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Autore: DeiDeiDei    27/10/2012    6 recensioni
[...] Il suo cuore saltò un battito.
-Boyd?- Domandò esitante, fermo e teso come una corda di violino –Isaac?- Non erano mai entrati in camera sua prima, ma chi lo sa, magari il loro Alpha li aveva spediti a tenerlo sotto controllo –Erica?- Anche l’ultimo richiamo cadde nel vuoto. Nel silenzio più assoluto. Nella stanza dove regnavano soltanto il suono del suo respiro e di quello del visitatore. Sembrava persino più vicino. Il cuore di Stiles iniziò a battere più forte, quando un fruscio tutt’altro che rassicurante si mosse verso di lui. Perché quello dietro di se non gli rispondeva? Non era un bello scherzo. Assolutamente no. Avrebbe dovuto parlare col branco riguardo ai loro scherzi. Se l’obbiettivo era spaventarlo, ci stavano riuscendo benissimo. Non sapeva se essere più irritato o terrorizzato, perché una piccola parte di lui, pressante ed accanita contro la sua calotta cranica, gli stava ripetutamente suggerendo che la persona entrata dalla finestra non era Scott, non era Derek, ne Isaac, Boyd o tantomeno Erica. Stiles sentì distintamente lo sbuffo di un ghigno aprirsi da qualche parte nella stanza scura[...]
POV alternato. Focus Stiles.
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo sospirò e si lasciò cadere sul divano. Lo stesso sul quale aveva passato la sua prima Luna Piena. Era passata più di una settimana, ma a Derek sembrava di essere ancora fermo a quella notte. Eppure erano successe così tante cose, in quei giorni. Il Capobranco osservo il giovane per qualche minuto. Stiles se ne accorse ed alzò lo sguardo. Le sue iridi lampeggiarono di rosso per un secondo. Succedeva tutte le volte che incrociavano inaspettatamente lo sguardo. A quanto pare (e cioè a dire degli altri), lo faceva anche lui senza rendersene conto. Suo zio spiegava la cosa come l’istinto naturale di due presunti Maschi Dominanti. A lui, in compenso, non piaceva lo stesso: lo metteva a disagio. Però, allo stesso tempo, c’era qualcosa di intrigante nel vedere quella scintilla su di un viso amico e sorridente, piuttosto che su quello di un nemico mentre cerca di ucciderti. Il ragazzo alzò un sopracciglio in suo indirizzo, poi sorrise. Derek scrollò le spalle e si avviò in cucina, nello stesso momento nel quale dalla porta d’ingresso entrò qualcuno, dall’odore Erica e Boyd.

-La doccia è mia!- Reclamò a gran voce il figlio dello Sceriffo non appena li vide avanzare nel salotto di casa Hale, alzandosi al divano e correndo alle scale. I due espressero il loro disappunto in un piccolo coro di voci lamentose. L’Alpha ascoltò i passi del ragazzo su per la rampa di legno. Poi un’altra porta si aprì al piano di sopra.

