9. Conviction









Buffy rabbrividì, nel dormiveglia. Un rivolo di saliva inumidiva il braccio a cui si era appoggiata per ore, troppo stanca per cercare una branda libera, tanto malinconica da volersi negare il conforto di Spike, che dormiva nella stanza accanto. Il suono d’allarme della sirena riuscì a risultare più fastidioso del solito.
Sconsolata, insoddisfatta, Buffy si raddrizzò sulla scrivania e portò una mano alla fronte, scostando i capelli che la infastidivano, carezzando la pelle umida di sudore. Grazie a Dio, era riuscita ad indossare qualcosa di decente prima di crollare per la stanchezza. La felpa che aveva rubato dal deposito era ridicolmente stretta in vita e larga nelle maniche. Odorava di cannella.
Con uno sbadiglio, la prescelta si diresse al bagno.
Spike aveva abbandonato il letto da ore, la sua presenza non si percepiva più nella stanza vuota.



Appena raggiunto il corridoio principale, Faith le stava già alle costole.
“Willow è atterrata.”
“Ho sentito.” Replicò la prescelta, impegnata a strattonare la felpa scomoda. Xander le aveva già consegnato il rapporto del giorno, con tanto di conteggio degli obiettivi centrati. “Hai avuto modo di vederla?”
“Torno dell’arsenale,” replicò lei. “Tutto ciò che ho visto nelle ultime ore sono bambine incapaci di maneggiare un arco senza distruggere l’intero deposito. Ricordami ancora perché le abbiamo convocate.”
“Perché ci servono donne, perché loro sono il nostro sangue.”
La cacciatrice più giovane scosse le spalle, casuale, incurante dalla possibile reazione del generale.
“Abbiamo altri profughi alle porte della città.”
“ANCORA?!” esclamò Buffy, strabuzzando gli occhi per lo stupore.
Le cacciatrici che affollavano il corridoio dovettero voltarsi contemporaneamente. Faith le liquidò con un gesto della mano.
“Ancora.” Esalò, atona.
“Avevamo firmato degli accordi per questo! Pile e pile di documenti, con le certificazioni e le dichiarazioni e quelle cose che mettono al Pentagono, quando vogliono spaventarti e obbligarti a tener fede agli impegni!”
“Ricordo …”
“E quello stupido generale era stupidamente convinto che noi avremmo pretesto qualcosa dai civili!” continuò la prescelta, rossa di indignazione. “Noi?! Come se fossimo i cattivi della situazione! O non avessimo già abbastanza problemi. O non fossimo già in troppi in questa base! Hai visto come si riempie l’ala centrale di notte?!”
“Sono sei famiglie, B. Sono scampate all’eclisse di New York ed hanno vagato per l’America prima di arrivare qui. Dobbiamo offrire la nostra ospitalità.”
“Te ne occuperai tu.”
Faith tacque, decisa. Studiò a fondo l’espressione del suo comandante.
“Riusciremo a proteggerli?” chiese soltanto, quasi senza aspettarsi una vera risposta.
Il mugugno affermativo che seguì la sua domanda la sorprese.
“Vado ad occuparmi di questa gente.”



