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Autore: Aliens    27/10/2012    1 recensioni
Passato, delusioni, illusioni e scoperte vanno sempre a braccetto nella vita di tutti i giorni. E basta un solo sguardo per ricordare ed immergersi di nuovo in quello che è stato. Basta un solo passo...per saltare da una situazione all'altra.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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[ANDREA]

Ore 10:00

Il campanello di casa mia suona.

È mamma ad andare ad aprire. Come un lampo mi precipito fuori dalla mia stanza urlando:

-Vado ad aprire io!- ben sapendo chi c’è alla porta.

Corro lisciandomi la mini di jeans sfilettata che porto e afferro la maniglia del portone d’ingresso.

Quando lo apro rimango a bocca aperta.

Bill è qui, davanti a me, sapevo che era lui.

E questa mattina, più che io, sembra lui il dark.

I capelli neri sono perfettamente tirati indietro dandogli quell’aria da bello e dannato che tanto amo, gli occhi perfettamente truccati a evidenziare la profondità del suo sguardo di ambra liquida.

Il collo da cigno è ben evidenziato da una leggera maglietta abbastanza larga strappata su più punti che mostrano il petto glabro oltre gli strappi. È nera con strisce grigie e ha uno scollo rotondo che mostra, quasi per vanità, l’accenno dei suoi pettorali.

Tom mi ha informata, ed era sinceramente stupito, del fatto che il mio ragazzo, da quando stava con me, accetta di buon grado di andare palestra con tutta la band.

Questo vuol dire che anche lui sta cercando di migliorare per me.

Le maniche sono ritirate fin sui gomiti e mostrano uno dei suoi tanti tatuaggi.

Gli immancabili pantaloni di pelle fasciano le gambe magre e si infilano in un paio di stivaletti di cuoio con la punta in acciaio che lo fa tanto motociclista.

Un rosario nero scende dal suo collo a completare il look da dark.

Mi si mozza il fiato.

Mi tiro sulle punte e schiocco un bacio a stampo e alquanto rumoroso, sulle sue morbide labbra mentre la sua mano scivola sulla mia vita, stringendomi.

-Buongiorno- mormoro sulle sue labbra mentre allaccio le mani al suo collo.

-‘Giorno piccola- risponde lui per schioccarmi un altro bacio a fior di labbra sulla bocca.

Alza lo sguardo mentre noto la mia adorata mammina illuminarsi davanti alla scena –Buongiorno Eleonore!-

-Ciao Bill!- trilla mamma estasiata dal sorriso del mio ragazzo –Vuoi accomodarti?-

-Vorrei- risponde –Ma io e Andrea abbiamo delle commissioni da fare- si scusa gentilmente.

-Sì mamma, pranzo con lui, va bene?- domando conoscendo già la risposta.

Mia madre adora Bill, quando le ho detto che ero, ufficiosamente, la ragazza di Bill Kaulitz, quasi si è messa a piangere.

Esagerata, lo so, ma aspettava con ansia il momento in cui mi sarei fidanzata.

-Certo- esclama lei entusiasta.

Corro verso la mia camera afferrando la mia amata tracolla e schiocco un bacio sulla guancia di mamma –A dopo Ma!-

Lei ridacchia mentre mi avviò verso Bill che ha già aperto la porta.

Quando siamo finalmente fuori, mi prende per una mano e intreccia le dita con le mie.

Cazzo, mi si accappona la pelle!

-Dove andiamo?- chiedo mentre scendiamo e mi beo del calore della sua mano nella mia.

-Andiamo a fare una passeggiata in centro, devo comprare delle cose- mi dice mentre scendiamo l’ultimo scalino.

Henk, il portinaio, ci saluta affabile.

A differenza della moglie, lui non sa nemmeno chi è Bill Kaulitz.

Lo risaluto con la mano libera e poi sento Bill passarmi un braccio sulle spalle stringendomi possessivo.

-Sei geloso del portinaio per caso?- domando divertita mentre stringo la sua vita sottile.

-Non si sa mai, tu sei di mia proprietà!- mi sussurra ad un orecchio posando un bacio sul mio collo –Comunque, sei bellissima oggi-

Arrossisco.