-Ah! No, sparisci, Stiles!-  E Lydya percorse a passi svelti il corridoio, parandosi davanti alla porta blu. –Non ci provare. Il bagno grande è mio.-  La sentì dichiarare sicura di sè. Stiles sbuffò sonoramente e si avviò verso il fondo del corridoio. I due ragazzi entrarono nel medesimo momento nei due bagni, chiudendoli a chiave dietro di se. I due Beta appena tornati raggiunsero il loro Capobranco nella stanza accanto e si sedettero al tavolo, mettendosi a chiacchierare riguardo l’allenamento fatto quel pomeriggio. Quando arrivarono a parlare del loro nuovo, giovane secondo Alpha, Derek sospirò, andando a poggiarsi contro il bancone della cucina. Con Stiles, per quel giorno, aveva appena finito. Non era stato affatto facile: il ragazzo non sembrava voler combattere in alcun modo contro di lui. Era sfuggente. Gli scivolava tra le mani, schivava, correva via chissà dove e mascherava la sua scia. Si lasciava dietro tracce vaghe e f false piste. In soli nove giorni era diventato praticamente inafferrabile. Come un saponetta nella vasca da bagno. Si era dimostrato particolarmente portato per la fuga, per i nascondigli, per imbrogliare i sensi degli altri Lupi. Ad una prima occhiata poteva sembrare semplicemente codardo, eppure mai una volta Scott era più riuscito a batterlo da quando si era trasformato. Stiles svicolava e spariva nel nulla, lo confondeva, fino a portarlo esattamente dove voleva, poi usciva dl suo nascondiglio e gli si avventava contro. Era veloce, dannatamente veloce. E agile. Boyd aveva avuto ragione: in un certo senso l’adolescente si era dimostrato simile ad Erica. Derek aveva faticato allo stesso modo ad allenare tutti e due (anche se, per il momento, tra i trucchi del ragazzo per distrarlo non c’era stato nessun bacio).  Né la bionda né il nuovo Lupo lo ascoltavano, gli ubbidivano, stavano alle regole. Erano una rottura continua, eppure si stavano affermando pian piano come i Licantropi indipendentemente più forti del Branco. Non tanto per forza fisica, ma per il loro istinto di sopravvivenza. Se fossero stati tutti divisi ed inseguiti da soli da un nemico, Jackson, Isaac e Boyd sarebbero finiti piuttosto male. Dopotutto si affidavano soltanto alla forza bruta ed allo scontro corpo a corpo. Scott, con la sua ampia esperienza da braccato, ne sarebbe uscito vivo in un qualche modo. Ma, si sa, vivo non sempre significa anche intero. In definitiva, solo quei due viscidi pezzi di sapone di Erica  e Stiles sarebbero riusciti ad avere la situazione in pugno. Se non per sconfiggere l’avversario, perlomeno per salvarsi la pelle. Al piano di sopra, l’acqua della doccia smise di scorrere. Derek seguì con l’udito i movimenti dell’altro fuori dalla porta di vetro, a prendere l’asciugamano, davanti allo specchio mentre se lo legava in vita. Ad un risolino di Erica si costrinse a spostare la propria attenzione uditiva nella cucina.  La osservò alzando un sopracciglio.  Il suo ghigno non gli piaceva affatto: significava sempre guai in arrivo.

-Ti vedo distratto, Grande Capo.-  Trillò fin troppo allegra. Derek sbuffò.  –Cos’è che attira così tanto la tua attenzione?-  Chiese accavallando le gambe fasciate da stretti jeans scuri.  –Chi stai origliando sta volta?-  Si mise comoda sulla sedia.  –Lydia o Stiles?-  E, prima che lui potesse dire qualcosa  -Suppongo Stiles. Sei così coinvolto! Non avrei mai immaginato che potesse succedere così in fretta.-  Derek grugnì, costringendosi a non saltarle alla gola.  –Cioè, ti rendi conto che sono passati undici giorni da quando è stato morso? Solo undici giorni. E voi sembrate già due sposini novelli.-  Questa volta fu un vero e proprio ringhio.  –Insomma, chi ce lo dice che durante i vostri luuuunghi allenamenti voi vi alleniate soltanto e…-

-Che sta succedendo qui?- Domandò Scott facendo il suo ingresso in cucina, seguito da Allison ed Isaac. Aveva sul viso un’espressione corrucciata: probabilmente aveva sentito il proprio Capobranco ringhiare e si stava chiedendo il motivo. Loro, in compenso, non si erano minimamente accorti del suo arrivo. Troppo distratti.

-Erica stava sfogando i suoi primitivi istinti di rompiballe.- Sospirò Boyd.

-Stavamo parlando di quanto Derek muoia dietro a Stiles. In particolare da quando è stato morso.- Rispose invece la ragazza, ottenendo un secondo ringhio dal Capobranco. Scott sembrò confuso, ma Allison annuì con convinzione e si sedette al tavolo, di fronte alla bionda.

-Intendi dire la relazione platonica che va avanti da circa un anno?-

-Da più di un anno.-

-Giusto, più di un anno. Ed effettivamente nemmeno troppo platonica, se continuiamo così.-  Scott sembrò confondersi ulteriormente, ma si sedette comunque accanto alla propria ragazza. Ad ascoltarla, Derek rimase a bocca aperta, tanto quanto Boyd. Fissarono la mora. Anche lei? Nel senso, davvero? Erica aveva anche dei sostenitori? Era la fine del suo sogno di relativa tranquillità. Avrebbe voluto spararsi un proiettile dritto in gola. Uno in argento e Strozzalupo, tanto per essere sicuro avesse un qualche effetto. Cercò di lamentarsi, ma l’unica cosa che ottenne fu il coinvolgere anche Isaac nella discussione.