La camera di Willow era inondata da luce purissima, bianca, che faceva scintillare le pareti spoglie. Kennedy aveva provveduto a disfarsi di ogni soprammobile inutile, secondo le istruzioni della compagna che scendeva dal cielo dolcemente, cullata dal demone Saga Vasuki.
“Da qui faccio io.” Sussurrò Kennedy, stringendo a sé la fidanzata esausta. “Grazie.” Aggiunse a denti stretti.
Saga Vasuki non si diede pena di replicare.
“Willow … sta bene?” domandò la prescelta, da poco entrata nella stanza.
“Sta benissimo.” Ribatté Kennedy, adagiando la strega sul divano, tra le coperte di cotone morbido che la proteggevano.
Buffy oltrepassò Saga Vasuki e si chinò a prendere la mano dell’amica più cara.
“Sarebbe meglio se la lasciassi riposare …” fece Kennedy, impegnata a riscaldare le gambe fredde della dea mistica. Buffy emise un grugnito di protesta e continuò a stringere la mano di Willow, che respirava piano.
“È stato davvero … davvero … non si comprende la dimensione di un pianeta sino a che non si diventa il suo ventre mistico!”
“… Intenso?” offrì Buffy, impensierita dalla scelta di parole vagamente allusiva.
Kennedy le riservò uno sguardo torvo, prima di dileguarsi nelle cucine.
“Cos’hai sentito stavolta, Will?”
La strega chiuse gli occhi, ancora dilatati di potere, e ricambio la presa con fermezza.
“Possiamo vincere.” Promise, fiduciosa. “Se l’energia che la Terra Nuova sprigiona è pari alla mia, possiamo trionfare contro i nostri nemici.”
“Positivo e negativo insieme si annullano. So che sei tu quella realmente competente in matematica e che io, al liceo, sonnecchiavo a lezione, ma mi pare chiaro che –“
“Ho appena cominciato, Buffy.” Fece Willow, voltandosi a guardarla. “Ho appena cominciato e non c’è dubbio che il mio potere crescerà. Possiamo farcela, davvero.”
Buffy annuì.
Prese fiato e passeggiò in cerchio nella camera sgombra, per calmare la mente.
“Hai bisogno di credere che questa guerra non sarà una tragedia annunciata.” Disse l'amica, più serena. “Sono qui per questo e sai che, in ogni caso, non ti mentirei mai.”
“Lo so.”
“Cosa aspetti, allora? Vai a fare rapporto, mentre io faccio il mio riposino di bellezza. Xander e gli altri saranno felici di sentire la buona notizia e smetterai di progettare una fuga su Marte per Spike e Annie: lo sai che non lascerebbero questa base senza di te.”
Buffy accennò un sorriso, congedandosi.
Corse per il corridoio e raggiunse il primo bagno disponibile. Sorprese Saga Vasuki intenta a passarsi gocce d’acqua bollente sulla fronte e la spinse contro una parete, senza troppe cerimonie.
“Ehi, cacciatrice prepotente! Non hai ancora imparato le buone maniere?!”
“Sono troppo vecchia, ormai! Rimarrò una tradizionalista dell’aggressione fisica.”
“Aw!” esclamò il demone guida, scuotendo la coda squamosa.
Buffy non trattenne un’espressione di puro disgusto.
“Sei una bionda razzista, ecco quello che sei!” esclamò Saga Vasuki, incrociando le braccia di nuovo libere, piegando le labbra in un broncio indignato.
“Devi scusarmi, ma ogni volta che vedo una coda … credo sia colpa di quel fanatico di Kostas, mi ha fatto venire la fobia!”
“Di solito funziona così.” Concesse il demone, raggiungendo nuovamente lo specchio. “A cosa devo l’onore?” chiese poi, sarcastica.
“Willow è convinta che vinceremo.”
“Alleluia!”
“… e tu sai bene che non mi fido delle previsioni affrettate.” Continuò la prescelta, implacabile. “Se c’è qualcosa che devi dirmi …”
“A te, Summers? Io dialogo con te?”
“Tu dialoghi solo con Willow, questo mi è chiaro, ma –“
“Non ci sono eccezioni al mio comportamento.” Dichiarò Saga Vasuki, voltandosi senza timore. “Non ho avuto bisogno del tuo appoggio in questi anni e non ne avrò bisogno ora.”
Buffy tornò a fronteggiarla, incurante della sua costituzione minuta.
“No, non hai bisogno del mio appoggio …” mormorò, a labbra strette. “Ma avrai timore del mio esercito, quando ti saranno alle costole e ti inseguiranno, in questa dimensione e nelle altre.”
“Come se potessi –“
“Io posso ucciderti.” Affermò ancora, con onesta sicurezza. “Non è la prima volta che elimino una creatura più potente di me, ho anche affrontato una dea infernale … posso ucciderti, di questo non ho dubbi. Il punto è: mi servirà davvero? Proteggo Willow e proteggo questo pianeta e non voglio traditori tra le mie fila.”
Gli occhi inumani di Saga Vasuki s’illuminarono singolarmente.
“Ti tengo d’occhio.” Promise Buffy.
Più dolce, letale.