Non sono abituata a sentirmi desiderata da qualcuno, men che meno a ricevere complimenti.

Bill apre il portone e mi scorta verso la lucente Audi Q7 parcheggiata nel cortile.

La apre puntando il telecomando verso di essa e, prima che riesca ad aprire lo sportello, mi afferra per il polso e mi spinge verso di lui.

Sbatto contro il suo corpo e sento le sue braccia serrarsi alla mia vita.

Sento un brivido scuotermi.

Alzo lo sguardo per piantarlo nell’ambra pura delle sue iridi nocciola.

Mi sorride, puramente malizioso, attraverso gli occhiali Dior.

-Non mi hai salutato per bene- sussurra malizioso abbassando la testa verso la mia –Potrei rimanerci male-

Sorrido e faccio scivolare una mano tra i suoi capelli curatissimi spingendo annullando la distanza tra le nostre labbra.

So cosa vuole lui e… beh, lo voglio anche io.

Dischiudo le labbra automaticamente mentre Bill mi stringe come se volesse farmi entrare nel suo corpo, fa scivolare la lingua nella mia bocca per farmi assaggiare, ancora, il suo piercing tra le labbra.

Lecca il mio palato con avidità, facendomi rabbrividire del tutto.

È bellissimo baciare Bill, annulla tutto ciò che ho intorno.

Quando sento mancarmi l’ossigeno poso dei piccoli morsi su quelle labbra tanto invitanti e rimango a fissarlo.

Le labbra appena dischiuse, gli occhi protetti dalle lenti fine dei suoi occhiali, il mezzo sorriso che sta nascendo sulle sue labbra… lui è perfetto.

Ancora mi sto chiedendo, perché io?

-Contento?- chiedo ironica.

-Raggiante!- risponde lasciandomi appena libera. Si tocca le labbra gonfie e sorride.

-Ma ci saranno i paparazzi in giro?- chiedo guardandomi intorno.

Da quando hanno pubblicato le mie foto su Bravo sono diventata paranoica.

Mi dico che, dopo quasi una settimana, loro abbiano davvero capito chi io sia e che mi aspettino sotto casa pronti a immortalarmi in ogni passo.

O ho paura che, in quei brevi momenti in cui Bill passa  a casa dopo le registrazioni, loro lo stiano seguendo e scoprino dove abito.

In fondo la macchina di Bill attira, inevitabilmente, l’attenzione.

Bill ride lasciandomi libera e incamminandosi verso il lato del guidatore.

Mi affretto a salire, più paranoica che mai, e noto che Bill ancora ride.

Mette in moto la macchina che manda un rombo tremendo.

Bill ingrana la prima e usciamo, finalmente, dal vialetto di casa.

-Se ci sono sapranno che sei mia!-

 

 

*

 

L’aria di Amburgo, questa mattina, è abbastanza calda.

Non siamo in un paese caldo, per antonomasia la Germania è una nazione dal clima freddo e piovoso.

Stranamente, questa mattina, fa più caldo del solito.

O forse sono io, non lo so.

Sto passeggiando con Bill Kaulitz, per il centro della città a pochi metri dall’Europa Passage, il più grande Centro Commerciale della zona.

La gente che ci incrocia per strada ci guarda stupita.

Mi è già successa una cosa del genere quando sono andata a fare shopping con Tom, due settimane prima.

Quando mi sento parecchio a disagio stringo la mano del mio ragazzo che mi spinge verso di lui e mi avvolge tra le sue braccia, con fare protettivo.

Spesso, e molto volentieri, la mano di Bill si posa sul mio fondoschiena facendomi sobbalzare.

Come sta facendo in questo momento.

Lo fulmino con lo sguardo solo per ricordargli che siamo in pubblico e lui è Bill Kaulitz, attira decisamente l’attenzione.

-Scusa, non resistevo- mi dice mortificato mentre riafferra la mia mano e fa passare il suo braccio sulle mie spalle costringendomi in una posizione non proprio comoda ma a cui resisto visto il contatto con il suo corpo.

Eh, cosa non si fa per amore!

-Sei un porco almeno al pari di tuo fratello, lo sai?- gli faccio notare mentre lui guarda una vetrina.

