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Autore: Friedrike    28/10/2012    1 recensioni
Ludwig Beilschmidt e Feliciano Vargas in un contesto 'normale'.
Non sono più Nazioni, non hanno più il peso delle Guerre alle spalle, non le hanno combattute.
Sono due universitari poco più che ventenni, vivono a Berlino, il tedesco perché vi è nato, l'altro perché vi studia arte, essendo la Capitale Tedesca uno dei centri migliori al mondo per la cultura giovanile europea.
All'inizio non si parlano nemmeno, solo ogni tanto s'incontrano grazie all'associazione a cui entrambi prendono parte, l'AIESEC (realmente esistente), che comprende giovani iscritti alle università di tutto il mondo.
Col passare del tempo, tra loro nasce qualcosa ed oggi sono innamorati.
Ne hanno passate tante, entrambi, ed hanno capito che solo insieme stanno bene.
Ma non tutti accettano la loro unione..
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dovunque sarai, ti amerò per sempre.'
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I raggi che entrano dalla finestra gli baciano il viso, costringendolo a stringere gli occhi per nascondersi da essi, e si volta, rivolgendo al sole le spalla. 
Ma un forte mal di testa lo attacca d'improvviso e lui, adesso, non sa nemmeno per te. 
Si mette seduto sul letto caldo, lasciando che le lenzuola gli scivolino di dosso e si passa una mano tra i capelli dorati, un po' sporchi, e suo malgrado si alza andando poi ad abbassare la serranda in modo che la luce entri appena dalla finestra. Voltandosi per tornare a letto, nota un bigliettino sul comodino. Niente da fare, è inutile riprendere sonno; così si risiede con le gambe semi incrociate nel letto, le spalle muscolose appoggiate alla spalliera del letto, e le mani che subito vanno a prendere quel pezzetto di carta perfettamente ripiegato. Sopra, vi è scritto: "Amore mio, domani non vengo, ti lascio riposare. Appena i svegli chiamami! Felì." 
Sorride notando un piccolo cuore accanto alla firma e trattiene tra le mani la carta. Socchiude gli occhi, poi fa una smorfia sentendo il male alla test- oh, no. Adesso ricorda! 
Si passa una mano sul volto e la trattiene lì, vergognoso, due minuti buoni, giusto il tempo di ricordare tutta la serata. 
Apre il primo cassetto, vi lascia il biglietto, insieme agli altri, più o meno piccoli, più meno colorati, e lo richiude con un colpo netto. Dopo prende un cambio e va a farsi una doccia calda. Esce dal box doccia e si asciuga alla bell'e meglio, rimanendo poi un attimo davanti allo specchio a guardarsi, con dei boxer blu scuro. Sistema i capelli biondi, ancora bagnati, poi si toglie quella rada barba che ha, bionda, quasi invisibile, si passa una crema sul viso (ok, la rubata tempo prima al fratello albino) e infila dei pantaloni comodi ed una maglietta grigia aderente che gli mette in risalto il fisico scolpito.
Va in cucina, i capelli poco più lunghi del solito -ma che gli danno un gran da fare, infatti non vede l'ora di tagliarli- sono ancora umidi. Si avvicina al frigo e prende la bottiglia di succo di frutta, poi un bicchiere in vetro e lo riempe di quel liquido rosso-arancio, portandolo poi alle labbra. Intanto ha riposato la confezione in cartone e si è voltato. 
Quasi si affoga. Si ritrova addosso due occhi viola, nascosti da un paio di lenti. Un ragazzo, un po' più grande di lui, ha un sopracciglio alzato e lo sta fissando, con uno scatolo in mano, molto piccolo a dire la verità, ci andranno davvero poche cosa lì dentro.
-Du.. was..?- 
Non sembra cattivo. Sembra più che altro pigro, già stanco della giornata sebbene sia mattina, le dieci circa, e terribilmente annoiato. 
Ludwig non se ne preoccupa, dunque. Sembra che.. stia stabilendosi lì'
-Ich bin Roderich- si sistemandosi poi gli occhiali sul naso. Appoggia la scatola sul tavolo; il biondo annuisce e dice, ovviamente in tedesco: -piacere di conoscerti. Il mio nome è Ludwig..- fa un cenno del capo. -Vuoi aiuto?- domanda infine, accennando alle scatole.
-Ja, dankeschoen. Traslocare è sempre piuttosto faticoso- mormora non scomponendosi minimamente.
Annuisce alle sue parole, mette via il bicchiere, ma prima lo lava; si volta e lo segue, prendendo subito la scatola posta sul tavola e portandola nella sua stanza.
E fa così con le altre scatole, trasportandole dalla portineria, dall'ingresso, da una stanza all'altra, insomma, lavora proprio tanto.
Parlano poco, durante quelle cinque ore di lavoro. Sì, cinque ore, tante, perché l'austriaco -sì, la sua città natale è appunto la bella Vienna- è maledettamente pigro, fa tutto con calma, ma vuole sia perfetto. E fosse per lui, lascerebbe anche a metà il lavoro, le cose in disordine, ma no: il biondo questa cosa non la concepisce, così insiste per sistemare per bene le cose.