-Già. Come la cosa delle magliette.-  Decretò il riccio facendo spallucce.  –A noi non le hai nemmeno mai lasciate toccare, le tue magliette, e a lui, invece, ne presti praticamente una ogni giorno.-  Derek avrebbe voluto ribattere, ma non avrebbe saputo come: non poteva negare la verità.  –In questo modo ha sempre addosso un po’ del tuo odore, anche dopo la doccia. Ormai ci sto pure facendo l’abitudine.-  Però era sicuro di non farlo per l’odore. Ne era abbastanza sicuro.  Ad intromettersi nei suoi pensieri fu proprio Stiles, il quale scese le scale e si precipitò in cucina. Addosso aveva pantaloni grigi della tuta ed una t-shirt bianca del Capobranco.  –Appunto!-  Esclamò Isaac, indicandolo con una mano nell’aria. Tutti e due gli Alpha alzarono gli occhi al cielo. Erica ed Allison annuirono in direzione del compagno.

-Non siate ridicoli.-  Fu l’unica cosa che Stiles si fermò a dire prima di avventarsi sul frigo ed estrarne una bottiglia di CocaCola. Boyd sospirò rilassato, quando anche Isaac chiuse la bocca. Il figlio dello Sceriffo andò a sedersi sul bancone della cucina, a qualche spanna dall’Hale. Derek poté sentire distintamente, unito alla scia del giovane, anche il proprio odore. Effettivamente non ci aveva fatto caso, ma era stranamente piacevole avere qualcuno con il proprio odore addosso. In un certo senso lo faceva sentire a casa, in famiglia. Prima dell’incendio, infatti, il suo Branco era stato numeroso ed unito. Praticamente ogni membro aveva addosso l’odore degli altri. Era una cosa naturale, che li univa e li rendeva come un’unica persona. Aveva dimenticato come ci si sentisse, ma forse inconsciamente si era imposto di ricreare la cosa su Stiles. Probabilmente era stata la trasfusione a dare il via al tutto. Sospirò tra sé e sé. Era ovvio che ai propri Beta sembrasse strano. Dopotutto nessuno di loro aveva mai condiviso seriamente la propria scia olfattiva con quella del resto del branco, se non solo sommariamente. Gli unici che l’avevano fatto erano stati i componenti delle diverse coppie. Perciò veniva loro probabilmente naturale abbinare la cosa con una relazione di tipo amoroso. Derek, dal canto suo, era abbastanza sicuro di non avere instaurato nessuna relazione di tipo amoroso con Stiles. Se ne sarebbe accorto, se lo avesse fatto, no? Certo, la compagnia del ragazzo era diventata piuttosto gradevole negli ultimi tempi e, forse, avrebbe dovuto accorgersene prima. Magari ascoltandolo. Ma il tempo che passavano assieme era dedicato semplicemente agli allenamenti, giusto? Mica si appartavano, o cose simili. Non contavano di certo le loro mezz’orette di discussioni mentre rientravano da una caccia o il tempo che passavano a chiacchiera mentre preparavano la cena o aspettavano i rispettivi turni per la doccia. E non era colpa sua se i Beta lasciavano sempre un posto libero accanto al suo quando guardavano un qualche film e poi quel posto se lo prendeva Stiles. Non era colpa sua nemmeno se ogni tanto dovevano allenarsi di notte e quindi toccasse a lui portarlo a scuola all’ultimo momento, mentre gli altri si erano già dileguati sulla sua Jeep. O che l’unica camera che avevano lasciato a Stiles libera al primo piano fosse quella accanto alla sua. Erano tutte stramaledette coincidenze. Non potevano certo pensare altrimenti. O perlomeno se lo augurava vivamente.

Il Branco, intanto, era passato a parlare della nuova “missione” di Peter. Il maledetto psicopatico, infatti, era da quella mattina impegnato a casa Argent, dove era andato inizialmente ad accompagnare Allison ed era poi rimasto in vece della popolazione Mannara di BH per spiegare ai Cacciatori la situazione. La ragazzina aveva assicurato che non c’era da preoccuparsi: il Lupo e suo padre sembravano andare abbastanza d’accordo. Derek sperò con tutto il suo cuore che non stessero organizzando qualche nuovo trucco per rimuoverlo dal ruolo di Capobranco e sostituirlo con Peter. Suo zio avrebbe adorato un Branco unito come quello che il suo era appena diventato, giovane e attivo. Inoltre avrebbe pagato oro per avere menti come Lydia e Stiles. Per non parlare delle abilità di quei due per quanto riguardava il sovrannaturale.