-Siamo gemelli- ridacchia –Che dici di quella? È elegante?-

Alzo lo sguardo per poi strabuzzare gli occhi.

Siamo sotto la vetrina di un delle boutique più costose di Amburgo, Dash per l’appunto, e Bill mi sta indicando una giacca di pelle bianca dal taglio particolare.

È davvero bellissima e su di lui starebbe da Dio ma…

Mi viene quasi da rigettare quando leggo il prezzo.

-Bill, ma costa un patrimonio!- esclamo –Non ti faccio spendere 1419,50 € per una giacca di pelle-

Bill sorride avvicinandosi alla vetrina –Mi servirebbe per i Comet di quest’anno, non so cosa mettermi!-

-Ma costa quasi 1500 € - continuo, ancora più incredula per quello che vedo –Questo è un furto!-

-No- si affretta a dire Bill –Quella è una made in Italy, costa molto di più!-

-Bill, ma quella giacca equivale allo stipendio di mio padre- cerco di farlo ragionare –Se vuoi un’altra giacca di pelle ti faccio vedere un posto dove poi comprarle a 20 €-

Lui si abbassa verso di me, accarezzandomi le spalle –Andy, tesoro, il prezzo non è un problema-

Sospiro affranta –Per me è un furto-

-Lo è infatti- asserisce Bill –Ma mi porto a casa anche qualcosa io!- ridacchia –E poi già ce l’ho!-

Sgrano gli occhi.

-E l’ho pagata quasi il doppio, in America- mi annuncia con noncuranza prendendomi per mano e trascinandomi verso un’altra vetrina.

So che Bill non ha problemi di soldi ma… spendere quasi 3000 € per una giacca è uno sputo verso noi poveri mortali.

Ma, sta di fatto, che con Bill non posso farci niente.

Sono soldi che si guadagna lui e li spende come vuole.

Lo vedo fermarsi di nuovo.

Bill è peggio di Annika quando è assetato di Shopping.

-Guarda qui Andy, dimmi se ti piace qualcosa- mi annuncia quando si è incantato a guardare un’altra vetrina.

Siamo davanti a una gioielleria, noto i preziosi oggetti brillare al di là del vetro anti proiettile, sopra di noi una telecamera a circuito chiuso segue i nostri movimenti.

Alzo lo sguardo per notare il nome della gioielleria: Bulgari.

Rimango a bocca aperta.

Non mi sono nemmeno mai avvicinata a un posto del genere.

Bill mi spinge contro la vetrina e mi indica i vari gioielli –Su, dimmi quale ti piace-

Lo guardo sospettosa per poi concentrarmi su quello che mi sta chiedendo.

Davanti a me sono esposti dei gioielli davvero costosi e appariscenti.

Contrariamente a quello che pensa la gente io sono una persona estremamente semplice, almeno in fatto di accessori.

Tutto quell’oro sfavillante, tempestato di rubini, zaffiri, smeraldi e diamanti mi fa venire il voltastomaco.

Sto per dire a Bill che in quella vetrina ci sono solo cose che mi fanno schifo, quando la vedo.

È in fondo a tutto, legata a un finto collo di seta.

D’oro bianco e di piccoli brillanti.

È una collana dall’aspetto semplice ed elegante, un cuore irregolare con il lato più alto tempestato di piccole pietre color luce, è l’unico ciondolo appeso.

È… bellissima.

Più che altro per la sua semplicità.

-Quella- annuncio a Bill indicandola.

-Perché?- mi chiede sorridendo –Non è troppo semplice per te?-

Scuoto la testa –No, è perfetta- non mi accorgo immediatamente di cos’ho detto –È la cosa più semplice e perfetta che c’è in questa vetrina, nascosta, perché la gente che di solito frequenta questo posto da ricchi ama farsi notare, sono sicura che nessuno la prenderà mai, ma io… Bill è bellissima-

Lui sorride ancora.

-Peccato che costi una fortuna- dico notando il cartellino che scende: 2500 €.

Nonostante sia bellissima, costa decisamente troppo.

Bill si avvicina e sorride luminoso.

Intreccia le dite alle mie e, con una leggera spinta, mi intima di camminare.

