lo difese su padre.
-ed è uno dei motivi per cui l’ho chiamata. Certe litigate possono capitare tra bambini, ma Kyle è uno dei studenti più calmi che ho, per questo quando ha morso Harry sono rimas…-
-lui ha fatto, CHE COSA?!- chiese con la voce sempre più acuta.
-ehm, si signor Hummel, ed ecc…-
-Kyle perché lo hai fatto?- chiese, interrompendo nuovamente la povera insegnante.
Il bambino farfugliò qualcosa di indefinito, diventando rosso dall’imbarazzo.
-Harry gli ha preso due pastelli dal suo astuccio e non glieli voleva restituire- spiegò la donna.
Kurt trattenne un sospiro di sollievo: almeno non l’aveva fatto senza un motivo.
-capisco… senta mio marito lavorava di meno oggi e dovrebbe tornare a casa tra poco, va bene se porto mio figlio a casa? Credo che dovremmo fargli un bel discorsetto-
-non si preoccupi, faccia pure- disse la donna con un sorriso, mentre li accompagnava verso l’uscita.
Quando arrivarono alla porta Kurt le strinse la mano, e sollecitò suo figlio a salutare.
-a domani, maestra- disse il bambino.

˜-˜

-l’ha morso?- chiese Blaine, a voce più alta di quella che stavano usando fino a pochi secondi prima.
-shhh!- gli intimò il marito, mettendogli un indice sulle labbra –anche se siamo in camera, può sentirci dal salotto-
-non ci credo, andiamo è Kyle! Lo stesso Kyle che si fa problemi a mordere una coscia di pollo perché ha paura di fargli male!-
-anche io ero rimasto un po’ stupito. Non tanto perché abbia litigato, quanto per il morso. Ma adesso andiamo, dobbiamo parlargli-
Blaine annuì, e silenziosamente andarono in salotto.
Kyle era seduto sul divano, nella stessa posizione in cui Kurt l’aveva trovato sulla panchina a scuola.
-allora Kyle, non hai nulla da dirci?- chiese Blaine, incrociando le braccia al petto. Lui e Kurt si misero davanti al divano, per guardarlo bene.
-Harry è cattivo- disse il piccolo, a sua discolpa.
- Kyle quando qualche bambino ti infastidisce, non puoi morderlo!- disse Blaine.
-ma mi aveva rubato i pastelli!-
-non è un buon motivo per comportarsi così- fece Kurt, guardandolo severamente. –domani devi chiedere scusa a Harry-
-non voglio, è cattivo!- si ribellò Kyle.
-non che non lo è. E adesso dammi i tuoi pastelli- fece Kurt.
Kyle confuso andò a prendere i suoi pastelli dallo zainetto e li diede al padre.
-bene, sono confiscati finché non chiederai scusa a Harry- disse Blaine.
-ma mi servono!- disse il bambino, disperato.
-niente ma, signorino. Hai sbagliato e devi chiedere scusa-
Kyle li guardò male, e si diresse verso camera sua battendo forte i piedi sul parquet.

Kurt e Blaine faticarono moltissimo a trattenere le risate davanti a quella scena. Perché nonostante la discussione, Kyle era davvero buffissimo.

 

Dopo pranzo, mentre Kyle si era nuovamente rintanato in camera sua, Kurt e Blaine erano sdraiati sul loro letto, chiacchierando tra una coccola e l’altra.
-di la verità, ti sei spaventato quando hanno chiamato da scuola?- gli chiese ad un certo punto Blaine. Aveva la testa poggiata sul petto del marito, e tracciava delle linee immaginarie sulla sua magliett.
-mi conosci così bene?- chiese l’altro, ridacchiando un po’ per il nervoso.
-non saprei signor Hummel, ci conosciamo dal terzo anno di liceo, vedi un po’- gli rispose, facendolo ridere- però non hai risposto alla mia domanda-
-avevo paura che fosse a causa nostra…- mormorò Kurt, accarezzando i ricci dell’altro.
-che lo avessero preso di mira perché ha due papà? Kurt, i tempi sono cambiati, New Yo…-
-è cambiata, lo so- lo interruppe bruscamente Kurt- e so che questa è una delle città al mondo che supporta i diritti dei gay come quelli degli etero, ma…-
-niente ma Kurt. Kyle è al sicuro, noi siamo al sicuro. Ti capisco, perché anche per me  difficile dimenticare i tempi del liceo, ma dobbiamo essere positivi e avere fiducia-
Il marito gli diede un dolce bacio sulle labbra- hai ragione. Cambiamo argomento: secondo te a che gli servivano i pastelli?- chiese riferendosi a Kyle.
-non ne ho la più pallida idea-

Intanto Kyle guardava i suoi disegni con aria insoddisfatta. Era importante finirli, ma non voleva chiedere scusa ad Harry. Cosa avrebbe dovuto fare?

 

˜-˜

Kurt non fu l’unico ad avere il terrore dell’omofobia che poteva girare a New York. Agli inizi di maggio, toccò a Blaine ricordare l’orribile sensazione di paura che aveva abbandonato al liceo.