-I Cacciatori sembrano aver preso inaspettatamente bene la cosa del doppio Alpha.-  ragionò Stiles, scolandosi un buon quinto della bottiglia che teneva in mano. Allison annuì con veemenza e con un ampio sorriso soddisfatto sulle labbra.  –Meglio così.- Continuò quindi il ragazzo, passando la CocaCola ad Erica, la quale la prese e ne bevve a sua volta prima di passarla a Boyd.  –Quindi, se con gli Argent la situazione è a posto e Deaton ha smesso di piangersi addosso ogni volte che vede uno di noi per aver quasi perso il suo allievo, direi che possiamo considerarci fuori pericolo almeno per qualche giorno.- Concluse sorridendo ed abbandonandosi contro il muro piastrellato. La bottiglia continuò a fare il giro del tavolo.  –Stavo pensando che  non ci farebbe male mantenere stabile il rapporto tra Cacciatori e Branco, grazie ad Allison e a Peter. Anche se mi preoccupa un po’ l’attenzione del vecchio. Spero non stia escogitando nulla…-  Tutti scoppiarono a ridere, perché, insomma, chi seriamente non aveva pensato alla possibilità che il maggiore dei due Hale volesse nuovamente combinarne una delle sue? Stiles riprese in mano la bibita che Scott gli stava tendendo e la porse con noncuranza al Capobranco.  –Lydia, domani dovrei andare alla clinica veterinaria, potresti trovare un qualche alibi anche per quell’oretta? Sembra che mio padre creda a tutto ciò che esce dalle labbra tue o dei tuoi genitori.-  chiese poi facendo spallucce. Lydia, che non aveva neppure fatto in tempo ad entrare nella stanza, si accigliò, ma annuì comunque ed andò a sedersi accanto ad Erica. Derek, dal canto suo, bevve un sorso e le passò la bottiglia, ottenendo un sorriso ed un ringraziamento eleganti come solo Lydia avrebbe saputo farli.

-Non dimentichiamoci che domani abbiamo la partita.-  Rimproverò Isaac, scrocchiandosi il collo. Scott sembrò accendersi.

-Dov’è Jackson? Domani siamo tutti e cinque titolari.-

-Di sopra. Sta dormendo. Poverino, gli è toccato studiare per ben un’ora e mezza.- Rispose con tagliente sarcasmo, alzando gli occhi al cielo e lasciando ondeggiare i capelli da bambola sulle spalle. Derek non avrebbe mai smesso di chiedersi se davvero non si fosse trasformata. Magari anche lei, come Stiles, sapeva mascherare il proprio odore e mantenere il controllo sulla parte lupesca di sé.  Eppure sembrava proprio fosse una semplice umana immune al loro Morso.

Distolse lo sguardo quando Stiles gli si avvicinò ridendo ad una qualche battuta e  mettendogli un braccio attorno alle spalle. Si voltò a guardarlo confuso. Il ragazzo stava ancora ridendo, ma era una risata spenta, quasi finta. Niente a che fare con le sue solite risate scroscianti. Rimse a fissarlo ancora per un qualche attimo, prima che anche lui lo degnasse di uno sguardo. E di colpo l’espressione del suo viso non aveva più importanza, perché erano i suoi occhi a dire cosa provava. Ed erano seri, fissi e lampeggiavano di un rosso acceso. Strinse la mano sulla sua spalla per una volta, prima di ritirare a se il proprio braccio. Tornò a girarsi e a ridere con gli altri. Ma che diavolo? Era un rimprovero, un piccolo moto di quella che sembrava gelosia, ne era certo. Sembrava volesse distrarlo e sembrava quasi irritato.

E quello per cosa diavolo era?

 







Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti!
Eccoci arrivati al terzultimo capitolo di questa storia. La fine è sempre più vicin e per me è sempre più difficile dare una forma decente ai capitoli. Spero di riuscire a non deludervi fino all'ultimo momento... in caso contrario vi fornirò la picca sulla quale impalare la mia testa xD
Pultroppo, per i tre ultimi capitoli, il POV rimane Derek-Stiles-Derek. Non potevo fare altrimenti. 

Ma come ho già detto molte volte, basta che voi me li chiediate e pubblicherò capitoli di un POV a vostra scelta ambientati in un punto a vostra scelta della storia.
Detto ciò, vi saluto.

Eva influenzata.
   
 
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