-Entriamo!-

Cosa?

Lo guardo senza capire, mentre mi trascina verso la porta vetrata in cui compare, perfettamente, il nome del negozio: Bulgari.

-Bill, che cazzo…- non mi fa finire la frase che si pianta davanti al bodyguard che sorveglia la porta.

A gente come me non è permesso entrare in certi posti, lo so.

Mi guarda da sotto i suoi occhiali da sole scuri come se dovesse decidere in quale secchio dell’immondizia buttarmi.

Credo abbia deciso quando nota Bill.

-Salve Signor Kaulitz- dice cordiale.

-Ehi!- trilla Bill alzando una mano –Ci fai entrare?-

-Anche lei?- mi indica schifato.

Bill si esibisce in un sorriso luccicante che abbaglia anche il bodyguard –Ti vorrei presentare la mia ragazza, Andrea-

Nonostante non veda i suoi occhi capisco che si è quasi strozzato per la sorpresa.

E chi non lo sarebbe? Io non sono sicuramente quella che si dice “la fidanzata di una star”.

Tossicchia qualcosa e poi si sposta dalla porta, lasciandoci entrare.

Bill mi da una spintarella per incoraggiarmi ad entrare e io, confusa, lo faccio.

Ad accoglierci è il sorriso, falsissimo e cordiale, di una commessa ingiogliellata infilata in un tailleur rosa antico che le da l’aria di una zitella inacidita.

Appena vede Bill si apre in un vero sorriso che sembra preannunciare una cosa: vuole spennarlo.

Già mi sta sul cazzo questa!

Si avvicina facendo ticchettare i suoi tacchi sette sul parquet chiaro e pregiato –Desiderate?-

Bill le rivolge uno sguardo illuminato e si schiarisce la voce –Avevo comprato, qualche giorno fa, una collana che ora è in vetrina, sono venuto a ritirarla!-

Cosa?!?!

Mi volto di scatto verso il mio ragazzo e alzo un sopracciglio –Tu mi hai, davvero, comprato quella collana?-

Mi posa un dito sulle labbra sorridendomi e annuisce appena –Quando l’ho vista ho pensato fosse perfetta per te-

Lo guardo negli occhi mentre mi posa un leggero bacio a stampo sulle labbra.

Ma è pazzo per caso?

Mi ha comprato una collana che è l’equivalente di due mesi di stipendio di mio padre.

La commessa sta afferrando il gioiello quasi fosse di vetro e ce lo sta portando.

-Bill, ma…- boccheggio quando la commessa passa la collana tra le mani di Bill -…perché?-

-Perché me lo sentivo- mi risponde mentre si posiziona dietro di me.

Mi alzo i capelli mentre Bill la fa scivolare sul mio collo agganciando i due laccetti.

La lascia cadere sul mio collo e il suo tocco freddo mi fa rabbrividire.

È la cosa più costosa che avrei mai immaginato di indossare.

È un furto.

Io non posso indossare una cosa del genere.

Bill non può aver speso tanto per me.

È semplicemente bellissima.

-Vorrei che la indossassi per la festa della Universal di sabato in cui ho deciso di presentarti ufficialmente- mi sussurra mentre mi guardo a uno specchio.

Non faccio, inizialmente, caso alle sue parole.

Mi guardo il collo con gli occhi che luccicano.

È bellissima!

Poi, quando faccio mente locale, mi pietrifico.

Cosa vuole fare lui?

Mi giro di scatto (come ho fatto troppe volte da quando sono entrata qui dentro) e lo guardo incredula, prima di scoppiare a ridere –Bella battuta Bill!-

-Oh, io non sto scherzando piccola- mi passa una mano sui fianchi –Voglio davvero presentarti al mondo intero-

-Ma…-

-Andy, sei importante per me-

Gongolo appena.

È bello sentirsi importante per qualcuno, specialmente per un ragazzo.

Bill ha appena posato le mani sui fianchi e mi guarda in attesa di una risposta.

Non so davvero dove andare a parare.

Finchè la nostra storia è rimasta tra le mura della mia casa e della sua e l’unico momento pubblico sono state quelle foto, a me andava più che bene.