Già sa che ci sarà da lavorare molto per quella convivenza, cercare un punto d'incontro, perché lui è ossessionato dall'ordine, l'altro sembra lasciare tutto al caso.
Capisce subito un paio d'altre cose, del ragazzo, più grande di lui forse di un paio d'anni.
Capisce che è molto tirchio; eppure non lo capisce dalla quantità di oggetti, ma dal fatto che essi siano vecchi e siano regali, da ogni parte del mondo, molti riferimenti all'arte e alla musica viennese, statuette, soprammobili, quadretti, roba antica. Non trova praticamente nulla che abbia meno di cinque anni! Forse quella camic-- no, la ditta di produzione è fallita sei anni prima. Ed i suoi vestiti.. i suoi vestiti! Solo giacche, pantaloni, camicie, tutte e tre categorie appartenenti a vecchi modelli. 
Di certo, Lud non ha vestiti firmati nel suo guardaroba. I tedeschi in genere non approvano avere vestiti di marca, preferiscono di gran lunga avere un cellulare più nuovo, un computer più nuovo; queste cose tecnologiche sono molto adorate dal popolo tedesco, non come i vestiti, che invece devono essere pratici, perché loro hanno un gran da fare tutto il giorno, infatti le donne non portano quasi mai i tacchi.
Eppure, il biondo qui presente ha vestiti nuovi e ben sistemati, sempre. 
Gli viene in mente l'italiano. Lui si, che ha tutti i vestiti firmati! Tutti, ma proprio tutti! E' raro che abbia qualcosa senza una marca precisa e famosa.
Si dimentica di chiamarlo, così non lo fa né prima di iniziare questo lavoro per il nuovo coinquilino, né quando ha terminato.
Feliciano rimane seduto sul letto a studiare le opere d'arte di una mostra che avrebbe dovuto visitare il giorno dopo, controllando ad intervalli sempre più frequenti il cellulare. Niente; non riceve nessuna chiamata né massaggi, così, un po' preoccupato lo chiama qualche ora dopo pranzo.
Sono le due circa, Ludwig sta finendo di sistemare le ultime cose nella propria camera, quando risponde.
-Hallo?-
-Perché non mi hai chiamato?- dice subito, appoggiando l'evidenziatore sulle labbra, la fronte aggrottata in un'espressione preoccupata.
-L'ho dimenticato- risponde semplicemente l'altro.
Felì è una persona che a volta sa essere estremamente insicura, quindi inizia ad avere forti dubbi, del tipo: Si dimentica di me? Non mi ama più? Non mi vuole? Lo annoio?.
Dubbi che che continuano in una serie infinita. Abbassa lo sguardo, decisamente rattristato.
Siccome rimane in silenzio, il tedesco si stupisce un po', così richiama la sua attenzione: -Lieber?-
-Sì, scusa..- passa un dito, l'indice, sotto l'occhio sinistro, poi si rigira un ciuffetto di capelli tra le mani. -Che.. che hai fatto?-
-Niente.. è arrivato il nuovo inquilino. L'ho aiutato a sistemare le cose nella sua camera.-
Sorride sentendo quelle parole. Allora ha avuto qualcos'altro da fare, non si è dimenticato di lui! -Com'è? Simpatico? Alto? Dolce? Bello? Oh no.. non dirmi che è bello!- subito si preoccupa, rimanendo seduto lì sul letto.
Ludwig accenna una mezza risata, che cerca comunque di trattenere. -Niente di tutto questo. O almeno, non mi è sembrato- mormora a bassa voce. -Poi ti racconto tutto per bene, però, di presenza. D'accordo?-
-Sì! Amore, ho letto su un sito internet, che per il 17 Maggio ci sono un sacco di manifestazioni carine.. ci andiamo?-
-Che succede il diciassette?-
-E' la giornata mondiale contro l'omofobia...- borbotta confuso.
Il biondo va a prendere una pillola per il mal di testa,  che manda giù con un bicchiere d'acqua pieno.
-Ah sì.. certo, andiamo. Ma mancano quasi due mesi, già ci pensi?-
-Certo! E' che ero annoiato e non volevo studiare..- ridacchia allegro.
Continuano a parlare per un bel po', per un'oretta circa, dopo il tedesco decide di chiudere per mangiare qualcosa, andare a riposarsi un altro po' per poi iniziare la settimana al meglio.
 
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Note.
Beh.. non ho recensioni da un bel po'.
Non so se vado male o bene, mi piacerebbe averne una, anche pochi righi! Giusto per capire se sto sbagliando qualcosa! Non so se andare più sull'angst o sulle parti sdolcinate. Fosse per me, farei tutte cose angst, ma mi trattengo, lo ammetto! Però aspettatevi presto qualcosa di drammatico. Buahah(?).
Comunque, beh, il fatto che i tedeschi non abbiano vestiti particolari, ma piuttosto semplici è verissimo! Infatti ben presto scriverò anche la marca del cellulare di Lud, deve averne uno fighissimo! E Felì, naturalmente, deve vestirsi bene. Ci provo, a ruolare Roderich, ma non mi viene molto facile, migliorerò, promesso! 
Che dire?
Grazie di aver letto (;
  
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