Kyle si era deciso a perdonare Harry e, dopo avergli chiesto scusa davanti alla maestra che avrebbe riferito tutto ai suoi papà, aveva riavuto i suoi amati pastelli.
Quello che non si aspettava nessuno era l’amicizia nata tra di loro. Si, dopo che Kyle gli aveva chiesto scusa, i due bambini si erano avvicinati, fino a diventare una coppia inseparabile.
Ed anche per questo Kyle era così nervoso in quei giorni.
-Kurt, è pronto il mio costume?- chiese per l’ennesima volta il bambino, guardando il pezzo di stoffa che il padre stava cucendo.
-tesoro, chiedermelo ogni  5 minuti non mi farà andare più veloce- disse ridacchiando.
-ma sarà bello, vero? È il compleanno di Harry!-
-lo so tesoro, non ti preoccupare. Sarà il miglior costume di Harry Potter della storia- gli assicurò, facendogli l’occhiolino.
Blaine, che stava mettendo a posto la cucina, chiese- mi ripetete com’è possibile che Kyle abbia trovato un bambino che si chiama “Harry” fissato con Harry Potter quanto lui?-
-puro caso- fece Kurt.
-magia- rispose Kyle.
Blaine sorrise, riponendo la tovaglia nel cassetto. Poi prese la busta posata sul tavolo della cucina, e la guardò con aria preoccupata.
Era l’invito alla festa di compleanno d Harry a tema Harry Potter, dove ai bambini era richiesto di vestirsi a tema e ai genitori di interpretare la parte di James e Lily Potter.
L’invito non aveva allarmato Kurt, che dopo aver letto “e le mamme si vestiranno da Lily” aveva detto “oh bhe, ci sarà un James in più e una Lily in meno”, ridendoci sopra.
Blaine non era dello stesso avviso. Perché, e dio non lo sapeva nemmeno lui il motivo, aveva paura. Che avrebbero pensato gli altri bambini vedendo che c’erano due James, e nessuna Lily? Che avrebbero detto i genitori di Harry? e Kyle?

Si portava questi dubbi da quando avevano ricevuto l’invito e, nonostante Kurt avesse intuito qualcosa, era deciso a non svelarli.
Entrò in soggiorno e rivolse ancora una volta la stessa domanda a suo marito- ma dobbiamo proprio andarci?-
-come mai siete così ripetitivi voi due?- chiese Kurt divertito- in ogni caso non credevo che il giorno in cui non ti volessi mascherare da Harry Potter sarebbe arrivato sul serio!-
-ma io voglio mascherarmi!- rispose, risentito dall’accusa- solo che non ho voglia di stare li, parlare con gli altri genitori e fare il simpatico con tutti-
-Anderson, da quando sei così asociale? Su dai, ci divertiremo!- chiuse il discorso Kurt, con un enorme sorriso stampato in faccia.
E allora Blaine si arrese all’evidenza che non avrebbe potuto scamparla quella volta.

I giorni volarono, e arrivò il giorno della festa di Harry. Kyle aveva un bellissimo costume di Harry Potter con tanto di cicatrice e occhiali tondi, Blaine aveva i suoi occhiali da vista e una bellissima divisa da giocatore di Quidditch, mentre Kurt aveva optato per una giacca rosso/gialla con una spilla a forma di gufo e una sciarpa in tinta.
Nonostante l’orgoglio che provava per il suo costume, Blaine non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero di quello che sarebbe potuto accadere.
Cercò di non darlo a vedere, quindi trascinò suo marito e suo figlio verso l’entrata della casa, con un sorriso a trentadue denti.
la casa aveva un piccolo giardinetto sul davanti, addobbato con palloncini e decorazioni a tema e delle lanterne che illuminavano la strada verso il giardino di dietro, che era decisamente più grande.
La famiglia seguì la scia delle lanterne, finendo nel vivo della festa: bambini vestiti da maghetti che scorrazzavano da tutte le parti, genitori che chiacchieravano vicino ad un tavolo con la roba da mangiare (rigorosamente vestiti da James e Lily), e infine il festeggiato vestito da Harry Potter che gli andò incontro stringendo una bacchetta “magica” tra le mani.
-Kyle, sei arrivato!- esclamò felice il bambino. Poi guardò le figure dietro il suo amico, e spalancò gli occhi scioccato.
Non fiatava, continuando a fissarli, e Blaine iniziò a sentirsi a disagio. Lo sapeva che non era stata una buona idea, che stupido che era stato! Era ovvio che li guardasse in modo strano perché erano due papà!

Il bambino si riprese dal suo stato di trans, ma continuò a guardarli meravigliati –i vostri costumi sono bellissimi!- esclamò.
Blaine rimase così sorpreso dal motivo per cui Harry li stava fissando, che liberò tutta la sua tensione con una grandissima risata.
Kurt e Kyle lo guardarono straniti, ma non dissero nulla.
Intanto Harry aveva raggiunto sua sorella minore - Nicole guarda, ho un amico fichissimo! Lui ha due James, e i loro vestiti sono fantastici!-

Quello fu uno dei momenti in cui Kyle si sentì davvero orgoglioso di avere dei papà come i suoi.

 

 

 

 

 

 

Miky’s corner

Sono tornata con questo benedetto capitolo! Non è stato facile finirlo, visto che dopo che mi si è rotto il pc l’ho dovuto riscrivere da capo -.-‘’
bando alle ciance, vi piace? Spero di si, ne sono relativamente soddisfatta. Volevo questo capitolo per un motivo preciso: una speranza per un futuro migliore. Perché io spero davvero che la generazione futura come quella in cui si trova Kyle possa vivere in un mondo con molti meno omofobi di quanti ce ne siano ora. Ho notato che molte daddy!klaine inseriscono i problemi con gente omofoba nella storia, e sicuramente saranno più realistiche della mia, ma ripeto:  rappresenta la mia speranza di vivere in un futuro migliore di questo.

Nulla, voglio ringraziare Betty97 che mi ha recensito lo scorso capitolo, e continua a seguirmi. E grazie a tutti voi che seguite la storia, siete degli amori!

Alla prossima

miky

   
 
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