Era l’illusione di una storia d’amore normale, cosa che non ho mai avuto.

Ma… Bill mi ha fatto l’invito nella sua vera vita.

Quella da star, quella fatta di feste, concerti, After Party dal gusto discutibile, paparazzi, interviste, giornali.

Una vita che a me non è mai appartenuta.

Le luci di una ribalta che, in un certo senso, non ho cercato.

E l’ostilità aperta di un sacco di ragazze.

Io… non credo di…

-Piccola, se te lo sto chiedendo è per il semplice motivo che, beh, tengo davvero a te, tenerti lontana da una parte della mia vita mi sembrerebbe un tradimento, voglio che tu sia presente in tutti gli angoli della mia vita, dalla vita privata a quella pubblica-

Lo guardo senza parole.

È come dirmi che mi ama?

Mi vuole davvero in tutta la sua vita?

Un sorriso mi nasce prepotente sulle labbra e mi lascio abbracciare da lui.

-Va bene- mormoro mentre lui sorride –La indosserò per la festa della Universal-

-Allora a sabato!- mi sorride Bill mentre parcheggia l’auto davanti al mio condominio.

Annuisco e mi sporgo verso di lui.

Marchio le sue labbra con un bacio che avrebbe dovuto essere a stampo ma che Bill trasforma in un vero e proprio bacio bagnato e umido.

Fa scivolare la sua lingua tra le mie labbra e io non posso far altro che assecondarlo.

Non sarò mai capace di dirgli di no.

MAI!

Ed è questa convinzione che mi fa passare un braccio dietro al collo, una mano tra i suoi capelli, inducendolo a non fermarsi mentre le sue mani sono sulle mie guance e le accarezzano appena.

Cazzo, ho la pelle d’oca.

Bill mi fa sempre quest’effetto.

Mi lascia un bacio a stampo sorridendo –Se non vai adesso, giuro Andy, ti salto addosso-

Sorrido maliziosa e lo bacio ancora, stupendomi della mia audacia –Non sarebbe male come prospettiva-

Ride e io rido con lui.

Non mi riesce bene fare la sexy, lo so.

-Non mi tentare piccola- sussurra in modo suadente –Non vorrai farmi prendere il controllo-

Sorrido, estasiata dalle sue attenzioni.

Una sua mano è scivolata sulla mia coscia e sale, facendomi rabbrividire.

Arrossisco quando la sento troppo vicino alla mia parte intima.

-Ehm..- balbetto –Io vado-

-Ok- mormora lui dopo aver tolto la mano da dove stava, facendomi sospirare di uno strano sollievo.

Se avesse continuato avrei dovuto ammettere di essere vergine e di non voler perdere la mia verginità in una macchina davanti casa mia.

Ma, sicuramente, le intenzioni di Bill non erano quelle.

Scendo dall’auto a malincuore e salgo in casa, salutando Henk.

Quando sento il rombo dell’auto di Bill allontanarsi, affretto il passo e vado in camera mia, a cambiarmi.

Dieci minuti dopo sto sfrecciando per le trafficate vie di Amburgo, con un’unica meta.

L’unica persona che può aiutarmi nell’impresa di essere vagamente elegante a una serata di gala: Annika Stern.

Non sono mai andata a una serata elegante, nemmeno ai centomila matrimoni, comunioni, battesimi e cresime della mia famiglia sono stata elegante.

Ho sempre optato per un paio di ballerine, un pantalone skinny e una maglietta.

Nessuno mi ha mai detto niente, mio Zio Albert è andato in bermuda alla comunione di suo nipote Samuel.

Ma questa è… la Festa della Universal.

Non ha niente a che vedere con i chiassosi ricevimenti della mia famiglia in cui, mio Zio Hans e mia Zia Eriette, fanno il trenino per i tavoli urlando “Conga”.

No, questo è un party elegante, di gente altolocata e con la puzza sotto il naso.

E, cosa più importante, voglio essere uno schianto per Bill.

Voglio che, nella sera in cui tutti sapranno che è innamorato di me, rimanga a bocca aperta vedendomi.

Voglio che dica “Cazzo, sto con una vera bomba sexy”.

Voglio che non sappia trattenersi, che mi prenda e faccia sua, davvero.

Arrossisco a quel pensiero.

Voglio davvero che Bill sia il primo?

Sbando appena quando mi si figura, nella mente, l’immagine di me e Bill, tra le lenzuola stropicciate di un letto, lui su di me che ansima.

Cazzo!

Riprendo il controllo del motorino e arrivo, sana e salva a casa di Annika.

Scendo, velocemente, facendo cadere il motorino attera.

Che si fotta! Non ho tempo per rialzarlo.

Corro di tutta fretta al campanello e suono.

Il viso rugoso e bonario di Hanna è la prima cosa che vedo.

-Salve signorina Li…- non le do il tempo di finire la frase che la scaravento atterra entrando, come un fulmine, nella sontuosa villa.

Non sono dell’umore adatto per le formalità di casa Stern.

Hanna non si lamenta, si rialza solo, spolverandosi il grembiule.

Non è la prima volta che entro come un uragano nell’immacolata casa degli Stern.

Da un piano della casa viene, chiaramente, la melodia di un piano che suona “Für Elisa” di Beethoven.

Sicuramente il Signor Stern è a casa, ho imparato a conoscere i suoi raffinati gusti musicali.

Contrariamente a quello che si pensa di noi dark, ho un buon interesse per la musica classica, in particolar modo per Beethoven e Mozart, tra i miei preferiti.

Salgo rapidamente le scale sapendo che Annika si trova in camera e spalanco la porta.

La trovo a leggere una rivista, sdraiata sul suo letto.

-Andrea- mi dice sorpresa.

-Urge il tuo aiuto!- esclamo senza salutarla.

Sbatto la porta e mi infilo nella sua camera, per poi iniziare a fare avanti e indietro per quella stanza enorme.

Mi guarda con un sopracciglio alzato.

Chiude la rivista e mi presta attenzione –Cosa?-

-Bill mi ha invitata alla festa della Universal, tra tre giorni- le dico di fretta –Vuole presentarmi come la sua ragazza ufficiale-

Annika si apre in un sorriso enorme –Ma è fantastico!-

-No, non lo è- sentenzio voltando il mio sguardo spaventato verso di lei –La festa sarà al Plaza Anni, io non sono una da Plaza, mi vedi?-

Lei annuisce silenziosa.

-Non so cosa cazzo mettermi!- urlo mentre tacchetto da un lato all’altro della stanza.

Ho deciso di infilarmi un paio di tronchetti di pelle nera che Bill mi ha comprato, nonostante gli avessi espressamente detto di no.

Odio che la gente, e per lo specifico Bill Kaulitz, spenda 190€ per un paio di scarpe, certo bellissime, ma decisamente troppo per me.

Annika le sta guardando, lo so.

-L’unica cosa che ho è una collana che costa un patrimonio e che Bill mi ha regalato questa mattina- le annuncio –Dovresti vederla Anni, è bellissima!-

La bionda si apre in un sorriso luccicante –Ti ha regalato anche quelle?- indica le mie scarpe con il tacco.

-Mi ha regalato un sacco di cose oggi!- protesto –Quel ragazzo non consoce la parola “No”-

La mia amica ride ancora.

-Mi ricorda vagamente qualcuno- le dico fulminandola –Fatto sta che non so dove sbattere la testa per essere decente quella sera-

Annika mi guarda ancora.

Scende dal suo letto e si avvicina alla cabina armadio (visto che è in mutande) e mi sorride –No problem, mia piccola Andrea, penso a tutto io! Preparati che usciamo a fare shopping, dove dico io!-

Tremo, ma annuisco.

Sono, letteralmente, nelle sue mani.

 

 

 

*

-Avanti, esci!- Annika è dietro la tenda rossa del camerino in cui sono infilata.

Mi guardo allo specchio storcendo la bocca.

Perché mi sento come una bambolina dark? Questo vestito è tanto da Annika, non da me.

Mi giro appena per notare, con disgusto, le balze di chiphone alzarsi e abbassarsi sotto la fascia che mi stringe il seno.

No, decisamente no.

Sono ridicola.

Guardo il cartellino che scende, scompostamente, dall’abito.

583 €.

Cazzo!

No, uno obbrobrio del genere non può costare così tanto.

Esco dal camerino mentre vedo gli occhi della mia amica illuminarsi –Sei bellissima!-

Alzo un sopracciglio mentre la commessa, una frivola bionda dagli occhi verdi, mi guarda concordando con la mia amica –Sì, le sta davvero d’incanto-

-Sembro una caramella!- protesto facendole rimanere a bocca aperta.

Certo, con i piedi sulla moquet chiara e un vestito da matrimonio, sembro una che ha bevuto troppo e si sta dando alla pazza gioia.

-Ma che dici, è perfetto- esclama Annika, alzandosi dalla poltrona rosa confetto di quella stramaledettissima boutique di Dior in cui mi ha trascinata.

Ravviva un po’ le balze e poi mi mette le mani sulle spalle facendomi guardare nel grande specchio veneziano.

-No- annuncio io criptica, facendola rimanere anche un po’ male.

E quando le ricapita di usarmi come bambolina?

Mai, ecco ho detto tutto.

Mi volto verso la barbie-commessa e la fulmino con lo sguardo quando vedo uno luccichio di disaccordo nei suoi occhi –C’è qualcosa di più… ehm… semplice?-

La commessa mi guarda e annuisce –Certo, continuiamo con gli abiti senza spalline?- chiede ad Annika.

A quanto pare ha capito che io non sono una riccastra che sta sempre ai gala.

Annika annuisce e mentre la vedo sculettare verso lo stend dei vestiti, mi sussurra ad un orecchio –Cerca di collaborare-

-Cerca di non vestirmi da Barbie- la rimprovero –Io voglio essere elegante ma voglio essere me stessa…Capisci?-

Annika annuisce e, scusandosi, va verso uno stand.

Sospiro.

No, non troverò mai l’abito perfetto.

La commessa trotterella verso di me con due abiti tra le mani.

Uno è di pesante stoffa nera con un elaborato scollo e l’altro, con scollo all’americana, con una striscia di stoffa lucida sul seno, attillato e svasato.

Sospiro andandoli a provare.

Quando esco, sono più depressa di prima.

Uno è troppo gonfio, l’altro mi fa sembrare un salame.

-Annika- ringhio sottovoce, mischiando un po’ di rabbia alla disperazione.

È il decimo vestito che provo.

La mia amica cammina, ancheggiando, verso di me, stringendo tra le mani la gruccia di un vestito.

Quando me lo spiega avanti rimango a bocca aperta.

È un semplice tubino nero a maniche corte con profondo scollo a cuore, le maniche corte sono trasparenti e tutto l’abito e attillato e… perfetto.

Persino quella piccola pietra incastonata nella scollatura è… magnifica.

Lo afferro con malagrazia, facendo trapelare il fatto che mi piacesse, e corro nel camerino.

Quando ce l’ho addosso, mi convinco di una cosa: è lui.

Questo è l’abito che farà girare la testa a Bill.

Sorrido già immaginandomi di fianco a lui, perfetto come sempre, che mi guarda, estasiato mentre i flash ci inondano.

Wow, mi sento una diva.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, il mio sguardo cade sul prezzo: 795€.

Scuoto la testa e lo infilo dentro al vestito.

Non posso far spendere tanto ad Annika.

Si è offerta di pagarmi il vestito, come regalo di “fidanzamento” e mi ha quasi minacciata di non parlarmi più se non accettavo.

Ma, beh, non me la sento di farle spendere così tanto per una cosa che, probabilmente, non indosserò più.

Peccato! Davvero un peccato.

-Allora, come ti sta?-  mi chiede Annika, eccitata, da dietro la tendina.

Scuoto la testa, cercando un problema in quell’abito perfetto.

-Ehm…- balbetto, in evidente difficoltà –È troppo lungo, mi sorpassa il ginocchio-

-E non va bene?- la sua voce mi giunge delusa.

-No-

Invece andava benissimo ma…

Non sono così egoista da spingere una mia amica a spendere 800 € per me.

 

 

*

 

 

 -Benvenute, posso darvi una mano?-

La commessa, decisamente elegante nella sua divisa nera a tailleur, ci si avvicina, mandando uno sguardo di pura ammirazione verso Annika.

Ci credo, mi dico, siamo in una Boutique di Gucci ed Annika è praticamente cosparsa del loro marchio.

A partire dalle scarpe con tacco 10 che recano il simbolo della griffe fin troppo sfacciatamente.

A me da un’occhiata vagamente schifata.

Come sempre.

-Sì- annuncia Annika sorridendo –Stiamo cercando un vestito da sera nero, semplice, abbastanza attillato e corto- dice con aria pratica –Sarebbe per la mia amica-

Quella donna, che mi sta già sul cazzo, come tutte le commesse di Boutique, mi guarda con aria critica e poi annuisce.

-Vi prego di seguirmi- dice girandosi e incamminandosi verso uno stand alla fine della grande boutique.

Sposta alcuni vestiti e ne estrae alcuni da farmi provare.

Annika li guarda con aria critica e sorride quando ne trova uno.

Me lo passa senza darmi il tempo di guardarlo e mi intima con un –Prova questo- di sbrigarmi.

-I camerini sono lì dietro- mi indica la donna castana con una finta cordialità che mi manda, letteralmente, in bestia.

Annuisco e mi infilo dentro il camerino.

-Mi dica, questo vestito dovrà indossarlo a quale evento?- la commessa si sta rivolgendo ad Annika.

Sbuffo.

Anche lei è una maledetta pettegola.

Mi abbasso i pantaloni di pelle che indosso dopo essermi tolta, non senza difficoltà, le scarpe.

Poso i piedi sulla moquette rossa e mi affretto a togliermi la t-shirt.

-La mia amica è la fidanzata di Bill Kaulitz, ha presente? Il cantante dei Tokio Hotel – si pavoneggia Annika e un lieve sorriso mi impreziosisce le labbra quando appendo la mia adorata t-shirt comprata su EMP a un appendi abiti e stacco dalla gruccia l’abito che ha scelto Annika per me.

-Oh sì sì, a mia sorella piacciono tanto- trilla la donna –Quindi lei è quella sulla rivista?-

Annika deve aver annuito perché non ho sentito la risposta.

Mi tiro su l’abito che risulta molto attillato (come lo voglio io) fino ai fianchi.

-Oh- mormora la commessa.

-E dovrà essere presente a un’importate festa della Universal- spiega ancora Annika –Sta cercando un vestito adatto per l’occasione-

-L’abito che ha scelto, Signorina Stern, sicuramente farà il suo bel figurone- trilla entusiasta la donna, forse di più perché nel suo negozio sono entrate l’ereditiera della fortuna degli Stern e la fidanza di Bill Kaulitz dei Tokio Hotel.

La stoffa fresca dell’abito mi abbraccia, mentre mi tiro su le spalle dell’abito e ammiro il mio inesistente decolté fasciato da quel pregiato vestito che ha un profondo scollo a V.

Noto con piacere che ha anche un taglio sulla schiena che gli da un’aria sensuale.

Sorrido quando mi vedo.

Ok, questo è veramente il vestito.

Esulto con i gesti e poi apro il camerino sculettando verso la mia amica che sorride.

-Ti piace?- mi chiede restando seduta su un puff bianco.

Annuisco mentre mi guardo nello specchio più grande.

Sì. È davvero perfetto.

-Lo adoro!- annuncio quasi esultando.

Annika manda un urletto eccitato e mi fa cadere nelle mani una scatola di scarpe –Provale con il vestito-

Annuisco e mi faccio ricadere su un divanetto bianco, aprendo la scatola.

Cazzo.

Vedo un paio di decolleté nere spuntate di stoffa con tacco dodici, a impreziosirle solo delle pietre trasparenti che riflettono la luce.

Me le metto con evidente fretta e dopo, posso osservarmi allo specchio.

Un sorriso mi si apre sul viso.

Sono…

-Bellissima- mi dice Annika accarezzandomi i capelli –Sei bellissima-

Lo so.

Non riesco a riconoscermi allo specchio, ma ne sono contenta.

L’unica convinzione che sento è: a Bill piacerò.

Ed è davvero l’unica cosa che importa.

   
 
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